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Autore: goldfish    19/09/2007    8 recensioni
Perchè chiunque, anche la più posata delle streghe, può avere i suoi momenti no. Il problema è non farsi prendere troppo la mano, rischiando di compromettere quello che conta davvero. E allora potrebbe far comodo un piccolo aiuto 'extra'... decisamente inaspettato!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9 – DAL PRINCIPIO

Ecco, adesso piazzatemi pure un destro ben assestato qua, sullo stomaco, e poi infierite pesantemente sul mio corpo agonizzante con calci e pedate. Tanto ormai sono anestetizzata, mi fareste poco più di un vago solletico, ah.

"Ora come ora mi sei totalmente indifferente."

Colpita e affondata, Ron.

Ho sempre avuto l’ultima battuta con lui, ma devo dire che la prima volta che è riuscito ad averla vinta mi ha messa al tappeto, con poche ma estremamente chiare parole.

Avrei preferito che mi riversasse contro tutto il suo rancore e le sue frustrazioni (come avrei fatto io, visti i miei trascorsi). Lo avrei compreso se mi avesse mandata al diavolo (sì, appena dopo aver fatto sesso, non mi importa) e se mi avesse classificata come una stronza egoista e manipolatrice.

Avrei potuto sopportare tutto, persino il suo odio. Ma l’indifferenza, l’idea di non suscitare in lui nemmeno il disprezzo mi uccide; e per quanto mi ripeta che non è vero, che ha mentito per ferirmi, la cosa non mi fa stare meglio.

È tutta colpa mia. Con i miei capricci e le mie pretese, sono riuscita in poche settimane ad respingere chi mi ama, a cancellare una vita passata assieme e privarmi di un futuro che mi sarebbe anche potuto piacere.

Stizzita, mi infilo le mani in tasca e accelero il passo; non so ancora di preciso dove andare, ma di certo questa grossa X che è la mia destinazione si trova molto lontano da qua.

Poi lo tocco, mi ero totalmente dimenticata che fosse ancora infilato nei miei jeans. Lentamente tiro fuori il disegno spiegazzato di Emma, che è rimasto tutto questo tempo nella mia tasca.

Caspita, ritrovarselo per le mani adesso è un colpo basso! Osservo questo schizzo infantile e non mi accorgo nemmeno che nel farlo sorrido, con le guance ancora umide.

"Una cosa è certa, Emma non diventerà mai una pittrice. I talenti artistici si vedono fin da piccoli…" bisbiglio nell’osservare un fiore alto come un casa e un cane che più che un cane potrebbe essere un tirannosauro, considerato che arriva al terzo piano. E che non riuscirebbe mai a entrare nella sua cuccia, alta al massimo quanto una sua zampa.

E lentamente il sorriso sfuma via, lasciando il posto ad un’incontenibile amarezza. Emma non diventerà mai un’artista. Emma non diventerà mai niente, resterà per sempre un disegno stropicciato e un ricordo che affievolisce.

Mi fermo di colpo e infilo il disegno in borsa.

"Eh no, cacchio! Non me ne sto!"

Non mi sono già dimenticata del discorso di mia mamma, la storia dei treni che passano e tanti saluti è una stronzata colossale. Siamo noi a scegliere. E se vogliamo qualcosa, allora dobbiamo fare di tutto per ottenerla: non importa se invece di una superstrada a quattro corsie per senso di marcia imbocchiamo una statale con un monopattino, perché l’importante è giungere a destinazione.

E adesso so da dove partire. Dal principio.

~

Una lama di luce illumina un momento l’ingresso di casa mia. Io, seduta sul divano al buio, mi stiro la faccia e inspiro forte ripetendo mentalmente il discorso che mi sono studiata. Mi sembra buono, l’ho scandagliato in ogni dettaglio.

Sento richiudersi la porta, così mi alzo in fretta e accendo le luci, senza nemmeno badare a quegli strani sospiri. O senza chiedermi perché Ginny non abbia acceso la luce, appena entrata.

