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Autore: Ams_    05/03/2013    1 recensioni
They're young..
They're in love...
But he kills people.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggenda
La parola leggenda indica qualsiasi racconto che presenti elementi reali ma trasformati dalla fantasia
Le Leggende Metropolitane
 o Leggende urbane poi,sono quelle storie insolite e curiose raccontate dalla gente, che acquistano credibilità passando di bocca in bocca.
Queste leggende moderne,dimostrano che l'uomo d'oggi lavora con la fantasia su aspetti della realtà che lo circonda, che gli fa inventare e raccontare fatti spacciati per veri e creduti tali.

Segreto
Il Segreto è un'informazione
 che non deve essere rivelata,che viene nascosta e protetta anche a costo della vita



 

 


                                                                                          The Worst Part of Romeo and Juliet      
                                                                         Chapter Four: Legend and Secret

Liam   


 
“Si e ne hanno trovato i resti detto al frigorifero!”
 
Vidi le labbra di Amanda scomparsi in un ghigno di ribrezzo,mentre le sue mani si stringevano attorno al braccio di Niall al suo fianco..
 
“..bhe diciamo che ne hanno trovato solo la testa..”
 
Sussurrai,abbassando la testa verso le mie scarpe.
Ero stato quasi sul punto di crollare quando,quella mattina uscendo di casa avevo trovato una squadra di esperti intenti ad indagare su qualcosa che all'inizio non mi era passato nemmeno per la testa.
Poi ricordai quel sacco nero,trasportato da un uomo giovane,la faccia tanto scioccata quanto la mia,immagina,quando mi accorsi delle gocce di sangue che si posavano a terra,macchiando la strada.
Avevo saputo cosa contenesse effettivamente solo diverse ore dopo,quando mio padre mi aveva chiamato chiedendomi se stessi bene,per poi raccontarmi di quanto si era preoccupato quando al telegiornale era stata trasmessa la notizia.
 
“Ma chi-chi ne avrebbe il coraggio?”
 
Alzai la testa posando gli occhi su Amanda,rannicchiata sul divano di casa sua,terrorizzata da ciò che le avevo appena detto.
 
“Ci sono tante persone follemente malate..”
 
Esclamò Louis,seduto sul bracciolo della poltrona.
Avevo chiamato tutti gli amici,quando Avevo saputo di quell'omicidio, sperando che avessero potuto darmi la forza che in quel momento non avevo per tornare a casa..
 
“Ho paura”
 
Sussurrai,più a me stesso che agli altri..
 
“Non devi..la paura rende deboli..”
 
Tremai,pensando nuovamente a quel sacco,completamente nero,ma mi voltai a guardare Harry in piedi poco dietro di me,i suoi occhi non sembravano trasudare paura,ne un briciolo di debolezza.
Era sempre stato il ragazzo più forte che avessi mai conosciuto,insieme a ..
I miei occhi tornarono a guardarmi i piedi,terrorizzato dai pensieri che mi stavano tormentando la mente,sentivo i boxer farsi stretti mentre il mio corpo pensava..
 
“E quella leggenda?”
 
Sibilò Niall,gli occhi bassi,la mano stretta attorno a quella di Amanda..
 
“Ma smettila...cosa non ti è chiaro della parole leggenda?”
 
Sentivo la voce di Louis ruvida,spigolosa,quasi straniera e nemica.
Perchè si comportava in quel modo?
 
“Quale leggenda?”
 
Domandò Harry avvicinandosi al divano sul quale Niall restava seduto,stretto ad Amanda
 
“Oh..ehm..”
 
Niall prese a balbettare..
Sapevo che la sua insicurezza usciva fuori nell'attimo esatto in cui qualcuno dubitava di lui e Louis lo faceva..
Louis dubitava sempre delle capacità del biondo.
Era una stronzo,ecco cos'era ma gli ero affezionato e non potevo fare altro che fingere di ascoltarlo,per poi correre da Niall e consolarlo,ma in quel preciso istante,quando le parole di Harry avevano iniziato a fluttuare nell'aria avevo sentito che lui ci credeva.
Harry credeva in Niall,come nessuno mai aveva fatto prima.
Sorrisi appena,intromettendomi nella conversazione..
Sapevo alla perfezione quella leggenda,ci avevo creduto e ci credevo tutt'ora,perchè era estremamente difficile toglierai dalla mente il terrore che ogni notte mi provocava..
Avevo paura di quella leggenda..
Ne avevo paura perchè sapevo quanto fosse vera.
 


Harry    

“Che cosa cretina!”
 
Esclamai,rivolto al telefono appoggiato al mio orecchio.
 
“E quindi ci credono?”
 
Annuii,sorridendo a Zayn dall'altro capo del telefono.
Sorridevo dal momento esatto in cui avevo lasciato la casa di Amanda.
Sorridevo da quando Liam aveva raccontato quella leggenda che, l'avevo visto in ogni fibra del suo corpo,lo terrorizzava.
 
