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Autore: EuphemiaMorrigan    07/03/2013    14 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Sorelle: S'impicceranno sempre dei tuoi problemi-

 

Note: Sai e Ino. Madara è come il prezzemolo. Shin è il vero fratello di Sai. Che di cognome farà Yamanaka (potere alle donne). Sasuke è un dittatore. Naruto un cretino. Nagato ci sarà al prossimo. Scrivere il più grande riferito a Naruto mi ha quasi ucciso, giuro. Bacioni. ^_^. Oh, giusto si torna al comico!

 

 

Il lungo vestito blu fasciava i miei fianchi.

Gli occhi splendevano, sorridenti e felici.

Il mio principe si avvicinava a me.

Si chinava sulle mie labbra e...

Ino, questo vestito t'ingrassa”

MA PERCHÈ SOGNO SEMPRE MIO MARITO?

 

«'Suke? Non dovresti lasciarmi, ora?» Domandò fievole, rinchiuso ancora tra le sue braccia, da quasi quindici minuti; minuti in cui i solchi dolorosi e profondi che gli squarciavano il cuore, avevano iniziato a guarire, richiudersi, in modo impercettibile. Stretto in quell'abbraccio sentiva che, quella volta, poteva realmente farcela; credeva in Sasuke, come non aveva mai creduto a nessuno.

«Tra un secondo» Biascicò quest'ultimo, cingendo ancor di più la sua vita. Percepiva il corpo caldo e morbido del compagno aderire al suo, avvertendo, nitidamente, l'alzarsi e abbassarsi della cassa toracica contro il proprio petto. Il respiro leggero sul suo collo, le sue curve modellate contro di sé, i suoi fianchi tondi, tutto. Ogni parte di Naruto, per lui, era preziosa.

Il più grande si allungò sulle punte... Ma perché sono un tappo?... E, tentando di non cedere all'ansia, lo baciò, con un tocco leggero, su una guancia «Lasciami, altrimenti soffoco» Lo ammonì con un dolce sorriso, strusciando una gota contro il suo collo, stupendosi di se stesso. Non era mai accaduto che lui avesse ricercato un contatto fisico con gli altri, di solito si limitava a non scappare terrorizzato ricevendo un bacio, (rigorosamente a stampo, non si spingeva oltre) o una carezza. In quel momento, però, l'unica cosa che desiderava era sentire la pelle di Sasuke a contatto con la propria. Kami! Devo cercare di riprendermi, non mi riconosco più... Si disse, preoccupato da quei sentimenti.

Uchiha si chinò leggermente su di lui, baciandogli il collo e mordendolo in modo delicato, poi lo lasciò andare. Appena il corpo di Naruto si scostò, lui, sentì freddo.

Il biondo, colpito da un profondo imbarazzo, si portò una mano tra i capelli, scompigliandoli, spostando lo sguardo verso la parete e chiese incerto «Vuoi... Ecco... R-rimanere a cena?».

Sasuke, sorride, internamente, di quella scena e scuotendo la testa, rispose neutro «No».

A quella risposta, le iridi cerulee si spalancarono di colpo...Ovvio, le sue erano solo parole... Annuì e affermò bisbigliando «Capisco».

«Sta per calare la notte e devo sbrigarmi se voglio tornare ad un orario decente, visto che ho abbastanza cose da prendere e portare qui; ma, credo, che mi ci vorranno alcuni giorni, per prendere tutto. Per cui non cucinare. Compro qualcosa per strada, tu cosa vuoi?» Parlò tranquillo, con il velo di un sorriso tra le labbra fine, incamminandosi verso l'uscio.

Naruto sbatté le palpebre confuso «Cosa?».

«Rimango qui!» Esclamò Sasuke, in tono ovvio, cercando nel mobile del corridoio le chiavi di riserva e gettando uno sguardo verso di lui.

Inclinò la testa d'un lato, non capiva. Che stava cercando di dirgli? «A cena?».

