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Autore: Milla86    06/03/2013    3 recensioni
Si può combattere contro il destino?
Il tempo gioca contro di loro, rimangono solo pochi mesi ma niente della loro relazione avrà del futile e veniale.
Si limiteranno semplicemente a vivere a pieno il tempo che rimane.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il grande orologio appeso alla parete bianca segna le 15:30 del pomeriggio ed io me ne sto da circa mezz'ora seduta su questa piccola sedia ad aspettare il mio turno, l'odore forte di disinfettante e medicinale inizia a darmi il voltastomaco. Ho rimandato questo momento per troppo tempo ed è decisamente arrivata l'ora di sapere quello che mi aspetta. Questa mattina quando mi sono svegliata ho trovato Lauren in cucina intenta a preparare la colazione, ci siamo guardate e abbiamo entrambe abbozzato un lieve sorriso, aveva delle grandi borse sotto gli occhi segno di una notte insonne, proprio come la mia. L'appuntamento di questo pomeriggio dal medico lo stavamo aspettando con ansia, ed ora eccomi qui, il tempo di stare ad aspettare è finito … Finalmente la porta dello studio del mio dottore si apre, un omino piccolo piccolo esce e mi sorride dolcemente. << Signorina Moore. Prego, si accomodi. >> si sposta e mi lascia entrare. La stanza ha tre grandi finestre su ogni lato ed è completamente illuminata dal sole, mi fa stare bene tutta questa luce. Mi siedo sulla poltrona nera mentre il Dottor Flynn si accomoda proprio di fronte a me, ha in mano un sacco di fogli bianchi che continua a rileggere a bassa voce. Mi sudano le mani. << Come si sente in questi giorni, signorina Moore? >> mi guarda dietro ai suoi occhiali spessi. " Domanda stupida Dottore. " << Non molto bene, ultimamente ho sempre dolore al bacino e nella parte inferiore dell'addome. >> << Capisco. Ho tra le mani gli ultimi risultati degli esami fatti. >> Passa qualche secondo prima che continui a parlare ma mi sembra un eternità. Chiudo gli occhi. << Il tumore è maligno Charlotte, mi dispiace tanto. >> Ed eccole lì, le tanto attese parole che non avrei mai voluto sentire, nei giorni precedenti non ho fatto altro che immaginare questa conversazione ma non avevo la minima idea che facesse così male sentirlo dire per davvero. << Charlotte… >> Apro gli occhi e gli sorrido. << E adesso che cosa si fa, Dottor Flynn? >> << Prima di tutto, avrai bisogno di un'operazione chirurgica che permetterà di asportare il tumore e anche le parti degli organi toccati dalle metastasi. Se il tumore è troppo sviluppato, sia le ovaie che l'utero verranno rimossi. >> << Quando possiamo fare questa operazione? >> mi avvicino con la sedia alla sua scrivania in attesa di una risposta positiva che però non arriva. << Dottor Flynn, allora? >> . << Charlotte la malattia ha raggiunto uno stadio avanzato ed è, quindi, ormai difficile da curare. >> quei suoi piccoli occhi neri continuano a fissarmi. Scoppio a ridere in una di quelle risate isteriche che non riesci a controllare, quelle che arrivano inaspettate, sempre al momento sbagliato. << Sta dicendo che morirò? >> << Mi dispiace tanto, ma ti rimangono solo sei mesi di vita. >> toglie gli occhiali e si strofina gli occhi con entrambe le mani, sembra davvero dispiaciuto. << Ho solo 26 anni, Dottor Flynn. >> << Lo so… >>. • Raggiungo il più velocemente possibile la macchina nel parcheggio sotterraneo dell'ospedale, salgo e accendo il motore, non so il perché ma mi ritrovo a pensare al primo giorno che Lauren ed io ci siamo conosciute. Primo giorno di scuola elementare, mi ero ritrovata tutta sola seduta all'ultimo banco mentre tutti gli altri bambini avevano preso posto, solo quello vicino al mio era rimasto vuoto e fu lì che la vidi entrare in classe per la prima volta, una bimba un po ciocciotella con lunghi capelli biondi tirati su da un grosso fiocco rosso e grandi occhi verdi che mi guardavano divertita e sospettosa, da quel momento non ci siamo più separate. Non voglio tornare a casa da lei, mi farebbe troppo male raccontarle tutto, come potrei mai dire alla mia migliore amica che sto morendo a causa di un tumore maligno all'utero. Il cellulare squilla dentro la mia borsa, l'afferro e cerco disperatamente di trattenere le lacrime. << Pronto? >> << Tesoro, sono io. Come stai? Sono giorni che non ti fai sentire. >> Cazzo, mia madre. Era meglio guardare il nome sul display prima di rispondere, non c'è la faccio proprio a parlare con lei in questo