Aveva sostenuto sprezzante gli occhi del rivale, senza proferire parola, quasi una come una sfida silenziosa. Sapeva che in campo, in allenamento, se lo sarebbe trovato nuovamente di fronte e non vedeva l'ora di osservare quel ghigno trasformarsi in una smorfia di stizza. Per lui era una sordida soddisfazione dargli scacco, provava sadico piacere nello sfidarlo ed ancor più godimento nel vederlo infuriarsi dopo la sconfitta.