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Autore: Kilian_Softballer_Ro    05/03/2013    3 recensioni
Una normalissima ragazzina, dal soprannome esotico, prende parte a una gita in montagna altrettanto normale...O forse no?
Verrà catapultata in un mondo che non si sarebbe mai aspettata nemmeno di immaginare, in compagnia di....No, questa è una sorpresa.
Crossover su:
- Sonic
- Il Signore degli Anelli
- Pokemon
E altri che vedremo in seguito. Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cominciai ad arretrare senza nemmeno rendermene conto, scioccata. I due sembravano non accorgersene, continuavano a guardarsi in cagnesco, alla faccia della cosiddetta tranquillità elfica. Mi voltai e mi misi a correre.
Non conoscevo la strada per tornare alla mia tenda, ma non me ne accorgevo. Ero tanto stordita da vagare praticamente senza vedere dove andavo, non sapevo nemmeno dove fossi! Mi sentivo come quando mi avevano dato la notizia delle morti in battaglia. Camminavo con il pensiero del momento fisso in testa e andavo a sbattere contro chiunque.
Tutte le avevo pensate, meno questa. Sembrava di essere dentro Beautiful.
Come potevo sapere che Eragon…Eragon…provava questo? Andava solo a complicare una situazione già maledettamente complicata di suo. Com’è che cantava Renato Zero? Il triangolo no…Già, perché la questione non era solo fra me e lui. C’era di mezzo anche Shadow. Io non potevo già concedermi l’unico ragazzo che mi fosse andato dietro, e adesso se ne aggiungeva anche un altro!
In un certo senso mi veniva anche da ridere. Io, Esmeralda, soprannominata anche Esmeagol per la mia proverbiale non-bellezza, avevo due ragazzi che mi “corteggiavano”….ne ricambiavo uno…..e naturalmente non potevo stare con nessuno!
Mentre rimuginavo tutto questo dentro di me, sentii con una minuscola percentuale della mia attenzione una voce che mi chiamava.
-         Esme? Esme!
Davanti a me si parava Soter, con un’espressione sconcertata. – Non eri con i due First? Cos’è, non si fidavano neanche di te?
-         Io….io…- Cominciai, ma serrai subito la bocca. Diamine, conoscevo quel riccio solo da poco, non ero così disperata da confidarmi con uno sconosciuto.
-         Sicura di sentirti bene? Hai la faccia di qualcuno che ha appena scoperto di essere sterile!
-         Io….COSA?
-         Sembri esattamente così. – Ribatté lui serio.
Non resistetti e scoppiai a ridere. Era una risata liberatoria, ci vuole sempre un po’ di sana follia quando si è tristi, incazzati o confusi come ero io allora.
-         Ti pagano per tirarmi su il morale? – Dissi alla fine, soffocando le ultime risatine.
-         Non proprio…Non pagano nessuno qui. Ma il mio compito è portarti dovunque tu desideri andare, anche se quei due First sono sospettosi come…
-         Due cosa?
-         First. In gergo, i personaggi originali. Il contrario di noi Estel. Ma bando alle ciance, ti sei liberata di quei due?
-         Non proprio… - Risposi vaga. Soter mi guardò sospettoso, sempre attraverso il suo marchingegno assurdo. Per distogliere l’attenzione da quel discorso, fu proprio quell’oggetto che indicai. – Si può sapere cosa dovrebbe essere?
-         Questo? – Se lo sfilò. -  Una sorta di scanner. Mi indica lo stato della persona che sto guardando, il battito cardiaco, la sagoma a raggi x….E le fonti di calore. Per esempio… - Se lo rimise sulle orecchie. – Tu ne hai una esattamente in mezzo al petto, e a quanto sembra la tua faccia è una fonte a sé.
Dovevo essere arrossita. E certo. Come sempre. Tanto per cambiare, mi sentii arrossire di nuovo. – O-okay. Possiamo andare, sì, o no?
Il riccio sogghignò. – Come desideri. Dove vuoi andare?
-         Vorrei ritrovare la mia tenda, non la vedo da ore….
-         Ma certo. Seguimi.
E io lo seguii. O quantomeno ci provai, contando che seguire lui significava fare slalom fra tende in piedi, tende abbattute, persone, cose di corsa, senza perderlo di vista. Mi sembrava di essere tornata all’inizio, quando Legolas aveva guidato me e il resto della compagnia fino alla loro base. L’unica differenza era che adesso avevo almeno una vaga idea di cosa stesse succedendo.
