Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli
Segui la storia  |       
Autore: lightoftheday    17/08/2004    1 recensioni
Jennifer è l’emblema della donna normale: non è belllissima, non è intelligentissima, non ha niente che la renda speciale o particolare. Ha quasi trentun anni, un lavoro stabile da segretaria, una vita senza scossoni, quella che ha sempre desiderato. Almeno finché il destino non ci mette del suo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Capitolo 2

Quando è proprio una questione di culo!

 

Quando Dominic si era svegliato, l’unica cosa che era riuscito a fare era stato imprecare. Aveva un mal di testa come credeva di non averlo mai avuto, lo stomaco sottosopra e, come se non bastasse, non aveva idea di dove si trovasse. Solo dopo cinque minuti di attenta osservazione del soffitto aveva riacquistato lucidità sufficiente per capire dove si trovasse, riconoscendo la stanza degli ospiti di casa di Jonathan.

Si era alzato non senza difficoltà, poi aveva preso la porta ed era uscito, dirigendosi al piano inferiore dove aveva trovato il suo amico, che in cucina tranquillamente stava facendo colazione.

- Buongiorno…- aveva bofonchiato, appoggiando la spalla allo stipite della porta e mettendosi la mano sinistra sulla testa, massaggiandosi la fronte.

- Buongiorno un cazzo, Dom! Tu devi darti una bella regolata, non si può continuare così!- gli aveva detto Jonathan piuttosto serio. Poi, addolcendo un po’ il tono poco raccomandabile che aveva usato prima aveva continuato con la predica:- Questa volta t’è andata bene, ma non è che puoi sempre confidare nel tuo sconfinato culo! Altrimenti finisce come al Mardi Gras a New Orleans il mese scorso, che ti fai fotografare ubriaco fradicio con tanto di canna in mano, poi voglio vedere che cazzo li racconti la prossima volta ai giornalisti!-

Dominic si era tolto la mano dalla fronte e con un’espressione decisamente infastidita aveva steso il braccio verso l’amico porgendogli il palmo. - Frena… frena! Per primo non urlare che mi rimbomba tutto, per favore. E poi che mai avrò fatto di tanto male ieri sera? Ho bevuto un po’, succede.-

- Appunto, ma tu hai bevuto decisamente troppo ieri sera, e ultimamente lo fai un po’ troppo spesso. Dom, seriamente, se non te lo dicessi non sarei tuo amico, stanotte se non ti venivo ad acchiappare chissà dove ti ritrovavo e soprattutto su che copertina ti ritrovavi stamattina. E comunque ti devi veramente dare una regolata, non puoi avere sempre bisogno della balia! E’ anche un discorso di salute, in fin dei conti.-

Dominic si fermò un momento a riflettere, Jonathan aveva ragione da vendere. Ultimamente ne stava veramente combinando di tutti i colori, era sempre in giro tra impegni mondani e non, sempre a frequentare posti particolari e gente altrettanto particolare. Ok, era decisamente il suo momento, la sua notorietà era all’apice e doveva sfruttare ciò che il caso gli aveva regalato, ma forse ne stava approfittando troppo. Si era avvicinato al tavolo e si era seduto.

- Hai ragione, non discuto nemmeno. Non mi ricordo quasi niente di ieri sera, e quindi mi preoccupo anche di più. Che diavolo ho fatto stavolta?-

Jonathan gli aveva piazzato davanti una tazza di caffé che Dominic aveva guardato con aria leggermente schifata, spostandola un po’ da sé con la mano destra. Se solo pensava di mandare giù qualcosa, qualsiasi cosa fosse, gli saliva nuovamente la nausea. Facendo quel gesto notò che aveva la mano scritta sul palmo, con curiosità l’aprì completamente e lesse, mentre l’altro aveva sorriso sornione.

- Eh eh eh… che diavolo hai fatto stavolta…- aveva cominciato a dirgli, ma Dominic lo interruppe subito.

- E questo numero di chi cazzo è?-

Jonathan si era sporto e aveva letto.- Rincoglionito, c’è anche scritto il nome! Jennifer, che dopo la sbronza non sai nemmeno più leggere?-

- Oh, senti, simpaticone, l’ho visto che c’è scritto Jennifer, ma chi cazzo è ‘sta Jennifer?- aveva ribattuto a tono.

