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Autore: lete89    20/09/2007    9 recensioni
Un Principe potente.
Una Principessa straniera.
Un matrimonio combinato.
Accettato e subito.
Cosa accadrà?
I pensieri lenti si trasformano in haiku.
L’ haiku rivela uno specchio vuoto: si inscrive nello spazio senza simbolizzare nulla e senza la pretesa di avere un significato. È un'immagine opaca, priva di riflessi.
Commentare un haiku è dunque impossibile. Si può solo dire che, in tutta semplicità, qualcosa avviene e basta.
Unendo i destini di un giovane guerriero e di un fiore di ciliegio.
Nell'iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2 Con lentezza si sdraiò sul futon per terra

Con lentezza si sdraiò sul futon per terra.

Era semplicemente distrutta.

Certo, il bagno di poco prima era servito almeno in parte per ritemprare il corpo, ma non sicuramente lo spirito.

Un fruscio di porte l’avvertì che le inservienti messe a sua disposizione erano appena entrate nella stanza.

Già, fra loro Izumy non c’era.

Si era rifiutata di far entrare chiunque in quel palazzo.

Se Ami non poteva entrare, tanto valeva che non entrasse nessuno.

Lei non faceva distinzione fra i suoi sudditi.

Umani, demoni o quant’altro.

E così, adesso era sola.

Come avrebbe voluto chiudere gli occhi, per poi svegliarsi nella sua tiepida stanza, uscire da palazzo e ammirare i monti e il mare, mentre il Padre rimproverava Toryu dell’ennesimo guaio causato da Ami…

Sospirò sconsolata.

 

-Va tutto bene Altezza?-

 

Non c’era l’amichevole volto della sua terra davanti ai occhi verdi appena socchiusi, ma il viso sconosciuto e troppo truccato di una donna straniera.

A fatica si portò a sedere.

 

-Sì, tutto bene.

Troppo vicino

un ricordo lontano

grido sommesso.

E poi…

Fredda carezza

al cuore della vita

sola nel mondo-

 

La demone strabuzzò gli occhi, cercando di non mostrare la sorpresa.

 

-Prego?-

 

Sakura sorrise intimamente di quello sguardo, facendo un cenno con la mano per rassicurarla.

Ormai si era abituata a esprimersi con quella atavica tradizione della sua gente, con delle frasi più simili a poesie che a ragionamenti.

Eppure…

Non avrebbe saputo spiegare in altro modo la nostalgia e la solitudine che attanagliavano il suo cuore.

 

-Gli eunuchi hanno appena terminato di portare qui i suoi effetti personali, Altezza. Ormai è tardi, il Principe e la Regina la aspettano fra circa tre ore. E’ meglio iniziare i preparativi.-

 

Sakura sbuffò annoiata.

Già… adesso ricordava…

Il cerimoniale che aveva studiato prima di recarsi al Palazzo dell’Ovest prevedeva diverse ore di preparativi per una giovane.

La dama iniziò a disfare gli eleganti bauli, estraendone le preziose stoffe e riponendole con cura nelle mani tremanti di una giovane demone vicino a lei.

Sakura le osservò…

La prima doveva essere una nobile… una dama di Palazzo forse…

Mentre la seconda altro non doveva essere che una dei tanti servitori che aveva visto al suo ingresso in quella dimora.

Lo vedeva chiaramente dai gridolini che tratteneva a stento nel toccare il flebile tessuto di quei capolavori.

 

-Ti piace?-

 

Sakura le si avvicinò di spalle, facendo sobbalzare la giovane.

Giovane… non doveva avere molti anni in più di lei.

La serva, impacciata e rossa in volto, ripetè una volta di troppo l’inchino, incapace di rispondere alla bella principessa straniera.

 

-Certo Altezza… sono dei capi bellissimi…adatti poi a una figura come Voi…-

 

La nobile elogiò con lo sguardo il corpo di Sakura, sommerso da un’abbondante tessuto per asciugarsi dopo il bagno.

La principessa di Haru cercò di trattenere un ghigno di disapprovazione.

Non lo aveva certo chiesto a lei!

 

-Veramente volevo che fosse questa giovane a rispondere…-

 

La nobile alzò sdegnata il naso, offesa dalla risposta, mentre la piccola serva affondò la testa nelle spalle, cercando di scomparire.

 

-Oh.. io.. ecco.. Altezza… queste… queste vesti sono… sono magnifiche… ben si adattano alla vostra persona… io…-

 

Sakura afferrò con fermezza il primo della pila, un lungo kimono azzurro cielo e lo mise nelle tremanti mani della ragazza.

 

-Prendilo, e grazie per la cura con cui tratti i miei abiti…-

 

La demone arrossì maggiormente, allontanandosi e non toccando il tessuto.

 

-Oh no! Io… io no potrei mai…-

 

E perché no?

Sakura aggrottò la fronte sorpresa.

Eppure prima le era sembrato che la giovane apprezzasse l’elegante finitura dei suoi abiti…

 

-E’ un regalo. Puoi accettarlo senza remore. Haru è una regione molto popolare per i tessuti, in particolare per le sete pregiate. Io possiedo così tanti vestiti così diversi da quelli tipici di queste zone… non so quando potrò indossare di nuovo un vestito della mia Terra, quindi vorrei che tu usassi almeno questo …io…-

 

Una manata della Nobile allontanò il corpo della giovane che si ritirò con un inchino frettosolo fuori dalla stanza.

Sakura la fissò con odio, stringendo il vestito fra le mani.

 

-Perché lo avete fatto?-

 

Un inchino devoto e senza rancore accompagnò una risposta pacata e precisa.

