Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: Johnee    07/03/2013    7 recensioni
“Perché hai solo bisogno di sapere che il senso di vuoto se ne andrà in un momento.”
Una ricerca minuziosa, nata da una semplice supposizione.
Shepard dovrà affrontare un conflitto interiore che la porterà a dubitare della sua stessa natura e, assieme ai suoi compagni, sarà protagonista un'indagine delicata ed estenuante per trovare un senso alla sua esistenza.
#Tra ME:2 e ME:3 #Shakarian #Progetto Lazarus
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lenore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3. Rain Theatre

 

 

 

"Attorno a me l'aria è completamente nera,
forse sono dietro le quinte di un teatro durante l'intervallo.
Sento dei tonfi soffocati,
forse i macchinisti stanno cambiando le scene.”
(Evey, “V for Vendetta-Vicissitudini”, A. Moore-D. Lloyd)

[x ]

 

 

 

 

Tecnologia dei Razziatori.

Shepard uscì bruscamente da un locale della periferia di Nos Astra, mentre la pioggia cadeva sonora dal cielo. Strinse i pugni nelle tasche, con occhi sgranati e il rumore sordo e cadenzato degli anfibi che calpestavano le larghe pozzanghere. Si sa, quando si cammina senza pensieri si tende a sentire principalmente il rumore dei propri passi.
Pochi minuti prima, la sua tazza di caffè era franata sul tavolo rovinosamente. Miranda si era voltata verso un cameriere con fare sbrigativo, intimandogli di pulire alla svelta per poter terminare il discorso... ma Shepard aveva sentito fin troppo e, sotto lo sguardo attonito di Garrus, aveva afferrato il soprabito, abbandonando il bar.
Spiegazioni razionali da Miranda Lawson, cercava Shepard, e spiegazioni razionali ebbe.
Lenore Shepard aveva finalmente scoperto di essere tornata in vita grazie alla tecnologia dei Razziatori.
Un segnale che si era insinuato nel suo cervello, aveva recuperato i tasselli della sua precedente esistenza e permesso al suo corpo di collegarsi di conseguenza, trovando il riempimento adatto per il guscio vuoto.
La prima sensazione che Lenore aveva provato, d'istinto, fu relativa all'olfatto: un pungente odore di bruciato. Poi si era alzata da quello squallido bar, infine si era ritrovata a camminare, respirando a ritmo con i suoi passi.
Sembrava un percorso preimpostato, una rotta definita, nonostante la casualità volontaria.
Dentro di lei, Lenore aveva impianti di ciò che aveva sempre combattuto e che, probabilmente avrebbe dovuto combattere in futuro. Era giusto, questo?
Era giusto usare i mezzi del nemico per creare un surrogato di quello che era stata? Piuttosto, aveva un senso cercare di combattere i fautori della propria rinascita?
No, lei non aveva chiesto di tornare in vita, non così, non a questo prezzo!
La pioggia continuava a cadere imperterrita, colorando di grigio l'ambiente circostante e abbassando in maniera sostanziale la temperatura.
Lenore era un puntino rosso in mezzo alla folla multietnica, schivava i passanti e si infilava nelle prime vie che trovava in modo casuale, cercando un senso apparente alla sua esistenza, alle sue battaglie.
Ma non trovava il senso di accettare la sua appartenenza al nemico, quando questa era entrata subdola nella sua esistenza da pochi mesi a questa parte.
Cosa comportava avere delle componenti di tecnologia dei Razziatori dentro il proprio organismo? Una maggiore propensione all'Indottrinamento, forse?
Perché pensarci? Era forse quello un rielaborare le informazioni tramite degli... chessò... strani ricettori?
E se quei ricettori non fossero altro che delle microspie del nemico?
Nemico. Razziatori. Shepard.
Aveva un senso tutto ciò?
Aveva davvero un senso?
Lenore si bloccò davanti al muro di un vicolo cieco, letteralmente.
Appoggiò entrambe le mani su quella parete di mattoni, carezzando la superficie ruvida mentre si mordeva nervosamente un labbro. Solo in quel momento si accorse che il cielo stava vomitando una grande quantità d'acqua che si raggruppava in pozzanghere, che le rigava il viso, che le inzuppava i vestiti...
E le venne in mente la prima volta nella quale aveva visto piovere in quel modo intenso...
Si trovava in una minuscola baia, Cove Bay, provincia di Aberdeen, città natale del padre e dei suoi avi.
Il cielo era completamente grigio mentre lo sciabordare delle onde prevaleva sui passi e sulle voci. Lei aveva appena compiuto sedici anni, i capelli di un rosso intenso, vestita del verde della sua terra.
Un lampo aveva squarciato l'orizzonte, dando il via alle danze e tingendo il mare di un viola puro in lontananza. Il tuono non si era lasciato attendere, facendola sobbalzare di paura.
La prima goccia di pioggia le aveva bagnato il naso, e lei era indietreggiata dalla sorpresa... poi uno scroscio impetuoso si era associato allo sciabordio; il vento del mare scemava mentre un'onda si infrangeva su uno scoglio, sferzando il viso della ragazzina con l'acqua gelida.
Lenore aveva aperto le braccia e chiuso gli occhi mentre le gocce tamburellavano sulla pelle del viso e delle mani. E si ricordò di aver rivolto un sorriso al cielo per quel regalo inaspettato.
Così fece su Nos Astra, Illium. Sorrise, lo sguardo rivolto al cielo.
"Lo senti, Lenore?”
"Che cosa, m'athair?”
"Il rumore delle grida che fra un po' sentirai da mamma, che ti rimprovererà per aver sporcato questo bel cappotto nuovo”
E Lenore rise di nuovo, tempo presente, al ricordo del viso disteso del padre che le cingeva le spalle con un braccio e la conduceva verso la via di casa.
No... quella sensazione, quei ricordi... non poteva essere tutto falso! C'era un limite alla programmazione...
Si era sentita felice di rimando a quella vicenda. Come poteva una riproduzione essere così fedele?
Rabbrividì, stringendosi nelle spalle.
Una mano l'afferrò, costringendola a voltarsi, il sorriso ancora dipinto sulle labbra.

