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Autore: freakout    07/03/2013    2 recensioni
E se tutti i protagonisti (giocabili e non) dei giochi di pokémon si ritrovassero a condividere la stessa classe liceale, in un mondo completamente normale?
Se fossero tutti dei semplici ragazzi con le loro esperienze adolescenziali? Chi s'innamorerebbe di chi? Chi sarebbe amico di chi? Venite a dare un'occhiata e, se vi aggrada, continuate a seguire le loro storie.
P.s. Se potesse interessarvi, anche solo un pochino, la coppia base della mia storia è crossover, ovvero tra due personaggi di giochi diversi.
Note: Incompiuta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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      AMICIZIA E TRADIMENTO.     [RUBY - GOLD]

Ruby, come ogni pomeriggio, si recò in biblioteca e si concesse al suo hobby preferito, l’unico in cui l’amico Gold non osava metter becco dato che non era proprio roba per lui, la lettura.
Non è che Ruby odiasse passare il suo tempo assieme a Gold, anzi adorava l’amico ma lui era sempre stato estremamente rumoroso e quell’ora e mezza circa che dedicava alla lettura doveva essere perfetta.
Tuttavia ultimamente Ruby trascurava Gold, un po’ a causa dei suoi pensieri e un po’ a causa dello stesso Gold. Difatti quest’ultimo gli affermò che se avesse stretto una relazione amorosa con Sapphire, con cui litigava sempre, avrebbe smesso di essergli amico.
Ed è per questo che la lettura s’interruppe comunque, infuriato e scocciato a causa del comportamento infantile dell'amico. La cosa peggiore stava nel fatto che non era un’infantilità temporanea perché Gold era infantile sempre e il pover Ruby sapeva sin troppo bene quanto fosse capace di far qualcosa del genere, ed ecco ciò che frenava i suoi sentimenti per Sapphire.
Così Ruby, sempre più irritato per l’ignota motivazione del comportamento dell’amico, posò i suoi occhiali da lettura nella rispettiva custodia e andò via.

 La mattina seguente Gold giunse all’incrocio che dovrebbe sicuramente passare per giungere a scuola e incontrò Ruby che, un po’ più in lontananza, lo aspettava al solito posto per fra la strada insieme.
Ma Gold accelerò il passo, lo raggiunse, lo guardò sbuffando e si voltò con lo sguardo al lato opposto a quello dell’amico, attraversando la strada con gli occhi chiusi, badando ben poco al semaforo mentre Ruby continuava a consigliargli di far attenzione.
Tuttavia Gold continuava imperterrito a camminare dritto facendo fermare macchine dopo macchine per lasciarlo passare, finché una moto che svoltava l’angolo scelse di non fermarsi rischiando di prendere in pieno Gold che, per fortuna, venne tirato indietro sul marciapiede da un uomo che passava di lì.
Gold rimase un po’ imbambolato, non avendo ancora capito troppo bene cosa fosse appena successo, mentre l’uomo lo rimproverava e Ruby gli si avvicinava attraversando la strada infuriato.
L’uomo se ne andò irritato dall’imprudenza dei giovani incoscienti mentre Ruby alzava lo sguardo verso l’amico e, dopo averlo fissato dritto negli occhi, gli sferrò un pugno ben assestato su viso con tutta la forza che si ritrovava in corpo.
Gold indietreggiò, sputò un po’ di sangue e, tornando a guardare Ruby con sguardo truce, gli urlò: “ Che diavolo fai?! ”.
Tuttavia la sua voce non era così alta e arrabbiata quanto quella dell’amico, che rispose: “Che diavolo faccio, io?! Se tu l’idiota che si stava facendo ammazzare!! ”.
Gold rimase in silenzio non sapendo come rispondere perché l’unica risposta adatta ad una litigata che gli era venuta in mente era “ che te ne importa? ”, ma era in compagnia di Ruby e sapeva bene che gliene importava eccome, dunque Ruby continuò:
“ Vuoi spiegarmi che ti succede?! Se solo arrabbiato perché non te l’ho detto prima? Ma quanti anni hai?! … No, lo so che non è questo, Gold! Allora dimmelo, dannazione! ”.
Gold distolse lo sguardo, ringhiò e corse via.
Il ragazzo corse più veloce che poté nella direzione opposta a quella per giungere a scuola finché non si rese conto di essere abbastanza lontano, allora si fermò, prese una bibita e si sedette su una panchina poggiando lentamente la lattina fresca sulla guancia ancora dolorante, borbottando tra se’: “ Non è un pugno da dare a un amico, questo ”, lamentandosi spesso.
Gold riflesse un attimo ma non ricordò altre volte in cui aveva litigato con Ruby. Certo, era forse successo un paio di volte che avessero smesso di parlarsi per circa un’ora per poi tornare a fare pace come due idioti quali erano, ma mai per qualcosa di serio.