"Gin, lo so che mi odi e hai ragione" comincio come un automa. "Ma non sono qua perché tu mi capisca, non lo pretendo e nemmeno lo merito. Voglio solo che tu sappia come… ODDIO!"

Mi blocco. Ero così presa da me che non ho visto lei. Con lui. Mi porto le mani agli occhi, disgustata, cercando disperatamente di pensare ad altro. QUALSIASI COSA!

"Scusate io non… oh porca, sono uno strazio… non ne faccio una giusta. Ma… adesso…"

"Hermione…"

"…Adesso vado e vi…"

"Herm…"

"… vi lascio sol…"

"HERMIONE! Levati quelle mani dagli occhi e guardaci, siamo ancora vestiti!"

Lentamente, faccio scivolare i palmi dagli occhi e sollevo con cautela le palpebre. Harry mi fissa decisamente rosso, ma anche un po’ compiaciuto (con se stesso?), mentre io vorrei essere inghiottita da un provvidenziale nel suolo. Ginny, appena dietro di lui, mi osserva con una faccia strana che non riesco ancora a decifrare.

"Ragazzi, mi spiace…" dico indietreggiando, lasciandomi cadere sul divano a peso morto. "Non immaginavo… non credevo. Oh, sono uno strazio."

Harry sogghigna e si avvicina a me. "Sì, sei uno strazio… ma è anche vero che non potevi immaginarlo."

"Non ne combino una giusta" pigolo depressa buttandomi con la testa su un cuscino. "Ero così presa da me stessa che non ho nemmeno pensato al fatto che anche voi avete le vostre vite, e non ruota tutto intorno a me."

Harry si volta un attimo verso Ginny, si scambiano un’occhiata eloquente, poi si rivolge ancora a me. "Ora sei esagerata… in effetti lo sei sempre stata."

"Cosa sono sempre stata, uno strazio? INVADENTE?!"

"No, sei sempre stata esagerata."

Lo fisso un attimo. "Harry… tu parli così perché sei uno dei pochi che non ha avuto l’onore di essere mandato al diavolo dalla sottoscritta. Ma per il resto sono stata un’ingrata con tutti quelli che hanno provato a aiutarmi. Tutti." Abbasso il tono di voce e indico la mia ex-coinquilina. "Chiedilo a lei…"

A quel punto, anche Ginny si avvicina. Non sembra arrabbiata, mi guarda con un sopracciglio inarcato e un’espressione pacata, neutra.

"Harry ha ragione. Sei esagerata…"

"E invece no!" la interrompo. "Tutti quelli che mi circondano si sono allontanati da me! è successo prima a lavoro, poi è stato il tuo turno, e infine il turno di Ron… e sono certa che presto sarebbe toccato anche a Harry."

"Hermione, noi non ci siamo allontanati. Hai fatto tutto da sola" osserva calma Ginny. "Ok, io e te abbiamo discusso pesantemente e ti avrei cruciata volentieri più volte. Ma sparire dalla tua vita per una discussione è troppo… tu sei scomparsa. Tu mi evitavi e non ti facevi più trovare comportandoti in modo assurdo. E in quanto a Ron…"

"Ron mi odia. Anzi, no" mi correggo, amareggiata. "Gli sono totalmente indifferente."

"Ron ti ama" interviene calmo Harry; Ginny scuote la testa in segno di assenso.

"Ne dubito…" vorrei raccontagli di stasera ma mi trattengo, non ci tengo a farmi del male da sola.

"Herm, conosco quel testone di mio fratello" interviene Ginny. "Lo sopporto da più di ventanni e se ti dico che è pazzo di te devi credermi… mi spiace, non ti invidio affatto."

La guardo pressando le labbra l’una contro l’altra.

"Ha chiaramente detto di non volerne più sapere di me. Era davvero arrabbiato, Ginny."

