Nonostante fosse pomeriggio
inoltrato, quell'enorme
scuola, quella con più alunni in tutto il Makai, era piena
di persone. Solo che
non avevano l'età che hanno di solito gli studenti; avevano
almeno il doppio o
il triplo degli anni. Sul portone d'ingresso era appeso un cartello con
su
scritto: "Oggi pagelle"
I genitori non si portavano mai dietro i figli, tranne se
era l'insegnante in persona a chiederlo e questo era molto raro. Una
mamodo di
mezza età camminava rapida per i corridoi. I capelli verde
chiaro erano
raccolti in una coda alta, gli occhi erano viola, identici a quelli del
figlio.
Indossava un lungo vestito azzurro chiaro, molto semplice.
Si fermò di fronte ad una delle tante porte che si
affacciavano sul corridoio, sbirciando all'interno dell'aula. Il
professore di
letteratura stava finendo di parlare con un'altra coppia di genitori.
Lei
sospirò, sperando di non dover attendere molto. Non le
piaceva stare troppo
lontana da casa, soprattutto per andare a vedere le pagelle; sapeva
già che
parole le avrebbe detto il professore. "Almeno
non c'è nessuno davanti a me,
sono la prossima." Pensò, cercando di vedere il lato
positivo della cosa.
Ma si accorse di un'altra mamodo, che sembrava avere più
o meno la sua età, che camminava verso di lei.
"Probabilmente il figlio o
la figlia avrà lo stesso professore del mio." La sua ipotesi
fu confermata
quando l'altra madre diede uno sguardo al professore di letteratura
all'interno
dell'aula, prima di fermarsi accanto a lei. Aveva i capelli azzurri,
molto
corti, mentre gli occhi erano di un blu scuro.
Rimasero l'una vicino all'altra per una manciata di
secondi, in silenzio, prima che la mamodo con i capelli azzurri
porgesse la
mano all'altra, presentandosi: < Anthea Haynes, piacere >
Le sorrise
gentile, così come era gentile il suo tono.
< Akilah Yejide, il piacere è mio! > rispose
la mamodo
dai capelli verdi, stringendo la mano ad Anthea.
Appena finite le presentazioni, le due videro la coppia
di prima uscire dall'aula, chiacchierando a bassa voce. Subito dopo,
sentirono
la voce del professore: < Signora Yejide, prego! Entri pure!
>
Akilah salutò cortesemente Anthea, prima di entrare nella
classe. Lo sguardo rassegnato del professore le fece rapidamente
perdere quel
briciolo di ottimismo che era riuscita a recuperare pochi minuti prima.
Si
sedette sulla sedia davanti alla cattedra, mentre il demone frugava tra
le
varie pagelle. Non ci mise poco, ma alla fine trovò quella
che cercava, quella
con su scritto "Wonrei Yejide". Senza una parola, la allungò
alla
mamodo di fronte a lui. Lei la aprì e non rimase affatto
stupita dai voti:
tutti sei, solo in comportamento sette, voto che sembrava quasi
stonare. Akilah
sospirò, abbassando la pagella.
< Nella media > l'anticipò di poco il
professore.
Lei si limitò ad annuire, sconsolata: < Come al
solito. Non so davvero cosa
fare con lui. >
L'insegnante rimase a lungo in silenzio, prima di
parlare: < Mi fa rabbia il fatto che potrebbe fare grandi cose.
Eppure
preferisce restarsene lì, a fissare il vuoto. Non parla mai,
e questo potrebbe
fargli anche prendere un buon voto in condotta, se non fosse che... a
volte è
tanto distratto da non rispondere alle domande dei professori. A volte
mi
chiedo cosa pensi. >
< Temo non pensi a niente, professor Shihab>
La sua camera aveva le pareti lilla, piene di quadri. Le
piaceva dipingere, ma nell'ultimo periodo era raro che trovasse
qualcosa che la
ispirasse veramente. "Di certo il libro di storia non mi
aiuterà a trovare
l'ispirazione" pensò, sempre più annoiata. Sua
mamma aveva deciso di
andare lo stesso a scuola, anche se la pagella di Thilai non ci sarebbe
stata.
Diceva che voleva "conoscere i professori". Questo la mamodo non
riusciva a capirlo. Era lei che ci avrebbe dovuto passare quattro mesi,
non
certo la madre!
Non è che ci fossero chissà quante cose nella sua
stanza,
ma il disordine era costante. I suoi genitori ci provavano pure a
convincerla a
mettere in ordine, ma quel fantomatico ordine non durava mai
più di cinque
minuti.
La scrivania era piena di libri di ogni tipo, scolastici
e non, quelli per cui non c'era spazio erano ammucchiati sul letto.