-Shepard?-

Il sorriso scemò.
Una sventagliata di mitra e lei che istintivamente usa il corpo del suo aggressore come scudo e ariete.
Quattro nemici, razza umana, stemma Sole Blu sull'armatura. Shepard estrasse la pistola, trovando riparo dietro un cassonetto alla sua sinistra. Un'altra raffica, stavolta meno precisa.
Il Comandante si sporse brevemente, cercando di capire i ripari esatti dei nemici. Un calcolo sommario dei colpi avversari e una discreta nostalgia degli scudi cinetici e del fucile M-300 Claymore, abbandonato nel borsone nella camera d'albergo.
-Cosa diavolo volete?- urlò, addocchiando il riparo successivo.
-La tua testa-
Il pollice e l'indice di Shepard si unirono, tracciando un segmento sconsolato davanti a lei, prima che lei compisse un balzo, sparasse due colpi, centrasse in pieno il generatore degli scudi cinetici di uno di quei mercenari e rotolasse fino al riparo successivo.
Attivò velocemente il factotum, generando un campo di forza che respingesse almeno in parte i proiettili degli avversari. Infine, si sporse nuovamente. Tre colpi. Il primo prese in mezzo agli occhi un mercenario, il secondo ne disarmò un altro, il terzo colpì la granata adesiva che stava per essere lanciata nella sua direzione, scatenando un'esplosione contenuta che, però, ferì a morte il proprietario e mettendo fuori gioco i restanti.
Una scheggia trapassò l'avambraccio di Shepard, facendole emettere un gemito rumoroso.
Il Comandante si riparò immediatamente, mentre dalla ferita sgorgava una discreta quantità di sangue. Si maledisse per quella disattenzione, riarmando faticosamente l'arma, poi si sporse lateralmente, cercando il via libera mentre lo scudo d'emergenza si ricaricava.
Quattro ne aveva contati e quattro erano caduti, ma la prudenza, per Shepard, non era mai troppa. Tuttavia, si sollevò in piedi, premendo il braccio ferito sul fianco e reggendo la pistola con un braccio, ad altezza uomo, lo sguardo che saettava in ogni direzione, alla ricerca di ulteriori nemici. Fece qualche passo incerto, poi corse di riparo in riparo, la pioggia che batteva attorno a lei.
Il rumore sordo di un Colpo Stordente, proveniente da chissà dove, fece scivolare un nemico fuori dalla sua copertura. Prontamente Shepard sparò due colpi, disarmandolo e ferendolo alla gamba. Poco da dire, gli fu subito sopra, puntando la pistola sopra la testa del mercenario.
-Mandante e generalità- fece, calciando via il fucile d'assalto dalla presa dell'avversario.
Quel Sole Blu diede un gemito sordo, reggendosi la gamba, poi si affrettò ad aggiungere un: -Non lo so...-
-Cazzate, lo sai benissimo.- ribatté Shepard -Dammi quel nome ed eviterai di raccogliere i pezzi del tuo cervello dall'asfalto-
-So solo che è un uomo sulla trentina...-
-Non basta.- intervenne Garrus, raggiungendoli tranquillamente, pistola alla mano. Shepard gli diede un'occhiata di traverso, consapevole già da un po' che quel Colpo Stordente era opera sua.
-Non so altro, era il capo a gestire l'accordo...- replicò il mercenario, premendo la ferita sulla gamba.
-Dove lo posso trovare?-
-Nos Astra...-
-Ma non mi dire...- il Turian si batté la fronte con una mano, sospirando -Essere umano. Trent'anni. Nos Astra. Magari è pure un businessman...-
-Dovevamo incontrarci con lui stasera al porto commerciale e...-
Un colpo di proiettile gli fece saltare la testa, facendo sobbalzare Garrus.