"Ron?! Il Ron che ogni tre cose che dice ne dimentica quattro?!" ridacchia. "Hermione, tu stai sopravvalutando mio fratello… vedrai che al primo accenno di una tua resa, casca come una pera cotta. Ciò non toglie che sei sempre in tempo a cambiare idea e pescare altrove, se vuoi ti presento qualc… ahia!"

Harry la zittisce con una gomitata, facendomi sorridere. Lei sta cercando di risollevarmi il morale infierendo sul fratello come ha sempre fatto, ma resto convinta che non sarà così semplice; non l’avevo mai visto così… così poco Ron. Però non glielo dico e sorrido appena.

"Mi sei mancata, lo sai, Gin?"

"Eh, lo so. Sono una che non si dimentica facilmente."

"Mi sono comportata come una ragazzina viziata."

"E pazza…"

"E pazza, sì. Ma ho deciso che adesso rimetterò tutto a posto, pezzo dopo pezzo. Ho cominciato stasera con te, chi mi ferma più?" sorrido.

"Anche io ti devo delle scuse, Hermione. Sono stata troppo invadente nel dirti cosa è giusto e cosa è sbagliato, non ne avevo il diritto."

"Però avevi ragione…"

"Beh, che c’entra, sono comunque stata una prepotente che non sa farsi i fatti propri."

Adesso non servono più parole. Mi basta sorriderle semplicemente, per capire che possiamo davvero tornare sui nostri passi. Basta volerlo. Poi poso lo sguardo su Harry e mi torna in mente quello stavano facendo… e non riesco a trattenere un ghigno.

"Ma voi due…" attacco maliziosa.

"Un passo alla volta avevi detto, eh?" mi interrompe Ginny nel tentativo di cambiare discorso. "Ottimo. In camera tua c’è una montagna di lettere ministeriali che ti aspetta…"

Avverto come uno strano senso di nausea a sentir parlare di lettere del Ministero, persino il colorito rossastro di Harry passa in secondo piano.

Con una smorfia, mi sdraio sul divano. Rimettere a posto i cocci della mia vita, certo. Ma non è che debba sistemare proprio tutto, giusto? Insomma, se magari riesco a rinnovarmi un minimo…

"La sapete una cosa?" osservo pacata.

"Cosa?"

"Quel lavoro mi faceva schifo, la mia sfuriata al Ministero è stata il momento più bello di tutta la mia vita e non intendo rimangiarmelo."

Tutti e tre scoppiamo a ridere.

Un passo dopo l'altro, è così che si arriva alla vetta.

~

Bene, un passo alla volta. A domani le indiscrezioni su Harry e Ginny, adesso pensiamo a me. Onestamente, alla vista della pila di lettere che Ginny ha conservato mi sento alquanto nauseata. Seduta a gambe incrociate sul mio letto, sfoglio velocemente la valanga di spazzatura che mi è arrivata assieme alle missive del mio reparto, che chiedono chiarimenti.

No, anche quelle fanno parte della spazzatura.

"A quanto pare il mio show ha avuto una certa cassa di risonanza" mi dico, osservando le più impensate lettere che mi sono stata recapitate.

‘Hermione, ho capito che ho bisogno di una donna di polso, una come te. Mi hai colpito, stimo moltissimo le ragazze che non si fanno mettere i piedi in testa e che sanno quello che vogliono. – Alex, dipartimento per la cooperazione magica.’

"Alex. Quasi quasi la conservo, non si sa mai" ridacchio, soffermandomi su un’altra pergamena.

‘Hermione, da quando ho saputo cosa hai fatto sei diventata il mio punto di riferimento. Vorrei avere la tua grinta e smettere di essere succube di tutti, sul lavoro e a casa… ma invece non ho mai trovato il coraggio per far valere i miei diritti e mi limito a subire, impotente. Perciò, ti prego, non lasciarti mai più mettere i piedi in testa per niente al mondo. Fallo anche per chi, come me, non ha ancora trovato la forza di gridare ‘basta’, ma spera di riuscirci, un giorno. – Samantha, ufficio Auror’.

"Auror… chissà se Harry la conosce. E questa cos’è?" leggo l’intestazione di un’altra lettera. "Strega Moderna?!"

