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Autore: WhiteRecklessFist    04/03/2013    1 recensioni
Camminare al chiaro di luna era magnifico. Anche se la mano continuava a far male ero tranquillo.
Poi un rumore attirò la mia attenzione. A destra... No, a sinistra. Allungai la mano verso la spada. Non c'era! Ero uscito disarmato. Piegai le ginocchia pronto a scattare e mi preparai a combattere. Tutto silenzio. Finché... Ora! Mi lanciai all'attacco verso dei cespugli con la mano nasod pronta a sparare quando da quest'ultimo spuntò un cannone che mi scaraventò addosso una raffica di colpi. Volai via cercando di pararne il più possibile ma alcuni andarono a segno e uno particolarmente forte mi colpì il fianco destro facendomi cadere.
-Chi sei?!- Urlai una volta atterrato.
Sentii solo un sussurro. -Inseguitore esplosivo.- E un proiettile enorme volò verso di me.
(Prima ff che scrivo! Leggete e se volete lasciate una recensione, sarà molto gradita :3)
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 6: Dungeon.

 

-Pronti?- Urlò Elsword.

-Fight!- Gridai di risposta insieme agli altri e partimmo tutti all'attacco.

La stanza dell'altare era davvero un luogo spaventoso; pieno di nemici fortissimi. Elsword e Aisha lottavano insieme, come una sola persona. Lui attaccava corpo a corpo e lei gli copriva le spalle.

Erano molto forti insieme. Rena invece aveva scoperto una buona intesa come stile di lotta con Eve e sembrava di trovarsi davanti ad uno specchio! Entrambe tenevano i nemici a distanza con frecce e attacchi nasod di varia natura.

Io? Beh, io lottavo con Chung al mio fianco; o meglio, alle mie spalle, che usava il suo cannone con maestria. Ora i suoi capelli erano diventati molto più lunghi e gli arrivavano fino alla fine della schiena, i suoi occhi erano ancora più azzurri e brillanti e la sua armatura luminosa lo rendeva ancora più bello: ormai tutti lo chiamavano paladino d'acciaio.

Abbattere tutti i nemici fu molto difficile ma il boss era fin troppo forte! Nonostante tutti i nostri sforzi non voleva proprio cedere e continuava ad incalzarci!

Partì all'attacco di corsa. Aisha creò una barriera magica e Elsword si mise dietro ad essa mentre Eve unì i suoi gravitatori e creò uno scudo per lei e Rena. Io scattai di lato ma vidi che Chung era immobile, inginocchiato con il cannone sulla spalla, proprio sulla sua traiettoria. Imprecai e corsi da lui, lo presi al volo e con un salto evitai per un soffio il mostro che si schiantò poco distante da noi.

Rotolammo a terra e appena mi rialzai gli saltai addosso prendendolo per il collo dell'armatura.

-Sei matto?!- Gli gridai. -Perché non ti sei spostato? Volevi morire?-

Lui mi guardò torvo -Stavo cercando di caricare il mio colpo migliore!-

Rimasi stupito. Digrignai i denti e, voltandomi verso il mostro, gli dissi -Allora preparati a ricaricarlo. Stavolta ti copro io.- E corsi in avanti.

Nonostante tutti i danni che gli avevamo già inferto aveva ancora una potenza incredibile.

Berrut ruggì e si lanciò contro Aisha.

-Aisha attenta!- Gridò Elsword e si mise tra lei e il mostro parando la zampata dell'essere.

La sua spada si ruppe con un suono secco e il contraccolpo fece volare via entrambi.

Il mostro attaccò poi Rena e Eve che riuscirono a scansarsi ma rimasero bloccate dagli arcieri richiamati con la magia che le incalzavano verso il fondo della sala.

-Bene!- Gridai. -Siamo rimasti solo io e te mostriciattolo?- Dovevo attirare la sua attenzione.

Chung intanto era immobile, gli occhi chiusi.

