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Autore: EuphemiaMorrigan    05/03/2013    12 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Se il cuore dice sì, la mente ti dirà di no-

 

Note: Mal di testa -.-''. Tanto mal di testa. L'ho scritto un bel po' di volte e questa è la versione che mi fa meno schifo! Sorry. Si è OOC. Scusate ancora. Un bacio!

 

Il demone della solitudine è una macchia scura.

È il buio che ti logora.

È la forza della disperazione che ti distrugge, lentamente.

È inesorabile.

Non serve circondarsi di estranei.

Non è la gente che ti fa sentire meno solo.

Sta a te rialzarti.

Io l'ho fatto.

Buttando quel vecchio cartone su cui dormivo e afferrando la sua mano.

Non mi ha chiesto nulla in cambio.

Non ha mai voluto nulla.

E per quanto io non sia una persona sentimentale.

Due sole parole non possono fare a meno di uscire dalla mia bocca.

Grazie, Naruto.


Come siamo arrivati fino a questo punto?... Si chiedeva, Naruto, avvertendo le mani grandi e calde di Sasuke affondare nei suoi capelli, massaggiargli la cute e tirarlo verso di lui in modo frenetico. Lo baciava, infilandogli la lingua in bocca, assaporando ogni parte del suo essere. Lambiva con tocchi leggeri il suo muscolo, esplorando l'umida cavità, succhiandolo vorace, avvolgendo le braccia attorno ai suoi fianchi, unendo i loro corpi bollenti e bisognosi, saldandoli assieme. Senza scampo.

Kami! Perché non riesco a fermarlo?... Si domandò ancora, in panico, mentre contro ogni suo volere le braccia andavano a circondare il collo di Sasuke. Gemendo sonoramente dentro la sua bocca quando i bacini, ancora vestiti, si sfiorarono. No! Perché? Non voglio... Tremante, tentò di riacquistare lucidità, staccandosi dalle sue soffici labbra e sussurrò con affanno «Basta... Sasuke».

Quest'ultimo spostò la bocca sul suo collo, mordendolo, il respiro veloce, le mani febbrili che si muovevano lungo il corpo morbido di Naruto «Perché? Lo vuoi anche tu» Soffiò nel padiglione auricolare, tirandone il lobo con i denti.

«Dai! Lo so che mi vuoi» Come una gelida lama questa frase colpì la sua mente. A quel ricordo sussultò, terrorizzato. Quelle parole gli martellavano in testa senza sosta, continuamente. Quelle parole urlate, ringhiate all'orecchio di un bambino di soli otto anni. La puzza di sangue. Il suo. Le lacrime. Le sue. Il dolore lancinante. Il suo. E gli occhi. Gli occhi rossi di Kurama. No, non voglio più vedere quegli occhi... Gemette, nella sua testa, sofferente. Prese un grande respiro e posò le mani sul torace di Sasuke, cercando con tutto se stesso di calmarsi, lo allontanò da lui; abbassando il volto al pavimento «Sasuke, no!» Disse ancora, ammonendolo, stringendosi i palmi al petto. Fragile, indifeso, bambino. Come quella volta.

Uchiha lo osservò, stupito da quella reazione, portò una mano tra i suoi capelli, carezzandoli «Cos'hai?» Domandò, con preoccupazione. Impensierito da quel cambiamento.

Naruto mosse la testa in un gesto negativo e rispose, flebile ed insicuro, mentendo, «Nulla. E che... sono stanco e non... Non me la sento».

L'altro si avvicinò ancora a lui, baciandogli la fronte «Scusa. Hai ragione, devi riposare» Affermò con premura, non pareva nemmeno lo stesso Sasuke che aveva incontrato più di una settimana prima, in quel bar. Era dolce, sinceramente dispiaciuto.

«Perché?» Chiese riportando le iridi cerulee sul suo volto. Bello, fin troppo in quel momento. Lo spaventava, gli faceva perdere la ragione e non poteva... Non voleva permetterselo.