‘Carissima Sig.ra Hermione Granger, sono sinceramente onorata di scriverla. Mi chiamo Meredith Clarks, lavoro per la rivista Strega Moderna e ho saputo tramite una conoscente della sua presa di posizione nei confronti dei suoi superiori. Si lasci dire che ha tutto il mio rispetto, credo che ci vorrebbero più donne così grintose in giro, al giorno d’oggi, e meno vittime di un maschilismo che vogliono farci credere sconfitto, ma che in realtà condiziona ancora pesantemente le nostre vite. Nel XXI secolo! Perciò mi piacerebbe moltissimo se prendesse in considerazione l’idea di tenere una rubrica nella mia rivista. Che ne dice di un colloquio informale? Spero di ricevere presto sue notizie. – Meredith Clarks, Strega Moderna’

"Una rubrica su Strega Moderna? Sarebbe divertente, come in Sex and the city…" e scoppio a ridere da sola.

Tutto sommato non credevo che rientrare a contatto con il mondo reale fosse divertente e salutare. E' inutile, io non sono in grado di starmene con le mani in mano.

Mi sento meglio, più leggera. Stasera ho ritrovato un’amica, oltre che me stessa, ed è molto più di quanto sperassi quando ho deciso di cominciare ‘dal principio’. Non ho un lavoro, certo, ma so che in qualche modo riuscirò a cavarmela, magari il più distante possibile da quell’orrido ufficio colmo di luridi vermi.

In quanto a Ron… beh, la cosa è un po’ più complicata. Nonostante le opinioni non sublimi di Ginny sul fratello, so che questa volta ha davvero preso una posizione che non intende abbandonare.

Ma, ahimé per lui, l’ho presa anche io.

Ora sono decisa a riprendermi quello che mi spetta, ovvero la fiducia di una persona che non pensavo fosse così importante ma che, anche grazie ai miei sbagli, so di volere più di ogni altra cosa. E non mi importa quanto ci metterò.


Questo capitolo un po’ transitorio non mi piace molto, forse per l’assenza dei ciccini, ma ci voleva per impostare il prossimo… e vi dico già che, se vi piace ancora la storia, vi conviene stare all’occhio, eh!! *__*

Ebbene, la fanfic sta volgendo verso una conclusione, ci saranno ancora un paio di capitoli, forse tre. Non che manchi di idee, anzi, ma il tempo è tiranno oltre che poco (mannaggia!). E visto che quando inizio un lavoro (di ogni tipo), poi mi piace anche finirlo, preferisco non dilungarmi troppo.

Ma basta straparlare!! Un bacio a robby (ma sai, per quanto ci innervosiscano… le mamme sono sempre le mamme! Bacio), karmygranger (se Ron ti piaceva da stronzo, posso dire di aver centrato la mia idea… perché gli stronzi – entro certi limiti – sono sexy? Mah… ciaoooo), EDVIGE86 (così è toccato a Hermione farsi due conti e capire cosa vuole… ma anche Ron avrà modo di farsi perdonare ti avviso!! Ciao omonima ^^), Daewen (Ron si sarebbe fermato? E chi lo sa… no dai, bastardo sì ma non fino a questo punto! Che poi è stata Herm a saltargli addosso – e tu la biasimi? - sono molto contenta che questa storia ti sembri ‘vera’. Un bacio), ninny (grazie del commento… dai che prima o poi tutto si sistema, sono lieto fine-dipendente, io!), Hermionina (anche secondo me una come Hermione ha un buon rapporto con la mamma… e poi la mamma è sempre la mamma, è inutile – come sono saggia – ciaooo!), funnynurse (addirittura sfidi simili ostacoli fisici per recensire?! Wow, sono lusingata! Ma non strapazzarti, eh?!... ok, scherzi a parte, grazie dei complimenti e salutami il pupetto – o pupetta!)

Un saluto anche a tutti gli altri e alla prossima!

Besos, Bea


  
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