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Autore: kessachan    08/03/2013    7 recensioni
Salve!
Questa è un AU ed è ambientata ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Elena è un'infermiera e i nostri Salvatore sono soldati di stallo in Inghilterra. Spero di non sembrarvi banale e che la storia vi piaccia!
Buona lettura!
Kessachan
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6.
 
La mattina dopo mi svegliai con il sole già alto che filtrava fastidioso dalla “finestra” della tenda.
Guardai l’orologio che tenevo al polso, erano le 10:30. Alzai la testa dal cuscino per poi appoggiarmi sui gomiti. Ero da sola.
Elizabeth era in turno e Meredith probabilmente era andata alla posta del paese per sapere se era arrivato qualcosa per lei.
Mi lasciai cadere di nuovo sul materasso. E al pensiero della sera prima mi venne naturale sorridere.
Avevo trascorso una meravigliosa serata in compagnia di Damon e anche se le mie compagne, che erano rimaste sveglie per essere aggiornate, espressero il loro disappunto quando le informai che non c’era stato nessun bacio per me quella era stata una serata in tutto e per tutto perfetta.
Cosa provavo per lui? Attrazione fisica? Naturale. Ma c’era ben altro.
Quando pensavo a Damon non potevo fare a meno di sorridere e il cuore cominciava a battere all’impazzata. Avevamo trascorso tutta la serata a parlare come se ci conoscessimo da molto tempo e poi beh…il ballo improvvisato al centro del pub era stata la ciliegina sulla torta.
Il suo atteggiamento da duro era solo un’apparenza.
Avevo una gran voglia di vederlo.
 
Svogliata alla fine mi alzai dal letto e decisi che sarei andata da Elizabeth per chiederle se sapeva qualcosa di Meredith.
Dopo essermi lavata e vestita mi avviai verso l’infermeria. Stranamente in giro c’erano pochi soldati, probabilmente erano in missione. Chissà se Damon era con loro.
Scossi la testa come per allontanare questi brutti pensieri.
Non potevo passare tutte le giornate a preoccuparmi per lui. Anche se mi veniva così naturale farlo.
Quando entrai in infermeria notai che anche lì la situazione era tranquilla. Molti dei letti erano stati liberati e i pazienti rimasti erano facilmente gestibili.
Mi diressi subito nella nostra parte riservata della tenda dove sicuramente avrei trovato le altre infermiere. Diciamo pure che l’ho fatto anche per evitare di passare davanti al letto di Stefan.
Non so come avrei potuto affrontare il discorso ” Damon” , volevo semplicemente evitare situazioni imbarazzanti.
Sarei forse passata dopo per fargli un saluto veloce.
Arrivai alla nostra postazione e come previsto trovai Elizabeth e altre tre ragazze, tra cui Rebekah.
-Elena, che ci fai qui? Non hai la notte?- chiese quest’ultima dopo avermi salutato insieme alle altre.
-Sì, sì. Volevo solo chiedervi se sapevate dove è andata Meredith. Nella nostra tenda non c’è.
-E’ andata in paese, aspetta che arrivi il postino da Londra per vedere se ha ricevuto qualcosa.- rispose Elizabeth mentre sorseggiava un caffè.
-Ah ecco, come immaginavo. Magari la raggiungo. Com’è la situazione qui? Sembra alquanto tranquilla.
-Non dirlo troppo ad alta voce. Comunque sì hai ragione, va tutto bene.- rispose Rebekah.
-Il tuo paziente del 16 verrà dimesso stasera o domani mattina.- aggiunse Elizabeth sottolineando “tuo”.
Feci finta di niente per evitare discorsi con le altre però non le risparmiai uno sguardo che lasciava intendere un “io e te ci vediamo dopo”.
-Bene, allora vado a salutarlo.- dissi per poi salutare tutte e augurare loro un buon pomeriggio.
Mi avviai verso il letto di Stefan e non appena lo vidi per un attimo esitai. Damon era con lui.
Erano intenti a parlare di chissà cosa quando il più piccolo dei due mi vide e mi salutò alzando la mano.
-Ciao Elena!- a quelle parole Damon si voltò e mi dedicò uno dei suoi sorrisi più dolci.
-Ciao Stefan, Damon.- mi avvicinai, per poi fermarmi davanti ai due fratelli che erano entrambi seduti sul letto.
-Come mai qui?- chiese Damon.
-Sono venuta a cercare Meredith e già che ci sono ho pensato di salutare Stefan dato che mi è stato detto che stasera o domani ti lasceranno libero.
-Sì è vero, per fortuna. Ero un po’ stufo di stare segregato a letto. Anche se la compagnia qui è più che soddisfacente.- non mi sfuggì lo sguardo che Damon mi lanciò dopo aver sentito le parole del fratello.
Okay, questa è un classico esempio di situazione imbarazzante che avrei preferito evitare.
-Troppo gentile, fratellino. È pur sempre il loro lavoro occuparsi dei pazienti.- disse Damon con un tono che non si poteva definire totalmente pacifico e tranquillo.
-Beh direi che lo fanno molto bene.- continuò Stefan, ignorando il fastidio che aveva suscitato nel fratello in quel momento.
-Meglio che vada! Devo raggiungere Meredith in paese.- avevo una gran voglia di allontanarmi dai due e prima lo facevo meglio era.
-Ti accompagno fuori che devo raggiungere i ragazzi per dei controlli in aeroporto.- disse Damon alzandosi. -Fratellino ti lascio in buone mani allora. Se riesco passo stasera, sempre se non sarai di nuovo in circolazione.- aggiunse.
-Ciao Stefan, a stasera!- lo salutai io a mia volta.
 