Lenore rivolse al compagno uno sguardo accigliato, mentre rinfoderava la pistola -Cracca quei dannati factotum... questo non sapeva un accidente-
-Era proprio necessario ucciderlo?- protestò l'interlocutore, inclinando la testa in avanti.
-Mercenario, Garrus. Ho detto tutto.-
Il Turian alzò le mani in segno di resa prima di attivare il factotum e iniziare un lavoro minuzioso di violazione e scaricamento dati.
Lentamente, Lenore si tolse il cappotto, stringendo i denti quando il tessuto si ritrovò a sfregare la pelle del braccio ferito. Si sfilò la cintura, poi la usò come laccio emostatico, bloccando così la fuoriuscita di sangue.
-Hai del medigel per me, Garrus?- chiese, mentre la pioggia batteva sul tessuto epiteliale, lavando parzialmente la ferita.
Il Turian le si avvicinò, il factotum attivo sul software di violazione, poi le prese il braccio sano tra le dita, scoprendolo, mentre stappava una siringa di medigel con i denti. Controllò in controluce il liquido, dando un picchiettio con l'indice sul vetro. Un gesto veloce e deciso e premette lo stantuffo sull'arteria, immettendo il medigel direttamente nel sistema di circolazione del sangue di Shepard.
Lei diede un brusco gemito, poi un sospiro profondo. L'occhiata che gli lanciò dopo qualche attimo fu carica di gratitudine.
Il Turian ridacchiò rigirandosi la siringa tra le dita e soffiandoci sopra teatralmente.
Scoppiarono entrambi a ridere.
-Ho lasciato al tuo XO il conto da pagare, sai?- fece poi Garrus, mentre riprendeva in mano i codici da bypassare.
-Che gesto estremo!- ironizzò lei, tenendo il braccio teso per facilitare la circolazione del flusso sanguigno.
Il Turian le lanciò un'occhiata di sbieco, attraverso il visore -Shepard...-
-Non sono un fottuto sintetico Garrus, me lo sento a pelle!- lo interruppe lei, lanciandogli uno sguardo esasperato -Ma dopo quello che ha detto Miranda, ho bisogno di ritrovare me stessa aggrappandomi a tutto ciò che possa darmi conferme... ti sembra stupido?-
Lui la guardò con tanto d'occhi, mentre le informazioni si raccoglievano attraverso il factotum -No, non è stupido, è lecito. Farei lo stesso- ammise, con una nota di dolcezza.
-Mi consola saperlo, companach. Ti proverò che sono la stessa di due anni fa... la stessa che ha sconfitto Saren...- disse lei, con un lieve sorriso -Insomma, te lo devo-
-Non serve che tu mi provi nulla, Shepard... mi sembrava di avertelo già detto- replicò lui, scrollando le spalle.
Il Comandante gli rivolse un sorriso, inarcando un sopracciglio -E allora cos'è quell'espressione scettica?-
Garrus tentennò. Quando fece per parlare, si aprì una schermata sul suo factotum a dividerli.
-Ore 20, Banchina C78, molo 6, proprio di fronte alle navi in partenza...- annunciò Shepard recuperando il cappotto -abbiamo sei ore per la preparazione-
-Togliamoci di qui prima di diventare delle carpe...- bofonchiò il Turian mentre uscivano dal vicolo.
-Non ti piace proprio la pioggia...-
-Tende a... ad infiltrarsi- ammise lui, distogliendo lo sguardo.
-Infiltrarsi?- Lenore gli lanciò un'occhiata perplessa.
Con un gesto repentino, Garrus le afferrò le braccia e si sporse verso di lei. Dal collare fuoriuscì una quantità d'acqua paragonabile a una secchiata, inzuppando Shepard più di quanto già non lo fosse.
Lenore ringhiò un insulto, mentre lui si allontanava quanto più velocemente possibile per non subire le conseguenze delle sue azioni. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