 

-Perché è solo una serva Altezza e non merita un vestito del genere…-

 

La Principessa sbuffò irata.

Era comunque una giovane ragazza attratta da un vestito… che differenza ci potevano vedere gli abitanti dell’Ovest?

 

-Presto saranno qui altre Nobili con i compito di aiutarvi nei preparativi per l’incontro altezza. Porteranno anche il vestito da indossare, non temete. E’ stata la Regina in persona a sceglierlo e sono certa che il Principe lo apprezzerà molto…-

 

Sakura si sistemò ordinata sul cuscino per terra, mentre la Nobile iniziava a pettinarle i lunghissimi capelli.

L’opera fu però presto interrotta da un acuto urlo che spaventò non poco la giovane Principessa.

La donna, era ora seduta sul tatami chiaro di bambù, con il fiato corto e la veste scompiglata.

 

-Che succede? Non vi sentite bene?-

 

Infittendo a forza e cercando di ritrovare un po’ di compostezza, la demone le indicò un punto imprecisato davanti a lei.

Una macchiolina nera con dei lampi dorati.

Sakura, sorridente, aprì le mani in segno di benvenuto, accettando fra le braccia quel piccolo insetto.

La Dama, spaventata, scattò in piedi.

 

-Altezza! Lasciatelo subito! Potrebbe essere pericoloso!-

 

Sakura rise di quell’assurda idea, coccolando quella che sembrava essere la testa dell’esserino.

 

-Ma no! Kaminari non è affatto pericoloso! –

 

Con dei gesti lenti, fece accomodare il demone-grillo sulla mano, avvicinandolo al volto disgustato della demone.

Kaminari, dal canto suo, percepì con i suoi tre occhioni rossi lo stesso astio della donna, rispondendo con piccole scariche elettriche che gi uscivano dalle antenne che solleticarono appena il palmo della giovane.

 

-Non preoccupatevi, è del tutto innocuo. Fa solo un po’ di scena…-

 

L’animaletto, quasi capendo l’offesa della padroncina, si voltò, fissando con quegli enormi occhi il volto stanco di lei.

Kaminari…

Quel suo amico un po’ speciale…

Non si ricordava neppure come lo avesse avuto…

Ricordava solo la sua eterna presenza al suo fianco…

Sempre…

Silenzioso compagno di solitudine…

Quanti ricordi dolci e tristi in quegli occhi inespressivi…

Quanti segreti sospirati davanti a quel piccolo amico…

 

-Non dovete spaventarvi per delle sciocchezze simili. E’ frequente che nelle corti straniere le giovani si trastullino con insulsi animaletti da compagnia, del tutto inutili e anti-convenzionali. Ma di questo non dovete preoccuparvi Principessa, penserò io a eliminare ogni difetto di questo tipo.-

 

Sakura si voltò piano.

Non si era nemmeno accorta che la Regina fosse entrata con tre damigelle al seguito.

Con delicatezza convinse il demone-grillo ad allontanarsi, uscendo con pochi salti dalle sohjo aperte per tuffarsi nei verdi giardini del Palazzo.

 

-E’ un onore vedervi qui, nella mia stanza, Altezza…-

 

Non poteva certo controbattere.

Non di nuovo.

Già nel primo incontro aveva messo a rischio il suo matrimonio con il Principe e quindi la salvezza del suo regno.

Non avrebbe fatto di nuovo lo stesso errore.

Anche se questo voleva dire mordersi la lingua per non offendere.

La Regina, regale e posata, diede dei cenni precisi con le mani alle serve che ubbidirono devotamente, sparpagliandosi come formiche laboriose per la stanza.

 

-Spero che le stanze che Vi sono state assegnate siano di Vostro gradimento…-

 

Era bella, nonostante l’età non più così giovane.

Aveva un fascino pericoloso e, in un certo senso, temibile.

Aveva un’acconciatura molto formale, con i lunghi capelli argentati fissati con numerose giravolte alla nuca.

Un trucco leggero sul viola scuro, in tinta con il lungo abito da cerimonia.

Distolse lo sguardo, vagando disperatamente per la stanza.

Era così stanca che non aveva nemmeno potuto osservare bene dove era stata destinata la sua permanenza.

La zona Est del Palazzo.

Simmetricamente opposta agli appartamenti del Principe, nella zona Ovest.

Elegante.

Sontuosa.

Delicati immagini erano raffigurate con arte antica sui mobili di legno pregiato, intarsiati da mani esperte.

Gru i volo, timide ninfee e flebili nuvole addobbavano le pareti.

 

-E’ semplicemente stupenda…-

 

La Sovrana sorrise, sentendo nell’intonazione della voce una conferma a quelle parole.

Anche questo difetto sarebbe stato presto corretto.

 

-Me ne compiaccio. Sono venuta per assistere alla vostra preparazione. Ecco, questo è l’abito da cerimonia che indosserete alla presenza del Principe.-

 

Una giovane demone le sbucò improvvisamente di lato, mostrando il più sontuoso abito che Sakura avesse mai visto.

Purtroppo però, lo riconobbe.

Prima di partire per i territori dell’Ovest, la Principessa di Haru aveva studiato sui libri e dai racconti dei mercanti le usanze dell’Ovest, scoprendo a malincuore quale fosse il tipico vestito dei fidanzamenti in quella terra.

Un sontuoso kimono, delle stoffe più pregiate e dei ricami più ricercati.

A dodici strati.

Sicuramente scomodo.

Alzò gli occhi al cielo, in cerca di aiuto, trattenendosi dal qualsiasi commento.

Lenta, la Dama riprese ad acconciarle i capelli in modo regale ed estremamente elegante, nel silenzio totale.