«Perché cosa?» Domandò lui, sfiorandogli le labbra con un leggero tocco delle sue. Naruto gli faceva perdere la testa, era guidato da un istinto sconosciuto che non faceva altro che spingerlo verso l'altro, desiderava toccarlo, baciarlo, fare l'amore con lui. All'infinito. Sentiva lo stomaco contrarsi in modo doloroso ogni volta che gli era vicino, ogni volta che respirava il suo odore. Naruto era la calamita e lui una semplice monetina sotto il suo controllo.

Perché mi tratti così? Perché ti preoccupi per me? Perché sento il cuore scoppiarmi nel petto? Perché non ho paura di te?... Questo era ciò che voleva chiedere, ma si trattenne. Scottato da quelle strane sensazioni. Portò le mani sulle sue spalle, allontanandolo nuovamente e domandò invece «Perché mi hai baciato?».

Sasuke deglutì sonoramente, indeciso sul da farsi. Diglielo! Per una volta lascia perdere l'orgoglio e diglielo... Prese un respiro profondo e parlò, per la prima volta espresse ciò che pensava davvero. O almeno ci provò, con tutto se stesso «Non ho fatto altro che aspettarti, da quando avevo dieci anni. Non è da me dire certe cose, non è da me fare lunghi e stupidi discorsi da ragazzina, ma... Credo... Di essermi... Di essere sempre stato... Dannazione! Penso tu l'abbia capito» Concluse velocemente portandosi una mano al collo e massaggiandolo, quasi imbarazzato. Non ci riusciva, si sentiva un idiota.

Ha proprio vent'anni... Pensò Naruto, leggermente più rilassato. Capendolo. Ma questo lo fece incupire ancora di più. Sasuke era... Speciale per lui, non voleva illuderlo, fargli male. Per questo parlò serio, come non lo era mai stato, «Non farlo 'Suke. Non innamorarti di me, ti prego. Non farlo perché ti farò solo soffrire».

«Cosa...?» Cercò di dire Uchiha, ma l'altro lo fermò guardandolo negli occhi, duramente, «Io non mi innamoro Sas'kè. Di nessuno. Mi dispiace» Finì, voltandosi verso la porta ed inserendo la chiave nella serratura. Era meglio per tutti e due, non iniziare nulla. Rimanere colleghi di lavoro, conoscenti e basta. Perché mi sento soffocare? Per quale motivo avverto un nodo in gola?... Si chiese stupito. Non gli era mai successo, con nessuno, di provare quelle sensazioni. Allora perché con Sasuke, sì?. Faceva male. Non riusciva a non far male.

«Uzumaki -Lo richiamò con tono profondo- Lo trovo divertente, sai? -Affermò con un ghigno- Nel manga tu insegui me, nella realtà io faccio altrettanto con te. E fidati: ti prenderò! Non sono il tipo da farmi abbattere da due paroline recitate male» Concluse, quasi minaccioso, voltando le spalle ed incamminandosi verso la sua dimora con le mani in tasca. Gli aveva praticamente dichiarato guerra.

Naruto lo osservò sorpreso e confuso. Una parte di lui a quelle parole aveva esultato di gioia, ma l'altra, quella spezzata e sofferente, ne aveva avuto paura. Una tremenda e giustificata paura. Doveva difendersi da quegli strani sentimenti. Aveva bisogno di un alleato.


Due giorni dopo:


Pezzi di merda! Questa è la mia nuova segreteria. Prima di lasciare un messaggio urlate: LODE A JASHIN! Ve lo ordino.


Se sei Nagato: capo! Per me è un onore, ma di tutto ciò che dirà non me ne frega nulla!

Se sei una delle assistenti del mio volpino: ma chi cazzo è quella incinta? Mi volete rendere partecipe di qualcosa?.

Se sei la papera-cattiva: COME CAZZO HAI AVUTO IL MIO NUMERO?.

Se sei il mio volpino: papà ti vuole spupazzare! Dove sei finito eh? Colpa della papera vero? Non dar confidenza agli sconosciuti che somigliano a papere, capito?.

Per gli atri scocciatori: sacrificherò le vostre madri a Jashin!


Bip.


