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Autore: Harryette    07/03/2013    20 recensioni
Non mi avrebbe mai amata. Neanche con tutto l'amore del mondo ci sarebbe riuscito.
Eppure c'era qualcosa di estremamente perverso e masochista dentro di me.
Qualcosa che continuava ad urlarmi: ''Annega con lui, vai! Ti sta aspettando da qualche parte negli inferi, pronto a distruggerti''.
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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this.


Capitolo 2- unbroken.

''non sei stanca di vivere, sei stanca di morire ogni giorno in questo modo''.
***

''Piccole puttane crescono'' esclamò mia madre quando mi vide scendere le scale ,la mattina dopo per andare a scuola.

''Grandi troie si intromettono'' sputai. Poi presi lo zaino rosa e uscii di casa sbattendo la porta.

Piccolo dettaglio: quanto potevo odiare mia madre? QUANTO?
Per la strada verso l'autobus non feci altro che abbassarmi la miniminimini gonna che avevo, praticamente inesistente. La maglia trasparente lasciava intravedere il mio reggiseno nero in pizzo. Mi ero contenuta e non avevo indossato i tacchi, solo per decenza, anche se a scuola c'era chi faceva di peggio.

Nell'autobus incontrai Payne, come tutte le sante mattine. ''Hey Melinda''.
''Hey Liam''.

Mi squadrò dalla testa ai piedi interessato. ''Ehm, dove devi andare stamattina? In un bordello?'' scherzò.

''Ma quanto sei simpatico'' ironizzai ''tu hai avuto l'idea di conquistare Zayn ,quindi taci!''.

Dal suo volto capii che solo ora aveva compreso la mia idea. A Zayn piacevano le ragazze facili? Lo sarei diventata.

''Genio'' concluse ,sorridendomi.

''Lo so, grazie''

***

Arrivati a scuola ci salutammo e ci recammo vicino i nostri rispettivi armadietti, distanti anni luce.
Quando chiusi l'anta notai la figura slanciata di Zayn che mi passava accanto. Tossii per farmi notare , e quando lo fece sgranò gli occhi.

''Wow'' disse solo.

''Ciao anche a te ,Malik!''.

''Ora che ci penso, biondina, non so neanche il tuo nome'' cambiò di scorso.

''Melinda'' sussurrai quasi ''Melinda Gomez''

''Spagnola?''

''Messicana'' lo corressi. Un sorriso malizioso comparve sul suo viso.

''Non ti avevo mai vista in questa 'versione' ,biondina'' sogghignò.

Mi avvicinai lentamente a lui, respirando il suo profumo aspro. Portai le labbra a sfiorare il suo orecchio sussurrando ''se vuoi puoi vedermi anche in un'altra versione''.

Ero allusiva, e lui aveva colto le mie intenzioni. Sorrise malizioso.

''Sapevo che prima o poi me lo avresti chiesto!'' ammiccò. Volevo dargli uno schiaffo ma mi trattenni e glielo lasciai credere. Che narcisista. Gli presi la mano, che era bollente, e lo condussi verso il bagno delle ragazze quando piantò i piedi a terra e mi bloccò.

''Cosa c'è?'' chiesi. Zayn Malik che rifiutava una sana scopata? Assurdo.

''Come mai hai cambiato idea?'' mi chiese ''sbaglio o fino a ieri mi odiavi e mi davi dell'assassino?''.
In quel momento capii che non era solo un bastardo senza anima ma non evava neanche la conoscenza dei propri limiti. Pensai a Devonne. DOVEVO portare a termine il piano, punto.

''Nella vita si può cambiare idea ,no?''.

''Certo, ma stai attenta biondina'' ammiccò ''tai giocando col fuoco. Potresti bruciarti''. Non stava scherzando, era semplicemente serissimo. Mi avvicinai di più al suo corpo muscoloso.

''SONO INDISTRUTTIBILE ,ZAYN''.

''Lo so'' sentenziò, prima di voltarsi e andarsene.

Lo vidi allontanarsi fino ad entrare nella sua classe. Mi aveva rifiutata. Non ci potevo credere. Avevo praticamente speso un capitale per quei vestiti, porca miseria! Dovevo trovare un altro modo, era inutile ritentare. Se aveva voglia di scopare con me ora saremmo chissà dove. E io avrei perso già la mia verginità. Non che fossi una santa, anzi. Non che mia madre fosse una di quelle religiose incallite che obbligano le figlie ad aspettare il matrimonio, anzi. Volevo SOLO il ragazzo giusto.
Era una specie di sogno, come il matrimonio credo... Ma non mi importava fare sesso con Zayn e infrangere il mio sogno, se potevo vendicare la mia migliore amica. Poi, sempre mentre suonavo il piano di nascosto, mi venne un altro lampo di genio. Mi alzai di scatto e corsi in detenzione. Sapevo che Zayn era stato punito per la 26384920 volta per essere stato beccato dalla preside metre fumava nei corridoi, l'avevo visto recarsi in presidenza quella mattina, e non ne usciva senza un cartellino arancione con la scritta 'DETENZIONE'. Spalancai la porta dell'aula. Alla cattedra un professore di un centinaio d'anni, annoiato, mentre leggeva il giornale. Notai Zayn seduto all'ultimo banco, da solo, con l'ipod nelle orecchie.

''Signorina, anche lei in detenzione?'' mi chiese il prof.

''In realtà volevo solo dire una cosa all'alunno Malik. Posso?''

Cercai di fare la carina ma quando il prof vide come ero vestita (da prostituta) cambiò idea. Perchè cavolo non mi ero messa il pigiama?