-          “ Gold, perché non sei a scuola? ”

-          “ Touko?... Potrei farti la stessa domanda ”

-          “ Mi sono addormentata! Ma… che hai fatto alla guancia?! ”

-          “ Ruby… mi ha dato un pugno ” disse, sottovoce e voltando lo sguardo

Touko urlò un “ cosa? ” che fece comprendere abbastanza bene quanto essa fosse stupita. Apprese la strana situazione e, non curante del tardo orario, gli si sedette accanto:

-          “ Allora Gold, che succede? ”

-          “ Niente ”

-          Ruby ti ha dato un pugno, non è niente! Perché l’ha fatto? ”

-          “ Per qualcosa che non voglio dirgli… ”

-          “ Brutto affare le cose non dette, eh? ” fece Touko, come se lo comprendesse appieno.

Se c’era qualcosa che Gold non poteva dire a Ruby era grave, tanto grave.
I due erano una coppia inseparabile sin da bambini e, per quanto Touko lo cercasse, non riusciva a trovare nessuna buona ragione che potesse farli litigare, capendo così di non poter aiutarlo lo incoraggiò e continuò la sua lotta contro il tempo per arrivare a scuola.

 Gold rimase ancora una volta perso tra i suoi pensieri: come poteva rivelare al suo migliore amico che non voleva rivelasse i suoi sentimenti alla ragazza che amava perché aveva scoperto che ormai era troppo tardi per farlo, perché aveva scoperto che le pensa ormai ad un altro?
Il rapporto che Gold ha sempre avuto con Ruby era particolare e il primo, simpatico e socievole ragazzino, aveva paura di perderlo più di ogni altra cosa, ed è per questo che non avrebbe mai potuto dirglielo: se lo avesse odiato per averglielo rivelato? Se lo avesse odiato per non averglielo detto in tempo? O se, semplicemente, decidesse di conquistare Sapphire e si dimenticasse di lui?
Come poteva rivelargli sentimenti tanto infantili ed egoisti?

 Intanto Ruby, all’ignaro di tutto, si trovava seduto al proprio posto, dietro Red e Green, con la sedia al suo fianco vuota e, allora come non mai, si rese conto di quanto quella situazione lo straziasse.
Osservò Sapphire seduta al primo banco al fianco di Kotone e, così facendo, fece scivolare via anche l’ultima possibilità che aveva di poter rivelarle i propri sentimenti, perché Ruby teneva all’amico ed era al suo rapporto con lui, portato avanti ormai da anni, a cui doveva pensare.
Questa volta, dopo la scuola, Ruby non si fermò in biblioteca bensì nel luogo in cui era solito andare quando aveva bisogno di riflettere: la panchina ben in vista all’interno di una villetta pubblica che dava sulla strada che lo portava a scuola ogni mattina.
Prese allora la sua solita lattina di succo d’arancia alla macchinetta e cominciò a sorseggiarla con lo sguardo rivolto ora al cielo, ora al terreno ai suoi piedi: cosa avrebbe dovuto fare?
Ed ecco che, come se si trovasse dentro uno di quei telefilm ripetitivi e banali che tanto odiava, incrociò ancora una volta lo sguardo con Touko.
La ragazza, allora, gli strappò di mano la lattina e, infuriata, si sedette al suo fianco rumorosamente:

-          “ … Touko? ”

-          “ Green è un idiota! Lo odio con tutta me stessa!!! ”

Touko continuava a borbottare insulti tra se e se non curante della presenza dell’amico, mentre lui si chiedeva come e dove avesse mai potuto incontrare Green, a quell’ora.

Ruby notò subito dopo l’improvviso cambio d’espressione della ragazza, come se si fosse appena accorta della sua presenza:

-          “ Oh, Ruby! Perché te ne stai qui da solo? ”

-          “ Ho un problema… ”

-          “ Con Gold, vero? ”

-          “ … come lo sai? ”

-          “ Gold è SEMPRE la tua fonte di problemi, no? ”

-          “ Mi ha detto che se mi… dichiaro a Sapphire smetterà di essermi amico, è così infantile che mi vergogno per lui!! ”

-          “ Oh, ma è solo geloso! ”

-          “ Ma che diavolo dici! Sono serio, anzi lui è serio, lo farebbe veramente ”

-          “ Quindi non ti dichiarerai a Sapphire? ”

-          “ Certo che no… Gold è il mio stupido migliore amico… ”

-          “ Senti, Gold è indubbiamente un ragazzo idiotamente infantile, ma questo è esagerato anche per lui, non pensi che ci sia dietro qualcos’altro? ”

-          “ Certo che lo penso… anzi, lo so per certo.. ma non vuole parlarmene ”

-          “ Magari ha solo paura di ferirti o che tu possa prendertela con lui, non penso che Gold sia molto bravo in queste cose, dopotutto ”

-          “ Allora dovrei semplicemente dirgli che non mi arrabbierò? ”

Ruby si alzò di scatto dalla panchina e, affermando “ Proviamoci ”, sorrise alla ragazza e si diresse verso casa dell’amico, leggermente in ansia.
Vi arrivò correndo e, quando la madre di Gold aprì la porta e lo accolse, lui scattò verso la camera del ragazzo aprendo rumorosamente la porta interrompendo la concentrazione che l’amico riponeva sul suo video game.
Inizialmente Ruby non fece nulla, se non unirsi al gioco con Gold, perché tutta la fermezza che aveva prima di giungere nella camera dell’amico era svanita in un lampo: avrebbe potuto dirgli che era tutto a posto, che poteva parlare liberamente e che non si sarebbe arrabbiato ma proprio non gli uscivano le parole, non riusciva neanche a formularle nella mente.
Perché loro avevano sempre parlato spontaneamente dei propri problemi, ma stavolta era diverso perché uno dei due non voleva affatto parlarne, allora c’era qualcosa che non andava.
Ruby finalmente apprese che se c’era qualcosa che Gold, il suo migliore amico, non poteva e non voleva dirgli poteva significare una sola cosa: gli avrebbe fatto immensamente male.
Però non poteva lasciar a Gold il peso di quel fardello che, molto probabilmente, nemmeno spettava a lui portare, allora lo chiese e basta: “ Parla o ti uccido, Gold ”.
Nel suo tono di voce, però, non c’era alcuna cattiveria, semplicemente non aveva la più pallida idea di come cominciare il discorso e, probabilmente proprio per questo motivo, la sua frase suonava anche ironica, allora Gold si concesse un sorriso e si sentì un po’ sollevato, ma non abbastanza per vuotare il sacco, così Ruby insistette:

-          “ Guarda che tanto ormai lo so che non mi piacerà per nulla, eh ”

-          “ Guarda che tanto non te lo dico lo stesso, eh ”

