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Autore: AblazeMoon    04/03/2013    0 recensioni
Si dice ce un cuore può rompersi una volta sola, il resto sono tutte ferite.
Allora perché Miriam, 17 anni, e tante insicurezze, ha sentito il suo cuore cadere in mille piccoli pezzi ancora una volta?
Il meglio che potrebbe fare, pensa, è chiudersi in se stessa, e mettere fine ai sentimenti.
Ma riuscirà Harry nonostante tutto a proteggere Miriam, soprattutto da se stessa?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cosa che ho sempre amato maggiormente dei sabati, è il poter dormire fino a tardi, stare a crogiolarsi sotto le coperte,  al caldo, senza doversi preparare, andare a scuola ed affrontare un’altra giornata impegnativa.
Avrei affrontato solo il pomeriggio, stando tutta la mattinata a letto.
Come quel giorno.
Oppure no.
Il trillo improvviso del telefono mi spaventò e mi fece sobbalzare causandomi un tremendo giramento di testa.
Afferrai il cellulare e guardai l’ora. Le 8.37.
Chi diamine poteva mai chiamarmi a quell’ora?
Tutta la popolazione mondiale sapeva che il sabato mattina era meglio non svegliarmi prima delle undici, o si sarebbero trovati con un piede nella fossa.
Tutta la popolazione mondiale tranne una persona, evidentemente.
‘’Vane! Che diamine vuoi a quest’ora?’’, sbuffai nel telefono con la voce impastata dal sonno, dopo aver controllato  il numero.
Ci eravamo senite meno di dieci ore prima, cosa poteva mai esserci di tanto urgente da dovermi svegliare?
‘’SEI SU TUTTI I GIORNALI INGLESI!’’, diede un urlo disumano che mi fece allontanare il cellulare dall’orecchio, impedendomi di capire.
‘’COSA TI URLI?’’ sbottai usando il suo stesso tono di voce.
‘’Calmati, poi parli.’’ dissi con più flemma.
La sentii prendere un respiro, poi mi disse ‘’Ricordi quello che mi hai detto ieri sera?’’
Si riferiva certamente al bacio con Harry. Come potevo non ricordarlo?
Sorrisi ripensando a quel momento.
‘’Certo che lo ricordo..’’ risposi ovvia. ‘’Non vorrai mica che ti ripeta tutto?’’ chiesi allarmata.
La sera prima si era fatta raccontare tutto d-e-t-t-a-g-l-i-a-t-a-m-e-n-t-e, partendo dagli abiti di Harry, a finire all’arredo del bagno..per ben diciassette volte! Avevo chiuso il telefono esausta!
‘’Mannò!’’ esclamò, ‘’la cosa è molto più seria.’’. Mi preoccupai.
‘’ Vuoi parlare o dobbiamo aspettare lo sviluppo di chi nascerà tra vent’anni?’’
Questa volta fu il suo turno di sbuffare.
‘’Mi hai detto che a fine serata ti ha accompagnata fuori la porta, e vi siete scambiati un altro paio di baci, giusto?’’ sentivo l’eccitazione nella sua voce.
‘’Giusto’’ dissi, continuando a non capire.
Mi passai una mano sul viso, stropicciandomi gli occhi ancora assonnati.
‘’Beh, probabilmente c’era qualche paparazzo lì fuori perché sei sui giornali inglesi’’ concluse tornando ad alzare la voce.
‘’CHE CAZZO HAI DETTO?’’  rimasi con la mano sull’occhio, mente l’altro si apriva a dismisura.
‘’Hai capito bene’’, disse  con un tono squillante.
Io ero nella merda e lei era felice? Bell’amica.
‘’Che giornale? Voglio dire, mi vedo? Cioè, porca puttana se mio padre lo vede sono morta! Mi squarta, cazzo!’’ abbandonai la compostezza che cercavo di mantenere di solito.
Merda. Merda. Merda. Merda.
Iniziai a camminare su e giù per la stanza, sempre più velocemente quanto più mi innervosivo.
‘’Beh, abbastanza. La prima foto, la più grande, ti prende di spalle, sei con la faccia nel petto di Harry. Siete davvero carini..’’ disse Vanessa intenerendo il tono man mano.