 

-I vostri capelli sono davvero molto soffici, Principessa.-

 

Beh, quello sembrava proprio essere un complimento sincero al quale la giovane rispose con un dolce sorriso.

 

…-ma un po’ troppo lunghi-

 

Sakura voltò lo sguardo dall’altra parte, sperando di celare alla Regina i suoi pensieri.

Le piaceva portare i capelli così lunghi, fin oltre terra…

Le piaceva sentirne il peso e il lento strusciare sulla schiena…

Sembrava lei…

Le ricordava lei…

 

-Mi dispiace.-

 

Parole uscite semplicemente dalla gola, dettata dalla mente.

 

-Non se ne deve dispiacere, rimedieremo anche a questo.-

 

Rimediare.

Come se ci fosse qualcosa di sbagliato.

Sangue freddo.

In fondo, erano solo dei capelli, anche se tagliati, sarebbero ricresciuti.

E poi, sapeva bene che l’importate non era assomigliarle d’aspetto, ma di cuore.

Presto l’acconciatura fu sistemata.

I capelli violetti erano fissati con eleganti e preziosi fermagli blu notte.

Soffice e vaporosa, la sua chioma ricopriva bene il capo, rispecchiando una Principessa di Haru molto diversa da quella naturale e spettinata di poche ore prima.

Solo una cosa le risultò spiacevole..

La nuca.

Scoperta.

Aveva letto da qualche parte che in quella zona della regione la nuca fosse una potente arma di seduzione femminile.

Possibile che anche lei, ormai praticamente promessa, dovesse sottomettersi a quell’assurda credenza?

Per quegli occhi così freddi e inespressivi, poi?

Rabbrividì al pensiero che il Principe chinasse il suo sguardo ambrato su di lei, sulla sua nuca, avvicinandosi a lei da padrone..

Scosse le spalle.

Lucidità.

A questo avrebbe pensato più avanti.

Adesso, doveva salvare Haru.

Una delle servette entrata con la Regina le si pose davanti con un elegante cofanetto.

Trucco.

Che fastidioso contrattempo!

Fortunatamente la Dama addetta ci mise poco.

 

Le donne belle

Non hanno bisogno di trucco

Per essere belle.

 

Il protocollo prevedeva poco trucco il giorno del fidanzamento, in modo tale che il futuro marito potesse osservare la ragazza nel suo naturale aspetto.

Appena qualche traccia vicino agli occhi, per rendere più seducente lo sguardo…

Un po’ di rossetto, per attirare l’attenzione sulle labbra…

Colori tenui, delicati.

In tonalità perfetta con il vestito blu che si accingeva a mettere.

Non era abituata a quel genere di cose…

Le donne di Haru erano attive, ottime lavoratrici… non avevano tempo per sciocchezze simili…

Certo, lei adesso il tempo avrebbe dovuto trovarlo…

Con eleganza, Sakura si alzò da terra, girandosi verso la Regina che la fissava con aria annoiata.

 

-Adesso dovrei cambiarmi Altezza…-

 

La Regina alzò uno sguardo impertinente verso la giovane ritta davanti a lei, alzandosi a sua volta.

 

-Ma certo Principessa…-

 

Ad un cenno della mano le demoni nella stanza si avvicinarono alla giovane, aiutandola piano a togliersi l’ingombrante veste.

 

-Gradirei che Voi usciste…-

 

Stizzita.

Ecco come era uscita la voce della Principessa.

Ecco com’era realmente.

Un sorriso increspò il volto inanimato della Sovrana, nascosto ben presto dietro il leggero sventolio del ventaglio.

 

-Mi spiace Principessa, ma preferisco restare. In fondo, questa è la prima volta che vi vedo e, se devo essere sincera, appena arrivata, in quel buffo e ingombrante abito, non ho potuto vedere nulla del suo corpo.-

-Quell’abito, Altezza, è il tipico della mia Terra…-

 

Con un gesto secco, chiuse il ventaglio.

 

-Nei prossimi giorni, se mio figlio vi riterrà degna, vi istruirò riguardo al comportamento da tenere a corte. Intanto, voglio controllare che siate effettivamente di avvenente presenza come si dice. O preferite forse che venga il Principe in persona a controllare?-

 

Rabbrividì.

Di odio.

 

-No, non ce né bisogno. Volevo solo dimostrarle il mi senso del pudore. Mi è stato riferito che anche qui è una qualità femminile ben apprezzata.-

 

Con un gesto veloce, sciolse la fascia in vita, lasciando scivolare sinuosa la veste sul pavimento.

La Regina iniziò a girarle intorno, mentre le gote della Principessa si tingevano di rosso, particolare reso troppo visibile dalla carnagione chiara.

La Demone picchiettava con aria concentrata il ventaglio sul mento, analizzando ogni parte della giovane.

Non era troppo alta, come si addice a una donna…

Carnagione chiara, ottimo…

Schiena liscia e sinuosa…

Fianchi…

 

-Avete i fianchi un po’ stretti…-

-Cosa comporta?-

 

Cosa c’entravano i fianchi adesso?

Le sembrava di impazzire per la tensione.

 

-Non va bene per generare figli…-

-La mia stirpe, nonostante questo difetto, non ha mai avuto questo tipo di problema…-

 

Fece cenno di sì con la testa, continuando ad analizzare il corpo.

In fondo, lo sapeva bene.

Aveva studiato attentamente la sua dinastia per evitare che ci fossero problemi gravi come la sterilità.

Fortunatamente, nessun caso.

 

-Avete le gambe allenata, Nobile Sakura…-

 

La Principessa arrossì, muovendo inconsciamente le parti indicate.

Si sentiva a disagio.

Terribilmente a disagio.