J's logbook:

Marzo 2013, 7

Amore profondo per due cose: Guano Apes e V for Vendetta.
E sì, ho aggiornato un po' prima... ho qualche difficoltà ad accettare questo capitolo.
Ho l'idiosincrasia per l'allineamento Paragon, non me ne vogliate... trovo più interessante la visione disillusa e brusca del soldato pronto a dare il tutto e per tutto per il completamento della missione.
"
Il fine giustifica i mezzi” diceva qualcuno, e Len non è l'eccezione che conferma la regola, così è e un ci si pole far nulla.
Cosa c'entra questo con la vicenda? Nulla, semplicemente una considerazione.
Mi piacerebbe scrivere del padre di Len, anche se scaletta non lo prevede... è tutt'ora vivo e vegeto, d'istanza ad Edimburgh con il grado di Tenente (<---non cercatelo su wikia perché me lo sono inventato di sana pianta). Nel tempo libero gli piace girare in kilt blackwatch, passeggiare al chiaro di luna e adora le nocipesche affogate in quintali di melassa.
Un personaggio “ammodino”, insomma... penso che, se lui e il padre di Garrus si volessero conoscere, di sicuro uno dei due cercherebbe la soluzione definitiva buttandosi da un burrone (chissà a chi mi riferisco).
Sulla scena finale ho usato questa fan art come reference: [link]. Weissidian è una bravissima disegnatrice, vi consiglio di dare un occhio ai suoi lavori :3
La delucidazione su Jeff è d'obbligo: avevo intenzione di inserirlo nel capitolo, ma ho deciso per dividere il tutto in due parti, dato che risultava una lettura abbastanza pesante, nel complesso <___<'' sì, apparirà a breve, don't worreh!

Ok. Un'ultima cosa: CITADEL DLC. Chiunque ci abbia giocato, sappia che sono dispostissima a prestargli una spalla su cui piangere e un sorriso di conforto nella disperazione.
Un abbraccio commosso e un sonoro pianto per un tango a caso.

 

J.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Johnee