‘’Non mi interessa quanto siamo belli! Ci sono altre foto?’’ chiesi preoccupata.
‘’Altre due. Una mentre ti avviavi, e qui ti vedi di faccia ma è buio, e se non avessi saputo tutta la storia avrei faticato a riconoscerti, tranquilla. La terza sei sempre di spalle.’’
Feci un respiro di sollievo.
Ma potevo davvero rilassarmi? Infondo i miei non erano così idioti da non riconoscere la loro figlia..o sì?
Cominciai davvero a sperare di avere un padre decerebrato, anche se i diciassette anni precedenti non mi lasciavano dubbi.
‘’Miri, ci sei?’’ mi chiamò Vanessa, dato che non le davo più risposta.
‘’S-sì, sono qui.’’ Risposi fermandomi di botto. Per poco non inciampai nella pantofola.
Imprecai, poi mi sedetti nuovamente sul letto.
‘’Cosa devo fare?’’ chiesi sia alla mia amica, che a me stessa.
‘’Parlane con Harry,’’ mi suggerì lei, ‘’lui ci è abituato, sicuramente saprà cosa fare.’’
Mi morsi il labbro, insicura.
‘’Non voglio dargli noie, è meglio se non gli dico nulla. Certo, sicuramente verrà a saperlo dai giornali o da qualcun altro, ma almeno non sarò stata io a disturbarlo.’’ dissi cercando di persuaderla.
‘’Miriam, ma che stronzate dici! E’ una situazione in cui è tirato in mezzo anche lui, devi per forza parlarne con lui.’’
Sbuffai. In realtà non volevo dirglielo perché avevo paura che lui non mi reputasse capace di gestire una cosa del genere; se mi facevo prendere dal panico per un paio di foto di spalle cosa avrei fatto in  futuro, quando saremmo diventati una coppia ufficiale?
Ma probabilmente non lo saremmo mai diventati, forse correvo troppo con la fantasia.
‘’Ascoltami’’ continuò Vane, nonostante il mio silenzio ‘’lui ti vuole bene, e non ti giudicherà. E’ normale che tu sia in ansia, la star è lui mica tu! E’ Harry ad essere abituato ai paparazzi e alla stampa, tu a stento ti fai fare una foto al tuo compleanno!’’, risi a quelle parole.
‘’quindi chiamalo, parlate, fatti guidare da lui, non avere timori con lui.’’
A volte avevo il serio dubbio che potesse percepire i miei pensieri. La adoravo.
Sorrisi inconsciamente.
‘’Grazie Vanessa, ti voglio bene.’’
‘’Anche io te ne voglio, ora chiama Harry’’
Attaccai con un piccolo peso in meno sullo stomaco.
Feci un paio di respiri poi composi il numero di Harry.
‘’Segreteria telefonica, il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di ric..’’
‘’Fanculo’’ sbottai chiudendo il telefono in faccia alla voce meccanica.
Avevo dimenticato che quella mattina avrebbero avuto le prove..
‘’Bene, vuol dire che lo aspetterò a casa sua!’’ dissi ad alta voce.
Mi vestii in fretta, nonostante avessi tutto il tempo a disposizione, afferrai il telefono e scesi di sotto.
Infilai la mia solita giacca blu, e mi guardai allo specchio del salone.
Davvero non ero riconoscibile in quelle foto? E se qualcuno per strada si fosse accorto che ero io?
Afferrai un paio di occhiali da sole che mia madre aveva lasciato in giro, nonostante fuori ci fosse tutto tranne che il sole, presi un cappello di lana e mi coprii per bene la testa.
Scovai un vecchio foulard a fiori da un cassetto e lo avvolsi intorno al collo e alla bocca.
Ero ridicola, ma meglio derisa che picchiata da qualche fan.
‘’Bene, ce la puoi fare’’ mi dissi afferrando la maniglia e aprendo la porta.
Per l’impeto con cui la spalancai quasi non andai a finire addosso a qualcuno che era rimasto con il pugno alzato, nell’atto di bussare.