E così ci incamminammo verso l’uscita dell’infermeria, fianco a fianco.
Quando finalmente uscimmo, lontani dalla vista di Stefan, Damon mi prese per un braccio e mi trascinò in una stradina a destra della tenda. Eravamo soli.
-Volevo passare da te stamattina, ma non sapevo se avresti dormito fino a tardi o meno.- mormorò lui, tenendo stretta una mia mano tra le sue.
-Saresti potuto passare comunque. Mi avrebbe fatto piacere vederti.- risposi senza pensarci.
-Lo terrò in mente la prossima volta. Hai dormito bene stanotte?- il tono con cui me lo chiese mi sciolse e fui ben felice di notare che si stava avvicinando sempre di più.
-Se devo essere sincera ho fatto un po’ fatica ad addormentarmi.
-Ah sì? E come mai?- era così vicino che potevo sentire il suo respiro su di me.
Appoggiai la mano libera dalla sua presa sul suo petto, potevo sentire chiaramente il cuore che batteva ritmico e azzarderei anche accelerato.
-Ho trascorso una meravigliosa serata con un soldato del campo, ero così emozionata che non ho preso sonno facilmente.- mormorai, guardandolo negli occhi.
-Che soldato fortunato.
-Sì, direi di sì.- concordai con lui.
Senza aggiungere altro mi baciò. Fu un bacio dolce e allo stesso tempo carico di passione e aspettative.
Ammetto che non mi sarei mai aspettata di trovarmi lì, nascosta dietro una tenda, a baciare un soldato che conoscevo sì e no da una settimana.
Ormai però era chiaro che lui, Damon, per me non era un semplice soldato.
Così facendo avevamo appena suggellato il nostro legame.  E chissà dove ci avrebbe portato tutto questo.
 
