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Autore: NightOfTheHunter    07/03/2013    2 recensioni
Kate è una ragazza giovane e apparentemente normale che ha sulle sue spalle un peso enorme che tiene nascosto da mesi. Questo segreto la schiaccia sempre più e la porta dove una ragazza della sua età non dovrebbe mai arrivare. Con l'aiuto di un batterista, forse, riuscirà a guardare la vita con gli occhi di una sognatrice. In lui trova tutto l'amore e la forza che ha sempre desiderato.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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La giornata prosegue abbastanza bene nel videonoleggio. Con la diffusione di internet e dello streaming dei film, non c'é poi cosi tanta gente. Fisso l'orologio del pc che segna l'1:15. Nel negozio ci sono solo quattro persone che cercano i loro film e penso che ne avranno per un bel po', cosi decido di andare in bagno. Sgattaiolo nel bagno e chiudo la porta a chiave. Per tutta la mattinata sono stata nervosa ma non ho avuto tempo di pensare a quello che era successo. Mi sento arrabbiata con me stessa, in colpa, una vera merda per averlo offeso. Non resisto e crollo in un piccolo pianto liberatorio appoggiando la testa contro il muro. Essendo nervosa e tesa, ho bisogno di scaricare il mio nervosa con qualcosa cosi sbatto la mano con forza contro il muro dando un bel pugno.
«Porca troia, puttana eva! Che dolore! Mio dio!» Grido un po' e infilo la mano fra le gambe ed inzio a saltellare per alleviare il dolore. Cerco di riprendermi quando il dolore passa un po', mi asciugo le lacrime e mi lavo la mano per pulire quel po' di sangue che é uscito dalle nocche. Mi metto un piccolo cerotto, che trovo nell'armadietto in bagno, ed esco come se nulla fosse successo. Torno al mio posto e salgo sulla scala, dietro il bancone con il pc,  per poter sistemare i dvd.
«Mi scusi...» Sento una voce roca vicino al bancone, dietro alle mie spalle, che mi chiama. Non mi volto e continuo a lavorare poiché sono su una scala, ho le mani piene di dvd e potrei cadere.
«Mi dica» rispondo e continuo a sistemare lo scaffale.
«Cerco dei dvd...quel tipo di dvd...capisce?» Scuoto la testa e rido fra me e me.
«I dvd erotici o porno gli trova in fondo al negozio...sulla destra c'é una tendina nera con scritto 'zona adulti'» spiego e sistemo gli ultimi dvd. Il signore alle mie spalle scoppia in una risata rumorosa facendo girare tutti i clienti nel negozio e me.
«Non quel tipo di dvd!» Continua a ridere e, non appena mi volto, diventa serio come se avesse visto un fantasma.
«Tu!» Mi agito un po' vedendolo li e la scala inizia a tremare. «Cristo!» Impreco ad alta voce, mi aggrappo alla scala e chiudo gli occhi.
«Tu! Io! Cazzo attenta! Tutto ok?» Si sporge buttandosi sul bancone come un tacchino su una tavola il giorno del ringraziamento e mi regge la scala mentre inizio a scendere.
«Si!» Scendo dalla scala e incrocio le braccia al petto guardandolo disteso sul bancone che regge ancora la scala.
«Che c'é?» Mi sorride e diventa viola in viso. Scoppio a ridere.
«Puoi scendere dal mio bancone? Non sono più sulla scala...» Torno seria ma faccio delle smorfie con le labbra per non ridere. Ora sembra un maiale arrosto, gli manca solo la mela in bocca.
«Si, scusa...» Scende dal bancone e si sistema la maglia che gli si é alzata.
«Dicevi?» Mi avvicino al pc e continuo a lavorare digitando sulla tastiera.
«Emh i film...» Posa l'iphone sul bancone e ci mette il cappello su alzando gli occhiali sulla testa.
«Dimmi...che film vuoi?» Fisso lo schermo del pc e con la coda dell'occhio seguo i suoi movimenti.
«Non porno» ride un po' e poi mi fissa la mano. «Che hai fatto?» Continua a guardare il cerotto e mi guarda curioso.
«Un dvd...» Rispondo senza degnargli di uno sguardo.
