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Autore: daemonlord89    08/03/2013    1 recensioni
Due anni dopo gli avvenimenti di Landam, Kemoria è sconvolta dalla guerra civile. I Petali Neri si sono sciolti e i ribelli hanno quasi preso il controllo della capitale. Il governo, però, non può accettare questa situazione; ha un piano che non può fallire. Ma deve sbrigarsi ad attuarlo, perché la Maschera sta per essere distrutta...
[Secondo capitolo della trilogia, il primo è Eredità di sangue]
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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CAPITOLO SESTO
-La biblioteca sepolta-

 

---Sotterranei dell'ospedale---

Hayst stava completando l'ennesimo giro intorno alla scultura. Era affascinato dai particolare che l'autore dell'opera era riuscito a foggiare. Le ali degli esseri in piedi sui pilastri erano perfette, si potevano riconoscere le singole piume.
Franc si stava dedicando al riconoscimento dei luoghi in cui quei giganteschi monoliti sorgevano. Segnò alcune località su un foglio di pergamena e si bloccò all'improvviso quando si accorse che anche lì, a Kemoria, ce n'era uno.
“Si trova qui, nella capitale.” disse. Gli altri lo raggiunsero e controllarono a loro volta la posizione del pilastro. Geral annuì.
“Cazzo se è vero.”
“Ma dove? Voglio dire, una struttura del genere non dovrebbe passare inosservata!”
“Può anche essere che sia stata distrutta.” propose Hayst, scrollando le spalle “Per quanto ne sappiamo, la mappa potrebbe risalire agli albori del tempo.”
“Già...”
“Ragazzi!” chiamò Thalia, che stava indagando altrove, cercava qualunque cosa potesse essere utile sui muri della stanza. Si trovava, in quel momento, di fronte ad una delle colonne.
“Che succede?” chiese Franc.
“Questa sezione circolare della colonna si può spostare!”
“Mmm.” rifletté Hayst.
“Che facciamo, comandante?”
“Sarebbe meglio non rischiare, ma non avremo un'altra occasione di tornare quaggiù, se non tra molto tempo.”
“Provo a girarla un po'?”
“Sì.”
La sezione si mosse avanti e indietro, ma poco e a fatica. A giudicare dal rumore prodotto, era da secoli che non veniva smossa. Geral scansò la ragazza e si stirò i muscoli, pronto a dare prova della sua forza. Anche lui, comunque, non fu sufficiente.
“Porca puttana! Non si muove!”

Ci dev'essere un modo...” Il comandante M'auget cominciò a vagare per la stanza, finché non individuò un altra sezione rotabile, su una colonna posta in linea retta con la prima.
“Ecco!” disse “Proviamo a spingere insieme, al mio via!”
Le sezione ruotarono molto più facilmente, probabilmente erano legate da qualche meccanismo. Dopo aver compiuto un giro completo, si fermarono.
Un rumore di pietra che stride su pietra riempì la sala, rimbombando come un tuono. Il pavimento tremò e i quattro ribelli furono, per un attimo, convinti che il soffitto gli sarebbe caduto addosso.

 

Sopravvissero.
Quando il rumore e il terremoto cessarono, ora la parete in fondo alla stanza, rispetto alla porta, si era aperta, girando su se stessa. Dall'altra parte si intravedeva un corridoio.
“Wow.” fu il commento di Franc, mentre si avvicinava.
“Che facciamo, capo?” domandò Geral, equipaggiando la mazza.
“Esploriamo. Ma do a tutti dieci minuti di tempo. Raggiunto l'ultimatum, dobbiamo tornare fuori. Rhiz starà imprecando.”

---Di fronte all'ospedale---

“Per l'amor di Maat, dove sei finito, Hayst?” imprecò Rhiz Gordon, mentre freddava l'ennesimo soldato. Era stanco e, come lui, lo erano tutti i suoi uomini. La battaglia non stava andando bene, stavano subendo troppe perdite. Era quasi tentato di annunciare la ritirata senza aspettare il segnale del generale M'auget. Non riusciva a credere che potesse volerci così tanto, quindi prese una decisione. Arretrando mentre parava i colpi di un nemico, si portò con le spalle contro quelle di un suo uomo. Senza voltarsi, parlò.
“Fai il giro. Vai a vedere dove sono finiti gli altri!”
Il ribelle annuì e si sganciò dal combattimento, prendendo la via verso sud.

---Sotterranei---

I passi risuonavano nel corridoio deserto. Hayst e i suoi tre compagni si inoltrarono in un percorso umido e freddo, che li condusse nel cuore della terra, scendendo per un dislivello di qualche decina di metri.
Quando sbucarono dall'altra parte, rimasero meravigliati. Entrarono in una seconda sala sotterranea, che un tempo era protetta da delle enormi porte, le quali, ora, si trovavano per terra, scardinate dal tempo.
La stanza era alta, più che larga, rettangolare. Al centro c'erano dei lunghi tavoli della stessa forma, mentre i lati erano pieni di scaffali, in pietra, dove era contenuta un'infinità di libri. A giudicare dalle loro condizioni, dovevano essere antichi quanto quel luogo.
Franc sospirò di stupore, mentre Thalia si catapultò in avanti per dare un'occhiata al dorso dei tomi, nella speranza di leggere qualche titolo.
“Dove siamo?” chiese Hayst, ben sapendo che non avrebbe ottenuto alcuna risposta soddisfacente.
“Guarda quanti libri!” esclamò la giovane maga, saltellando per l'eccitazione “Avete idea del tesoro che abbiamo trovato?”
“Bella merda.” commentò Geral, incrociando le braccia e appoggiandosi al muro “Carta. Wow.”
“In questa carta” lo ammonì Hayst “potrebbero celarsi informazioni importantissime, magari anche qualcosa su quei pilastri. Ricordati che la conoscenza è forse l'arma più forte, in guerra..”
“Wow. Sarà, ma io opto comunque per la mazza.”
“Ah, cosa parlo a fare con te? Franc, Thalia, riuscite a prenderne qualcuno senza che si distrugga?”
I due ragazzi stavano già controllando le condizioni dei volumi. Ne individuarono alcuni messi leggermente meglio di altri, ma scossero comunque la testa.
“Purtroppo è molto rischioso. Potremmo salvarne qualcuno usando la magia per restaurarlo, ma il processo ci sposserà e non potremo lanciare altri incantesimi almeno fino a domani. Che facciamo?”
“Fatelo.” ordinò M'auget “Sono energie ben spese. D'altronde, dopo che avremo recuperato i libri, potremo tornare a casa.”
“Sissignore!” annuirono i due all'unisono.

Dopo qualche minuto, stavano calandosi dalla finestra dalla quale erano entrati. Geral rovinò addosso ad un uomo che si trovava lì sotto.
“Che cazzo?” esclamò, preparandosi a combattere. Subito, però, lo riconobbe come un ribelle.
“Porca puttana, Jester! Mi hai fatto prendere un colpo!”
“E invece tu me l'hai dato con le tue chiappe, il colpo!” rispose l'altro, massaggiandosi la testa.
“Cosa c'è, soldato?” chiese Hayst.
“Mi ha mandato il comandante Gordon, per vedere se tutto procedesse secondo i piani.”
“Tutto fatto, ragazzo.” annuì il generale “Ordina la ritirata. Si torna a casa.”

   
 
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