"Si"
 
Borbottai,ripensando alla faccia di Louis,il ghigno di incredulità.
 
“Eccetto Tomlinson!”
 
Precisai.
Sorrisi sentendo Zayn grugnire.
Era risaputo che Zayn e Louis non erano mai andati tanto d'accordo,bhe effettivamente nemmeno io lo stimavo,cosa reciproca per entrambi.
 
“Finocchio!”
 
Sussurrò Zayn in un moto personale di disgusto.
Sorrisi di nuovo,ritornando con la mente a qualche ora prima quando un brivido aveva scosso il corpo di Niall,seguito subito da quello di Amanda.
Tutti temevano quella leggenda,anche Louis stesso,nonostante tentasse di nasconderlo.
 
"Dovremmo procurarci quei cappucci!'
 
Esclamò Zayn ridendo.
Era quello che si raccontava.
I cappucci alti e neri nascondevano i volti di quelli che da molto venivano nominati 'gli Assassini' come se al mondo ci fossero solo loro.
Scossi la testa.
Era una stronzata come un nome potesse far apparire terribile tutto ciò che in realtà non era.
Il mio pensiero cadde immancabilmente a tanto tempo prima.
 
Flashback
11 anni prima.


“Papà,papà!!”
 
Correvo da diversi minuti,cercando mio padre in giro per la casa.
Mi ero svegliato nel cuore della notte,la schiena sudata e le immagini di una donna che gridava ancora nella mia testa.
Sognavo mia madre quasi ogni notte,sognavo le sue urla,sognavo il suo sangue e sognavo quelle scarpe.
Ricordavo alla perfezione quel giorno,quando mia madre era stata assassinata.
Era estate,le finestre erano aperte e un tiepido venticello circondava ogni angolo della casa,mentre l'odore dolce di melassa arrivava vivido dalla cucina dove mia madre era intenta a cucinare la mia torta preferita.
Era il mio compleanno e non c'era regalo migliore della torta alla melassa di mia mamma.
I miei cinque anni erano arrivati finalmente!
Mio padre era uscito presto quella mattina,per correre all'aeroporto dove sapevo che,qualche giorno dopo saremmo andati tutti,io la mamma,papà e Gemma mia sorella.
Non avrei dovuto ascoltare mamma e papà il giorno prima,parlottare in cucina a sera tarda e organizzasi per il viaggio che mi avrebbero regalato,ma la curiosità era stata più forte di me e io non ero riuscito ad andarmene,restando nascosto dietro lo stipite della porta.
Non ricordavo bene cosa era stato a farmi distrarre quel giorno,forse il rumore di un piatto che si infrangeva o la voce di un uomo,diversa da quella di mio padre.
Quando ero entrato in cucina tutto quello che avevo visto erano i pezzi di un piatto a terra,il coltello accanto alle mele.
Nulla di strano,non più di tanto..
Mia madre era fuori,in veranda,riuscivo a vederne il profilo.
Parlava,quasi gridava animatamente contro qualcuno che però non riuscivo a vedere.
Poi una grossa mano colpii la guancia di mia madre,facendo le grate la testa.
I suoi occhi verdi inchiodarono i miei,terrorizzati.
Rimase a fissarmi per diversi minuti,minuti in cui vidi la disperazione,la paura e il terrore.
Allora mi nascosi.
Non ero forte abbastanza per tentare di difenderla così feci la cosa più naturale,la cosa che mi riusciva meglio.
Mi nascosi sotto al tavolo.
Chiusi gli occhi,speronando che tutto potesse finire,ma mai immaginai come finii davvero.
Vidi due paia di piedi rientrare in cucina,le scarpe di mia madre quasi non toccavano terra,erano sollevate da terra.
Quando l'uomo la lascio andare lei cadde a terra.
Il suo viso era solcato da alcuni rivoli di sangue,i suoi capelli scuri erano disordinati,il suo abito azzurro sporco,ma nonostante tutto vidi il suo dito spostarsi sulle sue labbra,chiedendomi di tacere.
Non ebbi il tempo di annuire,di farle capire che avevo capito che già una lama era scesa sul suo ventre,rubando dai suoi occhi quella linfa vitale.
Gli scarponi grossi dell'uomo la oltrepassarono,lasciando tracce di terra sul pavimento ambrato,lasciando la casa.
Ero rimasto seduto,sul pavimento freddo.
Non mi ero mosso quando le lacrime avevano iniziato a solcarmi il viso,non mi ero alzato quando i singhiozzi  mi avevano scosso,ero rimasto immobile,gli occhi fissi in quelli di mia madre,vuoti.
Il terrore era parte di me,l'orrore sempre presente nella mia testa.
Tutto il dolore di quel momento era sempre stato parte della mia vita.
Continuai a camminare cercando mio padre in cucina.
 
“Papá!!”
 