Quando purtroppo si allontanò da me lo fece piegando la testa in avanti per appoggiare la sua fronte sulla mia, notai anche che si stava mordendo il labbro.
-Tu mi farai impazzire.- mormorò prendendomi entrambe le mani.
-Io oramai già lo sono.- dissi avvicinandomi per dargli un veloce e delicato bacio sulle labbra.
-Sei cosa?- chiese lui poi.
-Pazza di te.- alle mie parole piegò indietro la testa per guardarmi meglio negli occhi.
Era amore quello che leggevo nei suoi occhi? Non lo avevo mai visto così. Il viso sembrava più disteso e rilassato del solito e per una volta aveva lasciato la parte il suo classico ghigno beffardo per far comparire un dolce sorriso totalmente dedicato a me.
Che effetto gli facevo? Sembrava un altro.
-Quanto vorrei che questa maledetta guerra finisse. Potremmo restare qui a vivere e prendere la casa abbandonata e ristrutturarla come ci pare e piace.- il suo tono di voce era sognante, come se immaginare di trascorrere la sua vita con me lo rendesse l’uomo più felice della terra.
-E lasceresti tuo fratello da solo?- la mia domanda lo colse di sorpresa e lo sguardo di gioia che aveva poco prima lo abbandonò. Mi lasciò anche le mani.
-Dovrò parlargli.- disse semplicemente. Il modo in cui lo disse lasciava intendere che loro due avevano già fatto un discorso che io ignoravo. Chissà di cosa avevano parlato.
-C’è qualcosa che devo sapere?- chiesi, diretta.
-No…O meglio. Sì, forse dovresti. Non so cosa penserai dopo.- tutto questo mistero mi aveva messo una certa agitazione. Anche se nel profondo sapevo già cosa stava per dirmi.
Lo guardai negli occhi per incoraggiarlo ad andare avanti.
-Stefan mi ha confidato che pensa di provare qualcosa per te.- disse lui infine.
-Ah…- fu tutto quello che riuscii a dire.
Sospettavo che da parte sua ci fosse un certo interesse nei miei confronti però ora la situazione si faceva complicata.
Erano fratelli. Erano legati nel profondo. E io probabilmente avrei rovinato tutto.
Scossi la testa e diedi le spalle a Damon, stringendomi nel cappotto.
Lo sentii avvicinarsi a me e infatti mi cinse da dietro, per poi appoggiare il mento sulla mia spalla.
-Non ti devi preoccupare, okay? Risolveremo tutto. Gli parlerò e non cambierà niente. Di certo nulla cambierà quello che provo per te.- mormorò lui.
Mi voltai e lo abbracciai, appoggiando il viso sul suo petto.
-Non voglio rovinare il vostro rapporto. E poi…non voglio perdere te.- le ultime parole furono quasi come un sussurro ma lui comunque le capì. Mi strinse ancora più forte tra le sue braccia.
-Non mi perderai, è una promessa.- disse lui.
-Sei sicuro di voler rischiare un conflitto con tuo fratello per me? Ci conosciamo da così poco tempo e lui…lui è Stefan…- alzai la testa per guardarlo in faccia.
-Magari non gli interessi nemmeno poi così tanto.- cercò di sdrammatizzare lui. Alle sue parole sorrisi, poi però tornò serio.- Stefan non è uno stupido, capirà. Sì, ci conosciamo da pochi giorni ma posso assicurarti che non ho mai provato per nessuna quello che provo per te ora. E se non è chiaro, sì sarei disposto a rinunciare a lui per te.
A quelle parole non potei fare altro che sorridergli per poi baciarlo di nuovo.
E mentre lo facevo avevo compreso a pieno il motivo per cui non avrei potuto rinunciare a lui tanto facilmente.
Ero pazza di lui. Per non dire che ne ero innamorata.
 
-Sei sicura che non vuoi che venga con te? Posso accompagnarti fino in paese e poi torno indietro. Ti ricordi la strada?- eravamo appena fuori dall’accampamento e Damon stava insistendo per accompagnarmi in paese da Meredith, non voleva lasciarmi andare da sola.
-Ieri sera ci abbiamo messo dieci minuti e poi comunque non è difficile arrivarci. Devo seguire questa stradina e poi svoltare a destra verso il boschetto. Sbaglio?- dissi indicando la strada sterrata poco più in là rispetto a noi.
-Sì, è giusto. Però vedi di non fermarti e vai per la tua strada.- mi prese la mano e la baciò.
-Non cominciare a preoccuparti per le minime cose, mi raccomando.- dissi alzando gli occhi al cielo, ovviamente senza smettere di sorridergli.
-Vogliamo parlare di chi dei due si è preoccupato come una pazza non vedendomi tornare da una missione?
-Appunto stiamo parlando di una missione in cui si rischia la vita, io devo solo raggiungere un paese.- mi avvicinai e gli stampai un bacio sulla guancia. Poi però tornai seria.- Non voli oggi, vero?- aggiunsi.
-No, devo solo controllare che il mio aereo sia a posto. Dovrei tornare per pranzo. Tu hai la notte?
-Sì, anche se prevedo una notte tranquilla. Almeno spero.
-Avrei tanto voluto vederti.- disse lui per poi abbracciarmi e baciarmi sulla fronte.
Mi sentivo così al sicuro e protetta tra le sue braccia che avrei potuto trascorrere l’intera giornata così.
-Anch’io, ma purtroppo non posso. Domani però ho tutta la giornata libera. Ovviamente la mattina dormirò però, se per te va bene, potremmo vederci la sera. Archie vorrà sapere se hai concluso o meno.
-E ho concluso?- chiese lui, sorridendomi.
-E me lo chiedi anche?- per tutta risposta mi baciò dolcemente sulle labbra.
-Allora vada per domani sera. Penserò a qualcosa.- disse poi.
-Mmm organizzerai qualcosa?…sono curiosa!
-Dai basta, vai che prima parti prima torni. Ci vediamo oggi pomeriggio prima del tuo turno. Passerò a trovarti nella tua tenda, okay?
-Ma non puoi lasciarmi qui sul più bello.- mormorai facendo la finta offesa. Poi però guardai l’orologio ed erano circa le 12 quindi avrei dovuto sbrigarmi se volevo raggiungere Meredith.- Okay hai ragione, è meglio che vada. Ci vediamo dopo allora.- gli diedi un veloce bacio e lui controvoglia mi lasciò andare.
Mi incamminai verso il paese raggiungendo la stradina e quando mi voltai lui era ancora fermo che mi osservava. Gli feci cenno di andare e lui alzò le braccia in segno di resa e alla fine si allontanò.
 
