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Autore: Aven90    05/03/2013    2 recensioni
A di Aven, naturalmente! La storia si articola calcando un po' quello che è stato il manga, e conterà di tre saghe complessivamente, e in questa long verrà trattata la prima, la più lunga! A causa di varie esigenze, ci saranno personaggi OOC, ma spero che gradiate ugualmente!
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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“Temporaneo, eh? E poi hai paura dei Capi… con la tua dialettica puoi salvare il culo da tutte le situazioni”, sorrise triste Kolom, che non aveva mai avuto la facoltà di uscire con la dialettica dalle situazioni più spinose.

 Lothar ridacchiò: ma sì, vi era tutto il tempo per riparare agli errori.

E poi, come si faceva ad essere preoccupati con quella brezza fresca che lambiva la loro pelle? Con il rumore delle foglie degli alberi che ondeggiavano? Col calore del sole che tutto illuminava, meglio della stella che avevano loro? Con  l’odore fresco dell’erba su cui erano seduti? Con l’imminente risveglio del Prescelto?

Quasi gli dispiaceva, lasciare la Terra.

Quasi, perché la terra di Gi’isa non l’avrebbe scambiata con nulla nell’Universo, e sperava davvero che il Prescelto avesse avuto davvero la forza di risollevare il loro popolo.

Da parte di Kolom, c’era ansia.

Frenesia.

Voglia di testare la propria forza con quella del Prescelto, prediligendo il lato “tecnico” della Profezia alle chiacchiere, come le chiamava lui.

Amava il suo pianeta tanto quanto Lothar, ma era sempre stato dell’idea che la rivoluzione sarebbe dovuta partire dalla sua gente, col Prescelto come capo.

Mentre erano immersi in quei pensieri, Goku, Piccolo e Vegeta arrivarono a rompere le uova nel paniere.

“Eccovi” li accolse Kolom.

“Eccoci” ripeté stolidamente Goku. “Per prima cosa, vorrei distruggere quella cabina telefonica viola, poiché non mi piace. Posso, vero?”

Kolom sorrise “No, non puoi.”

All’improvviso, alcune crepe si formarono nella cabina.

“Avevo detto che non potevi, stronzo!” lo insultò Kolom.

“No, aspetta” s’intromise Lothar. “proviene dall’interno”

In effetti, l’astronave si sgretolava ai loro occhi come se stesse implodendo.

“Ci siamo” pensò Kolom, deglutendo.

“Adesso vedremo…” pensò invece Lothar.

“Chissà quanto caspita è forte!” pensò eccitato Goku.

“Avrà una forza spaventosa!” rifletté Piccolo.

“Dopo di lui, toccherà a Kakaroth” pensò determinato Vegeta.

Ub invece “Saprò fare il Kaiohken alla ventesima potenza?”

Tutti quei dubbi furono sciolti qualche secondo dopo.

Disgregate su se stesse anche le ultime lamiere, si vide chiaramente il corpo tanto aspettato.

Capelli lisci, setosi, ma soprattutto blu chiaro, e raccolti in una coda .

Volto squadrato, un po’ deperito.

Occhi gialli e lucenti a causa della pupilla verde fluorescente.

La pelle era rossa fiammante, che si rischiarava ai raggi solari tanto che sembrasse prendesse fuoco, ma gli donava.

Il fisico slanciato e privo di maglietta sovrastava tutti, forse era alto oltre i due metri.

Il lungo cappotto blu scuro gli percorreva i pantaloni lucidi neri esattamente come li aveva Lothar, che terminavano con degli stivali anfibi.

Alla sua presentazione seguitarono alcuni secondi di silenzio, che si dilatarono.

Il suo sguardo, dapprima spaesato, passò ad esaminare ognuno dei presenti.

Per prima cosa, trovò Piccolo, alto più o meno quanto lui. Non poteva credere che fosse un Gi’isa, ma aveva la sensazione di non trovarsi sul suo pianeta.