La tua segreteria fa schifo Hidan. Sei uno dei miei redattori migliori, CAMBIA SEGRETERIA, DANNAZIONE”


Bip.


Sono io quella incinta! Sakura Haruno. E se tu fossi un po' meno sboccato faresti un piacere a tutti, maleducato!”


Bip.


Ho il tuo numero perché lavoriamo insieme. Demente. Kami! Quanto ti odio. È pronto il primo volume, lavora invece di fare stronzate. E SMETTILA DI CHIAMARMI PAPERA!”


Bip.


Hidan! Siamo in guerra. A casa mia. Ora.”


Hidan ascoltando i messaggi della sua nuova segreteria, ghignò malefico. Soprattutto quando sentì l'ultimo. Guerra? Era quello che gli serviva per distrarsi dal lavoro. Afferrò il cappotto che aveva poggiato su una sedia ed uscì di casa. Sorridendo sadico, camminò lentamente per le vie di Konoha e quando giunse di fronte all'appartamento di Naruto suonò al campanello, gongolando contento ad immaginarsi già morte e distruzione. Oh Jashin! Questa è la giornata perfetta per un omicidio... Si disse felice.

Naruto aprì la porta, trafelato e con sguardo duro, affermando «È aperta la caccia alle papere».

A quelle parole Hidan rise di gusto, si fiondò tra le sue braccia e quasi saltellando lo bombardò di domande «Come lo uccidiamo? Come lo uccidiamo? Oh volpino mio, posso spaccargli tutte le ossa? Ti prego. E dare i suoi resti ai topi della discarica? Possiamo usare un fucile e vestirci da cacciatori? Per favore».

Lo sapevo che Hidan mi avrebbe aiutato!... Pensò ghignando sadico e staccandosi dall'abbraccio dell'amico. Lo fece accomodare in casa e lo condusse fin alla cucina, sedendosi sulla sedia ed incrociando le braccia al petto. Pareva furioso.

L'altro si guardò attorno poi sbuffò «Certo che vivi in un porcile!».

«HIDAN! -Lo ammonì- Non siamo qui per parlare di questo»

«Giusto! Allora cosa ha fatto la papera-cattiva?» Chiese ilare, poggiando la schiena contro il lavabo e mettendosi le mani in tasca.

Naruto assottigliò le labbra e buttò fuori, irritato, «Mi ha praticamente detto che mi ama».

E addio omicidio! Che palle... Lo scrutò serio, poi con un'alzata di spalle parlò «E allora?».

«Come allora? Dobbiamo liberarci di lui. Come al solito. Inventati qualcosa, l'ultimo l'hai quasi fatto secco con un infarto. Fallo anche 'sta volta» Ordinò quasi, parlando tutto d'un fiato. Agitato, come non era mai stato.

Ah, volpino. Odio quando ti devo fare da psicologo... Si sospirò in testa «No! -Parlò duro- Perché dovresti liberarti di lui se lo ami?. Jashin, ed io che speravo di ammazzare qualcuno» Si lamentò infantile, osservando di sottecchi la reazione dell'altro.

Naruto sussultò a quelle parole. Come al solito Hidan era incapace di girare attorno ad un discorso. Sempre troppo diretto. «N-non è vero» Balbettò torturandosi le mani e abbassando lo sguardo verso il tavolino di legno.

Colpito e affondato!... «Naruto -Era raro che lo chiamasse per nome- Non è che sei un attore professionista, sai? Si vede lontano un miglio quando menti».

«Non voglio... Non posso» Pigolò dolorante. No, non doveva andare così. Hidan doveva aiutarlo, non farlo sentire peggio.

