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Autore: Lady of the Circus    04/03/2013    3 recensioni
Tutti conoscamo le viciende della Compagnia dell' anello. E se alla compagnia si aggiungesse un altro membro? E se questo membro fosse una ragazza "allieva" di Aragorn? E se questa ragazza fosse di razza sconosciuta? Spero di avervi incuriosito un minimo, vi lascio alla lettura ;)
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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V.Per entrare nella compagnia
 Quando l’ elfo e l’ uomo raggiunsero la compagnia insieme ad un terzo individuo lo sguardo di Gandalf si fece preoccupato, quasi spaventato.  Poi il trio si avvicinò e la terza figura fu subito riconosciuta dai quattro Hobbit che le corsero incontro felici. «Fiàin! Credevamo fossi rimasta nelle Terre Selvagge!» esclamò sorpreso Pipino correndole incontro. La ragazza lo guardò sorridendo dall’ alto di Gaith. «Era mia intenzione ma sono stata… deviata» rispose lanciando un’ occhiataccia all’ elfo, per conto suo Legolas ne capiva sempre meno.
«Ti unirai a noi?» chiese Sam felice anche lui. Prima che potesse risponde  il vecchio mago che guidava la compagnia raggiunse la ragazza.
«Questo sarò io a deciderlo» tuonò osservandola con occhio critico. I suo sguardo puntiglioso e freddo sembrava scivolare sul corpo della ragazza, la sua muscolatura appena evidente sotto la tunica da uomo chiusa in un corpetto di pelle nera, i pantaloni ficcati alla bene e meglio dento ad un paio di parastinchi di pelle rafforzata e poi quella bandana. Era buffa agli occhi del mago, una ragazzina cresciuta troppo in fretta che giocava a farsi grande: una cosa già vista.
«No» sentenziò secco il vecchio. Fiàin rimase a bocca aperta ad osservare la schiena del vecchio che dondolava pericolosamente. «Come?» chiese sbigottita.
«Hai le orecchie» le rispose la voce vecchia del mago. Aragorn strizzò gli occhi, prevedeva la reazione che avrebbe avuto la ragazza, la conosceva fin troppo bene. Allungò una mano per afferrarle il braccio ma non fu abbastanza svelto.
«Come sarebbe a dire “No”? Cosa c’è non sono all’ altezza per voi?» sbottò afferrando saldamente il braccio del vecchio. «Esattamente» rispose lui tranquillo. Gli occhi della ragazza si fecero due fessure e le gote si tinsero di rosso. «Secondo quali parametri?» sibilò la ragazza.
«I miei» le rispose sempre più tranquillo lo stregone «e finché non mi dimostrerai il contrario la mia risposta sarà la medesima» concluse poi. Una persona più saggia avrebbe riflesso su quella “proposta”… ma Fiàin non era una persona saggia. «Mettimi alla prova» strillò al vento. Il vecchio sembrò colpito da una pugnalata. Si bloccò per poi voltare lentamente lo sguardo verso la ragazza.
«Ci hai riflettuto?» gli chiese lui. Lei alzò le spalle «Per niente» rispose sbuffando «ed è proprio per questo che intendo venire con voi. Se ci avessi riflettuto avrei pensato al lungo cammino, al male sempre in agguato, alla possibilità di una morte atroce, alla compagnia di un elfo. Ma la riflessione non è uno dei miei difetti per fortuna.» disse con una certa arroganza nella voce mettendosi le mani sui fianchi. Per tutto lo scontro i membri della compagnia erano rimasti silenziosi, spaventati dalle reazioni della ragazza ed ora timorosi per la possibile risposta dello stregone.
«Mi piace la ragazza!» esclamò ridacchiando Gimli, fulminato immediatamente dagli sguardi di Fiàin e di Gandalf. Il vecchio stregone tornò a concentrarsi sulla ragazza, riflettendo… Arricciò le labbra ed infine pronunciò un «E sia» non troppo convinto.
Il volto di Fiàin si rasserenò, la rabbia di poco prima si diradò lasciando posto ad un largo sorriso, Si abbassò per permettere ad i quattro Hobbit di abbracciarla ed anche lei strinse i piccoletti  ridendo.  Anche sul volto teso e preoccupato di Aragorn si impose un sorriso: quando vedeva Fiàin soddisfatta anche lui era felice…dal primo momento in cui l’ aveva vista.