- Se non hai conosciuto due Jennifer nella stessa serata, suppongo che sia la tipa che ieri notte t’ha salvato il culo.-

Dominic lo guardò incuriosito, quindi Jonathan si accinse a raccontargli di come l’aveva recuperato la notte precedente. Improvvisamente gli venne alla mente qualche sbiadito ricordo, una tipa con cui aveva scambiato forse due parole al bar, si ricordava una specie di corsa, un’auto, ma era tutto immerso nella nebbia fitta. - Ho qualche piccolo flash, ma veramente piccolo piccolo, eh…- Quindi si era fatto forza e aveva buttato giù una sorsata di caffé. - Ma secondo te la devo chiamare?-

- A me lo chiedi? Se non te lo ricordi perché hai il suo numero che devo dirti, anche se in genere se una ti da il suo numero, è per un motivo solo. In ogni modo, se vuoi il mio parere, quantomeno dovresti ringraziarla. Ti ha veramente salvato ieri sera.-

Dominic storse la bocca e ridacchiò. - Sì, sì, ringraziare, ma vai, vai!- aveva detto con aria di superiorità. Che lui era il tipo che si abbassava a ringraziare?

- Al limite, se è carina, potrei anche ringraziarla, però…- aveva aggiunto dopo qualche secondo, usando un tono che non lasciava spazio a dubbi su quale sarebbe stato il modo in cui Dominic avrebbe ringraziato la ragazza. - Tu l’hai vista, no?- aveva quindi chiesto a Jonathan, che aveva annuito.

- E allora?-

Jonathan si fece pensieroso. - No, sai, era piuttosto buio, non è che mi ricordo molto bene…- stava volutamente trattenendosi, per far arrabbiare l’altro.

- Insomma cazzone, o parli o no!- aveva risposto l’altro ridacchiando.

- Diciamo niente di che. Ordinaria, a parte una cosa. Un gran bel sedere, alla JLo.-

Dominic aveva assunto un’espressione compiaciuta. - Culo alla Jennifer Lopez? Allora tocca chiamarla!- aveva esclamato sfregandosi le mani.

Jonathan aveva riso:- Eh beh, quando un bel culo chiama…-

- Io rispondo!- disse ridendo a sua volta. - Per di più si chiama Jennifer anche lei, visto i casi della vita?- aveva concluso poi.

 

***

 

Jennifer lavorava ormai da ben cinque anni come segretaria per uno studio di commercialisti. Non che si fosse mai trovata splendidamente in quell’ambiente, il commercialista per cui lavorava era un vero tiranno, non faceva che darle il tormento da quando aveva cominciato a lavorare per lui, tacciandola sempre come poco intelligente. Non che le avesse mai detto una cosa del genere apertamente, però le aveva fatto chiaramente capire in svariate occasioni che non la riteneva una cima, del resto non è che anche lui fosse un tipo particolarmente sveglio, ma a lei questo non interessava. Jennifer si curava di fare il suo lavoro e tanto le bastava. Con le altre colleghe poi non è che avesse mai avuto dei gran rapporti, non le erano state mai estremamente simpatiche.

Anche se non era propriamente un paradiso, a lei quel lavoro piaceva, del resto non è che sapesse fare molto altro se non la segretaria: in più era un lavoro sicuro e veniva pagata bene, non aveva mai sinceramente pensato di poterlo cambiare un giorno. Specialmente quella mattina, che il suo capo non era in ufficio e non aveva dovuto subire le sue mille richieste puntigliose alle quali in genere veniva sottoposta, quel lavoro le sembrava un paradiso. Aveva svolto con calma tutti i suoi compiti giornalieri, curato la corrispondenza, messo in ordine i registri e altre faccende varie, come le era stato lasciato detto aveva richiamato alcuni clienti ai quali aveva dovuto spostare degli appuntamenti. La calma di quella giornata le aveva permesso anche di stare un po’ al telefono con Patricia, che le aveva telefonato per sapere se era libera a pranzo. Le aveva raccontato che Susan aveva delle notizie estremamente interessanti da dar loro sulla serata precedente e le aveva invitate entrambe in un posto che era vicino agli studi dove veniva girata la soap opera in cui interpretava un piccolo ruolo. Jennifer avrebbe avuto certamente da correre un po’, tuttavia se Susan aveva qualcosa di importante da dirle, non sarebbe mancata per niente al mondo.