Uchiha mosse la testa in un gesto negativo «Naruto, -sospirò, esasperato- Mi trasferisco qui, e prima che tu chieda: no per qui non intendo nel tuo stesso palazzo; intendo: nel tuo appartamento. Nostro» Chiarì, parlando lentamente, quasi si stesse confrontando con un ritardato, forse ora avrebbe capito. Lo vide paralizzarsi su posto, preso di sorpresa, ghignò soddisfatto ed uscì di casa, senza aggiungere altro.

Collega. Gensaku-sha. Conoscente. Quasi ragazzo fisso e... Seccatura. Un'enorme, orribile, testarda, bastarda seccatura.

Fin troppo gradita!

 

«Allora, hai capito? Io dico “segreteria”, tu “telefonica”, io di “di Ino”, tu “e Sai”; poi insieme “lasciateci un messaggio”. Vedi di fare tutto alla perfezione!» Disse duramente la donna.

L'uomo annuì, restandosene in silenzio. Come sempre.

 

Segreteria... Telefonica... Di Ino... E Sai... Lasciateci/lascia un messaggio. SAI, HAI SBAGLIATO!

 

Se sei mamma o papà: ho sposato un incompetente. Lamentarsi per telefono è sinonimo di infantilità.

Se sei Iruka-san: è tantissimo che non ti fai sentire, come stai?. Conversare con un apparecchio elettronico: follia.

Se sei Nagato: ho parlato con Konan, smettila di sbraitare per telefono; non arriverai alla mezza età. Quindi nemmeno tu visto che urli sempre?.

Se sei Konan: chiedi il divorzio, tesoro, davvero è un uomo pessimo! Ah, donne...

Se sei Hidan: spero tu non lo sia. Ho letto che Jashin non esiste, è vero?.

Se sei Shin: come fate ad essere fratelli? Come? Che Sai è completamente idiota. Nii-san, se vuoi te la regalo, vuoi?.

Se sei Naruto: Nii-chan! Bastardo! È una settimana che non ti fai sentire. Ti è cresciuto il pisello?.

 

Bip.

 

Cara, lasciatelo dire. Questa segreteria è un delirio. Saluti da papà e mamma. Sai, figliolo, mi domando tutt'oggi per quale motivo ti ho fatto sposare mia figlia!”

 

Bip.

 

Sono felice di sentire che state bene. Oh, Sai, non cambierai mai”

 

Bip.

 

Tu hai parlato con CHI? Ma perché mia moglie non fa altro che spettegolare INVECE DI LAVORARE!

-Nagato, idiota, smettila di urlare anche dentro casa-

-DIRIGO UN'AZIENDA, IO, DANNAZIONE! NON UN SALONE DI BELLEZZA-

-UN'ALTRA PAROLA E SEI MORTO-

-SMETTILA DI FARE SALOTTO!-

-SMETTILA DI URLARE-”

 

Bip.

 

Scusalo Ino, mi marito è un... Pazzo. Kami! Che figura, comunque hai saputo che...

-KONAN!-

-Uff... Ti chiamo dopo!”

 

Bip.

 

DOVE? CHI È IL PAZZO CHE HA OSATO SCRIVERE UNA COSA DEL GENERE? Dimmelo! O ti sbudello”

 

Bip.

 

Non saprei che dire se non: mi dispiace, fratello, deve essere dura... Beh, sai cosa”

 

Bip.

 

Scusa, ma tra il lavoro e... SASUKE! SMETTILA DI PULIRMI CASA!

-Fa schifo, dobe. Io non ci vivo in questo porcile-

-Non ci devi vivere-

-Sì-

-No-

-Sì-

-No-

-Ho detto no-

-E IO DICO SI! CAZZO, TEME!-”

 

Ma chi diavolo è Sasuke?... Si chiese Ino, erano le sette di domenica mattina e lei, già in piedi, stava ascoltando i messaggi della segreteria, con un cipiglio sul viso, come ogni volta. Dovevano cambiarla, Sai l'aveva rovinata. Si portò una mano sotto al mento e lo massaggiò pensosa. Sasuke? Era un uomo e viveva con Naruto, da quello che aveva capito; perché non era stata informata? Assottigliò gli occhi chiari e chiamò, squillante «SAI, ALZATI!» Suo marito era così pigro!