Questo sospirò, si sedette sulla sedia dinanzi a lui e disse giocoso, incapace di restare serio per più di cinque minuti, «Lo so che la zoofilia è reato, ma non preoccuparti ti copro io. -Rise facendogli l'occhiolino, poi cambiò tono di voce- Ho notato una cosa: -Iniziò piano- lui ti guarda sempre, i suoi occhi ti accarezzano in un modo che non ho mai visto da nessun altro. Mi faccio schifo da solo a dire queste cose maledettamente melense, ma -Si bloccò sorridendo sincero- mi piace quello stronzetto. Mi, Jashin aiutami a dire cosa sto per dire, fido di lui e dovresti farlo anche tu» Finì, per poi fare una smorfia schifata, alzarsi e sputare dentro il lavandino. Ah, gli zuccheri, la dolcezza, i buoni consigli d'amico. Mi uccideranno...

Uzumaki a quella scena rise, ma poi il suo viso si scurì, di nuovo «È questo il problema, non voglio farmi odiare da lui. Trascinarlo nelle mie paure. Nel mio... Passato. Mentirgli» Concluse incerto.

«Diglielo allora!. -Esclamò l'altro- Digli tutto! Fidati, per una volta provaci. Mi ci gioco le palle che è quella giusta» Finì in modo convinto.

«Non capirà...» Mormorò, sicuro delle sue parole. Intimorito dai suoi sentimenti.

Hidan incrociò le braccia al petto e lo guardo incazzato «Non capirà cosa? Naruto, dimmi che non ti dai ancora la colpa per ciò che è successo. Ti strappo le budella se è così».

«È COLPA MIA!! -Urlò, sbattendo le mani sul tavolo ed alzandosi in piedi- È tutta colpa mia!» Ribadì ancora una volta, stringendo i pugni sul freddo legno.

Hidan contrasse la mandibola, tirò fuori il cellulare dalla tasca della giacca e digitò un numero. Si era stufato, se Naruto non voleva agire da solo gli avrebbe dato una spinta.

«Che fai?» Domandò l'altro, confuso da quel gesto.

Pronto? Sasuke?” Parlò squillante il ragazzo dai capelli argentei, facendo sbarrare gli occhi al biondo e scuotere la testa, nel panico.

Vieni a casa di Naruto. Ti deve parlare seriamente. Ciao” Riferì tutto d'un fiato, prima che l'amico potesse strappargli il telefono dalla mani. Cosa che aveva provato a fare fin da subito.

«Perché l'hai fatto?» Chiese con occhi adombrati dalla rabbia e dalla delusione.

Hidan si incamminò verso la porta d'ingresso e l'aprì «Perché sei il mio migliore amico e voglio vederti felice» Affermò uscendo e chiudendosela alle spalle; estrasse nuovamente il cellulare e cominciò a scrivere un messaggio: “È la prima volta che mi fido di qualcuno che non sia Naruto. Se lo fai soffrire, se gli fai del male, non ci sarà luogo dove potrai nasconderti. Ti ucciderò con le mie stesse mani! Va da lui e... Comprendilo”. Quando finì di scrivere alzò gli occhi al cielo, facendo una smorfia. Il volpino mi ha contagiato, sono diventato troppo buono...Dovrò andare a far incazzare Nagato per riprendermi...


Se ne stava seduto sul divano, le mani tra i capelli e gli occhi rivolti a terra chiedendosi il perché. Credeva, era certo, che sarebbe stato tutto come sempre. Hidan l'avrebbe aiutato, minacciando di morte l'ennesimo spasimante, che sarebbe fuggito a gambe levate. E allora tutto sarebbe andato bene, tutto sarebbe tornato normale. Allora perché l'aveva messo in quella situazione? Non voleva parlare con Sasuke. Non voleva.... Che provasse ribrezzo per lui. Per quale motivo l'aveva costretto ad affrontarlo?.

L'ha fatto per te... Gli rispose la sua coscienza e lui sospirò, affondando con la schiena contro la pelle del divano, tentando di calmare i nervi.

Ha ragione lui... Devo dirglielo e... Almeno... Se ne andrà... Sì, mi libererò di Sasuke in questo modo... Pensò, confuso, osservando il soffitto bianco, sentendo gli occhi inumidirsi di lacrime. Non era giusto, aveva trent'anni, era un uomo e stava frignando come un idiota sulla sua prima cotta, o meglio, sul suo primo amore. Si sentiva un adolescente cretino.