Come un pezzo di stoffa fra le mani del compratore.

Il mercante ne elogia le qualità, cercando di alzare il prezzo, mentre il cliente nota i difetti, nel tentativo opposto.

 

-E’ a causa delle corse…-

 

La Regina alzò un sopracciglio, irritata.

Odiava dover chiedere altri chiarimenti.

 

-Corse?-

-Sì,Haru è una terra di prati e colline per questo io…-

-Vi trastullavate correndo per dei pascoli, come una stupida contadina? Spero di non dover ricordarle che ciò qui non le sarà permesso…-

 

Certo…

Chissà quando avrebbe potuto solo uscire, anche sotto scorta, fuori da quelle mura.

Una donna doveva stare a casa, a badare ai figli…

La Regina terminò il giro, restando per lunghi secondi a fissare la ragazzina che, ostinata, on chinava lo sguardo, nonostante lo sdegno e il pudore.

 

-Siete illibata?-

 

Il rossore divenne scarlatto.

Fuoco.

Con in gesto di stizza Sakura chiuse le mani a pugno, cercando di soffocare l’imbarazzo.

 

-Ma certo!!! Che razza di domande!!! Io…-

-Moderate i toni, Principessa. Ho i dovere di porvi queste domande. State per diventare la futura promessa del Principe delle Terre dell’Ovest. Mio figlio non gradisce ciò che è di già stato usato…-

 

Odio.

La Regina e la Principessa capirono in questi sguardi che il loro rapporto non sarebbe mai stato pacifico.

 

-Ricordate, Principessa, che una donna è perfetta solo se è bella, quando è ben formata nella sua persona e ben proporzionata in tutte le sue parti. Per questo motivo voi siete qui.-

 

Con un fruscio di vesti, la Regina uscì, dando il secco ordine alle serve di finire di prepararla.

 

 

 


Rin osservò da lontano il sommo Sesshomaru.

 

Stava solo, in disparte, sotto un bellissimo albero in fiore.

Un pruno, dall’intenso profumo.

Non aveva ben capito cos’era successo in quei giorni a Palazzo.

Tutti erano in gran fermento per i preparativi di un importante arrivo…

Perfino Jaken era su di giri.

Per non parlare della Signora…

Con lei era sempre gentile, ma in quei pochi giorni la aveva trascurata…

Come il Padron Sesshomaru…

Come tutti…

La bambina cercò di avvicinasi al demone, trattenuta però dalla mano verde di Jaken.

 

-Dove credi di andare Rin?-

 

La piccola si sdraiò per terra, inchinandosi in segno di supplica.

 

-Volevo salutare Padron Sesshoamru. Ti prego Jaken, lasciami andare! Io…-

-Non se ne parla nemmeno! Stupida!-

 

Il demone ficcò la testa della piccola dietro il cespuglio e abbassò la voce.

Il Principe l’aveva affidata espressamente a lui.

Far da balia a una mocciosa umana…

 

-Non puoi andare da lui!-

-E perché?-

 

Gli occhini neri di Rin intenerirono quelli tondi del piccolo demone.

In fondo, lei non sapeva niente di quanto strava accadendo…

 

-Sommo Sesshomaru sta aspettando la Principessa di Haru-

-Quella che è venuta prima sulla portantina?-

-Certo, chi altro?-

 

La risposta non soddisfò la piccola che trattenne per il vestito Jaken in procinto di allontanarsi.

 

-E perché la sta aspettando?-

 

Il demone sbuffò, convincendola ad alzarsi e ad allontanarsi da lì.

Se fossero stati scoperti il pomeriggio del primo incontro a spiarlo…

Si schiarì la voce, cercando le parole adatte.

 

-Se tutto va come previsto, stasera saranno promessi…-

 

Rin fissò con aria dubbiosa il demone…

 

-Promessi?-

-Ma sì, stupida! Ormai Padron Sesshomaru deve diventare Sovrano e al suo fianco deve esserci una Regina! Muoviti adesso, non dobbiamo disturbarli…-

 

Con uno strattone il piccolo demone fece entrare la bambina nel palazzo.

Rin però, poco prima che Jaken chiuse le sohjo, riuscì a scorgere una figura procedere verso il Demone.

 

 

 


Sesshomaru non voltò neanche il capo per accogliere la nuova venuta.

La aveva riconosciuta dall’odore.

Con lentezza la Demone si sedette al suo fianco, facendo attenzione che l’elegante vestito non si sporcasse.

 

-Sarà qui fra poco…-

 

Sesshomaru accenna lievemente di sì col capo.

E’ annoiato.

Dannatamente annoiato.

E questo sua Madre l’ha capito.

 

Era da anni che non parlava con il figlio.

Non solo a causa dei suoi viaggi di formazione, ma anche perché non avevano mai avuto un vero legame.

Lei era la donna che lo aveva messo al mondo, la persona che aveva gestito gli affari a palazzo quando lui non c’era.

Non aveva mai sentito la mancanza di quei dialoghi.

Ma adesso dovevano stipulare il contratto più vantaggioso per tutta la storia del casato.

Adesso, dovevano parlare.

Parlare di affari.

 

-Sono stata nelle sue stanze, mentre si preparava. Vi assicuro che non avete nulla da temere… è una fanciulla bellissima… quei mercanti avevano ragione. Saprà come farvi divertire…-

 

L’ultima frase fu pronunciata con un ghigno divertito, che però non toccò il Principe.

 

-Non conosce le nostre tradizioni…-

 

Freddo e calcolatore.

Già, perché la Regina dell’Ovest era l’esempio da seguire per le altre dame, doveva essere perfetta.

Come aspetto e come comportamento.

