Era il 14 gennaio, al mattino Rebekah e Elena avevano terminato di preparare i lettini, Damon e Stefan erano usciti subito dopo pranzo. Nel primo pomeriggio...
Rebekah: Ele!
Elena: Si? – si girò. – O mio dio!
Rebekah: Già!
Elena: Vado a prendere il borsone.
Rebekah: Ok. Ti aspetto giù.
Elena: Aspettami. Scendiamo insieme.
Rebekah: Ok.
Elena: Eccomi andiamo.
Salirono in macchina e andarono all'ospedale. Appena sistemata nella stanza Elena chiamò Damon.
Damon: Ciao amore.
Elena: Ciao, dove siete?
Damon: Che succede?
Elena: Siamo all'ospedale quindi ovunque siate è meglio che tornate indietro e venite qui.
Elijah: Che succede?
Elena: Era Elijah?
Damon: Si siamo insieme.
Elena: Bene quindi venite il prima possibile. Torno dentro.
Damon: Grazie. Ciao.
Kol: Allora?
Damon: Deve nascere, sono all'ospedale. O mio dio.
Alle 16 arrivarono in ospedale tutti e quattro e si diressero in reparto.
Damon: Rebekah Mikaelson?
Infermiera: Stanza 5, la stanno trasferendo in sala parto.
Stefan: Su forza vai, dagli un bacio da parte mia. – lo abbracciò.
Damon: Si. – così andò nella stanza.
Elena: Eccoti.
Damon: Ciao. Come... Come stai?
Rebekah: Male, molto molto male. Anche se sono un vampiro sto male. Tuo figlio mi sta massacrando.
Damon: Ehi. – si avvicinò e si abbassò baciandole il capo e posando la mano sul ventre. – Pensa che tra poco ci sarà la pulce. Stefan ti dà un bacio.
Rebekah: Si hai ragione. Elijah e Kol sono venuti?
Damon: Eravamo insieme.
Infermiera: Ok. Ti portiamo in sala parto.
Rebekah: Ele?
Elena: Si, sono qui. – le strinse la mano.
Rebekah: Aspettaci.
Damon: Certo. Vi aspetterò ma fate presto.
Rebekah: Ti voglio bene.
Damon: Anche io.
Così la portarono in sala parto e Damon tornò in sala d'attesa.
Elijah andò a casa per avvertire Nick ma non trovandolo gli lasciò un biglietto sul frigo e tornò all'ospedale. Alle 17.15.
Dottoressa: Eccola qui! – e il pianto risuonò nella stanza.
Elena: E' una bambina!
Rebekah: E' femmina! – dissero in preda all'emozione. La dottoressa tagliò il cordone ombelicale e adagiò la piccola sul petto della madre. – Ciao piccola mia. – la baciò.
Elena: Benvenuta pulce. – le accarezzò la manina.
Rebekah: Gli occhi di Damon.
Elena: Già. Glieli ha rubati al suo papà.
Infermiera: Dobbiamo portarla a fare dei controlli poi te la riportiamo nella stanza.
Rebekah: Ok. – appena la prese iniziò a strillare.
Infermiera: Tra poco ritorni dalla tua mamma. Tranquilla.
Dopo 10 minuti trasferiamo Rebekah nella stanza. Appena l'infermiera uscì si alzò.
Elena: Dove vai?
Rebekah: Ho bisogno di una doccia.
Elena: Aspetta ti prendo il cambio... Tieni.
Rebekah: Grazie. Per favore aspetta ad andare a chiamarli.
Elena: Certo. Fai attenzione.
Rebekah: Si.
Dopo una ventina di minuti, dopo essersi lavata, asciugata e rivestita legò i capelli leggermente umidi e rientrò nella stanza trovando Elena che cullava la piccola.
Elena: Scusa è entrata e me l’ha messa in braccio.
Rebekah: Ci mancherebbe, è anche tua.