Repressi a stento un urlo guardando il viso del visitatore.
In piedi, davanti a me c’era una Ashley con addosso un tutone quattro volte più grande di lei, il viso cadaverico colorato da cerchi neri intorno agli occhi arrossati, e non riuscivo a capire se quella mise da panda fosse dovuta a una notte insonne o al trucco colato.
‘’Ash!’’ sbottai, in preda al panico.
‘’M-miriam.’’ disse il mio nome in un singhiozzo strozzato.
‘’Che ti è successo?’’ la presi per un braccio e la trascinai dentro.
Chiusi la porta alle nostre spalle e l’abbracciai.
Restammo così per qualche secondo poi lei si staccò dolcemente,mi guardò e sul volto le comparve l’accenno di una risata.
‘’Io sono stata lasciata dal mio ragazzo per un’altra, tu invece? Hai fatto a botte con un circo?’’, e scoppiò a ridere.
Se non fosse stato per la prima parte della sua frase, avrei certamente cominciato a ridere anche io.
Ma  non ci riuscii.
La guardai basita, e con una furia che cresceva man mano verso quel ragazzo.
‘’Josh ti ha mollata? Per un’altra? Quel grandissimo figlio di put..’’
Ash mi mise una mano davanti alla bocca, così che la mia frase terminasse in un mugugno.
Sorrise tristemente.
‘’No, Miriam. Non dargli colpe’’
I miei occhi si allargarono stile manga giapponese.
‘’Ash!’’ sussurrai basita.
Come poteva difenderlo, era impazzita?
Ma cos’era quello, il giorno degli assurdi?
Lei scrollò le spalle, ‘’almeno è stato sincero’’.
Ultim’ora: Ashley Lydia Carter era ufficialmente uscita di senno!
‘’Poteva fare altrimenti?’’ chiesi retorica.
Lei abbassò lo sguardo, nuovamente pieno di lacrime.
Sospirai e le poggiai le mani sulle spalle.
‘’Ti va di parlarne?’’, annuì lievemente e andammo a sederci sul divano.
Passando davanti allo specchio notai che ero ancora conciata come mia nonna il giorno di carnevale, e tolsi il foulard, gli occhiali e il cappello.
Ashley mi guardò con un lieve barlume ironico negli occhi, che fu però subito soffocato dalla sofferenza.
‘’Prima che io dica qualcosa, mi spieghi perché eri combinata così?’’
M’irrigidii. Mi sentivo in colpa.. potevo mai dirle che era tutto a causa della mia più grande felicità? Avrei mai potuto dirle che lo stesso giorno in cui lei era stata mollata io avevo baciato Harry, il suo migliore amico?
‘’Non è importante..’’cercai di far cadere il discorso con un gesto della mano.
‘’Centrano Harry ei giornalisti impiccioni, non è così?’’, la guardai sconvolta.
‘’C-come diamine..’’ balbettai.
‘’Sono la sua migliore amica, conosco l’ambiente e anche i ragazzi hanno bisogno di annunciare la loro felicità. Mi ha mandato un messaggio ieri sera, dopo che…’’ perse il sorriso.
Sentii il petto stringersi.
Se per un attimo mi ero sentita completamente beata sapendo che anche lui provava ciò che avevo provato io, ora mi sentivo male.
‘’Scusa,’’ mormorai, ‘’se avesse saputo non sarebbe stato così indelicato.’’
Agitò una mano davanti al mio viso, ‘’non dirlo nemmeno, sono così felice per voi.’’
Era sincera, era lieta per me, lui, che adesso eravamo un noi.
La guardai commossa.
‘’Ti voglio bene, Ashley.’’ Dissi abbracciandola.
‘’Anche io.’’ nascose la testa tra la mia spalla e i capelli.
Accarezzai i suoi.
‘’Su, dimmi tutto ora. Hai bisogno di sfogarti.’’
Tornò di fronte a me e mi sorrise.
‘’Ho bisogno di un’amica’’ mi corresse, tenendomi le mani e guardandomi riconoscente.