«Un dvd...cos'era un horror?» Alzo gli occhi al cielo e non rispondo. «Ok era pessima» sorride imbarazzato e si gratta la testa.
«Tanto pessima...» Mi fermo un attimo e lo guardo. «Cosa vuoi?» Ho un tono abbastanza acido e scontroso ma non vorrei trattarlo cosi. Dannati sbalzi d'umore.
«Emh...che qualcuno ti medichi?» Fissa la mano preoccupato.
«Perché?» Abbasso lo sguardo e mi fisso il cerotto: é completamente sporco di sangue. «Merda!» Impreco e velocemente esco dal bancone dirigendomi verso il bagno. Lui mi segue.
«Mi dici che hai fatto? Hai gli occhi rossi anche...» Entra in bagno e rimane dietro di me mentre strappo il cerotto e metto la mano sotto l'acqua fresca.
«Ti prego...non sono affari tuoi» la mano mi trema un po' e mi fa male ma continuo a tenerla sotto l'acqua.
«Sono affari miei se stai cosi per colpa mia» mi sussurra mentre chiude il rubinetto, prende della carta e delicatamente mi asciuga la mano. Decido di non rispondere e guardo i suoi movimenti. «Mi dispiace di averti lasciata cosi prima, non volevo...mi sono comportato da stronzo» 'Stronzo? Sicuro?' Commento mentalmente mentre apre l'armadietto del pronto soccorso e prende delle garze e il cerotto a nastro. Lo guardo attentamente metre posa tutto sul lavandino. «Mi sono sentito colpito per quello che hai detto...anche un po' ferito, se vuoi saperlo...e mi sono arrabbiato perché non ci conosciamo e mi hai giudicato da come sono fuori pensando che sia diverso da come sono dentro» prende le mie dita delicatamente e le piega una alla volta e poi muove il polso per controllare che non sia rotto. Non emetto alcun gemito di dolore, forse non lo sento perché sono troppo presa dal suo trattamento. «Però hai fottutamente ragione Kate. Ho reagito da stupido perché mi sono sentito spogliato di quella che per me é una maschera o armatura. Sei stata la prima a dirmi una cosa del genere e ad accorgertene sopratutto...e le persone che mi conosco da anni e anni non l'hanno mai capito...eccetto mio fratello perché, non dovrei dirlo, ma anche lui é cosi...solo che lentamente sta cercando di mostrarsi per quello che é. Io non ci riesco, ho paura di quello che sono veramente e che cosi non posso piacere. Ho costruito questa maschera su di me e ci sono affezionato. Non puoi capire quante volte lotto contro questa cosa e spesso sono arrabbiato...come questa mattina» lo lascio parlare. Le sua parole sono come una carezza dolce sul mio cuore ma allo stesso tempo sembra che mi abbia aperto il cervello e che ci stia leggendo dentro. Io lo capisco e forse ho detto quella cosa perché mi sono rivista in lui. E' stato un confessarmi più che sbattergli in faccia la verità. Le sue parole mi fanno piangere e in silenzio le lacrime mi rigano il viso ma rimango con la testa bassa e non lo guardo. «Ti prego non dirlo a nessuno...non sono pronto» la sua voce é roca, bassa, quasi mi stesse supplicando. Non farei mai una cosa del genere. Continua a medicarmi e piega le garze fissandole con il cerotto a nastro.
«G-grazie» singhiozzo e alzo la testa per guardarlo.
«Ehi ti prego, non piangere ancora per me...» Mi tira a se e mi stringe forte fra le sue braccia.
«Come sai che ho...» Rimango fra le sue braccia e per un momento mi sento quasi una bambina.
«Mi sono sentito una merda pure io per come ti ho trattata perché non lo meritavi. Mi dispiace tanto e ti prego di scusarmi...avevo gli occhiali e non vedevi me, ma io ho visto te e la delusione nei tuoi occhi...mi ha fatto male perché ci sostieni e non volevo che pensassi cosi di noi e che ti deludessimo...» Parla riferendosi alla band perché giustamente vive in funzione di essa. Ma c'é qualcosa che non sa.
«Il mio idolo» sussurro e lui si stacca un attimo guardandomi negli occhi.
«Sono...?» I suoi occhi brillano come pietre preziose. Verdi come degli smeraldi o pietre di Giada. Meravigliosi. E le sue ciglia cosi folte e lunghe che completano quello spettacolo incorniciandolo.
