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Autore: Aquarius no Lilith    07/03/2013    4 recensioni
Questa storia è frutto di un sogno che ho fatto circa un anno fa e che ho voluto sviluppare.
La storia è ambientata in un ipotetico post Hades e vede tutti i gold saint tornati in vita, grazie alla dea Atena. La protagonista è Yume, cavaliere d'argento di Cassandra ed ex allieva di Saga dei Gemelli. Ella fa ritorno al Santuario dopo due anni passati a Delfi ad allenarsi alla fine dell'ultima guerra sacra. Si troverà così a dover affrontare la nuova guerra sacra contro la dea Artemide, che metterà a dura prova la sua fedeltà alla dea Atena e il suo amore per Milo dello Scorpione, minacciato da un lontano passato di cui lei non ha colpa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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<< Maestro, maestro>>, gridai, correndo verso Saga, il cavaliere d’oro di Gemini.
Il mio maestro allora, si girò verso di me, sorridendomi e, quando gli fui davanti lo abbracciai forte forte ed egli fece lo stesso.
Dopo essermi staccata da lui, dissi: << Sono così felice, che lei sia tornato, maestro.
In queste due settimane, infatti, senza di lei mi sono sentita molto sola... >>
<< Anch’io sono felice di rivederti, Yume.
Scusami se non sono tornato prima, ma ho impiegato più tempo a finire la missione di quanto pensassi... >>
<< Non è certo una colpa, maestro e poi questo è il suo dovere...
Io comunque nel frattempo ho continuato ad allenarmi e ho fatto altri progressi nel combattimento corpo a corpo e ieri ho lanciato il mio primo colpo alla velocità supersonica>>, gli dissi, sorridendo sotto la mia maschera.
Il mio maestro allora, dopo aver alzato la mano destra, mi scompigliò i capelli e disse:
<< Sono sempre più orgoglioso di te, Yume.
Infatti, non mi sarei aspettato di meno da te, visto la potenza del tuo cosmo.
Con le tue visioni invece, come va?
Riesci a dormire un po’ più di prima? >>
<< Varia dal genere delle visioni, maestro.
Infatti, solitamente mi sveglio, quando ho visioni di morte e distruzione, in caso contrario invece continuo a dormire... >>
<< Allora sarà il caso di parlarne con il gran sacerdote, per vedere cosa fare in proposito >>, mi rispose serio.
<< Se pensate che sia meglio così, rispetterò la vostra decisione, maestro >>, gli risposi un po’ stupita dalle sue parole.
Infatti, non sempre tutto ciò che vedevo in sogno, si avverava subito e avevo il timore di sbagliarmi, a volte.
<< Ora Yume ti saluto, poiché devo salire alla tredicesima casa, per parlare con il gran sacerdote della missione appena terminata.
Ci vediamo dunque alle due di pomeriggio all’Arena, così potrò vedere con i miei occhi i tuoi progressi e lavorare assieme a te sugli attacchi mentali.
Buon pranzo e a dopo >>, mi disse.
Così dopo che ci salutammo, si avviò verso le case zodiacali.
Terminato il flusso dei ricordi, mi svegliai di soprassalto.
Mi sentii avvolgere da una sensazione di mancanza e tristezza terribili, tutti sentimenti che avevo provato da bambina alla scomparsa del mio maestro dal Santuario.
In un attimo mi sembrò di tornare ad essere quella bambina triste e solitaria, che ero diventata dopo la scomparsa del maestro Saga e che avevo terminato di essere nel momento stesso in cui Milo mi aveva scaldato il cuore con il suo dolce sorriso...
No, non dovevo pensare a quello stupido, perché così sarei solo stata peggio di quanto non stessi già...
Sentivo gli occhi bruciarmi in una maniera terribile, forse a causa del fatto che avevo pianto tantissimo...
Dopo essermi ricomposta solo a livello mentale, ma non sentimentale, mi guardai attorno.