Con Patricia si era data appuntamento fuori dal suo ufficio, lavoravano in due palazzi che stavano nella stessa strada. Si erano conosciute proprio per via del fatto che avevano praticamente gli stessi orari di lavoro infatti, e ormai erano molto amiche da circa quattro anni. Jennifer le aveva sorriso vedendola uscire, appena era arrivata si erano salutate con un bacio sulla guancia.

- Allora, quanto tempo hai tu?- aveva chiesto Patricia.

- Un’ora e un quarto, quasi.- aveva risposto guardando l’orologio. - Ma oggi quel rompiscatole non c’è, quindi se tardo cinque minuti non succede niente.-

- Se lo dici tu… comunque sbrighiamoci, dai!- l’aveva incitata l’altra.

Per tutta la durata del pranzo Susan non aveva fatto che raccontare dell’interessantissimo tipo che aveva conosciuto la sera prima. A quanto pare era una sorta di PR, un tipo che, per quel che diceva, lavorava con nomi veramente importanti nel campo del cinema; uno che avrebbe potuto aiutarla in parole povere.

- Susy, ma tu non hai bisogno di certi mezzucci per sfondare. Sei brava, qualcuno ti noterà sicuramente, e prima che tu te ne accorga. E poi è proprio brutto che ti butti via così.- aveva commentato Jennifer quando l’amica aveva detto di essere disposta a tutto per entrare nelle grazie di questo tipo.

Susan aveva ribattuto a brutto muso, agendo come se Jennifer avesse detto delle falsità, o l’avesse offesa:- Che vorresti dire, che mi faccio sfruttare? Tu proprio non capisci niente, nel nostro ambiente va così, ma che vuoi saperne? Non dureresti nemmeno un giorno, sei veramente ingenua.-

Jennifer non aveva risposto, era convinta che Susan avesse ragione su tutti i fronti. Certo che sono proprio stupida, ho perso una buona occasione per stare zitta, aveva pensato.

In macchina più tardi, mentre tornavano verso i loro uffici, Patricia aveva espresso qualche perplessità sull’atteggiamento di Susan. - Ma non ti sembra che abbia esagerato prima? In fondo tu non le avevi detto niente di male, anzi.-

Jennifer aveva sorriso, sempre guardando la strada. - Ma no, la capisco. Ho detto una serie di scemenze prima, non so niente di come va lo star sistem e magari l’ho anche offesa. Non che l’ho fatto di proposito, tu lo sai Pat, ma credo di averle involontariamente dato della puttana…-

- E con ciò?- aveva risposto l’altra a tono. - Se va a letto con quello solo per entrare nelle sue grazie che altro è secondo te? E poi che ha intenzione di fare, di saltare da un letto ad un altro fino a che non le fanno fare un film? Secondo me avevi ragione tu, si butta via facendo così.-

- Dai, non essere così dura! Magari abbiamo frainteso tutto, Susy non ha mica detto che ci andrà a letto!-

- Forse non in questi termini. E comunque ultimamente è diventata una stronza, anche ieri sera, per esempio. Sapeva che tu saresti andata via un po’ prima, non si è degnata nemmeno di avvertire che se ne andava, mi ha lasciato al locale da sola, m’è toccato prendere un taxi per andare a casa. E poi anche questo invito a pranzo, ci ha tenute quaranta minuti a parlare degli affari suoi, vantandosi di aver conosciuto ‘sto tizio… insomma, sono anche contenta per lei, ma che si dia meno arie!-

- Era contenta, forse si è un po’ esaltata.-

- Insomma Jennifer, non è che la devi giustificare per forza! Ma è mai possibile che ti devi sempre far condizionare così? Hai trent’anni, svegliati!- aveva sbottato l’altra. 

Jennifer era veramente troppo buona, non vedeva mai in nessuno la cattiveria, nemmeno se gli si fosse palesata davanti la cattiveria in persona l’avrebbe considerata tale. Non che si facesse prendere in giro, aveva solo un’inestinguibile ed irrimediabile fiducia nel genere umano, qualità che era veramente difficile da trovare, specialmente in una metropoli come Los Angeles, dove tutti erano alla ricerca della vetta e non aspettavano che il momento di poter sfruttare il prossimo in ogni modo. A Patricia Jennifer era piaciuta da subito proprio per questo, era una persona genuina, si mostrava sempre per quel che era. Forse perché non era nata e cresciuta come lei in quella città, veniva da un paesino sperduto del Nevada di cui non ricordava nemmeno il nome, in ogni modo era diversa dalle persone che aveva sempre frequentato.