Passò ad esaminare gli altri: un nano con la cresta, un piccoletto stempiatissimo e dalla faccia bellicosa, un ebete ma dalla forza nascosta mostruosa, e due Gi’isa, finalmente.

E fu a loro che si rivolse, rivolgendo loro la prima domanda della sua vita. “Dove mi trovo?”

La sua voce risultò gracchiante, ma forse perché non l’aveva mai provata.

Kolom e Lothar si guardarono: tanto valeva accoglierlo come previsto dal Protocollo.

“Benvenuto fra noi, Prescelto” esordì Lothar, inginocchiandosi e invitando il suo collega ad imitarlo, tirandolo giù per un braccio tenendo la faccia rivolta verso il basso. Dopo essersi chiesto per un fugace istante cosa avrebbe fatto Kolom se lui non fosse venuto a controllare la sua condotta, riprese “siamo lieti di condividere con Voi la Vostra nascita, confidando fiduciosi nella realizzazione della Profezia”

Ripeté a pappagallo il discorso preparato dai Capi, pur tuttavia non avendolo mai apprezzato, ma l’emozione e la paura di sbagliare presero il sopravvento.

Il Prescelto non rispose subito, come se attendesse che anche Kolom dicesse qualcosa oppure che Lothar non avesse finito.

Visto che nessuno dei due diceva alcunché, chiese ancora. “Dove mi trovo?”

Non sembrava che gli altri due Gi’isa volessero rispondere, perché Kolom si limitava a scrutarlo torvo, mentre Lothar proseguì nella seconda parte del discorso “ Come ben sapete, siete stato Scelto per guidare i Gi’isa ad un futuro migliore, ad un’epoca di pace e prosperità, e sconfitta dei nemici. Attendiamo solo un Vostro ordine, confidando certi che non potete sbagliare…”

“Il Prescelto sembra insofferente a quelle parole” commentò a bassa voce Piccolo a Goku. “secondo te, questa fantomatica Profezia si è avverata?”

Goku guardò Piccolo.”Ah, perché, è davvero Prescelto? Non era un loro amico?”

Piccolo registrò mentalmente di non parlare mai più con Goku di argomenti che superavano la licenza della terza elementare.

Kolom finalmente prese parola, tagliando corto il discorso di Lothar che ancor proseguiva, sempre inerente a tutti gli obiettivi prefissati dalla Profezia. “Senti, ti trovi sulla Terra, ok?”

 Lothar trattenne il respiro rumorosamente.

Il Prescelto posò in suoi occhi avidi su di lui. “La Terra? Il terzo pianeta del Sistema Solare? E che ci facciamo a miliardi di anni luce lontano dalla nostra Casa?”

“Esatto, vorrei saperlo anch’io” pensò fra sé Ub.

“Come voi ben sapete, i piccoli Gi’isa possono morire se non curati adeguatamente” si giustificò Lothar, anche se non aveva nulla per cui farlo. “è dunque per questo che… siamo partiti” disse siamo per non sembrare egocentrico e lassista ai suoi occhi “alla volta della Terra, ove l’ossigeno indispensabile per i neonati si trova in percentuale maggiore rispetto al nostro pianeta natìo”

Il Prescelto obiettò “Avreste potuto mettermi in una camera incubatrice piena di ossigeno, invece di sobbarcarvi le spese di spedizione e tutto ciò che ne è conseguito. Non sono morte due persone?”

Kolom tremò leggermente. Lothar sorrise: era davvero l’Eskemoth della Profezia.

Poi rispose “Domanda legittima. Dovete sapere che era opinione comune che un malfunzionamento della suddetta camera avrebbe potuto compromettere la vostra incolumità, per questo si è deciso per la partenza”

Il Prescelto  però sorrise: un sorriso malvagio, freddo, privo di pietà. “Così ti hanno detto di dire. Io invece penso che tu ritenga che i Capi abbiano paura di me, per questo mi hanno esiliato con voi due. Per eliminare gli elementi scomodi e spadroneggiare, in modo che io non potessi più ritrovare la via di casa”

Kolom ebbe un certo interesse, a quel punto, per la tesi del Prescelto: nessuno a memoria di Eskemoth o Eskeloth aveva mai messo in dubbio la moralità dei sette Capi.