Elena: Non è vero.
Rebekah: Si invece, è anche tua. Grazie per esserci stata sempre e che ci sarai sempre per lei. Ti voglio bene.
Elena: Anche io.
Infermiera: Perché in piedi?
Rebekah: Ho fatto una doccia.
Infermiera: Ma...
Rebekah: Niente ma. È tutto a posto, torni più tardi. – e la soggiogò.
Infermiera: Torno più tardi. – uscì.
Rebekah: Dorme? – si sdraiò.
Elena: Si. – si alzò e avvicinò al letto. – Tienila.
Rebekah: Grazie. Ciao amore mio, pensavo che fossi un maschietto e invece sei la nostra meravigliosa bambolina.
Elena: Si è magnifica. Vado a chiamarli.
Rebekah: Si grazie.
Damon: Ciao!
Elena: Ciao papà! Siete pronti? – sorrise.
Kol: Certo. Voglio vedere mio nipote.
Damon e Stefan: Stanno bene?
Elena: Si coraggio andiamo. – prese sotto braccetto Damon.
Rebekah: Ciao! – Damon notò la copertina rosa.
Damon: E’ una femmina?
Elena: Si. – si avvicinò.
Rebekah: Guarda un po’ papà?
Damon: E’ bellissima! – baciò il capo della neo mamma. – Ti somiglia. – Stefan si mise di fronte al fratello.
Stefan: Assomiglia a te. Ciao bellissima, anzi bellissime. – baciò Rebekah.
Rebekah: Prendila.
Damon: No no.
Rebekah: Si invece. Prendi la bambina. Prendi tua figlia.
Damon: Ok.
Rebekah: Tienile bene la testa.
Damon: Certo. Ma ciao pulce. – Stefan si sedette di fianco a Rebekah mentre Elijah e Kol senza parole guardavano la nipote.
Rebekah: Non mi dite niente?
Elijah: Cosa si può dire davanti a tanta perfezione? – abbracciò la sorella. – Grazie per avermi reso lo zio più felice al mondo.
Kol: No, sono io il più felice. Mi dispiace che somiglia così tanto a te amico.
Damon: Non è vero.
Elijah: Si invece.
Damon: No.
Elena, Stefan, Rebekah: Si!
Damon: Va bene mi arrendo. – si avvicinò al fratello. – Tienila.
Stefan: Grazie.
Kol: Sorellina. – l’abbracciò. – Il nome?
Elijah: Si è vero, come si chiama la mia nipotina?
Rebekah: Si. Damon hai ancora intenzione di riconoscerla?
Damon: Perché non dovrei?
Rebekah: E’ una femmina.
Damon: Guarda che eri tu, tutte e due eravate convinte che fosse un maschio, leggendo i vostri cari libri.
Kol: Posso prenderla?
Stefan: Tieni.
Kol: Grazie. Ciao bella dello zio! Quindi?
Rebekah: Si, avevo pensato a nomi che stavano bene sia con Salvatore che con Mikaelson, quindi abbiamo deciso… – guardò Elena.
Elena: Di chiamarla Elise, se vi piace.
Damon e Stefan: Elise? – si guardarono con gli occhi lucidi.
Rebekah: Non vi piace?
Stefan: No, no. Anzi.
Damon: E’… Era il nome di nostra madre.
Rebekah: Non… Non sapevamo.
Elena: Non mi avete mai detto niente.
Rebekah: Scusate.
Damon: Mi piace. Elise Salvatore.
Stefan: Si suona bene. – le ragazze sorrisero.
Elijah: Allora benvenuta Elise. Vai dalla tua bellissima mamma.
Rebekah: Grazie Elijah.
Elijah: Come ti senti?
Rebekah: Per essere un vampiro, resistente a tutto, malissimo. Sono distrutta, non morderò mai più una donna.
Stefan: L’importante è che stai bene.
Rebekah: No, l’importante è che lei stia bene.