Forse, visto che non ho avuto un adolescenza, ora sto regredendo. Cavolo, spero solo di non regredire fino all'infanzia. Non sarebbe molto “appagante”, credo, farsi cambiare il pannolino... Delirò, completamente nel panico, stava facendo di tutto per non pensare al fatto che tra poco avrebbe dovuto affrontare, di nuovo, il suo passato. E quella volta sarebbe stata più difficile delle altre, perché nonostante la testa gli dicesse che no, non era innamorato dell'Uchiha, il suo cuore non faceva altro che battere incontrollato ogni volta che ci pensava.

Potrei dire a Sai di disegnarci uno Shojo, dal titolo: il coglionissimo Naruto Uzumaki. Sarebbe un'idea... Si disse, mentre si chiedeva se il bianco del muro fosse bianco sporco o bianco perla.

In quel momento il campanello lo ridestò; facendolo singhiozzare di sorpresa. Proprio ora che era riuscito a rilassarsi l'ansia era tornata più forte di prima. Si alzò dal divano e con gambe tremanti andò ad aprire, rivolgendo gli occhi al pavimento. Non si dissero nulla, semplicemente gli fece strada fin dentro casa, la presenza di Sasuke dietro le sue spalle era asfissiante. Voleva fuggire, ma le gambe erano inchiodate a terra.

«Quindi -Cominciò l'Uchiha- Perché il pazzo mi ha detto di venire?» Domandò tranquillo. Non si aspettava minimamente quello che stava per dirgli Naruto.

Parla, tanto se ne andrà comunque alla fine. Sarà un'altra delusione, non importa. Ci sei abituato. Digli tutto, poi ti andrai a leccare le ferite. L'ennesimo graffio sul cuore... Cercò di farsi coraggio rimanendo voltato di spalle, non sarebbe riuscito a parlare guardandolo in faccia «Hai vinto! -Comunicò lieve, leggero come il soffio del vento- Avevi ragione, non sono bravo a mentire. Me lo dicono tutti. Credo sarai soddisfatto di sapere che... Ti amo -La voce si affievolì ancora di più a quelle parole- Che sei il primo e, sicuramente, il solo che amerò per il resto della mia vita. -Rise triste, stingendo i pugni lungo i fianchi- Però ora... Vorrei... Farti capire perché non posso stare con te» Lo informò, martoriandosi il labbro tra i denti.

Sasuke, che aveva ascoltato tutto il suo discorso in silenzio, si avvicinò a lui prendendolo per un polso e lo voltò, strinse il suo mento tra le dita di una mano e gli fece alzare lo sguardo, sorprendendosi dell'enorme velo di tristezza che adombrava le sue iridi di solito cristalline «Sentiamo. Perché non puoi stare con me? Per la differenza d'età? O quale altra cretinata?» Domandò furioso, non gli piaceva quel Naruto. Era spento, morto, non era lui.

«No. -Disse debolmente- L'età non conta realmente, a volte io sono più bambino di te -Sorrise, inclinando la testa e osservando un punto oltre la spalla di Sasuke- Semplicemente, non posso... Non sono abbastanza per te... Non sono abbastanza per nessuno» Concluse con una smorfia di dolore.

Sasuke s'irrigidì «”Non sono abbastanza per te?” -Ripeté cupo- Chi sei tu, per decidere cosa sia giusto per me? -Domandò con rabbia poi, notando il sussulto dell'altro al suo tono, si calmò, circondando la sua vita con le braccia e mormorandogli all'orecchio- Voglio te, Naruto. Voglio la tua follia, il tuo talento, la testardaggine, l'impulsività, l'idiozia, le tue risate, la tua dolcezza, la felicità del tuo sguardo e... Il tuo dolore e la tua insicurezza. Voglio tutto, Naruto, non rinuncio a te solo perché hai paura. Sono troppo egoista per farlo».

A quelle parole, il biondo, avvolse le braccia su i suoi fianchi affondando il viso contro il petto dell'altro, respirando il suo profumo «Sas'kè... Io... Devo dirti una cosa, poi se vorrai andare via... Ti capirò» Parlò incerto ed insicuro, stringendolo sempre più forte contro di lui. Non voleva mandarlo via, desiderava rimanere chiuso in quell'abbraccio per sempre.