Aveva una
libreria accanto alla finestra, vero, ma era quasi sempre vuota. Che
senso
aveva metterceli se poi li avrebbe tolti? La madre non aveva
più il coraggio di
aprire l'armadio della figlia, dopo aver visto la confusione che vi
regnava.
< Tesoro! Sono a casa! > urlò Anthea alla
figlia,
mentre chiudeva la porta ed entrava nell'ingresso.
La sua non era una camera troppo grande, ma nemmeno
esageratamente piccola. Le pareti erano bianche, mentre il pavimento
era in
legno. A sinistra della porta c'era un letto ad una piazza, a destra
una
finestra. Accanto alla finestra, una piccola scrivania, su cui erano
poggiati
alcuni libri scolastici. Di fronte alla porta, un piccolo armadio e una
libreria, altrettanto piccola. Wonrei aveva sempre pensato fosse una
camera
nella media.
Il mamodo ripensava alla conversazione avuta qualche ora
prima con la madre. Non era del tutto sicuro che la si potesse definire
"conversazione", visto e considerato che aveva parlato solo lei. Le
prime volte che avevano parlato dell'argomento "voti e carriera
scolastica" lui aveva anche provato a risponderle, ma lei si
arrabbiava.
Così aveva iniziato a prendersi i rimproveri in silenzio, ma
lei si arrabbiava
lo stesso. Alle si era arreso: si limitava a stare lì,
seduto, con lo sguardo
basso senza nemmeno provare a fingere di ascoltare. Tanto era sempre la
stessa
storia, da anni ormai.
Wonrei, perché non
ci provi almeno? Perché non ti impegni almeno un minimo? Che
ti costa?
Wonrei, non
concluderai mai nulla nella vita se continui così!
Tra le due case c'era un albero secolare e uno dei rami
più robusti era come se "collegasse" le due case. Sarebbe
stato
facile passare da una camera all'altra.
Nella sua classe gli alunni erano dispari, così uno
doveva stare solo in banco. Quando quest'uno era diventato lui, non gli
aveva
dato per niente fastidio. Non poteva negare che gli aveva fatto uno
strano
effetto quando la mamodo si era seduta vicino a lui. La conosceva a
malapena da
una giornata, ma gli sembrava una di quelle persone che faticano a
stare zitte,
che vogliono in tutti i modi fare conversazione. Che cosa avevano
contro il
silenzio? Tutto sommato, però, forse non era tanto male.
In quel momento, la candela finì e la camera si fece
buia. Wonrei sospirò, prima di girarsi dall'altra parte e
chiudere gli occhi.
IL MIO ANGOLETTO
Ciao a tutti ^^!
Eccomi qui con il secondo capitolo! Avevo previsto di metterci anche meno tempo, visto che praticamente ce l'avevo già scritto in testa, ma è comunque un aggiornamento ultra-rapido per i miei soliti standard XD!
Mentre nell'altro capitolo diciamo che la protagonista è stata Thilai, qui ho pensato di dare un po' di attenzione a Wonrei :P. In principio il protagonista doveva essere lui e solo lui, poi però lei si è imposta crudelmente ç_ç. Quindi vedrò di renderli co-protagonisti!
In questo capitolo ho cercato di introdurre ancora un po' l'idea dell'essere "nella media" del mamodo, mentre ho provato anche a far risaltare le differenze tra i due. Non so voi, ma io sono dell'idea che le camere ci raccontino molto più di quanto pensiamo sulle persone :P
Deliri a parte, volevo dirvi una piccola cosa sui nomi: non sono inventati (l'infulenza aiuta l'ispirazione -?-, ma per i nomi mi azzera la fantasia ç.ç), ma hanno dei significati simpatici:
Akilah significa "intelligente" e deriva dall'arabo, mentre Yejide (che ho deciso di usare come cognome di Wonrei u.u) sognifica "assomiglia a sua madre" ed era usato nella tribù degli Yoruba. Questo l'ho scelto per il significato, nei prossimi capitoli vedrò di far capire la somiglianza tra madre e figlio ;).
Anthea significa "fiore" ed è greco, mentre Haynes è inglese e significa "biancospino". Infine Shihab significa "stella cometa", ma da che lingua deriva non lo so.
Come al solito, l'angoletto è troppo lungo, quindi la chiudo qua, ringraziando tutti coloro che hanno letto fino a qui :D
Alla prossima ^^
Kaika
Ps. so che probabilmente (anzi, sicuramente) non vi interessa, ma finalmente sono riuscita ad andare avanti con il manga **! Erano una settimana che ero ferma a quel maledetto capitolo 220, oggi sono riuscita ad andare avanti, yeeee! Ed è inutile dire che alla seconda pagina già singhiozzavo come una cretina ç_ç