 Lothar lo fece presente al suo interlocutore. “Mi permetto di dissentire. I sette Capi sono individui scelti dal popolo per la loro distinta morale e rettitudine, oltre che alla grande professionalità e intelligenza”

“Esatto, intelligenza” rispose il Prescelto. “Mi sembra chiaro che ti abbiano messo nel sacco, Lothar. E anche tu, Kolom, essendogli inferiore di grado penso che tu sia pure più stupido di colui che sta alla tua sinistra, no?”

I due arrossirono dalla vergogna.

Vegeta ridacchiò sotto i baffi, e quel movimento venne colto da Ub.

“Cos’hai da ridere?” chiese spaventato.

“Non lo capisci? Sei proprio l’allievo di Kakaroth!” rispose divertito Vegeta. “Li sta perculando bellamente dicendo loro la verità! I politici hanno sempre perculato la gente anche a causa dei deliri di onnipotenza che solo il trono sa dare! Coloro che ti sembravano retti e moralmente adulti una volta raggiunto il posto di comando cambiano totalmente personalità! Non lo sai?”

Ub lo guardò basito: non lo sapeva. Chi avrebbe dovuto dirglielo?

“In ogni caso, sono un po’ indolenzito” proseguì il Prescelto, man mano che si andava avanti acquistava sempre più padronanza di sé. “C’è qualcuno con cui posso far ginnastica?”

Goku si fece avanti.

“Tu, l’imbecille?” chiese il Prescelto.

“Sì, io. Non ho ancora combattuto finora” rispose lui, sorridente.

“No, aspettate!” li interruppe Lothar. “Dovremmo tornare alla nostra base, il prescelto deve essere accolto come un re! C’è la Cerimonia d’Incoronazione e…”

“Innanzitutto, chiamami Zenit” lo interruppe lui. “il nome Prescelto mi suona un po’ pesante. Mi sono svegliato ora, dammi un po’ di tempo per conoscere chi sono. E poi vorrei davvero misurarmi con questo fesso” riferendosi a Goku.

Il Saiyan chinò la testa. “Lusingato, sarà un onore incrociare i pugni con Voi.”

Vegeta sbuffò. “Quando vuole, Kakaroth, sa usare l’ironia…”

Per Lothar, quell’avvenimento era del tutto inedito: non era previsto dal Protocollo che Zenit il Prescelto potesse aver bisogno di “conoscere sé stesso” ma siccome era una proposta abbastanza legittima, glielo concesse.

E poi come poteva credere di poter essere all’altezza di un individuo destinato a fare grandi cose?

Kolom, che nel frattempo non aveva detto niente, rivolse per la seconda volta in tono confidenziale la parola al nuovo arrivato, già in trance agonistica. “Ehi, Zenit! Guarda che ho un conto in sospeso con costoro! Non sciuparmeli!”

Zenit guardò Kolom.

“Sei un Gi’isa, dovresti sapere che i conti in sospeso possono essere risolti anche da altri”, riferendosi al detto “i panni sporchi si lavano in piazza”.

Goku era in estasi: sapeva bene che Zenit non era un tipo da sottovalutare, e aveva paura di lui, eppure la sua voglia di misurarsi era grandissima, tanto che il cuore gli batteva all’impazzata, aveva il fiato corto e avrebbe potuto toccare il cielo con un dito.

Sensazioni che non provava da anni.

E finalmente era di nuovo là, all’opera.

Zenit non avrebbe avuto vita facile con Goku, e questo il Prescelto lo sapeva.

Chissà cosa gli avrebbe riservato il futuro.

 

 

Ed infine, eccolo! Il Prescelto! Chissà ora cosa succederà ai nostri eroi, io personalmente fremo dall'emozione! E voi? Vi piace? Che impressione vi ha fatto?

   
 
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