Dopo qualche minuto uno scompigliato Sai, fece la sua apparizione in salotto. Ci siamo! L'apocalisse è vicina... Pensò, notando lo strano umore della donna ed osservando, attentamente, il suo piede che sbatteva a terra ritmicamente «Che c'è?» Domandò assonnato.

«Dobbiamo andare da Naruto!» Esclamò, perentoria, in piena fase: “ti odio perché non mi hai reso partecipe di questa cosa”.

Domandagli perché o crederà che non ti interessa. -Ma non mi interessa- Domandaglielo!... Lo consigliò la sua coscienza «Come mai?».

Lei s'infilò il cappotto e gli lanciò le chiavi della macchina «Sta succedendo qualcosa ed io non ne sono al corrente. Non è giusto!» Si lamentò, uscendo di casa.

Sai si osservò, notando che era ancora in pigiama, poi alzando le spalle la seguì. Mai intralciare una donna impicciona come Ino, dopo anni di matrimonio e relativi anni passati in ospedale per essere stato quasi ucciso da lei, l'aveva capito.

Salirono in auto e lui, con uno sbadiglio, partì, osservando di sottecchi la moglie tamburellare le dita della mano sulle cosce accavallate. Mi sa tanto che oggi uccello-piccolo morirà... Si disse, non propriamente preoccupato di questo. Più che altro gli avrebbe dato fastidio dover mettere un avvocato per la moglie ed andarla a trovare in prigione.

Quando arrivarono, neanche il tempo di parcheggiare decentemente, che Ino fu fuori dal mezzo; come una furia si avviò verso l'appartamento del “fratello”, estraendo le chiavi di scorta dalla sua borsa. Sai, sbadigliando ancora, la raggiunse. Come fa ad avere l'energia di un tornato alle sette di mattina? È veramente pazza... Pensò, scuotendo la testa in modo impercettibile.

Lei spalancò la porta, ma quando entrò s'irrigidì, stupita dalla scena che aveva di fronte: suo fratello era lì, sul divano, tra le braccia di un altro uomo, dai capelli neri di cui non riusciva a vedere il volto. Erano stretti l'uno all'altro, Naruto respirava veloce con il viso affondato nel collo dell'altro e questo respirava leggero tra i suoi capelli biondi, le braccia lunghe circondavano i fianchi del biondo e una gamba era posata sopra le sue, fasciandole e tirandole verso di sé.

Sai alzò un sopracciglio alla scena da diabete che aveva davanti agli occhi e si lamentò, nella sua testa, Non basta che io disegni Shojo e abbia queste scene davanti ogni giorno, adesso anche il cretino ci si mette!..

Lei invece sorrise... Nii-chan, sono così felice per te... Poi tornò irritata per non averlo saputo prima, prese una profonda boccata d'aria ed urlò, a pieni polmoni «NARUTOOOO!» Svegliando l'intero quartiere. Ed oltre.

 

A qualche chilometro di distanza, nel quartiere Uchiha.

 

«Izuna? Svegliati!» Ordinò, Madara, scuotendo il fratello minore per le spalle.

Questo aprì un occhio, assonnato, e si lamentò con un balbettio «Oggi è domenica».

«Esiste un Uchiha di nome Naruto?» Domandò curioso e preoccupato, non gli andava di avere a che fare con un altro pazzo di cui non sapeva l'esistenza.

Izuna biascicò, con la bocca impastata dal sonno, «Mmm... No».

«Strano! Ma meglio così. -Affermò Madara- Bene, visto che sei sveglio alzati, andiamo dagli sporchi Senju a fare colazione» Riferì autoritario uscendo dalla sua stanza.

Ah, devo andarmene da qui... Pensò Izuna, sprofondando di nuovo tra le coperte e maledicendo il fratello maggiore.

 

A casa di Naruto:

 

L'uomo dai capelli biondi, a quell'urlo, cadde dal divano spaventato, sbattendo il sedere a terra e gemendo dolorante bisbigliò confuso «Che succede?» Voltandosi verso la soglia di casa e sfregandosi gli occhi col pugno chiuso, cercando di mettere a fuoco quelle due figure.