 

-Di questo non dovrete crucciarvi. Me ne occuperò io.-

 

Una serie di risatine e sussurri interruppero il breve dialogo.

La Regina scattò in piedi, agitando il ventaglio per scacciare la fastidiosa calura del tardo pomeriggio.

Sesshomaru, con calma, imitò la Madre, ponendosi maestosamente al suo fianco.

Eccolo lì.

Di nuovo di fronte a lei.

Di nuovo nemico per lei.

Sakura si avvicinò a testa alta ai Regnanti, inchinandosi davanti a loro.

Questo gesto la infastidiva.

In fondo, lei era loro pari.

E infatti la Regina ricambiò poco dopo.

Sakura si rialzò.

Inutile aspettarsi lo stesso atteggiamento nel Principe.

Piantò i suoi occhi in quelli ambrati di lui.

Indifferenti.

Li distolse, memore che una ragazza da marito non doveva fissare un giovane per troppo tempo.

Un Principe poi…

Fissò i pavimento, notando il blu scuro degli abiti del Demone.

La stessa gradazione sua.

La sua stessa stoffa.

Differente nel taglio.

Uguale nel significato.

Quel giorno, i giovani che si dovevano fidanzare indossavano vestiti sontuosi e di uguale stoffa.

Due metà divise.

Ma il vestito no era indice solo dell’importanza del giorno.

La spada al fianco del Principe ne indicava infatti anche la natura guerriera, mentre le maniche larghe di lei e l’acconciatura con la nuca scoperta la purezza del corpo.

Offerto a lui.

Come un sacrificio.

Sacrificio per salvare Haru.

Le tre figure iniziarono a incamminarsi per i giardini del Palazzo.

Gli occhi della Straniera si persero nelle sfumature della fioritura…

Profumi dolci e acerbi…

Piccoli scricchiolii di sassolini sul sentiero…

Sapore di primavera…

Per un po’ rimase così, incantata, nell’ammirare la bellezza di quei giardini, riconoscendo con infantile stupore piante e fiori…

L’unica cosa che non avrebbe dovuto vedere, camminava di fronte a lei.

Altero.

Deciso.

Insensibile.

 

-Allora, Nobile Sakura, vi prego, raccontateci qualcosa su di Voi… certo, questa domanda dovrebbe essere rivolta a Vostro Padre, ma vista la sua assenza, mi perdonerete la sfrontatezza…-

 

Lo sguardo ambrato della Regina era simile a quello del Principe… solo… più… più… umano.

 

-Quali arti conoscete?-

 

Sakura sospirò impercettibilmente.

Certo, per i Sovrani dell’Ovest le fanciulle, soprattutto se principesse, dovevano seguire una rigida istruzione, improntata anche su arti ridicole o inutili.

Ad Haru, terra più liberale, l’istruzione era comune a tutti e l’arte del commercio e del dialogo veniva insegnata fin da piccolissimi.

Sembrava quasi che fosse un eredità degli antenati.

Quel popolo non dava importanza alle apparenze, ma al comportamento e alla credenza di ognuno.

Non badava all’estetica, ma all’interiorità.

Proprio il contario dell’Ovest.

 

-Dovete sapere, Regina, che le Vostre usanze sono molto diverse da quelle della mia terra… Ad Haru ho imparato molte cose, anche riguardo la vostra cultura. Conosco la dolce arte del canto, quella leggera della danza, le melodiose note dello shamisen, la cura dell’origami, l’armonia dell’ikebana e l’eleganza della scrittura…-

-Avete imparato tutto questo ad Haru?-

 

Scherno.

Ecco cosa aveva sentito nella sua voce.

Insieme a incredulità e disprezzo.

Nonostante Sesshoamru camminasse pochi metri davanti a lei, questo on voleva dire che non sentisse…

 

-Cosa volete dire, Principe?-

 

Sesshomaru si voltò.

Bellissimo.

Sfrontato.

 

-Esattamente ciò che ho detto. Haru non è terra di arti, ma di commercio. Non è nella vostra educazione imparare questo genere di cose.-

 

Lo odiava.

Semplicemente.

 

-Solo perché la mia terra e diversa dalla Vostra questo non significa che sia anche inferiore…-

 

La Regina li guardò orgogliosa.

Ecco cosa sarebbero stati:

Una coppia perfetta.

Suo figlio era il miglior soldato che avesse mai visto, oltre che un giovane dell’aspetto prestante…

Sakura era la fanciulla più bella del regno, oltre che un’intelligente interlocutrice…

Con la debita educazione, sarebbe diventata la futura Regina.

Perfetta in quel ruolo.

 

-Sono certa che mio figlio non volesse esser scortese, Principessa. Avrete modo di dimostrarci tutte le vostre abilità nel pomeriggio.

 

 

 


Sorseggiò il the con esagerata attenzione, rischiando quasi di scottarsi la lingua.

Ormai era notte inoltrata e lei si sentiva distrutta.

Aveva continuato ad esibirsi tutto il pomeriggio, dando il meglio di sé in ogni disciplina.

Certo, non tutto era andato come previsto, ma non si può dire che non si fosse impegnata…

Da quando era arrivata quella lettera al suo Palazzo, Sakura aveva continuato ad esercitarsi in quelle pratiche sconosciute, con maestri poco informati o inesperti.

Poteva ritenersi soddisfatta.

Non era poi stata colpa sua se era inciampata nel kimono!

Ad Haru le vesti sono generalmente corte, sotto il ginocchio, per facilitare le corse!

E poi, quell’assurda cerimonia del the…

La tazza per il Principe era rovente e le era scivolata, purtroppo sul tavolo e non sul demone, come avrebbe sperato…

Osservò di nascosto il Principe, seduto davanti a lei, dall’altra parte del tavolo.