Ero in un luogo, che mi sembrava vagamente famigliare, ma non riuscii a capire il perché.
Non era certo la mia casa o quella di Milo...
Dove potevo mai essere finita?
L’ultima cosa che ricordavo di aver visto prima di svenire, era stato il volto del mio amato maestro Saga e nient’altro...
Ma forse, allora?
No, non è possibile...
Quello che ho visto probabilmente era solo una proiezione della mia fantasia e nient'altro...
Feci allora per alzarmi, ma mi bloccai, quando vidi la porta aprirsi ed entrare una persona, che mai avrei pensato di rivedere in vita mia...
No, non poteva essere…
Com’era possibile che il mio vecchio maestro Saga, fosse davanti a  me?
Eppure non potevo sbagliarmi, infatti, l’aura che emanava da quella persona, non poteva che essere la sua.
Avanzò verso di me e dopo essersi seduto sulla sedia accanto al letto in cui ero, cominciammo a guardarci nel più totale silenzio.
Io di mio non sapevo che dire, infatti, quella situazione era, a dir poco, allucinante.
Come faceva a essere lì, se doveva essere morto?
Quando avevo visto tornare in vita tutti i gold saint, non lo avevo visto tra loro...
A meno che...
<< Come stai Yume?
Ti ho trovata ieri pomeriggio svenuta accanto ad una colonna della terza casa e mi sono preoccupato veramente molto... >>, mi disse Saga, accennando un sorriso.
<< Maestro, dovete sapere che ho avuto >>, iniziai a dire, ma non finii mai la frase, poiché al solo ricordo delle ultime parole di Milo, mi misi a piangere.
<< A questo punto allora, mi vedo costretto a fare una cosa, che mai avrei pensato di fare.
In poche parole Yume, vorrei che ci lasciassimo solo per un po’ di tempo, cosicchè io possa riflettere al meglio sui sentimenti che provo per te >>, tali parole mi riecheggiavano ancora nella testa, non dandomi tregua.
Mi accorsi dopo un po’ di essere stata abbracciata e di stare piangendo contro il petto del mio vecchio maestro, che nel tentativo di tranquillizzarmi mi accarezzava la testa.
Non so quanto tempo passammo così, ma dopo un po’ mi sentii meglio e mi scostai dal maestro, che aveva sul volto un’espressione notevolmente preoccupata.
Feci per parlare, ma il mio maestro precedendomi, disse: << Se non te la senti di parlarne Yume, non ti costringerò a farlo >>.
<< Poco prima che mi trovaste svenuta, ho litigato con Milo.
Tutto questo a causa della maledizione, che mi porto dietro >>, dissi semplicemente, cercando di non scoppiare a piangere nuovamente.
<< Se Milo ti ama veramente con il tempo, imparerà ad accettare la tua situazione, stanne certa.
E poi state insieme da tanto tempo, quindi non può essere che di punto in bianco non ti voglia più bene... >>
Ciò che aveva detto il maestro era vero, ma nonostante questo, non riuscivo a capacitarmi della freddezza con cui Milo mi aveva comunicato la sua improvvisa decisione ...
Tale freddezza nei suoi occhi rivolta verso di me, infatti, non la vedevo da almeno sei anni, cioè dall’ultima volta che avevamo litigato seriamente.
<< Voi però ne sapevate qualcosa della maledizione che mi porto addosso, maestro? >>
<< Quando ti ho conosciuta, non lo sapevo ancora, infatti, ne venni a conoscenza solo molto tempo dopo...
Allora però purtroppo, il mio lato malvagio aveva già preso il controllo su di me >>, mi rispose, lasciandomi sconvolta.        
<< Non importa, maestro.
Voi piuttosto come fate a essere qui?
Io sinceramente non vi ho visto tornare in vita assieme agli altri cavalieri d’oro, dopo la guerra sacra contro Ade... >>
<< In effetti io dovrei essere morto, ma la dea Atena ha deciso di richiamarmi qui, dopo il primo attacco della dea Artemide al Santuario.
