Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Femb    05/03/2013    1 recensioni
Un incontro casuale e misterioso, due occhi color del ghiaccio che infiammano più del fuoco, intesa reciproca: gli ingredienti perfetti per una storia d’amore perfetta. Ma quando una passione improvvisa e travolgente rimescola tutte le carte, Lily si troverà a dover scegliere.
Se la tua vita fosse ad un bivio tra l’amore e la passione, quale strada prenderesti?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
No. Non di nuovo. Il negozio non poteva già aver chiuso. Avevo un colloquio alle 18. Guardai l’orologio: 18.20. D’accordo, questa volta era decisamente colpa mia se il colloquio era andato male. Il problema è che era il sesto colloquio a cui mi presentavo o, in questo caso, non riuscivo a presentarmi.

Ma andiamo con ordine. Mi chiamo Lily, ho 20 anni e tanti sogni nel cassetto. Ho lasciato casa mia qualche settimana fa e mi sono trasferita a Londra nella speranza di riuscire a realizzarli, ma a quanto pare sarà davvero difficile che ci riesca. Divido un appartamento nel cuore della città con una deliziosa ragazza irlandese che sta cercando di sfondare nel mondo della moda. È davvero dolce: mi ha detto che non dovrò pagare la mia parte di affitto finché non troverò un lavoro. Da quando sono qui ho cercato lavoro in cinque posti diversi, ma la risposta è stata sempre la stessa: sei troppo giovane, non hai abbastanza esperienza. E così il college dovrà aspettare. Questa volta speravo fosse davvero quella giusta; dopotutto, per lavorare come commessa in un negozio di musica quanta esperienza dovrò mai avere?

In realtà la giornata era cominciata piuttosto male. La notte non ero riuscita a chiudere occhio essendo troppo in ansia per il colloquio; mi ero quindi trascinata sotto la doccia, ma mi aspettava una brutta sorpresa perché l’acqua calda aveva improvvisamente deciso che avrebbe smesso di uscire, e così ero stata costretta a lavarmi in fretta per sottrarmi al getto gelido della doccia. Come se tutto ciò non bastasse, nel pomeriggio avevo perso l’autobus che mi avrebbe permesso di arrivare in perfetto orario, anzi, in anticipo, perciò avevo fatto tutta la strada a piedi e nella fretta ero inciampata, finendo per rovesciare sulla maglietta bianca quello che rimaneva del delizioso frappuccino che stavo bevendo nel tentativo di rimanere sveglia e sufficientemente lucida da fare una buona impressione al mio futuro datore di lavoro.  

***

Rimasi a fissare la vetrina scarsamente illuminata come nella speranza di vedere il tempo riavvolgersi come per incanto e poter ricominciare dall’inizio questa disastrosa giornata. Purtroppo, però, il mio desiderio era ben lontano dal potersi realizzare, perciò mi lasciai scivolare sui lucidi gradini di marmo davanti alla porta del negozio, incurante dei passanti che, incuriositi, di tanto in tanto si voltavano a guardarmi. Un’anziana signora si fermò persino a chiedermi se avessi bisogno di aiuto.

Fui sopraffatta da un’ondata di tristezza. Perché doveva sempre andare tutto storto? Perché? Sentii gli occhi riempirsi di lacrime. Cercai di trattenerle, senza riuscirci. Di certo non potevo però rimanermene a piangere sul ciglio di una strada affollata, quindi mi alzai, ancora immersa nei miei pensieri. Un rumore improvviso mi riportò bruscamente alla realtà. Non mi ero accorta che la mia amatissima borsa di tessuto si era impigliata nella ringhiera di ferro, perciò quando mi ero alzata la borsa si era strappata e tutto il suo contenuto si era riversato sul marciapiede.

***

“Magnifico,” brontolai sottovoce. “Avrai mai fine la mia sfortuna?” Mi chinai per raccogliere le mie cose disseminate ovunque, mentre i passanti facevano del loro meglio per non calpestare nulla.

“Penso che questo sia tuo.” La voce più dolce che avessi mai sentito interruppe il flusso dei miei pensieri. Colta di sorpresa, alzai lo sguardo … e restai totalmente paralizzata. La voce più dolce che avessi mai sentito apparteneva al ragazzo più bello che avessi mai visto. I suoi occhi color del ghiaccio mi inchiodarono lì dove mi trovavo.

“Io … io,” balbettai. E poi mi accorsi di cosa reggeva in mano. Avrei riconosciuto quel sacchettino ovunque, visto che era del mio negozio di intimo preferito; e peggio ancora, dentro c’era il completino di pizzo che aveva acquistato la mattina e avevo dimenticato di togliere dalla borsa. Avvampai e, come facevo ogni volta che ero tremendamente in imbarazzo, iniziai a parlare. Troppo. Troppo velocemente. Rendendo incomprensibile ciò che stavo dicendo.       
 
“Ecco, sì, è mio … ma non dovrebbe nemmeno essere qui, ecco, io in realtà dovevo fare un colloquio di lavoro qui, ma sono arrivata tardi e … eccomi qui, è andato tutto a rotoli e, sì , insomma … ok, la smetto di parlare, scusami”.

Abbassai lo sguardo, imbarazzata. Mi resi conto solo allora che peggio di così non poteva davvero andare: me ne stavo a balbettare come una stupida, con un’enorme macchia di caffè sulla maglia, davanti a questo ragazzo stupendo, che ora mi stava fissando incuriosito. Le sue labbra piene si aprirono in un sorriso divertito.

“No, continua. Non smettere di parlare. Mi piace il suono della tua voce.”

“D’accordo,” sussurrai, sentendomi ancora più stupida. Il ragazzo inclinò leggermente la testa, come per riuscire a vedermi meglio. Rimanemmo così, i miei occhi incatenati nei suoi, finchè il ragazzo sembrò riscuotersi da chissà quali pensieri. Mi porse il sacchettino che aveva tenuto in mano fino ad allora.

“Grazie” dissi, abbassando gli occhi, imbarazzata. Non ottenendo risposta, alzai di nuovo lo sguardo. Il ragazzo non c’era più. Mi guardai intorno, sorpresa, ma non riuscì a vederlo da nessuna parte. Sembrava scomparso nel nulla. Da dove veniva e soprattutto chi era quel ragazzo che aveva fatto vibrare ogni singola parte di me per poi sparire senza lasciare nessuna traccia? Non sapevo neppure come si chiamava.

***

Tornata a casa, aprii l’armadio e iniziai a riporvi i nuovi acquisti fatti quella mattina. Fui molto sorpresa nel trovare un bigliettino nel sacchetto che era scivolato fuori dalla mia borsa. Era semplice, bianco, senza un nome né un numero di telefono. Diceva semplicemente:

Domani. Stesso posto. Stessa ora.   
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Femb