''Il signor Malik è occupato. E poi la scuola non è il luogo adatto per 'queste cose' ''.

''Quali cose? Voglio solo dirgli una cosa!'' mi giustificai. Vecchio.

''Non mi interessa, esca signorina. E ...si copra'' sputò.

''Senta un pò...'' stavo perdendo le staffe, poi però Zayn venne in mio aiuto. ''Prof possiamo uscire un attimo?''.
'
''Mi sembra di aver già risposto a questa domanda'' rispose lui. Sospirai.

''Non rompa i coglioni. Io esco. Vada a fanculo'' disse prima di prendermi per l'avambraccio e portarmi fuori, sbattendo la porta. Il professore non venne neanche a cercarlo, mentre mi conduceva in un posto più appartato.

''Cosa vuoi?'' chiese.

''Innanzitutto, ciao''.

''Oh Melinda parla!''.

Alzai gli occhi al cielo. ''Volevo solo chiederti una cosa'' conclusi.

''Cosa? Devo tirartela fuori con il cucchiaino?''.

Stronzo.

''Qualcuno è nervoso oggi ,eh?'' temporeggiai.

''P A R L A''.

Decisi di dire tutto d'un fiato, senza pensare. ''Ti andrebbe di uscire con me, venerdì?''. Mi sentivo ridicola, ma non sapevo più che pesci prendere con lui. La sua risata mi colse alla sprovvista.

''Cazzo ti ridi?''.

Lui si avvicinò pericolosamente a me. ''Dimmi perchè dovrei accettare''.

Sospirai. ''Perchè lo vuoi anche tu'' replicai, ovvia.

''E tu cosa ne sai, biondina?''.

''Lascia perdere'' dissi, prima di sottrarmi alla sua stretta anoressica e andandomene via. Stronzo al cubo.

***

Sentivo mia madre che blaterava cose senza senso dalla mia stanza. Cercavo di coprirle con la musica ad alto volume ma sembrava che le mie orecchie volessero sentire solo quello. 'Maledetto alcool' pensai.
Era da quando mio padre l'aveva mollata -ci aveva mollate- scappando con la sua segretaria di ventitre anni, che si ubriacava tutte le sere. Esattamente tre anni e due mesi. Non faceva altro che urlare e si riduceva ad uno straccio. La mattina dopo era inguardabile e dormiva fino al pomeriggio. Poi sentii un rumore sordo e corsi in cucina ,spaventata. Si stava divertendo a rompere, sbattendo a terra, tutti i piatti di porcellana dalla credenza. Il rumore era assordante.

''MAMMA SMETTILA!'' urlai. Ma non mi dava retta.

''Finiscila!'' continuavo ad urlare, finchè non le bloccai con le mani i polsi. Ma lei si liberò, dandomi un sonoro schiaffo in faccia.

''Scompari dalla mia visuale, Melinda! VATTENE!''. Sembrava una matta. Sentii gli occhi pizzicare, e le lacrime cominciarono a scendere a fontane, silenziose.

''Che cazzo piangi a fare ora? E' colpa tua se tuo padre se ne è andato!''.

Sapevo che quello che diceva non aveva senso e che non lo pensava, ma faceva male lo stesso.
Corsi fuori da quella casa, nel vento gelido di Londra. Con addosso solo una tuta. Corsi a perdifiato fino a raggiungere un ponte abbandonato vicino casa mia, che dava su di un laghetto. Un tempo c'erano delle oche lì dentro, mio padre mi ci portava sempre da piccola.
Piansi.
IO NON PIANGEVO MAI.
Ma quella sera piansi, e mi sentii più libera. Piansi per tutte le cose su cui non avevo pianto, per tutte le cose su cui avevo trattenuto le lacrime per sembrare forte. Piansi per Devonne, per mio padre, per mia madre, per tutte le volte che ero stata ferita da persone e parole stupide. E mi ritrovai a piangere anche per delle cose futili. Le lacrime scendevano e non volevo fermarle.
Poi mi strappai dal collo la collana che io e Devonne avevamo comprato uguale in terza media, una stellina d'argento, e non ci eravamo mai tolte, e la lanciai nel lago urlando.

La stella si perse nell'acqua gelida e colò a fondo. Non mi pentii di averlo fatto. Ero arrabbiata con Devonne.

''Tu eri l'unica che conosceva i miei problemi. L'UNICA PORCA TROIA!'' urlai al mare, come se potesse sentirmi. ''Perchè hai deciso di andartene? Eh? Perchè hai mollato tutto? PERCHE' CAZZO MI HAI LASCIATA SOLA, DEVONNE?''.

Mi sentii meglio anche stavolta. Sospirai, poi decisi di ritornare a casa. Prima però sussurrai di nuovo al mare.

''Io avevo ancora bisogno di te''.




 
ALLORA RAGAZZE PIACIUTO IL CAPITOLO?
SINCERAMENTE IO LO AMO! NON PREOCCUPATEVI ,CAPIRETE PRESTO CHI E' DEVONNE :))
CHIEDO SCUSA SE CI SONO ERRORI MA VADO DI FRETTA, QUINDI NON HO TEMPO DI RICONTROLLARLO LOL
CHE NE PENSATE DELLA PIEGA CHE STA PRENDENDO LA STORIA?
NEL PROSSIMO CAPITOLO VI MOSTRERO' COME IMMAGINO MELINDA GOMEZ, CI STO ANCORA PENSANDO:)
ORA EVAPORO, MA PRIMA VOLEVO RINGRAZIARE TUTTE LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E CHE RECENSIRANNO C':
BACI
H.
  
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