Mi raccontò di come i rapporti tra lei e Josh si fossero raffreddati nell’ultimo periodo, di come sempre più spesso lui annullasse i loro appuntamenti per impegni improvvisi, che ha poi scoperto essere inesistenti.
Si era stufato, questa era la spiegazione ce le aveva dato la sera precedente.
Poi, una sera, in un bar, aveva conosciuto questa Maddie, si erano visti un paio di volte, ma prima di dar vita a qualche storia, voleva parlare con lei e chiudere la loro relazione.
‘’Oh, ma che gentile!’’ sbottai incazzata.
Avevo sempre avuto una buona opinione di Josh, ma adesso tutti i miei buoni propositi verso di lui erano andati allegramente a farsi fottere, saltellando come Heidi.
Era un grandissimo bastardo!
‘’Non so che fare, io lo amo. Ma so che non posso recuperare il rapporto, lui non prova più niente per me, e poi c’è questa…questa Maddie del cavolo.
L’ho vista, è bellissima… ‘’ ogni parola era interrotta da un singhiozzo, sempre più forte.
La accolsi per l’ennesima volta tra le mie braccia, e presi a cullarla.
Mi venne in mente quando da piccola, mia madre mi cullava così, durante la notte, dopo essermi svegliata per un brutto sogno.
In quei momenti mi sentivo amata e protetta.
Avrei tanto voluto trasmettere quelle sensazioni ad Ashley, volevo che si sentisse meglio, che sapesse che in qualunque caso le sarei stata sempre accanto.
Dopo lo sfogo, si addormentò tra le mie braccia, proprio come facevo io con mia madre.
L’adagiai sul divano, le misi addosso una coperta e la lasciai lì a riposare.
Avrebbe dormito per qualche ora abbondante.
Nel frattempo potevo risolvere un’altra situazione, poi mi sarei dedicata completamente a lei.
Dovevo aiutarla.
Mentre raggiungevo casa di Harry, mi domandavo dove potesse essere Patricia.
Insomma, in teoria sarebbe dovuta essere lei la sua migliore amica, dovrebbe esser lei a prendersi cura di Ashley.
Non che mi pesasse aiutarla, anzi. Ero felice, nei limiti della situazione, di ricoprire questo ruolo importante per lei ma, semplicemente, non capivo il comportamento di Pat.
C’era qualcosa di strano sotto.
Persa nei pensieri raggiunsi quasi subito la villa.
Mi guardai bene intorno controllando che non ci fossero fotografi, e a capo chino, raggiunsi veloce l’entrata.
Presi la chiave da sotto lo zerbino -era fin troppo scontato-,  e aprii la porta.
Ma mi arrestai subito.
Sentivo dei rumori provenire dalla cucina.
Guardai l’ora: le 11.48.
Era ancora presto, i ragazzi non sarebbero tornati prima dell’una.
Presi un’ombrello dall’ingresso, e con cautela mi diressi silenziosamente verso la cucina.
Chi poteva mai essere? Un ladro? Qualche fan ossessionato? Qualche paparazzo?
All’improvviso, da dietro la porta sbucò Liam con in mano un barattolo di gelato.
Urlai per lo spavento, e lui sentendo le mie urla cominciò a gridare anche più forte di me.
Continuammo così per un minuto buono, io con l’ombrello alzato, lui col in cucchiano in sospeso in una mano, e il gelato nell’altra.
Dopo aver calmato le urla, ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere.
Asciugandomi le lacrime chiusi la porta, posai l’ombrello e andai a sedermi sul divano.
Col respiro di nuovo regolare, Liam venne a sedersi accanto a me, continuando a mangiare il gelato.
Mi fissava senza parlare. Mi offrì un po’ di gelato che io rifiutai e ripiombammo nel silenzio.
Sentendomi a disagio, iniziai io una conversazione.
‘’So che i ragazzi sono alle prove, ma sono venuta per aspettare Harry, ho bisogno di parlargli e…’’ mi bloccai.
‘’Un momento! Tu non dovresti essere alle prove?’’ lo guardai e notai che indossava il pantalone di una vecchia tuta, e una maglia rovinata.
Probabilmente erano i vestiti con cui aveva dormito.