Infatti, a suo parere, la mia presenza era necessaria per guidare i vari cavalieri come gran sacerdote in battaglia ... >>
<< Allora, capisco.
Infatti, in quel periodo io avevo le mie facoltà divinatorie annebbiate, a causa delle numerose ferite riportate in battaglia contro la guerriera di Niobe...
E comunque penso che la dea Atena abbia preso la decisione più giusta >>, gli risposi, sorridendo sotto la maschera.
Il mio maestro mi rispose con un sorriso triste.
<< Ora ti lascio riposare, Yume.
Infatti, devo andare a controllare che Kanon non faccia disastri durante la mia assenza >>, mi disse, alzandosi e dirigendosi verso l’uscita.
Allora lo salutai con la mano, ma prima che chiudesse la porta, sentii la voce di Milo nel corridoio.
Al suono di quella voce m’irrigidii e mi raggomitolai su me stessa.
Poiché la porta era rimasta aperta, sentii chiaramente la voce del mio maestro nel corridoio dire: << Milo, ti ordino di andartene e di lasciare in pace Yume >>.
<< No, non ti ubbidirò, Saga.
Infatti, devo parlarle, perché voglio chiarire con lei ciò che è successo ieri pomeriggio... >>
<< E cosa vorresti dirle?
È a dir poco sconvolta e non appena si mette a parlare di te, scoppia a piangere >>, ribatté adirato il mio maestro.          
<< Milo, forse è meglio che fai come dice Saga.
Lascia che passi un po’ di tempo, cosicchè Yume si possa calmare>>, intervenne Kanon.
<< Io... >>, cominciò Milo, ma si arrestò, quando mi vide dietro il mio maestro.
Infatti, non riuscendo a sopportare più quella situazione, mi ero alzata e diretta verso il luogo da dove provenivano le voci.
Tutti e tre mi guardarono stupiti, poiché non si aspettavano la mia comparsa in quel luogo. << Milo, cavaliere dello Scorpione, vi dico una cosa.
Se voi, in questi sei anni, avete provato anche solo una minima stilla d’amore per me, andatevene. In mancanza di questo altrimenti, fatelo per la stima che avete di me, come guerriera.
I sentimenti che provavo per voi, infatti, sono stati distrutti, quando voi mi avete detto quelle parole.
Mai, infatti, avrei immaginato di doverle sentire pronunciare dalla vostra bocca.
Come vi ho già detto ieri, io non voglio più avere a che fare con voi e per questo rassegnatevi e lasciatemi in pace >>, dissi rivolta a quello che era stato il mio grande amore e che probabilmente non avrei mai dimenticato, per il resto della vita.
Sia il mio maestro Saga che Kanon, erano rimasti sconvolti dal fatto che mi ero rivolta a lui, dandogli del voi e non più del tu, come facevo da tanto tempo.
Vidi al termine del mio discorso, gli occhi di Milo velarsi di un’enorme tristezza, ma nemmeno quello, servì a raddolcirmi.
<< Yume, ti prego.
Ti chiedo solo un minuto del tuo tempo, per poterti parlare e nient’altro.
E poi per favore, non continuare a darmi del voi, come se fossimo dei perfetti estranei >>, mi disse con voce mesta.
<< Avete perso ogni importanza ai miei occhi, quando avete messo in dubbio l’origine del nostro amore.
Inoltre la sapete una cosa?
Quando vi dissi che la cicatrice che avevo sulla schiena mi era stata provocata da un cavaliere di Artemide molto tempo fa, mentii.
Infatti, fu una vostra reincarnazione precedente a procurarmela e a uccidermi.
Comunque penso che non avrete problemi a trovare un’altra donna, infatti, ce ne sono sempre state moltissime che avrebbero voluto essere al mio posto... >>
Nello sguardo di Milo si potevano vedere ora manifesti diversi sentimenti contrastanti tra loro, come la tristezza, la rabbia, la malinconia e l’impossibilità di rassegnarsi a quanto successo, oltre a un grande stupore per ciò che gli avevo appena rivelato.