Sentivo l lacrime spingere sugli occhi,ma non potevo piangere papà mi aveva detto di non farlo mai più per nessuno.
Avrei potuto essere debole e i deboli venivano sempre sconfitti,diceva mio padre.
Un rumore di voci sussurrate mi fece aprire quella porta di cui avevo sempre avuto paura.
Il buio oscurò la mia visuale,mentre mi facevo coraggio e scendevo,passi dopo passo la scala di legno che portava in cantina.
Il rumore delle voci aumentò di intensità,a mano che gli scalini da fare diminuivano.
 
“Sei un figlio di puttana!”
 
Mi meravigliai di quelle parole,ma continuai a scendere facendo attenzione a non fare rumore.
Quando i miei occhi iniziarono ad abituarsi all'oscurità,la mia visuale venne catturata da delle figure.
Tre erano in piedi davanti ad una inginocchiata.
Una benda gli copriva gli occhi e un secondo pezzo di stoffa era legato attorno alla sua bocca.
Rimasi paralizzato quando vidi mio padre prendergli i capelli con le mani,facendogli sollevare la testa verso l'alto.
Vidi Nick,il miglior amico di mio padre e Jason al suo fianco.
Conoscevo quegli uomini come amici,amici che facevano visita a mio padre davvero spesso,forse un po' troppo.
 
“Un reietto..”
 
Sibilò,lasciando che la testa dell'uomo tornasse a penzolare sul suo collo.
Non avevo la minima idea di cosa stesse succedendo,ma me ne resi conto quando la mano sinistra di mio padre si alzò,puntando la pistola contro la testa di quell'uomo e ancor più capii cosa stava succedendo quando uno sparo appena udibile si librò nell'aria,mentre il corpo cadeva a terra,macchiando il pavimento di sangue.
Un gridolino uscii dalle mie labbra,quando gli occhi di mio padre si puntarono nei miei.
Occhi di terrore.
Tremai quando le mani di mio padre si strinsero attorno alle mie braccia.
Non stringeva,non mi faceva male.
 
“Harry..”
 
Aveva sussurrato,la sua voce appariva calma e serena.
La sua mano mi sollevò il mento,portando i miei occhi verdi dentro ai suoi castani.
Erano occhi buoni,quelli che avevo sempre visto.
 
“L'ho fatto per la mamma..”
 
Esclamò,abbracciandomi forte,il suo petto a contatto con il mio.
 
“L'ho fatto per la mamma.”
 
Sussurrò di nuovo,lasciando il mio corpo per tornare dai suoi amici.
Salii le scale di nuovo,volevo tornare in camera,cercare di dormire ma sapevo che non sarebbe stata mia madre ad apparirmi in sogno se avessi chiuso gli occhi..
 l'avrebbe fatto mio padre.
 
Fine flashback

 
Parcheggiai l'auto a qualche isolato di distanza dalla casa.
Lo facevo sempre,ogni giorno.
Nessuno doveva sapere chi andavo a trovare o dove si trovasse,nemmeno Zayn ne era a conoscenza.
Chiusi l'auto dietro di me,stringendomi nel giubbotto di pelle,incamminandomi.
Era senz'altro stata la prima volta che mio padre aveva ucciso qualcuno,era stato orribile,terrificante per un bambino di soli 7 anni,eppure non era stata l'ultima.
Avevo visto mio padre uccidere tante altre persone dopo,molte volte assistevo.
Mio padre mi costringeva a farlo,dovevo guardare imparare..
Dovevo imparare per poter poi prendere il suo posto..
Era morto cinque anni prima,assassinato da qualcuno che ora marciva in prigione.
Era morto senza salutami,senza avere la possibilità di affinare le mie conoscenze,così me l'ero dovuta cavare da solo.
Avevo incontrato Zayn,e poi Scott e tutti gli altri.
Gli avevo addestrati,gli avevo insegnato parte di quello che sapevo,che mio padre mi aveva tramandato.
Uccidevo...
Uccidevo per mia madre.
 
"'Chi è?"
 
Appoggiai le labbra al legno rosso della porta sussurrando.
 
“Harry”
 
Mi osservai attorno accettandomi che non ci fosse nessuno nei paraggi poi,quando la porta ai fu socchiusa entrai,richiudendomela alle spalle..
Mio padre era morto,mia madre prima di lui e ora,l'unico ero io..
L'unico che potesse prendersi cura di Gemma,dannatamente disturbata.
 
“Ciao fratellone.”





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Bounjour,Bonsoir
Buenas Dia,Buenas Noche
GoodMorning,Good evening...

si,okay ora la smetto.
allora cosa ne pensate della storia?! con questo capitolo dovrebeb essersi aperto un momento il mondo di Hazza..
Il suo orribile mondo per certi versi..
Vi fa paura?! a me un po'...
mmm,che cagate sto dicento!! ooooh,fermatemi...
spero di leggere tante recensioni,un bacio

Ams.
   
 
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