Mi sorrise. ‘’Sicura di non volere del gelato? Vado a prenderti un cucchiaio’’ , evitò la mia domanda.
‘’Wow, Liam Payne che usa i cucchiai. Se lo sapessero le fan’’ lo presi in giro.
Lui rise, poi si poggiò per bene con la schiena al divano, e stese le gambe sul tavolino avanti a noi.
‘’Non me la sentivo di andare in studio’’ disse poi, ‘’non sono per niente al meglio della forma…avrai saputo’’ aggiunse con un sorriso amaro, e con l’ombra di una lacrima sul volto.
Feci un respiro profondo.
Dopo Ashley, adesso mi toccavat anche Liam.
In fondo, avevo già deciso la sera prima di aiutarlo,e potevo approfittare di quel paio d’ore prima che arrivassero gli altri.
Annuii, poi presi la sua mano nella mia.
‘’Senti Liam, so benissimo come tu ti senta in questo momento’’, lui fece una smorfia poco convinta.
‘’Credo che Harry non ti abbia raccontato tutto di me, eh!?’’ chiesi retorica.
Lui scosse il capo, con le sopracciglia congiunte, non sapeva di cosa parlassi.
‘’Tu ora ti senti come se fossi una nullità, come se niente e nessuno potrà mai farti davvero felice, come lo eri prima con lei nella tua vita.’’, parlavo, ricordando e descrivendogli i miei vecchi stati d’animo.
‘’Ti domandi che senso abbia avuto tutta la vostra storia, perché iniziarla e andare avanti se doveva concludersi così? Senza un motivo preciso. O meglio, con un motivo che non riesci ad accettare, perché è impensabile che lei non ti ami, dopo tutto l’amore che tu le hai donato.’’
Vidi i suoi occhi spalancarsi sempre di più dallo stupore: avevo fatto centro. Era proprio così che si sentiva.
Abbassò il capo, per nascondermi le lacrime che spuntavano.
‘’Ci sono passata anche io’’ dissi, continuando a stringergli amichevolmente la mano.
Gli raccontai brevemente della storia di Davide, di come mi aveva lasciata, e anche del suo ritorno.
‘’Che coglione!’’ disse alla fine del mio racconto, dopo che mi aveva ascoltata attento, quasi fosse un alunno e io la maestra che spiegava una nuova e interessante lezione.
Gli sorrisi.
‘’Ormai è tutto passato..ora sono felice.’’
‘’Hai Harry’’ precisò. ‘’Sei davvero molto importante per lui ’’.
Ormai lo sapevo, ma ogni qual volta qualcuno me lo ripeteva, mi sembrava di sognare.
‘’Il punto è proprio questo.’’, ritornai a parlargli.
‘’Ora ho Harry, ma prima ho passato anche io tutto quello che stai affrontando tu.
Non ti dirò che tra un paio di giorni starai bene, né che ti passerà tra qualche mese.
Per quanto potrai accettare il tutto, e andare avanti, i residui della malinconia ti accompagneranno. Sempre. Fino a che un giorno l’amore non verrà, davvero, a trovarti.
Ed è questo che devi fare, pensare che prima o poi sarai felice, per davvero, e non sarà una felicità per qualcosa di apparente, com'era con Danielle.
Sarà pura e sincera gioia per qualcosa di reale, per qualcuno che ti ami davvero.
Quindi soffri, piangi, stai male, ma allo stesso tempo esci, divertiti, stai con i tuoi amici, vai alle prove anche se farai schifo!
Che, per inciso è impossibile.
Comunque, sia’’ continuai ‘’vivi la tua vita. Se lei non ne fa più parte un motivo c’è! Non chiuderti in te stesso.’’
Feci una pausa e presi un breve respiro.
‘’Magari ti starai domandando perché mai dovresti dare retta a me, che alla fine sono poco più che una sconosciuta, ma fallo. Fidati. E, mi prenderai per pazza, ma ci tengo a te.
Non solo come idolo, ma come persona, perché sei il ragazzo più dolce e sensibile che ci sia sulla terra.’’
Liam mi guardava sorridendo dolcemente, poi, senza dire nulla mi abbracciò.