«Si...» Arrossisco un po'.
«E ti ho deluso. Sono un coglione» gli sorrido dolcementre mentre arriccia la fronte sentendosi in colpa.
«No anzi...mi hai dimostato che meravigliosa persona sei...lo sapevo già, é stata una conferma...scusami tu per il bar» sistemo la cassetta del pronto soccorso e mi sciugo le lacrime con il fazzoletto.
«Ooh mi fa piacere...ed io che credevo che ti piacesse Jared» si avvicina al wc e abbassa la cerniera del pantaloni.
«Dio santo! Avvisa però!» Apro velocemente la porta ed esco richiudendola alle spalle mentre sento una delle sue risate rumorose provenire dal bagno. Scuoto la testa e ridendo torno al bancone per schedare i dvd delle persone che aspettavano.
 
«Credevo mi aspettassi!» Si avvicina al bancone e si appoggia con il gomito su.
«Per vederti far pipì? No grazie» sorrido e mi siedo sulla sedia dietro al bancone. Siamo soli e il negozio é vuoto.
«Si si, tu volevi vedere come facevo pipí! Ammettilo su!» Alza le sopracciglia con fare orgoglioso e mi guarda.
«Oh si guarda! Era il mio sogno nel cassetto vedere il mio idolo fare pipì!» Mi porto una mano sul cuore e alzo gli occhi al cielo fingendomi commossa.
«Mi piace quella parola...» Torna un attimo serio e mi fissa. Mi mette un po' in soggezione quando lo fa, ma ormai mi sono abituata da stamattina.
«Quale?» Prendo un blocchetto e inizio a disegnare il suo volto mentre fissa le persone che passano per strada.
«Idolo» rimane fermo ed io affretto il mio lavoro.
«Era il bagno delle donne quello dove hai fatto la pipí lo sai, idolo?» Continuo tracciando con la penna il contorno degli occhi e le sopracciglia.
«Non porto sempre la parrucca con me» dice incantato dai passanti. È immobile, fermo, forse pensa o si é incantato veramente. Scoppio a ridere per l'ennesima volta e lui si gira a guardarmi.
«Che fai?» Guarda il foglio e cerca di prenderlo ma lo tiro a me.
«Nulla, per favore...» Nascondo il foglietto dietro la schiena e arrossisco.
«Va bene finisci...poi me lo regali?» Si rimette in posa e fissa fuori della vetrina posta sulla destra del bancone.
«Emh si!» Poso il foglio sul bancore e ricomincio a disegnare.
«Non sapevo che disegnassi...ok, non so niente di te...che stupido. È una cosa che fai per passione o hai frequentato una scuola?» Non posso di certo dirgli che disegno solo il suo volto e che di paesaggi, natura morta o altre persone non ho proprio provato. Ho iniziato da quando ho conosciuto la band anni fa, nel 2007, e da allora disegno solo il suo volto. È iniziato cosi, per caso, perché volevo accarezzare il suo viso e la matita era come se mi permettesse di farlo.
«No no, passione» continuo e mi sposto sul foglio per disegnare il suo mento.
«E cosa disegni? Dipingi anche?» 'Merda!' Ecco perché odio le domande.
«Ah bhe disegno di tutto. Peró é il primo ritratto che faccio questo...intendo tuo, cioé non ho mai disegnato il tuo volto...faccio altro...non mi fisso su un solo soggetto...sai, su tante cose» mi impanico e mento anche male.
«Mi piacerebbe vedere qualche disegno» sorride e continua a rimanere fermo. 'Merda merda!'
«Ok disegno solo il tuo volto dal 2007 e ho tipo 100 disegni chiusi in una scatola fatti con qualsiasi cosa...gessi, matite, carboncino e pastelli» dico velocemente una volta trovato il coraggio di ammetere una cosa cosi imbarazzante. Sono stata velocissima, chissà se avrà capito.
«Idolo! Non vergognarti, amo l'arte...e se vuoi farmeli vedere sono più che contento, potrebbe vederli anche Jared» 'che cosa? NO!' Sgrano gli occhi e mi passo una mano sulla fronte. «Ok va bene, Jared é troppo? Almeno io posso?» Mi sta facendo diventare pazza. Io non ho aperto bocca.