Sasuke si mosse, irritato, svegliandosi e gettando un occhio alla sveglia sulla scrivania la vicino. Erano solo le sette e trenta, si tirò a sedere e gettò un'occhiata carica d'odio a quei due sconosciuti, fermi davanti a loro. A casa sua. Sì, ormai era casa sua e dei desideri del dobe se ne fregava altamente. Poi doveva ancora capire perché l'avesse costretto a dormire sul divano, se durante la notte era andato da lui e gli si era appallottolato contro, strusciandosi come un gatto bisognoso d'affetto. Da stasera letto, o la mia schiena ne risentirà... Pensò sofferente, portandosi una mano sul punto che gli doleva; poi domandò duro «Chi cazzo siete?».

Sai fece un sorrisino di scherno e tentò di dire «Noi, siam...».

«Chi cazzo sei tu? Estraneo!» Sputò fuori Ino, bloccandolo, e fulminando il ragazzo moro con lo sguardo. Mentre questo ricambiava. Se ne fossero stati capaci si sarebbero uccisi solo guardandosi negli occhi.

È iniziata... Si disse Sai, indeciso se chiamare la polizia o andare a prepararsi i pop-corn.

Sasuke si rialzò, la osservò dall'alto in basso, quasi schifato, stirò le braccia e con un'alzata di spalle si incamminò verso il bagno. Ignorandola.

Una vena cominciò a pulsare sulla fronte di Ino, che gli urlò dietro «DOVE VAI?!».

«Nee-chan? -La richiamò, Naruto, alzandosi da terra e massaggiandosi il sedere- Che hai?» Chiese notando la sua agitazione.

«Perché non mi hai detto nulla?» chiese lei in tono offeso.

«Ti ha visto il pisello?» domandò Sai in tono neutro, quasi contemporaneamente.

«SAI» Urlarono i due, uno rosso d'imbarazzo e l'altra furiosa.

Naruto sospirò pesantemente e poi disse giustificandosi «Mi dispiace, è successo tutto così in fretta che ancora mi gira la testa e poi Sasuke, non è proprio il mio fidanzato».

«SI, INVECE» Si sentì gridare dal bagno.

«HO DETTO NO!» Gridò di rimando il ragazzo.

«SI» Replicò l'altro.

«NO» Ribadì Naruto.

«NO!» Urlò Sasuke.

«SI... PORCA ZOZZA, TEME!» Mise su un broncio ed incrociò le braccia al petto, perché mi frega sempre? Si chiese stizzito. Mentre Ino e Sai lo osservavano scioccati, di solito Naruto non era così con i suoi “ragazzi da una settimana, massimo due”.

Oddio! Sembrano una coppia di sposi... Pensò la donna, poi si riprese «Ok, perfetto di a tuo mari... -Si corresse- fidanzato di sbrigarsi e vestiti anche tu è ora di colazione e voglio una spremuta d'arancia, si va al bar» Ordinò tutta contenta, aveva di nuovo cambiato umore.

«Ma I...» Cercò di parlare Sai.

«Non rompere Sai, muoviamoci!» Esclamò lei, tirandolo per un polso.

Quando si renderà conto che sono ancora in pigiama?... Si chiese lui rassegnato.

Quando giunsero al bar, la maggior parte dei clienti si voltò in direzione di Sai sconvolti, chiedendosi perché un uomo adulto dovesse vagare per la città in pigiama.

Ino, ti odio... Si lamentò nella sua testa, sedendosi al tavolino; nemmeno il tempo di rilassarsi un secondo che lei lo chiamò «Sai? Portami una spremuta, per favore».

Lui fece una smorfia e parlò acido «Anche? Non puoi farlo da sola visto che sono in pigiama?».

La donna gli scoccò un'occhiataccia e allora lui annuì e si alzò borbottando e maledicendola tra sé.