-          “ Pensi sia meglio che io semplicemente non lo sappia? ”

-          “ Non voglio essere io a dirtelo… ”

-          “ Io invece vorrei fossi proprio tu a dirmelo ”

-          “ Davvero? E se magari lo dicessi a tua madre e lei lo dicesse a te? O magari al tuo cane…”

-          “ Anzi, è un tuo dovere!! ”

-          “ Ma proprio non lo capisci?! Devo dirlo io? A parole?! ”

-          “ Vuoi dirmelo con dei gesti per caso? ”

-          “ Forse… ”

-          “ Riguarda Sapphire? ”

-          “ Okay, amico. Io penso che lei… diciamo, non credo che pensi a te più come prima ”

Gold stava seduto al lato del letto col la testa all’indietro china sul materasso quando lo Ruby si girò di scatto a guardarlo abbastanza sorpreso e, Gold non poté non notare, dispiaciuto.

-          “ … Quindi sta con un altro? Li hai visti? ”

-          “ Non la stai prendendo troppo alla leggera? ”

-          “ Li hai visti. Comunque… diamine, sono distrutto, è assurdo! Mi ha torturato per tutto questo tempo dicendomi che andava bene, che mi avrebbe aspettato, e invece?! Ma cosa peggiore, TU mi hai torturato per tutti questi giorni, facendomi pensare a miriadi di motivi, per un cosa del genere?! ”

-          “ Sei pazzo? Non è 'una cosa del genere', è Sapphire! ”

-          “ Perché non me l’hai detto subito? Voglio dire, ti stavi tipo facendo mettere sotto da un motore bastardo per cosa? Per non ferirmi? Sapphire, sì mi dispiace, ma che vada al diavolo! Andiamo, tu sei Gold e io sono Ruby, che ce ne importa dopotutto? Non cambierà proprio nulla, la nostra amicizia è più importante, no? ”

La questione divenne, tutto sommato, lievemente serie ed era una cosa che Gold e Ruby non sarebbero mai riusciti a mantenere a lungo, così tornarono quelli di sempre fingendo grossi stupidi lacrimoni con occhi luccicanti e si fiondaronoi uno contro l’altro pronunciando stupide frasi: era tornati i soliti, stupidi, infantili Gold e Ruby.

 Dopo una bella serata in compagnia dell’amico, Ruby si distese sul letto e, ripensando a quanto rivelato da Gold, sbatté un pugno contro il muro per poi dedicarsi a tirare i cuscini verso la parete e, infine, voltarsi con sguardo truce verso la propria scrivania e notare una foto sua e di Sapphire incorniciata, così si precipitò a distruggerla gettandola bruscamente per terra.
L’aveva preso in giro, aveva giocato con i suoi sentimenti e questo non gli stava affatto bene, perché lui l’aveva amata e lei l’aveva tradito, e adesso la odiava come nessun altro, solo vedere il suo volto l’avrebbe fatto imbestialire.
Gli aveva promesso che lo avrebbe aspettato per tutto il tempo che gli occorreva: “ LO AVEVA PROMESSO!! ”.
Ruby, dopo aver sfogato ancora per un po’ gran parte della sua rabbia, rilassò i muscoli, sospirò e chiuse la faccenda con un’unica parola: “ Stronza ”.

 

 

 






ANGOLO AUTRICE:
Salve gentili lettori (?) tanto per cominciare grazie per aver letto e scusate per il ritardo ma non ho avuto linea internet, per stavolta potete chiudere un occhio.
Che dire? Io AMO Gold e Ruby assieme quindi boh, ne è uscito questo XD
Sappiate pure che se avete Twitter trovate il link del mio account nella mia descrizione efp, e se volete seguitemi pure c:
Detto questo mi scuso per eventuali errori, vi invito sempre a recensire che mi fa piacere e a darmi consigli, sempre be accetti.
Adios gente, alla prossima ;)

   
 
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