Per qualche strana fortuna, riuscii a stare al passo di Soter fino a che raggiungemmo la mia tenda, miracolosamente intatta. Guardai il sole: doveva essere quasi mezzogiorno, secondo la mia non elevata capacità di calcolo. Non che avessi fame, ma ero impaziente. Shadow mi aveva promesso che sarebbe venuto lì da me verso sera, il che voleva dire un’attesa di almeno altre sei o sette ore.
Il riccio si fermò e mi guardò. – Siamo arrivati. Vuoi che ti aspetti fuori?
-         Oh, no, non preoccuparti. Penso che resterò qui per il resto della giornata.
-         D’accordo. Se hai bisogno di me, chiedi a chiunque. Non so se sia una fortuna, ma qui tutti sanno chi sono. – Agitò la mano in un breve saluto. – Ci vediamo. – E sparì.
Io entrai finalmente nella mia tenda e mi abbandonai sul giaciglio, chiudendo gli occhi. Ero stanca morta, fisicamente e mentalmente. In poche ore avevo conosciuto la nostra precaria situazione, combattuto la mia prima battaglia, scoperto che Eragon mi amava ed ero diventata un generale. Uff. Mi stancava solo pensarci. Non c’è da stupirsi perciò se praticamente crollai e mi addormentai dopo un nanosecondo. Purtroppo però la giornata era stata così piena, che il mio subconscio decise di svuotarsi un po’ immergendomi in un sogno assurdo. O forse più che altro un incubo, dove Legolas e Soter mi nominavano Generale degli Ossi e Eragon litigava con Shadow perché gli mancava un Bacio Perugina.
Mi svegliai di soprassalto, sudata e intontita, non a causa di questo rincorrersi di assurdità, ma perché una mano mi aveva presa per la spalla e mi stava scuotendo con forza.
-         Esme? Esme, svegliati!
E chi poteva essere, con la mia fortuna, a cogliermi in quel bel momento? Ma Shadow, ovvio!
Il riccio nero era inginocchiato al mio fianco, con un’espressione preoccupata, per quel che potevo vederne. Doveva essersi fatto buio.
-         Cos…..Shadow? Da quanto sei qui? – Mugugnai tirandomi su e strofinandomi gli occhi.
Un sorriso gli si disegnò sul muso. – Da un po’. Sei carina quando dormi.
Mi sentii arrossire (qual novità!), ma cercai di mantenere un contegno, ringraziando il buio che mi copriva almeno in parte. – E allora perché mi hai svegliata? – Replicai alzandomi in piedi e stirandomi. Anche lui si alzò, senza distogliere lo sguardo da me.
-         Parlavi nel sonno…Sembrava stessi facendo un incubo.  –Corrugò la fronte. – Parlavi di Eragon…e di un bacio. C’è qualcosa che non so? – Oh, grazie al cielo ero già rossa abbastanza.
-         No, no….Un Bacio Perugina, sai..i cioccolatini.
-         Mmmh…d’accordo. – Raccolse da terra una sacca che non avevo notato. – Ho portato qualcosa da mangiare. Hai fame?
-         Da morire. – Era vero. Me ne rendevo conto solo ora. Ma, sapete com’è…avevo altro a cui pensare.
-         Perfetto.
Uscimmo e ci sedemmo davanti all’entrata della tenda. Era calata la notte per davvero, e il terreno  intorno a noi era illuminato solo dai primi fuochi. Non c’era un’atmosfera allegra, non quella sera, ma io ero felice. Avevo il MIO riccio accanto a me. Mi sentivo in grado di combattere contro un intero esercito da sola.
Shadow estrasse dalla sacca un involto, che si rivelò contenere carne secca, pane e una borraccia. – Idromele dei nani – rispose notando il mio sguardo interrogativo. – Mai assaggiato? Non è male.
Svitai il tappo e annusai il liquidi. L’odore era buono, appena appena speziato. Quando lo assaggiai potei confermare che buono lo era davvero.
Presi una pagnotta e la addentai (sì, avevo decisamente FAME). Il riccio mi osservò mangiare come un maiale a digiuno da un mese con un leggero sorriso, poi si voltò a fissare il nulla davanti a sé con un sospiro. – C’è silenzio, stasera…Hai notato?