«Non andrò via, dobe» Lo rassicurò, baciandogli la testa bionda. Non comprendava nemmeno lui il perché, ma in quel momento si sentiva in dovere di proteggerlo, di tenerlo tra le braccia sempre più forte. Come se, se l'avesse lasciato, gli sarebbe scivolato tra le mani, come polvere.

Naruto prese un profondo respiro e raccontò, sentendo un forte dolore al petto come ogni volta che lo faceva, «Mamma e papà sono morti quando avevo tre anni, di loro ho solo una foto sgualcita e il ricordo di quando lei mi accarezzava i capelli. A volte, sempre, mi manca quella sensazione. Mi mancano loro. Da morire. -Confessò mordendosi il labbro e cacciando indietro le lacrime- Nagato era troppo giovane per badare a me ed i suoi genitori non avevano abbastanza soldi per sfamare un altro figlio, non gliene faccio una colpa, anche se lui si sente responsabile. Così mi spedirono all'orfanotrofio. -Sentì la presa sulle spalle diventare sempre più salda. Quanto era idiota! Farsi consolare da un ragazzino di vent'anni- Lì stavo... Bene. Sarutobi, il rettore, era... Buono con me. Ero, se così si può dire, felice... Poi però...» Si bloccò, non riuscendo ad andare avanti.

Sasuke si sentì stringere la gola e chiese, spingendolo ad andare avanti, «Poi cosa?».

«Poi... Kurama... -La volpe! Aveva detto che non esisteva... Pensò Uchiha- ...Lui, veniva da noi a fare volontariato... Dopo mi dissero, scoprii, che lo faceva perché era troppo giovane per finire in riformatorio... In questo modo scontava la pena per... Per aver... -Respirò affondo- Quasi ucciso un altro ragazzo della sua età...Non sembrava... Cioè... Sì era un criminale, ma non sembrava così... Così... -Era confuso, non sapeva come spiegarsi- ...Non lo so il perché. Sicuramente è colpa mia, in fondo l'ho fatto entrare io nella mia stanza -Avvertì il corpo di Sasuke irrigidirsi d'improvviso. Aveva capito. In fondo era semplice da immaginare- ...Avevo otto anni quando lui... Mi ha fatto del male. E da allora io... Davvero ci ho provato, ma non riesco a farmi toccare più da nessuno... In quel modo... Per questo non voglio che stai con me. Che te ne fai di un amore a metà?» Concluse affondando ancora di più il volto sul suo petto. Ora se ne andrà e io, ancora una volta, rimarrò solo...

Sasuke contrasse la mascella. Odio, rancore, vendetta. Null'altro. Quei tre sentimenti lo stavano logorando dall'interno. L'ha violentato. L'ha violentato quando era solo un bambino... Si ripeteva senza sosta, avvertendo le esili spalle di Naruto tremare in modo impercettibile. Cercò di respirare per sciogliere il nodo che gli impediva di parlare, posò le mani sulle guance dell'altro, alzandogli il viso e il dolore che vi lesse lo colpì al petto come un gancio. Si chinò su di lui sfiorandogli le labbra, martoriate per tutte le volte in cui se l'era strette tra i denti «Credi davvero che rinuncerò a te per questo? Te l'ho già detto, Naruto, ti inseguirò per il resto della mia vita» Sorrise leggero, rassicurandolo.

Il biondo ricambiò il sorriso, con uno lievemente più tirato, e chiese «È una minaccia?» Stava bene tra le sue braccia. Stava così bene che questo gli faceva paura e lo tranquillizzava allo stesso tempo. Diviso. Era diviso in due.

Sasuke scosse la testa, abbassandosi nuovamente sulla sua bocca «No, è una promessa» Rispose coprendola con la propria. Non importa se è più grande di me, non conta l'età, il sesso, o altro. Non conta nulla...

Grazie Hidan... forse, avevi ragione tu!

   
 
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