Corsi in avanti anticipando la carica del boss per prendere almeno un po' di vantaggio su di lui. Gli infilzai la zampa e con la mano nasod sparai dei colpi alla sua gola in rapida successione per poi ferirlo ripetutamente con la spada; tutta fatica sprecata!

Infatti si riprese subito e mi colpì con violenza ruotando su se stesso.

Caddi a terra dolorante e quando mi rialzai sentii delle unghie fredde che mi laceravano la schiena.

Gridai di dolore e subito Chung si alzò per correre in mio soccorso.

-NO! CONCENTRATI E LANCIA IL TUO ATTACCO!- Gli urlai.

Lui esitò poi annuì con gli occhi lucidi e si rimise in ginocchio. Rotolai di lato preparandomi all'attacco mentre il sangue scorreva lungo la mia schiena formando grandi pozze sul pavimento.

Berrut però non aveva più interesse per me e stava puntato Chung che intanto aveva sussurrato qualcosa: stelle cadenti.

Mi misi a correre a perdifiato verso di lui cercando di attirare l'attenzione del mostro, che stava partendo all'attacco, in tutti i modi possibili ma senza nessun risultato. Allungai disperatamente il braccio nasod e l'istinto mi guidò.

Urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni -LANCIA DELLA VALCHIRIA!-

Il mio attacco si unì a quello di Chung e insieme piombarono sul nemico in un unico colpo potentissimo che lo lasciò a terra ormai morto. Arrivato vicino a Berrut mi assicurai della sua effettiva sconfitta poi mi voltai; la forza con cui il nostro attacco era piombato a terra era stata tale da scaraventare via tutto ciò che aveva intorno con una potente onda d'urto. Per fortuna si stavano rialzando tutti, quasi illesi; anche Chung, che era stato sbalzato via dalla potenza del suo stesso colpo, stava ora cercando di rimettersi in piedi reggendosi al suo cannone. Corsi da lui come meglio riuscii, con il sangue che continuava a scorrere.

-Hehehehe! Non so ancora controllarlo bene.- Disse lui ridendo, anche se aveva le lacrime agli occhi. Come poteva ridere? Era ferito e esausto... Però almeno era salvo. A me importava questo. Non volevo perderlo.

-Idiota.- Gli risposi e mi chinai su di lui fissandolo; sentivo freddo ma non ci badai. Con la mano nasod gli presi delicatamente il mento e mi avvicinai a lui che chiuse gli occhi, le nostre labbra stavano per toccarsi quando la grossa ferita sulla schiena mi mandò una scarica di dolore e, mentre sul suo viso un'espressione di paura andava delineandosi, svenni.

-Raven! Raven...- La sua voce mi accompagnò nell'incoscienza.

 

Morbido... C'era qualcosa di morbido sul mio petto che mi scaldava.

Socchiusi gli occhi: Chung stava dormendo abbracciato a me! Mi guardai subito intorno. Nella stanza non c'era nessuno... Solo noi due. Decisi di non svegliarlo. Era così bello guardarlo dormire.

Fuori il sole non era ancora sorto ma dei deboli raggi passavano oltre le nuvole illuminando la mia camera quasi completamente grigia e nera e rendendola un po' più luminosa... O forse era solo la mia impressione? Non saprei dirlo... Però ero stranamente felice.

Mossi la mano nasod, per controllare in che stato era dopo la lotta, facendola tintinnare.

Chung si mosse leggermente e alzò la testa stropicciandosi gli occhi.

-Buongiorno.- Lo salutai schioccandogli un bacio sulla fronte.

I suoi occhi si velarono di lacrime e iniziò a singhiozzare.

-Che-Che ti prende ora?- Domandai senza capire.

-Avevo così tanta paura di perderti! Ormai era da quattro giorni che non aprivi gli occhi.- Disse mentre mi stringeva. Forse fin troppo.

-Ngh!- Gemetti.