-         Già. – Effettivamente non risuonavano canti, ma non si sentiva nemmeno l’eco di una parola portata dal vento. Come ho detto prima, non c’era un’atmosfera allegra. Il lutto decisamente si sentiva.
-         Non è stata una bella giornata…No, per niente.  –Shadow prese la borraccia e ne trasse un lungo sorso. – Pensavo di conoscere gli aspetti peggiori di tutta questa storia, ma forse mi sbagliavo. – Si voltò verso di me con un’espressione di scusa, forse non voleva farmi sentire come una sua valvola di sfogo. Ma capii che aveva bisogno di parlare, così gli feci un cenno di incoraggiamento, e lui continuò.
-         Siamo nel caos più totale. Organizzare delle truppe in questa situazione è quasi impossibile, ma è necessario. Solo che guardare in faccia i tuoi uomini e urlare loro degli ordini, da eseguire subito senza spazio per il cordoglio, quando sai che potrebbero aver perso un amico, un compagno…o un parente…Ti fa sentire un verme. -  Si passò una mano sugli occhi. – Sì, un verme. Ogni volta che sono costretto a farlo, mi sento senza cuore.
-         Non devi. – Con un gesto che sorprese anche me, gli presi la mano libera. – Tu non sei così, tu sai cosa stanno provando. Ma devi eseguire anche tu degli ordini. – Sorrisi. – Non stai facendo niente di sbagliato.
-         Forse hai ragione. – Mi fissò sorridendo a sua volta. – Mi hanno detto che anche tu sei un generale, ora. Congratulazioni. Una bella manciata di gatte da pelare anche a te.
-         Tu sì che sai tirarmi su di morale.
-         E’ sempre un piacere.
Scoppiammo a ridere entrambi, dopodiché, con un peso in meno, continuammo a parlare di argomenti più leggeri, dividendoci la carne e passandoci la borraccia. Si vedeva che gli aveva fatto bene parlare. E a me faceva SEMPRE piacere ascoltarlo, quindi…
Non molto dopo, ero ubriaca. Di felicità, di amore, di…di idromele…Non mi era mai successo prima, ma d’altronde non ero mai stata in compagnia di un ragazzo che mi piaceva bevendo l’equivalente di un super alcolico. Però ora lo stavo facendo, ed ero euforica. Nello stato in cui ero, avrei potuto dire qualsiasi cosa. Fortunatamente fu soprattutto Shadow a parlare (reggeva l’alcol molto meglio di me, a quanto pareva), io mi limitavo a contemplarlo senza quasi capire cosa mi stesse dicendo.
Non ho idea  di quanto tempo fosse passato da quando il riccio mi aveva svegliata, ma ad un certo punto lui si fece serio, e disse: - Che stupido. Ero venuto qui per parlarti seriamente, e ora….sono perso in chiacchiere inutili.
-         E’ tutto a posto – farfugliai.
-         No, non lo è. Esme… - Si alzò e mi prese il volto tra le mani. – Dopo la battaglia, questa mattina, ho capito un sacco di cose. Per esempio, che potremmo morire da un momento all’altro. E non voglio che succeda, perché….Perché è come se avessi lasciato qualcosa in sospeso. Qualcosa di non finito.
Sapevo a cosa alludeva. Okay, ero ubriaca, ma anche dietro i fumi dell’alcol riuscivo a capire che stava parlando del nostro quasi-bacio. Era come se il cuore mi fosse salito in gola, e battesse tanto forte da impedirmi di parlare. Grazie al cielo, ce la feci.
-         E….c-c’è qualcosa che ti farebbe sentire meglio? – Si aprì in un sorriso sardonico, eppure, per me, dolcissimo.
-         Per esempio, terminare ciò che avevo cominciato. – E si avvicinò al mio viso, pronto a baciarmi. Ma non ce la fece.
Perché prima lo baciai io.

......Coro  di FINALMENTE? =D okay, okay,  non esageriamo.....diciamo che per "terminare ciò che avevano cominciato" , per usare le parole del nostro Shadow, ci hanno messo un po'. u.u
In ogni caso, a voi il capitolo...spero vi sia piaciuto. Kalispera!
Ro =)
P.S. Non so precisamente se l'idromele faccia ubriacare così tanto, ma se ho esagerato chiedo venia @_@  dopotutto ho finito il capitolo ripassando contemporaneamente greco, è già tanto che abbia un senso XD
  
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