Sasuke li osservò, provando pena per l'uomo, poi si rivolse a Naruto. «Tu cosa vuoi?» Meglio che vado con lui, di sicuro non avrà con se nemmeno i soldi per pagare...

«Un caffè» Rispose sorridendo.

Sasuke lo ammonì «Dobe!». Doveva smetterla di bere sempre e solo caffè ad ogni ora del giorno.

Questo gonfiò le guance, poi disse lamentoso «Ok, ok. Una granita».

«Ok -Si alzò dal tavolo- A che gusto?» Domandò ancora.

Naruto sghignazzò «Al caffè» Affermò ovvio.

«DOBE!» Lo riprese furioso. Ma mi sta prendendo per il culo?.

«Che palle! Alla menta, va bene?» Borbottò lui, poi, d'istinto, si allungò sul tavolo e lo baciò. Non capiva perché, ma gli era mancato non toccarlo per quei minuti.

Sasuke, ricambiò arpionando la testa bionda con una mano e approfondendo il bacio, si staccò e scuotendo la testa esasperato raggiunse Sai.

Quando fu abbastanza lontano, Ino, trillò «Mi piace!».

«Eh?» Chiese lui confuso.

«Sasuke -Chiarì lei- Ok è un po' stronzo, ma... Kami! -Sospirò sognante- Se non fossi sposata te l'avrei fregato» Finì con occhiolino.

Naruto scoppiò a ridere cristallino e disse «Non farti sentire da Sai»

«Oh, Sai è inutile -Affermò lei sorridendo, lo amava ma non poteva fare a meno di litigarci e parlare male di lui. Per loro bisticciare era come dirsi ogni giorno che si amavano- Sono felice per te, Nii-chan» Aggiunse in tono serio.

Lui spostò lo sguardo verso destra e parlò incolore «Nee-chan! Non è la prima volta che conosci uno con cui esco»

Lei si mise composta sulla sedia e portò dietro l'orecchio una ciocca di capelli biondi, poi disse «Ma con lui è diverso. Lo cerchi, lo tocchi, non ti scosti quando ti accarezza, non lo fermi quando tenta di baciarti, anzi, lo fai tu. Si vede che lo ami»

Naruto arrossì di botto e non rispose nulla. Cosa poteva dire? Che era vero? «Smettila» Sussurrò imbarazzato.

«Ci hai fatto l'amore?» Domandò lei speranzosa.

«No -Dichiarò scuro in volto- Lo sai che non ci riesco».

Lei sorrise «Ci riuscirai!» Affermò sicura.

Naruto si torturò le mani sotto al tavolo «Non credo proprio».

La donna lo osservò seria e dichiarò «Fidati, io ne capisco di queste cose. E poi lui è...».

«L'hai già da detto: fico!» La interruppe lui.

Ino scoppiò a ridere e agitò la testa in un gesto negativo «No. Non solo. È il modo in cui ti guarda, ti tocca e ti sta vicino. Scommetto quello che vuoi che se, ora, io tentassi di darti, che so, uno schiaffo arriverebbe lui e mi staccherebbe una mano in termine di due secondi».

«Ma che dici?» Chiese confuso, sbattendo le ciglia bionde.

Lei sogghignò «È vero. Si beccherebbe anche una pallottola al posto tuo».

Naruto sgranò gli occhi, poi abbassò la testa al tavolino e parlò cupo «Smettila! Non mi piacciono certi discorsi».

La donna fece una smorfia dispiaciuta, allungò una mano verso il fratello e gli carezzò i capelli dolcemente «Scusami, ma secondo me lo farebbe davvero. Si vede che ti adora, non ho mai visto uno sguardo così innamorato. Lo riconosco perché -Sorrise lieve- è lo stesso che ha Sai quando siamo soli».

Naruto annuì, con gli occhi umidi, ancora fragile. Ancora insicuro e spaventato da tutti quei cambiamenti fuori e dentro di lui. Non si sentiva pronto ad affrontare qualcosa di così grande, ma Sasuke era... Sasuke. Non aveva altro modo per definirlo.