Boromir aveva osservato tutta la scena in silenzio, un nuovo membro, una femmina. Perché una femmina? Non bastavano quattro piccoletti ad intralciarli? Probabilmente quella ragazza non era neanche in grado di tenere un’ arma in mano, sarebbe morta nel giro di pochi giorni. Il suo gracile corpo probabilmente non era abituato ad una lunga marcia e si sarebbe stancata presto. Distolse subito lo sguardo dalla ragazza quando notò che Gandalf lo stava osservando sospettoso. Guardò a terra in preda ad una vampata di imbarazzo.
«Affronterai Boromir» annunciò lo stregone, serio. La ragazza guardò il gondoriano senza espressione in volto che tradisse alcun sentimento. L’ uomo prese a ridere, prima sommessamente poi sempre più forte fino ad arrivare ad un verso molto simile a quello delle iene. La ragazza lo guardò storto.
«Non vorrai dire sul serio, già sappiamo come finirà!» disse tra le risate. A quelle parole Fiàin si sentì rimontare la rabbia, come si permetteva quel…quel… uomo! Digrignò i denti, stava per saltargli addosso per la rabbia quando sentì una presa ferrea sulla spalla. Era Aragorn che l’aveva afferrata per trattenerla, non dovette parlare, il suo sguardo comunicava… come sempre.
 “Trattieniti, ti prego”  di risposta la ragazza deglutì come per ingoiare la furia, non ci riuscì totalmente e dalla sua gola uscì un suono rauco e basso molto simile ad un ruggito. Non lo faceva volutamente, era istinto per lei ringhiare, era una cosa animalesca ed inquietante ma non poteva farne a meno.
«Ho deciso» disse perentorio Gandalf guardando con aria di rimprovero Boromir e poi Fiàin. La puledra della ragazza si avvicinò a lei dandole un colpetto col muso. Legolas guardò sorpreso quel gesto: aveva sempre considerato il cavallo un mezzo per spostarsi, ora si rendeva conto della personalità e della vita che brillavano negli occhi di Gaith ed in quelli della ragazza mentre la guardava. Fiàin accarezzò lievemente il muso della puledra e sfoderò la spada dal suo fianco. Legolas la vide sussurrarle qualcosa all’ orecchio tuttavia non riuscì bene a percepire le sue parole.
 Boromir scese da cavallo con un’ aria quasi strafottente sul volto. Un ringhio, la ragazza aveva ringhiato?  Decise di non pensarci. Osservò il corpo minuto della ragazza girandole intorno, lei non si stette ferma seguendo i movimenti del gondoriano.
«Mmh… al massimo potrei farti da mentore ragazzina» quelle parole arrivarono alle orecchie di Aragorn come il suono di unghie sulla lavagna. Questa volta era lui a sentirsi offeso, ora era lui a dover controllare la rabbia. Per fortuna sua e di Boromir ci riuscì.
«Per ora pensa a farmi da avversario matusa» gli rispose Fiàin impugnando saldamente la spada e facendo il saluto. Il gondoriano rispose ma nessuno si mosse. Lo stregone si mise al centro tra i duellanti
«Lo scontro» disse «sarà al primo sangue, se Fiàin riuscirà a vincere potrà entrare nella compagnia. In caso contrario tornerà da dove è venuta»
Prima che lo scontro potesse iniziare Aragorn scese da cavallo e si preoccupò di tenere ferma Gaith: diventava particolarmente premurosa quando la sua padrona si trovava in difficoltà. Il ramingo non aveva dubbi che Fiàin se la fosse cavata ma Boromir era un valido avversario e sarebbe stato capace di metterla in astrusità.