Quel gesto valeva più di qualsiasi ‘’grazie’’ o qualunque altra parola avesse potuto dire in quella circostanza.
Passammo il resto del tempo a guardare un film e a riempirci di patatine, stesi sul divano.
E i ragazzi ci trovarono così quando tornarono dalle prove.
Sentii Harry ridere e il mio cuore cominciò ad accelerare.
‘’Miriam?’’ chiese Zayn stupito.
‘’Ehi moretto!’’ mi alzai per salutarlo, e lui mi abbracciò.
In fila indiana, anche Louis e Niall attesero per il loro abbraccio.
Giunta ad Harry non sapevo che fare.
Avrei potuto dargli un bacio sulla guancia.
No, troppo da amica.
Avrei potuto baciarlo.
Ma mi vergognavo davanti ai ragazzi.
Spazzò tutti i miei dubbi, cinse le braccia intorno alla mia vita, e mi diede un leggero bacio a stampo sulle labbra, poi mi guardò con un sorrisetto divertito, al quale risposi con un timido sguardo imbarazzato.
‘’Non cominciate o vi prenoto una stanza d’albergo’’ disse Louis ridacchiando, intanto aveva preso posto accanto a Liam e rubava dalla sua scorta di patatine.
Risero tutti, Harry compreso, mentre io gli lanciavo un’occhiataccia, con le guance sempre più rosse.
‘’Su, su!’’ battei le mani, avvicinandomi nuovamente al divano. ‘’Fammi posto, che c’ero io lì!’’ dissi spingendo col sedere un Louis che si reggeva con le mani al divano pur di non spostarsi.
Cominciammo una piccola lotta, finché Liam non si sporse verso di me sussurrando ‘’Non dovevi parlare con qualcuno, tu?’’, lanciando una piccola occhiata ad Harry, che chiacchierava con Zayn sulla tonalità di un nuovo brano che avevano provato.
Lo guardai preoccupata. Gli avevo raccontato brevemente il motivo della mia visita, durante una parte poco interessante del film, e mi aveva appoggiato nella scelta di parlarne con Harry.
‘’Potrei benissimo dirti qualcosa io, infondo ci sono passato, ma è giusto che ne parliate insieme.’’
mi aveva detto con un sorriso rassicurante.
Riluttante, cedetti il mio posto a Louis, che sorrise vittorioso, e raggiunsi Harry e Zayn.
‘’Scusa Pakistano, te lo rubo un secondo.’’
Zayn sbuffò, sentendo il nomignolomentre Harry ridacchiava seguendomi.
Lo condussi di sopra, lontano da occhi e orecchie indiscrete.
Ma mi fermai nel corridoio.
‘’Ehm..la tua stanza?’’ chiesi guardando le varie porte chiuse avanti a me.
Ridendo mi prese per mano fino ad una delle ultime porte, l’aprii dandomi la precedenza, e richiudendosela poi alle spalle.
‘’Vuoi già arrivare a questo punto?’’ chiese divertito con una punta di malizia.
Lo guardai a bocca aperta, e gli diedi un pugno sul braccio.
‘’Harry!’’ squitii incredula.
Lui rise, aggiustandosi i ricci.
‘’E’ una cosa seria..’’ dissi torturandomi le mani, dirigendomi verso il letto.
Mi sedetti e alzai lo sguardo verso di lui, che mi guardava ansioso.
‘’Che succede?’’ chiese avvicinandosi e inginocchiandosi di fronte a me, sovrastando comunque la mia altezza.
‘’Credo tu non abbia visto i giornali, oggi.’’ Costatai guardandolo, cominciai a torturarmi un labbro.
Non ero ancora sicura se dirglielo o meno. In fondo non era una cosa così grave, lo era solo per me.
Lui scosse la testa, ma intuii la natura delle mie parole.
‘’Siamo finiti da qualche parte?’’ era una domanda retorica, dato che mi abbracciò e prese ad accarezzarmi i capelli.
‘’Scusa.’’ Mormorò, col viso nascosto nell’incavo del mio collo.
Mi allontanai per guardarlo negli occhi, sorpresa.