Me ne andai dunque, lasciandolo lì assieme al mio maestro e a Kanon.
Me ne tornai in camera e, dopo essermi distesa sul letto, piansi tutte le lacrime di rabbia e di tristezza, che mi era possibile versare.
Avevo abbandonato la mia maschera sul comodino accanto al letto, non pensando neppure alla remota possibilità, che o il mio maestro o Kanon potessero vedermi in volto.
Fui svegliata dopo non so quanto tempo, da un leggero e insistente battere sulla porta.
In uno stato a dir poco catatonico, presi la maschera dal comodino e, dopo averla fatta aderire al volto, dissi: << Avanti >>.
Vidi entrare così una persona che non vedevo da due anni e a cui ero molto affezionata: la mia vecchia allieva Aglae.
La riconobbi subito, grazie al bracciale che portava al braccio destro e che era l’unico ricordo della madre perduta molto tempo prima.
Dopo aver chiuso la porta, entrambe ci togliemmo la maschera, per poter parlare senza alcun problema.
<< Buon giorno, maestra.
Sono appena tornata al Santuario e, a causa di un mio sogno premonitore della notte scorsa, mi sono subito diretta alla terza casa, sapendo che vi avrei trovato qui.
Infatti, sono molto preoccupata per il vostro stato precario di salute, soprattutto dopo quello che è accaduto ieri >> , esordì Aglae, mostrandomi un’ espressione seriamente preoccupata sul volto.
<< Grazie per la tua premura, Aglae.
In effetti, non sto molto bene, ma d’altronde come potrebbe essere il contrario?
Ho appreso che l’uomo che amavo e al cui fianco avrei voluto passare la mia intera vita, serba dei dubbi sull’origine del nostro amore.
E tutto questo, per che cosa?
Solo perché io mi porto addosso una maledizione, della cui presenza sono venuta a sapere solo ieri... >>
Ero a tal punto sconvolta, da non avere neanche più la forza di piangere. Infatti, mi sentivo come svuotata e tutti i sentimenti che provavo per Milo, sembravano essere scomparsi nel nulla.
<< Mi dispiace veramente molto per quello che è successo, maestra.
Se avete bisogno di qualsiasi cosa, io ci sono.
Farò quanto è in mio potere per aiutarvi a superare tale trauma.
E presto tornerà anche Dafne, così non sarete più sola >>, mi rispose la mia allieva, sorridendo.
Aglae era sempre stata molto sensibile ai sentimenti degli altri e aveva un carattere dolce e le sue parole in un certo senso mi rassicurarono.
<< Certo e grazie, Aglae.
Sai per caso qualcosa di Dafne? >>
<< In verità, non ho più sue notizie da quando ci siamo separate, cioè tre mesi e mezzo fa.
Infatti, io sono tornata ad Atene, mentre lei si è diretta al Santuario di Corinto, perché diceva che lì avrebbe dovuto incontrare una persona... >>
<< Capisco.
Spero solo che non le sia accaduto nulla di male e che torni al più presto qui al Santuario, per combattere >>, le risposi, sorridendo malinconica.
<< Anch’io, maestra.
Ho fiducia però, nel fatto che tornerà da noi esattamente come prima e che sarà pronta per combattere contro le guerriere della dea Artemide >>.
Passammo buona parte della mattinata a parlare di tante cose e mi rilassai finalmente un po’, anche se interiormente mi sentivo come un deserto completamente arido.
Nel primo pomeriggio, decidemmo di comune accordo di andare a fare una passeggiata, anche se sinceramente temevo di ritrovarmi faccia a faccia con Milo non appena uscita dalla terza casa.
Per mia fortuna però, Milo non si fece vedere e potei passeggiare in tutta tranquillità.