Guardava con noncuranza fuori dalle sojho aperte, con gli occhi fissi sulla luna…

Quegli occhi…

Non avevano fatto altro che fulminarla di scherno e disprezzo ad ogni mossa sbagliata, ad ogni piccolo errore, per poi restare muti o altezzosi quando le riusciva invece qualcosa…

Spostò lo sguardo alla capotavola.

Certo, neanche lei si era sprecata di parole, ma almeno aveva mosso qualche commento.

Quel silenzio aveva il sapore aspro della tensione.

Se Sesshomaru avesse rifiutato quelle nozze, per il regno dell’Est sarebbe stata la fine.

La guerra.

Anzi, la resa incondizionata.

Non avrebbero mai avuto speranza contro un esercito tanto potente…

D’altro canto, invece, il Territorio dell’Ovest avrebbe perso credibilità, venendo meno a dei patti e causando la probabile rivolta degli alleati di quel piccolo regno…

Tutto dipendeva dalla risposta del Principe…

 

La Regina pose con un leggero tintinnio la tazzina sul piattino.

 

-Bene, credo che ormai sia giunto il momento di discutere del Vostro fidanzamento, la cerimonia dello Yuino. Principessa dall’Est, Voi siete indubbiamente una bellissima giovane, ma la vostra educazione mi ha molto delusa questo pomeriggio…-

 

Sakura respirò a fondo.

Sesshomaru, intanto, si voltò a sua volta verso le due interlocutrici.

 

-Sono desolata Altezza…-

 

Dannazione!

Le cose si stavano mettendo male…

 

-Ma posso imparare…-

 

Sesshomaru alzò un sopracciglio, infastidito dalla risposta.

Strano, sebbene quella ragazza sembrasse del tutto ostile a lui, voleva contrarre quel matrimonio ad ogni costo.

Sakura incrociò il suo sguardo con quello di lui.

Non c’era tempo da perdere con la Regina.

L’ultima parola sarebbe stata quella di Sesshomaru.

 

-Altezza, Vi prego di ascoltarmi.

 

La bontà di una casa non si giudica

Dal lusso delle sue stanze,

ma dalla capacità di difendere

gi abitanti dal rigore del clima… l’utilità

di un vecchio vestito non si giudica

dal suo colore ma dal caldo che tiene

a chi l indossa… la bontà di un cibo

non si giudica dal suo prezzo,

ma dalla capacità di soddisfare

l’appetito di chi lo mangia…

la virtù di una sposa non si giudica dal suo aspetto esteriore,

ma delle qualità del suo carattere.

Altezza, voglio essere sincera. Io non mi ritengo la bellissima ragazza che la Regina dice. Lo sembro semplicemente, perché i miei occhi e i miei capelli sono sconosciuti nel Vostro Regno, ma vi assicuro che nelle terre dell’Est esistono molte giovani demoni molto migliori di me.

Sì sa, il diverso e l’originale attira molto di più del banale e dello scontato.

Però, Principe, vi prego di basare la vostra scelta non solo sul mio aspetto.

Quello non basta ad una Regina.

Prendete Vostra Madre come esempio.

E’ una bellissima demone, oltre che un’abile politica che ha tenuto le sorti del Regno per molti anni, guidando da sola le Terre dell’Ovest.

Io vi prometto che, se vorrete concedermi l’onore di fregiarmi del titolo di vostra sposa, m’impegnerò a imparare tutto ciò che serve al Vostro Regno. Non vi sarà di alcun intralcio, anzi: metterò le mie conoscenze al vostro servizio.

Fra noi ci sono molte diversità, e io, imparando le vostre usanze, potrei aiutarVi con quelle di altri popoli stranieri. Haru è un porto molto importante, dove ho avuto il piacere di conoscere molti marinai che parlavano lingue diverse e trasportavano merci sconosciute.

Ogni mia conoscenza, se lo vorrete, sarà messa al Vostro servizio.

Porto come dote la mia Terra, il ricco paese dell’Est.

Ma questa è solo una parte dei doni.

Vi assicuro anche la mia fedeltà, il mio aiuto, la mia dedizione a Voi e al Regno dell’Ovest.

I miei regali sono la mia patria, il mio corpo e il mio sapere.-

 

S’inchinò, sfiorando con la fronte il pavimento.

Strinse le mani a pugno, soffocando i tremore.

Non poteva crederci.

Davvero aveva detto quelle parole?

Anche se non li vedeva, poteva sentire gli occhi del Principe su di lei, vagare nel pensiero delle parole appena pronunciate.

Chiuse gli occhi, pregando in una risposta affermativa e soffocando le grida del suo cuore che, disperato, le suggeriva di ritrattare tutto e di fuggire.

 

-Le carte…-

 

Spalancò gli occhi, incredula.

Ce l’aveva fatta.

Alzò piano la testa, notando come il voto del Demone fosse di nuovo noiosamente voltato verso la luna.

La voce fredda di poco prima, appena sussurrata, era ora muta, a contemplare la vastità del cielo.

La Regina pose loro un pezzo di carta.

Un pezzo di carta dal valore inestimabile.

Il contratto matrimoniale.

 

Effimeri qual

Fiori di ciliegio

Patti d'amanti.

 

Senza neanche leggere, Sesshomaru firmò per primo, dando ordine a un servo di porlo anche alla Principessa.

Sottile carta di riso e una piuma d’oca.

Sinuose lettere che elencavano i termini del matrimonio.

La fine dell’assedio, la pace e l’integrazione fra i due regni.

La pace.

E, poco sotto, un tratto veloce e appuntito.