-Oh! La schiena.- Si scusò. -Me ne stavo dimenticando.- Rise.

Io sorrisi semplicemente. -Se sei tu a farmi male posso anche accettarlo.- Risposi.

Non potevo più aspettare; il momento era perfetto, l'avevamo creato insieme, forse non proprio volontariamente, però era l'ideale. “Ora o mai più!” Mi dissi.

Lo strinsi a me accostando i nostri visi. Gli baciai la guancia e lasciai scorrere la mia bocca fino ad arrivare alla sua. Sentivo il suo respiro che accelerava.

Poi finalmente riuscii a prendere possesso di quelle labbra così pure in un bacio appassionato che ci tenne stretti per minuti che mi parvero infiniti. Il modo aveva improvvisamente rallentato.

In quell'unico gesto tutto il dolore e le mie preoccupazioni erano svanite.

Si staccò ansimando. -Volevi farmi soffocare?- Chiese ironico.

-Forse sì. Fammi ritentare.- Ripresi il suo viso e di nuovo un vortice di emozioni si espanse per tutto il nostro corpo impedendoci di staccarci.

 

Nessuno ci disturbò per tutta la mattina e anche i giorni seguenti, mentre io mi riprendevo dalla ferita, passarono tranquilli.

-Il pranzo è prontooo!- La voce squillante di Aisha ci raggiunse perforandoci i timpani.

-Quella ragazza strilla troppo.- Dissi mentre mi avviavo verso il bagno.

Appena aprii la porta tutto il vapore si precipitò fuori impedendomi di vedere.

-Chung! Visto che d'ora in poi starai nella mia camera vediamo di mettere delle regole...-

Lui uscì. -Regole?- Il mio accappatoio gli stava largo lasciandogli scoperto il petto e parte della pancia mentre i suoi capelli fradici si attaccavano al suo viso nonostante lui continuasse a spostarli.

-S-sì. Regole.- Mi girai dalla parte opposta per non guardarlo.

-Primo: le tue cose devono stare negli appositi cassetti.- Anche se non sembrava ero un tipo molto ordinato; nell'esercito non ammettevano sbagli del genere e io avevo dovuto adeguarmi.

-Secondo.- Continuai. -L'arredamento non si cambia... E neanche il colore della stanza.- Aggiunsi prevenendo la sua domanda.

-Ma sopratutto.- Dissi mentre mi sedevo sul letto. -Niente vapore! Odio il calore soffocante che provoca. Preferisco il freddo.-

Lui si avvicinò arrabbiato e mi saltò letteralmente addosso stendendomi.

-Però stanotte non ti ha dato fastidio il mio tenerti al caldo mi pare.- Disse offeso.

-Hehe... Stanotte era diverso. Poi stavo anche dormendo.- Risposi cercando di salvarmi la faccia.

-Tanto so che ti faceva piacere, sennò mi avresti cacciato via.- Annuì convinto.

-Pensala come vuoi... Però ora scendi che è meglio...- Era seduto a cavalcioni sulla mia pancia.

-Perché dovrei?- Chiese ridendo.

-Perché il tuo starmi così vicino mi manda fuori di testa e potrei fare cose di cui ti pentiresti.- Dissi mentre lo abbracciavo. Poi mi girai mettendomi sopra di lui e baciandolo passai un artiglio freddo della mano sul suo petto facendolo scivolare fino al nodo che teneva chiuso l'accappatoio.

Il suo viso andò in fiamme e le sue labbra si fecero caldissime.

-N-non dovevamo pranzare?- Chiese a bassa voce.

Sorrisi tra me e me; mi divertivo troppo a metterlo in imbarazzo!

Mi alzai. -Ok, scendiamo che ho fame.- Lui sembrò quasi disorientato.

-La prossima volta.- Gli sussurrai all'orecchio per poi baciarlo e uscire dalla stanza.

Mi ritrovai gli occhi di Rena puntati addosso. Non ci badai e raggiunsi gli altri.

  
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