A un certo punto però, mi ritrovai davanti un ragazzo che non conoscevo e che doveva avere più o meno la mia età.
<< Siete voi la silver saint Yume di Cassandra? >>
<< Sì, sono io.
Piuttosto voi chi siete e come fate a sapere il mio nome? >>
Risposi il più garbatamente possibile a quel ragazzo che non avevo mai visto, ma che inconsciamente sentivo di conoscere.
Aveva capelli biondi e occhi azzurri, oltre a un corpo atletico e slanciato; portava un abito molto simile se non addirittura identico, alle tuniche degli antichi Greci.
<< Sono Francesco, cavaliere di Atteone e guerriero della dea Artemide >>, mi rispose tranquillamente.
Io rimasi stupita a quelle parole, infatti, non mi sarei mai aspettata una risposta del genere. << E cosa ci fate qui, di grazia? >>
<< Stavo cercando proprio te, perché volevo vedere con i miei occhi colei che da sola ha sconfitto Danae >>, mi rispose.
<< Sei forse qui per vendicare la tua compagna morta in battaglia? >>
<< No, non sono qui solo per questo motivo.
Dovevo riferirti, infatti, che la dea Artemide vorrebbe incontrarti di persona.
Questo perché vorrebbe vedere con i suoi occhi, colei che sembrerebbe essere la nuova reincarnazione della sua ex guerriera Cassandra >>.
<< Ringrazia la tua dea per la sua gentilezza nei miei confronti, ma preferirei non incontrarla di persona.
Infatti, sapendo i precedenti che ha con le mie vecchie reincarnazioni, per me non è sicuro recarmi al suo cospetto >>, gli risposi, cercando di restare impassibile.
Ma cosa mai poteva volere da me la dea Artemide?
Il mio pensiero andò subito a mia madre...
Che ella avesse scoperto la verità sulle mie origini?
No, speravo in cuor mio che non fosse così, altrimenti tutto questo avrebbe messo in difficoltà mia madre...
Questi e mille altri pensieri mi vagavano nella mente...
<< D’accordo riferirò la tua decisione alla mia dea.
Arrivederci alla prossima volta Yume di Cassandra, che ci vedrà certamente contrapposti su un campo di battaglia >>, mi disse e poi com’era venuto, scomparve nel nulla.
Io rimasi ancora un po’ immobile in quel luogo, a fissare la parte dov’era scomparso il guerriero di Atteone.
Mi avviai poi velocemente dove avevo lasciato poco prima Aglae e passammo il resto del pomeriggio ad allenarci nel bosco.
Potei così notare che la mia allieva era parecchio migliorata in quei due anni nel combattimento e che ormai era una guerriera a tutti gli effetti.
La sera, quando tornai alla terza casa, poiché avevo così promesso al mio maestro, incrociai Camus, il cavaliere dell’Acquario e migliore amico di Milo, che non mi rivolse parola, ma solo uno sguardo profondamente deluso e arrabbiato.
Probabilmente Milo gli aveva raccontato tutto...
Io non ci badai e dopo aver consumato la mia cena in solitario, nella camera che il mio maestro e Kanon mi avevano messo a disposizione (sembrava impossibile, ma in quella casa c’erano almeno un centinaio di stanze), passai la serata con il mio maestro che dopo avergli raccontato il mio incontro nel bosco, pretese che rimanessi alla terza casa finché le mie ferite non fossero guarite del tutto.
La sua ricomparsa dopo tutti quegli anni in un momento così terribile per me, era stata veramente provvidenziale.


Nota dell'autrice: ed ecco che ora fa la sua comparsa Saga...
Spero che la sua entrata in scena vi sia piaciuta e che non sia risultata banale.
Ci ho messo un po' a postare questo capitolo a causa di impegni scolastici terribili e della gita di 4 giorni a Firenze della settimana scorsa.
Grazie a tutti coloro che leggono la storia, recensiscono o la seguono solo.
Grazie e alla prossima,
Lilith  
  
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