Quando arrivai in paese mi avviai subito verso la posta, andando in cerca di Meredith.
La trovai seduta su una panchina vicino alla fontana nella piazza principale.
Non appena notai che in mano teneva una busta aperta e un foglio le corsi incontro.
-Meredith!- la chiamai e lei alzò la testa per guardarmi. Aveva gli occhi rossi e il viso bagnato di lacrime.
-Oddio Meredith, che succede?- mi buttai ai suoi piedi in ginocchio.
Lei non rispose e mi allungò il foglio. Era ingiallito e rovinato.
Lo presi e mi sedetti accanto a lei, tenendole la mano.
Andai direttamente a cercare il nome di chi aveva scritto la lettera.
-E’ di Alaric!- la guardai e lei fece cenno di sì con la testa.
-…Meredith ma sta bene!! Ha avuto dei problemi perché sono stati per parecchio tempo sotto attacco, ma sta bene!!- guardai la data di quando l’aveva scritta e risaliva a dieci giorni prima.
-Sta bene…- mormorò poi lei tra i singhiozzi.
-Oh Meredith!- l’abbracciai con forza.- Non piangere! È tutto finito! Sta bene!- aggiunsi accarezzandole i capelli.
Lei riuscii solo a biascicare un “Sì” tra le lacrime che scendevano copiose.
Non la lasciai finché non finì per calmarsi. Si allontanò da me e si asciugò le guance con la manica del cappotto.
-Ero così preoccupata…- mormorò poi.
-Lo so tesoro, lo so. Ma adesso basta, stai tranquilla. Gli hai già mandato la risposta?- chiesi.
-Sì sì, l’ho spedita mezz’ora fa.- fece un respiro profondo e mi guardò sorridendo.
-Perfetto! Dai torniamo al campo, Elizabeth vorrà sapere la bella notizia. Dobbiamo festeggiare.- le dissi, alzandomi dalla panchina e porgendole la mano.
Lei la prese e a braccetto ci incamminammo verso la strada che portava al campo.
Quando passai davanti alla casa abbandonata che avevo visto la sera prima con Damon non potei che sorridere e immaginare come sarebbe stato bello poter vivere lì.
Ora che sapevamo che anche Alaric era sano e salvo tutto era finalmente sistemato.
Ma quanto sarebbe durata questa pace apparente?
 
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Yay anche questo è finito! Il prossimo devo ancora cominciare a scriverlo (mea culpa) quindi spero di riuscire a pubblicarlo entro un paio di giorni (impegni permettendo).
Beh che ve ne pare? Anche la nostra Meredith ora è felice, cara :3
Angolo ringraziamenti:
militerni, missimissisipi, Delena_88 e xalison vi amo ragazze! Mi spingete ad andare avanti e ve ne sono molto grata *.*
Bien detto questo vi lascio, alla prossima!
A presto (spero)!
Kessachan
  
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