momento. << Mamma ciao, tutto bene ma adesso non posso proprio parlare scusa. >> << Charlie? Pronto? Ci sei? Ma hai riattaccato? Pronto? Pronto? >> la sento schiacciare qualche tasto e mi scappa da sorridere, non ha ancora imparato ad usare quel maledetto aggeggio, come lo chiama lei. Oh mamma, vorrei tanto confidarmi con te e raccontarti le mie paure ma ti farei solo del male. Riattacco. Pugni stretti sullo sterzo, chiudo gli occhi per qualche secondo, appoggio la testa sul volante e scoppio a piangere. Troppi pensieri negativi mi girano per la testa, rovescio completamente la borsetta sopra al sedile del passeggero alla ricerca dei fazzolettini per asciugare le lacrime, Dio, quanta roba inutile che porta una donna dentro la sua borsa, elastici, assorbenti anche se non servono, gel disinfettante per le mani, fazzoletti di carta e anche di stoffa, porta monete di tutti i tipi e colori e poi eccolo lì, quel fogliettino bianco che risalta sopra ogni cosa, lo prendo e lo apro delicatamente, trattengo il respiro e leggo tutto d'un fiato il numero che c'è scritto sopra. Sorrido e mi ritrovo a pensare a quanto sia stupido sentirsi un po felice dopo la notizia che mi è appena stata data ma poi rigirando quel bigliettino fra le mani prendo una decisione importante. Non combatterò più del necessario la mia malattia, semplicemente mi limiterò a vivere a pieno il tempo che mi rimane. Prendo il cellulare e compongo il numero. Uno squillo, due squilli, tre squilli, quattro squilli… " Charlie, riattacca il telefono. " << Pronto? Chi parla? >> Dio, quella voce… << Ciao, sono Charlie. Charlotte scusa. Disturbo? >> << Tu non disturbi mai. >> Sorrido. << Il fatto che tu ci abbia messo una vita a chiamarmi, mi fa pensare che non eri molto convinta nel farlo? >> la sua voce mi manda completamente in stand-by, sento il suo respiro dall'altra parte della cornetta in attesa di una mia risposta che non arriva. Perché il destino ha deciso di farci incontrare proprio in questo momento? Perchè? << Charlie, ci sei? >> << Si si ci sono e comunque tanto per la cronaca sono un eterna indecisa. >> << Oh io adoro l'eterne indecise. >> ride divertito. << Sono appena rientrato in Hotel, sono stato in studio tutta la mattina a registrare un paio di canzoni. Tu cosa stai facendo? >> lo sento rilassarsi dalla voce. " Oh niente di che, ho appena scoperto che il tumore che mi hanno diagnosticato tre settimane e mezzo fa è maligno. " << Sto tornando a casa dopo il lavoro. >> m'incazzo con me stessa perché non sto facendo altro che mentirgli. << Che ne dici di venire a cena da me stasera ? >> la sua richiesta mi prende alla sprovvista. Non so cosa rispondere. Silenzio. << Charlotte? >> << Non credo che sia una buona idea? Io-io…>> << E' solo una cena, si mangia, si parla…>> << So come funziona una cena, Marshall. >> Scoppia a ridere << Allora sai che non è una tortura. Sai che sarà una cosa piacevole… >> << Potrebbe non esserlo. >> le parole mi escono senza riflettere, cosa che mi capita molto spesso ultimamente. << Che cosa? >> sento la sua voce irrigidirsi. << Una cosa piacevole… >> " Charlie chiudi il becco, stai rovinando tutto. " << Quello che voglio dire è che…non ti conosco…potrebbe non esserlo…cioè…>> << Charlie? >> << Siiii ? >> << Fammi un favore, ok ? Non pensare a me come Eminem ma semplicemente come Marshall, credi di riuscirci? >> << Ci proverò. >> << Allora, ti prego rilassati. >> la sua voce è così profonda e calda. Rilassarmi? fosse semplice. Inspiro profondamente. << Mandami un messaggio più tardi con scritto in quale Hotel alloggi e l'ora in cui vuoi che ci vediamo. >> << Perfetto! Hey Charlie? >> << Mmm? >> << Non vedo l'ora di rivederti. >> << Anch'io. Allora a più tardi Marshall. >> Riattacco. Mi guardo allo specchietto retrovisore e sorrido, che diavolo mi prende? Accendo il motore e porto l'auto fuori dal quel posto angusto, il sole forte e caldo di un pomeriggio di Maggio mi riscalda anima e corpo. Sfreccio tra le strade di New York e l'unico pensiero che mi fa compagnia durante il tragitto e la voce di Marshall al telefono. Purtroppo la vita è così, ci sono cose belle e cose brutte basta solo saperci convivere e sfruttare al massimo ogni opportunità che ci viene offerta. Bip-Bip. Leggo il messaggio. " Baby, non vedo l'ora di passare un po di tempo con te. " E questa è decisamente una cosa per cui vale la pena godersi la poca vita che mi rimane.
  
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