Una firma sicura e sbrigativa.

Intinse piano il beccuccio.

Strano.

Non avrebbe mai pensato che una piuma potesse pesare tanto.

Eppure, in quel momento, Sakura chiese aiuto a tutte le sue forze per reggerla.

Con lentezza, la pose sul foglio, creando una piccola macchia nera sotto la firma del demone.

Con lentezza, iniziò a trascinare il pennino.

Lettere eleganti e armoniose.

Ogni nuovo simbolo, un nuovo addio.

Addio alla sua natura.

Addio alla sua patria.

Addio alla sua indipendenza.

Terminato il nome, Sakura si rese conto che, in quell’attimo, terminava anche la sua libertà.

Era promessa, adesso.

Era proprietà del Principe.

Sorrise, per conforto e per vittoria.

 

-Il matrimonio sarà celebrato fra un anno, per dare tempo alla Principessa di conoscere le nostre usanze e per ambientarsi in questo nuovo territorio, sua nuova patria.-

 

La Regina parlò sicura, insofferente alla reazione di Sakura.

Un anno…

Sakura spalancò gli occhi.

Pochissimo per la vita centenaria vita di un demone…

Pochissima distanza dal matrimonio…

Ma non era quello il momento di pensarci.

La serata non era ancora finita.

Con un gesto fluido, chiamò a sé un eunuco, impartendogli ordini ben precisi.

Il giovane tornò poco dopo, con una lunga confezione di legno pregiato.

Sakura la pose sul tavolo e lo aprì, sotto lo sguardo curioso della Regina e quello severo di Sesshomaru.

Era il tempo dei doni di fidanzamento.

La giovane estrasse un’elegante katana.

Lama affilata, manico intarsiato e gemmato, custodia decorata e preziosa.

Adesso, adesso Sakura era in piedi, con la katana in mano, e di fronte a lei, il Principe.

 

-Per molti mesi i migliori fabbri e orefici di Haru si sono impegnati per creare questa katana in vostro onore, Principe dell’Ovest. Secondo il mito, la dea Amaterasu, personificazione del sole, fece dono ai suoi discendenti di uno specchio e di una spada, eterni simboli degli imperi. La spada non è soltanto uno strumento di guerra, ma un emblema attorno al quale riconoscersi come nazione. Non bisogna quindi stupirsi del fatto che nella nostra cultura e nella nostra vita, la spada ricopra il ruolo di un Kami, e cioè di un'entità divina preposta alla conservazione delle vite e alla distribuzione della morte, essa possedeva poteri che andavano ben oltre l'affilatura della lama e l'abilità del guerriero che la maneggiava.

L’uomo dev’essere il contrario della spada:

Come la katana è morbida fuori, ma dura dentro

un uomo dev’essere duro fuori, ma morbido dentro-

 

Sesshomaru la prese, astraendola dal fodero con svilente attenzione.

Ottima fattura.

Una perfetta arma da cerimonia.

Ad un suo cenno, la Regina si avvicinò, porgendo a Sakura uno specchio finemente cesellato.

 

-Bellezza e equilibrio: questi sono gli strumenti che dovrete usare alla corte dell’Ovest.-

 

Sakura osservò incantata la sua immagine riflessa.

Sorrise.

Sesshomaru la fissava con un sopracciglio alzato.

Perché sorrideva?

Era solo uno specchio, di ottima fattura, ma solo uno specchio, come altri cento che ne possedeva.

Il Principe non poteva capire che quello specchio non rifletteva l’immagine della Principessa dell’Est, ma il volto della futura Regina dell’Ovest.

Sakura accennò un inchino, insegno di ringraziamento.

Bellezza e equilibrio.

Ecco le doti richieste.

Aspetto fisico e saggezza.

 

-Io per Voi non nasconderò niente

quel ch'è di me

sarà innanzi ai Vostri sguardi-

 

Sospirò.

Era finita.

Però, oltre alla soddisfazione per aver salvato il suo regno, Sakura sentiva anche una profonda ansia

Una terribile inquietudine dettata da due freddi occhi ambrati.

Lentamente si voltò, incamminandosi verso le sue stanza accompagnata da tre serve.

L’ultima frase che sentì pronunciare dal Principe a un soldato, fu però quella che le permise di dormire, nonostante tutti quei pensieri.

Quelle parole riuscirono a far tacere i suoi dubbi, lasciando spazio alla convinzione di aver fatto la scelta giusta.

 

-Togliete l’assedio.-

 

 

 


Ciao a tutti!!!!

Beh, innanzitutto posso davvero ritenermi molto soddisfatta di questa storia!

Ricevere così tanti commenti e così tante letture per il primo capitolo mi ha davvero appagata del lavoro che ho fatto.

Piacere sì, ma anche lavoro.

Ho dedicato tutta l’estate nel leggere libri di usi e costumi nel Giappone Antico, oltre che tre libri di Haiku e poesie brevi.

Oltre che arricchirmi interiormente, mi ha anche dato la possibilità di confrontarmi con questo mondo bellissimo e affascinante.

Credo però di dovervi qualche spiegazione.

I capitoli saranno molto lunghi (ho calcolato una media di circa trenta pagine ciascuno) perché ho notato che, nell’altra storia che ho scritto, le lettrici erano sempre impazienti e deluse da aggiornamenti in ritardo.

Per questo ero e sono tuttora “costretta” ad aggiornare con circa quattro o cinque capitoli per volta.

Per evitare questo, allora, ho deciso di pubblicare capitoli lunghi a distanza, così ciascuno può decidere di leggere il capitolo tutto in una volta, o dividerselo nel tempo.