I due tornarono in quel momento ed Uchiha, notando lo strano umore di Naruto, chiese sedendosi nuovamente accanto a lui «Tutto bene?».

Uzumaki annuì e bisbigliò «Sì, non è nulla».

Ino li osservò di sottecchi, poi si sentì sbattere qualcosa davanti al viso «Tieni, strega» Parlò acido Sai, accomodandosi e incrociando le braccia al petto.

Lei assottigliò gli occhi e si voltò verso di lui, sibilando «Cosa hai detto?».

«Tieni, amore» Rispose l'uomo, neutro.

«No. Marito inutile, ripeti cosa hai detto!» Ordinò infuriata. Mentre Naruto e Sasuke osservavano la scena, uno rassegnato ed abituato, l'altro scioccato e quasi solidale con quel poveraccio. Parevano sua madre e suo padre. Forse dovrei presentagli Oto-san, potrebbero creare una specie di gruppo dei mariti sfruttati; magari lo dico anche ad Itachi, tanto farà la stessa fine con la piattola...

Sai portò le mani sulle guance della moglie e guardandola con amore, disse «Ino, sei stupenda oggi come ogni altro giorno della tua vita. Ti amo».

«Davvero?» Chiese lei, contenta, cambiando umore come al solito.

No, oggi sei più racchia del solito... «Sì, davvero!» Confermò lui baciandola dolcemente.

Ed anche per questa volta sono vivo!... Pensò, divertito. Amava far arrabbiare sua moglie che, nonostante tutto, era davvero stupenda per lui. Anche se non l'avrebbe mai ammesso a se stesso.

Così passarono quasi tutta la giornata insieme, con Sasuke che malediva internamente quell'impicciona e Naruto che lo fermava dall'uccidere Sai quando se ne usciva fuori con una delle sue frasi pervertite. Quando rientrarono a casa, Uchiha si buttò letteralmente sul divano, stirando le gambe e lamentandosi «Tu conosci tutti pazzi!».

Naruto s'incamminò in cucina, visto che era ora di cena, e rispose sereno «Beh... Non mi pare che Kakashi-sensei sia meglio e scommetto nemmeno gli altri».

In effetti. Suigetsu è un coglione, Karin una maniaca, Deidara un folle e i miei genitori... Aspetta... «Dobe? -Lo richiamò alzandosi e raggiungendolo- Domani vieni a cena dai miei genitori» Lo informò, quasi fosse un ordine.

A Naruto cadde di mano la pentola che stava per posare sul fornello e con occhi sgranati dal terrore parlò «No, sei pazzo? È p-presto!».

«Sono abbastanza maturo da sapere ciò che voglio e voglio te. Per cui poche storie» Affermò duramente.

«Ma sono un uomo» Pigolò piano, stringendosi le mani al petto.

«E allora?» Chiese Uchiha circondandolo tra le braccia.

Naruto storse il naso, possibile che gli devo spiegare tutto... «Non credo ne saranno felici».

Sasuke scoppiò a ridere «Kami! Tu non ti rendi minimamente conto com'è la mia famiglia» Lo informò sereno. Come minimo mamma gli farà una statua e getterà petali di rosa al suo passaggio, non appena vedrà che anch'io sto con qualcuno... No, purtroppo non stava esagerando. Per niente.

 

Villa Uchiha:

 

«FUGAKU! -Chiamò una bella donna dai lunghi capelli neri, correndo verso il marito- Fugaku, oddio, Sasuke si è fidanzato. Oddio, sto per morire dalla gioia»

«Chi è la sfortuna?» Domandò lui, incolore, tornando a sfogliare il giornale. Per colpa della moglie, in un intera giornata, non era riuscito nemmeno a leggere una pagina. Sasuke, perché anche tu sei caduto nella loro trappola? Figlio mio... Pensò tristemente!

«Naruto. È un uomo. Devo pulire casa, domani vengono a cena» Riferì tutto d'un fiato, quasi saltellando felice.

Un uomo?... Sasuke, figlio mio... Sono così fiero di te!... Pensò contento. Almeno uno dei suoi ragazzi si era salvato.

   
 
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