‘’Per…?’’ chiesi, aspettando che mi spiegasse per quale stupida ragione si stesse scusando.
Mi prese le mani e prese ad accarezzarmene il dorso.
‘’E’ colpa mia, no? I fotografi sono sempre in agguato per me, e ci sei finita anche tu in mezzo.’’
Sorrisi scuotendo la testa.
‘’La colpa è loro, che non ti permettono di vivere una vita tranquilla, non tua.L’unico problema ora è cercare di evitare che accada di nuovo.
Sono riuscita a salvare il mio viso dai flash una volta, non avrò questa fortuna di nuovo.’’
Harry annuì comprensivo.
‘’Vedremo come fare, in fondo saranno solo pochi giorni di sacrifici, poi partiremo.’’
La buttò lì come una cosa positiva, ma mi rabbuiai a quelle parole.
Avrei passato quasi tre mesi senza poterlo vedere.
Magari avrebbe conosciuto qualche americana più bella, più in gamba, più tutto..di me.
Era già un sogno ciò che era avvenuto il giorno prima con lui.
Come al solito, ebbi l’impressione che i miei pensieri fossero pubblici, e Harry prese il mio viso tra le mani.
‘’Stai tranquilla, ‘’ disse lasciandomi un lieve bacio all'attaccatura delle labbra ‘’l’unico pensiero che avrò, sarai tu.’’
Sorrisi timidamente. ‘’E il Madison Square Garden’’ dissi prendendolo in giro.
‘’Già!’’ confermò lui ridacchiando. ‘’Devo dire, che ha proprio delle belle curve..sì, ho deciso. Ti tradirò Miriam.’’
Finsi di essere offesa, afferrai il cuscino dietro di me e presi a colpirlo su tutto il corpo mentre lui rideva e cercava di bloccarmi le mani.
Mi afferrò i polsi e mi spinse, facendomi stendere sul letto.
Bloccò le mie braccia con una mano, mentre cn l’latra cominciò a farmi il solletico.
‘’Bastardo..!’’ biascicai tra le potenti risate.. sapeva che era il mio punto debole!
Gli schiamazzi dovevano sentirsi fino a giù, perché la porta si aprì all'improvviso rivelando Louis che sghignazzava, Niall dietro che si godeva la scena con le patatine di Liam in mano, e gli altri due che ridevano.
‘’Oh, allora siete proprio duri! Vi avevo già detto di prendervi una stanza d’albergo!’’ sbottò il più grande, incrociando le braccia al petto, con un sorrisetto furbo sul volto.
Harry si alzò da sopra di me, e andò verso Louis, prendendolo a schiaffi giocosamente.
Cominciò una lotta tutti-contro-tutti.
Il suono delle risate di sei ragazzi si espansero per tutta la strada.
In un attimo di tregua Harry mi si avvicnò e mi sussurrò nuovamente all’orecchio ‘’Stai tranquilla.’’ Mi afferrò la mano, mentre un cuscino prendeva entrambi in pieno volto.
Con un cenno d’assenso ci gettammo su Niall, che ci aveva lanciato l’oggetto incriminato.
Mi godetti quel tempo, allontanando tutte le paure, e fidandomi di Harry: potevo stare tranquilla, con lui accanto.



















VENGO IN PACE!
NON SPARATEMI, SONO SOLO IO.
Sì, sono passati tre mesi.
Sì, mi dovreste fucilare.
Sì, avevo promesso di aggiornare.
Ma mio padre mi ha rotto il pc, e ho perso tutto.
Ho dovuto quindi riscrivere il capitolo daccapo,
senza parlare della scuola, che mi sta opprimendo.
Scusate, scusate, scusate.

Vorrei chiedervi una cosa, e vi prego di rispondermi in totale sincerità:
vale la pena continuare questa storia?
A me non piace molto, ma a me non piace nulla di ciò che faccio.
Gradirei quindi qualche vostro commento, positivo o negativo che sia, 
per sapere se continuare o meno.
Spero mi diaciate qualcosa lol.
Bene, vado a studiare ç.ç
Un bacio, Ablaze x

   
 
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