La ragazza ripassò mentalmente tutti gli insegnamenti di Aragorn: le tattiche, gli attacchi, le schivate, in poche parole: tutto. Osservò attentamente il corpo del gondoriano cercandone i punti deboli e notò che anche l’ uomo faceva lo stesso, era buon segno perché voleva dire che stava facendo la cosa giusta. La ragazza lanciò un’ occhiata ad Aragorn dietro di lei, lo vide mentre teneva ferma Gaith e lei si dimenava, si fece scappare un sorriso. Fu un istante, un istante solo di distrazione ed il gondoriano era partito all’ attacco, Fiàin schivò il colpo giusto in tempo e ci mise ben poco a rispondere all’ attacco. Aragorn le aveva detto di partire sempre da colpi deboli e poco precisi per individuare dove la difesa del nemico cedeva più facilmente e così lei fece, lanciò una serie di attacchi “delicati” ai lati, dall’ alto, ed in fine la sua firma: i colpi bassi. La difesa dell’ uomo era ben solida ed ora toccava a lui attaccare. La ragazza lo lasciò fare, parando abilmente i suoi attacchi sebbene fossero molto più potenti dei suoi e molto spesso avvertiva delle fortissime fitte ai polsi. Come aveva sperato la forza del gondoriano stava andando a diminuire, ora poteva riprendere ad attaccare. Questa volta utilizzò colpi più potenti e precisi proprio dove la difesa del gondoriano era più debole: sotto la cintura, talaltro uno dei suoi punti preferiti. Giocò di velocità per spaesare l’ avversario con due colpi laterali conseguenti ed una finta dall’ alto. Proprio mentre il matusa era impegnato a parare quest’ ultimo lei abbassò la lama corta e graffiò la coscia di Boromir. Questo si ritrasse gemendo lievemente e guardandosi il punto ferito, sulla sua coscia si disegnò lentamente una sottile linea rossa che bruciava come fosse fuoco vivo. Boromir stava per lanciarsi in preda all’ ira contro la ragazza ma la mano nodosa di Gandalf lo bloccò prima che potesse fare un singolo movimento. Il mago guardò stupito la ragazza così come tutti gli altri membri della compagnia, fatta eccezione per Aragorn. La ragazza si voltò con un sorriso soddisfatto verso il ramingo, lui le sorrise a sua volta “complimenti” le disse muto.
«Spero per voi che non abbiate altre manie di superiorità» disse alla compagnia per poi salire in groppa a Gaith e incamminarsi superando tutti.
Legolas lanciò un’ occhiata di confusione ad Aragorn che rispose raggiungendo la ragazza ridendo sotto i baffi. Gli occhi azzurri dell’ elfo passarono poi sugli Hobbit che risposero facendo spallucce e sorridendo sornioni. Gandalf non rispose al suo sguardo, Boromir era troppo impegnato a mangiarsi i gomiti per badare all’ aria interrogativa di Legolas. Fu solo Gimli, quel fastidiosissimo nano, a dargli un minimo di soddisfazione. Il rosso indicò la ragazza sorridendo soddisfatto
«Quella ha sangue nano, te lo dico io.» detto questo fece una grossa risata e si avviò anche lui seguendo la compagnia. Il giovane elfo rimase lì con un’ espressione idiota sul volto e tante domande che gli vorticavano nel cervello.
Fu la voce di Aragorn a riportare il principe alla realtà.
«Cosa ti preoccupa Legolas?» l’ elfo scosse la testa per riprendersi.
«Quella ragazza… sa combattere!» disse sbigottito.
«Lo so»
«ma come…»
«L’ ho addestrata io stesso. L’ ho trovata che vagava per le terre selvagge come un fantasma, l’ unica compagnia che aveva era la sua puledra. Non ricordava niente del suo passato tranne il suo nome e quello della giumenta. Aveva perso completamente la memoria ed aveva paura di tutti, il motivo però mi è ancora oscuro. Non so cosa dirti amico mio, credo che mi abbia fatto pena, fatto sta che abbia deciso di accudirla, ora lei mi vede come un padre ed io vedo lei come una figlia… più o meno.» l’ uomo raccontò tutta la storia con un lieve sorriso sulle labbra come fosse una favola per fanciulli. Legolas ascoltò in silenzio soppesando ogni parola dell’ amico e riflettendo sul significato di ognuna. Sembrava una storia con un lieto fine ma forse era un po’ troppo presto per dirlo.
«Non sembra amare particolarmente gli elfi…» disse Legolas cercando una risposta al comportamento della fanciulla.
«Questa poi… non ne ho mai capito il motivo. È una ragazza testarda, ho provato a convincerla della vostra bontà ma sembra che non ne voglia sapere. Chissà, magari in questo viaggio qualcuno riuscirà a farle cambiare idea» rispose l’ uomo alludendo ad una soluzione che raggiunse chiaramente le orecchie dell’ elfo.

Chiedo perdono per il ritardo ma proprio non mi usciva l' immagine di copertina, tutt' ora mi ci sto impazzendo. Quando sarà pronta la posterò. Che cosa ve ne pere dell' andazzo della storia? è almeno lontanamente accettabile? recensite ;)

  
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