- Certo, il fatto che ti abbia lasciato da sola e che ti sia toccato prendere un taxi mi dispiace… tra l’altro se ieri sera fossi venuta con me, e scusami se sono così egoista, mi saresti stata davvero d’aiuto! Non sai che mi è successo!-

Patricia aveva guardato Jennifer un po’ allarmata. - Che diavolo t’è successo? Incontri spiacevoli?-

La ragazza aveva cominciato a raccontarle della sera precedente e, come aveva ipotizzato, Patricia immediatamente l’aveva interrotta per rimproverarla.

- Ma tu sei una pazza incosciente! Ma dai spago ad uno ubriaco fradicio così, come se niente fosse? Tu hai rischiato grosso, ma veramente grosso! Speriamo che non abbia più il tuo numero, e che non ti chiami in ogni modo!-

- Lo so, sono stata un po’ superficiale, ma mi ha fatto sinceramente tenerezza…- si era difesa Jennifer. L’altra aveva sospirato mentre Jennifer parcheggiava l’auto.

- Sei incorreggibile!- le aveva detto, per poi salutarla con un bacio sulla guancia e dirigersi verso il suo ufficio.

 

Finalmente, dopo la giornata di lavoro, Jennifer era tornata a casa sua passando prima a salutare la signora Doyle, dato che la sera prima era stata piuttosto sbrigativa. Era rimasta non più di venti minuti con l’anziana signora, giusto il tempo di salutarla, farci due chiacchiere e chiederle se avesse bisogno di qualcosa. Quella sera aveva intenzione di andare a dormire presto, quindi si era messa sul divano davanti alla televisione in tenuta casalinga, che consisteva in un paio di pantaloni di una tuta, una maglietta molto semplice, capelli legati e niente trucco, in compagnia di Sploffy, il suo gatto rosso.

In televisione non passavano niente d’interessante come al solito, ben presto si era annoiata di guardare la televisione e si era messa a leggere, almeno fino a che il suo telefono cellulare aveva cominciato a suonare. Non l’aveva nemmeno tolto dalla borsa, non si aspettava telefonate; non appena aveva visto il numero sconosciuto che la chiamava sperò ardentemente che non fosse chi temeva. Speranza vana.

- Jennifer… sei Jennifer?- gli aveva detto una voce che non riusciva a riconoscere.

- Sì… ma chi è?-

- Dominic, lo sbronzo di ieri sera all’Hard Rock.-

- Ah, tu… ciao.- aveva risposto, un po’ imbarazzata.

- Ti ho disturbata? Mi sembri strana.-

- No, non mi disturbi.- Come accidenti aveva fatto a capire che era strana?

- Ti ho telefonato perché volevo ringraziarti per ieri sera, mi hai veramente tolto dai casini.-

- Non mi pare di aver fatto granché veramente.- aveva ribattuto lei che non capiva il perché di quel ringraziamento.

- Non essere modesta, davvero, mi hai fatto un favore enorme. Veramente vorrei ringraziarti di persona, ti andrebbe un aperitivo, diciamo domani sera?-

Jennifer era rimasta interdetta un momento. Quel tipo la stava veramente invitando fuori? Dominic sentendo un po’ di perplessità dall’altra parte aveva continuato.

- Dal silenzio attonito che mi giunge dall’altra parte, devo avertene fatte e dette di cotte e di crude l’altra sera… tranquilla, da sobrio sono normale… o quasi.-

Jennifer aveva riso. - No, non hai fatto niente di troppo sconveniente… va bene, vada per l’aperitivo.-

Dominic le aveva dato l’appuntamento per il giorno seguente, poi si erano salutati.

Con Jonathan aveva riflettuto sulla faccenda: gli andava di uscire con quella ragazza, ne era incuriosito, cosa che avveniva davvero poco spesso ultimamente. Però, non ricordandosi che poco di lei, non voleva ritrovarsi con una che non gli piaceva a dover passare necessariamente una serata. Alla fine Jonathan gli aveva dato un buon consiglio:- Proponi un aperitivo. Poi se è di tuo gradimento la inviti a cena, se no, il tuo dovere l’hai fatto e tanti cari saluti!-

Il ragionamento non faceva una grinza. In ogni modo, era questione di culo!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli / Vai alla pagina dell'autore: lightoftheday