«Vedremo...Jared no, per favore» completo il mio disegno e lo guardo un attimo «fatto...» Si gira, prende il foglio fra le mani e lo guarda.
«Sei...bravissima! Una penna e 5 minuti! Wow! Dico sul serio...e guarda il pomo d'adamo com'é perfetto e realistico...anche gli occhi!» Divento bordeaux per tutti quei complimenti e mi ranicchio sulla sedia.
«Grazie mille...» Gli sorrido dolcemente mentre fissa ancora il disegno.
«Me lo regali veramente? Puoi farci una copia se vuoi metterlo nella collezione, o dai a me la copia» il suo tono é eccitato e impaziente come se stessi regalando un giocatolo ad un bimbo.
«Emh si!» Prendo il foglio, faccio la fotocopia e gli ridò l'originale.
«Wow! Firmamelo!» Alzo il sopracciglio, sorrido e firmo. «Ok lo metto nel portafoglio e lo tengo sempre li!» Porta la mano sul fondo schiena ed estrae dalla tasca un rettangolo di pelle nera, il portafoglio, e lo apre. «Aspetta» mi guarda e arrossisce. «Mi scrivi il tuo numero?» Scoppio a ridere e lo guardo.
«Perché?» Prendo il disegno e sotto alla firma scrivo il numero di cellulare.
«Perché mi piace parlare con te» riprende il foglio e lo mette nel portafoglio che risistema nella tasca posteriore dei jeans. «Non mi hai detto di dove sei? Comunque grazie»
«Milano, Italia...i miei si sono trasferiti qui quando avevo due anni...contea di Orange...Anaheim» mi avvicino al pc e rispondo a qualche email di alcuni clienti. Un modo per togliere i riflettori da me.
«Disneyland! Io sto a Los Angeles...sai quella zona un po' fuori città? Emmh» si guarda intorno e abbassa la voce perché senza accorgersene il negozio si é riempito lentamente.
«Si...tranquillo non dico nulla a nessuno» gli faccio un occhiolino e rispondo all'ultima email.
«Bhe ti lascio lavorare, non voglio farti licenziare...il tuo numero ce l'ho» si butta sul bancone davanti a tutti, come prima, e mi stampa un sonoro bacio sulla guancia. Arrossisco e mi scappa un sorriso.
«Mi spaccherai il bancone cosi e poi ripaghi tu eh» scende e si risistema. Prende la fotocopia del disegno e la firma.
«Se serve a rivederti...mi ci ributto» fa finta di sdraiarsi di nuovo sul bancone ma poso le mani sulle sue spalle per fermarlo.
«No no no! Hai il numero...non ti rifiuto un invito e grazie per l'autografo» guardo il foglio e c'é il suo nome scritto, non la solita S con la X.
«Figurati. Ora hai gli occhi rossi, avremo tanto tempo per farci una foto» calca con la voce la parola "tanto" e mi sorride.
«Basta che non fai pipí davanti a me...e che...continui a salvarmi la vita come oggi» o come sempre. Perchè lui involotariamente mi da la forza per andare avanti.
«Niente pipí e continuo a salvarti...é stata una giornata bellissima...non ne avevo una cosi da chissà quanto» 'eppure non abbiamo fatto chissà cosa' penso mentre lui sospira e si butta di nuovo sul bancone per stamparmi un altro bacio sulla guancia. 'Ooh' il mio cuore si scioglie.
«Il bancone!» Lo sgrido per scherzare e rido. «Dai Idolo vai» gli accarezzo il viso.
«Si si...il bancone!» Scoppia a ridere e indossa gli occhiali mentre prende il cappello dal bancone. «Signorina Kate...ci vediamo presto. Buona Giornata!» Fa un piccolo inchino mentre accarezza il bancone. 'Gli piace! Si, il bancone!'
«Ciao Signor Idolo Sfonda Banconi!» Urlo per farmi sentire mentre esce dal negozio.
Sospiro e guardo le persone aggirarsi per il negozio, abbasso lo sguardo e vedo il suo iphone sul bancone.
«Shan!!» Urlo ma ormai é troppo lontano e non posso lasciare il negozio.
Che faccio?
 
   
 
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