Il filo conduttore della storia sarà proprio il difficile rapporto che sta ascendo fra Sakura e Sesshomaru, per questo non terminerà con la sconfitta del “cattivo” di turno.

Questa storia l’ho basata più sui “sentimenti” che sui fatti, e questo le da un taglio nuovo,diverso e, spero, interessante.

Ringrazio tutti voi per l’incoraggiamento e il supporto che mi avete dato e mi state dando.

Vi devo però chiedere scusa, in quanto gli aggiornamenti non saranno molto vicini.

Come ho detto, ho raccolto molto materiale per scrivere questa storia e nello scrivere i capitoli devo necessariamente attingere ai miei appunti, così da allungare i tempi della scrittura.

Mi scuso per avervi rubato tanto tempo in chiacchere forse inutili, ma ci tenevo tantissimo a darvi queste spiegazioni.

Grazie a tutti!!!

 

In particolare:

 

Ayrill: Grazie mille per il commento!!! L’inizio in effetti è volutamente misterioso, ma spero ce questo capitolo ti abbia aiutata a capire qualcosa in più! Grazie mille per le belle parole!!! Un bacio!!!

 

Celina: Ciao!!! In effetti la storia mi è venuta in mente proprio nel leggere per diletto quella poesia. E’ stato un attimo: gli eventi si facevano spazio nella mia testa in una successione impressionante e… eccoci qui! Come hai capito Sesshomaru è il protagonista maschile che preferisco! Spero davvero che questa storia soddisfi le tue aspettative!!! Grazie mille!!!! Bacio!!!

 

Ary22: Ciao!!! Sesshomaru si scioglierà… forse… fra un po’… forse… però devo ammettere che i parte lo capisco… insomma… ritrovarsi fidanzato da un giorno all’altro! Almeno Sakura lo ha dovuto fare anche se non lo voleva, invece Sesshomaru è completamente sottomesso al protocollo. Riusciranno i due a sopportarsi? Vedremo!! Grazie per le tue parole, sono sempre graditissime!!! Bacio!!!

 

Gemellina Dolly: Ciao!!!! Per quanto riguarda Inu e company, lascio la faccenda sospesa… nel prossimo capitolo ci saranno delle informazioni, ma ho deciso di non anticipare niente!!! E, come troppo spesso, hai ragione! Sakura è naturalmente simile a me, soprattutto nei sentimenti… forse hai ragione, non avrei resistito a litigare con Sesshomaru, ma in fondo lei lo DOVEVA fare per Haru!!! E comunque, anche se con educazione, in parte gliele ha cantate! Grazie mille per i complimenti e non ti preoccupare se sei la prima!!! Vedere comunque il tuo nome fra chi mi ha recensito, mi da lo stesso  tanta soddisfazione!!! Spero di sentirti presto!!!! Un bacio!

 

SesshomaruLover: Ciao!!! Da quanto tempo!!!! Sono proprio felice di sentirti!!! Grazie mille per i complimenti!!! Come avrai letto sopra, scrivere questa storia non è affatto una passeggiata… ma mi sta dando tantissime soddisfazioni! Spero di aver mantenuto inalterato il carattere di Sesshomaru…! Per quanto riguarda il terzo nome… non dirlo a nessuno!!! Deve essere una sorpresa!!! Grazie mille per le bellissime parole!!! Anche tu mi manchi!!! Bacio!!!

 

Kaimy_11:Ciao!!! Che bello sentirti!!! Non sono riuscita a trovarti in questi giorni!!! Forse per gli orari diversi!!! Comunque grazie mille per i complimenti!!! E sono davvero molto contenta che Sakura abbia avuto un successo simile! Credevo che all’inizio, così sottomessa com’è, non sarebbe piaciuta!!! Spero che il seguito che aspettavi tanto ti soddisfi. Intanto, posso solo dirti che ti sono vicina. Molto vicina. Un bacio.

 

Crilli: Ciao!!! In effetti Sakura si opporrà e unirà a Sesshomaru… ma… credi davvero che sarà abbastanza forte? Per quanto riguarda il mezzo-demone e la ningen, temo che dovrai aspettare… certo che causeranno molti dubbi alla Principessa!!! Non perchè lei ce l’abbia con gli umani! Anzi! Proprio per il contrario… In effetti in questi primi capitoli Rin non compariva molto, ma presto ci sarà spazio anche per lei!!! Promesso!!! E sarà anche molto speciale!!! Grazie per il commento!! Bacio!

 

Sesshidil: Ciao!! Sono contenta che ti piaccia!!! Le tue sono state poche parole ma piene di entusiasmo!!! Grazie di cuore!!! Bacio!

 

AVVISO:

 

Per chi mi volesse contattare, vi consiglio di non usare msn, perché ultimamente lo posso usare poco.

Scrivetemi invece!!!

Le mail le posso controllar e rispondervi quando ho un po’ di tempo!

Almeno così manteniamo un po’ i contatti!!!

Il mio indirizzo è sempre quello!!!

Grazie!!!

 

AVVISO:

 

Scusate se vi disturbo ancora, ma devo farvi una domanda che riguarda la storia.

Voi per caso conoscete dei nomi giapponesi con il loro significato?

Me ne servirebbero di femminili, ma non voglio spiegarvi per cosa!!!

Ho lanciato anche questo appello nell’altra mia fic!!!

Spero che mi aiuterete!!!

Grazie!!!

 

AVVISO:

 

Giuro, è l’ultimo!!!

Volevo farvi una domanda, per vedere l’idea di voi lettori…: questo matrimonio, s’ha da fare? Si farà?

Aspetto risposte!!!!!

 

 

Grazie a tutti per l’attenzione!!!

 

Bacio!!!!

 

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