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Autore: BecauseOfMusic_    08/03/2013    2 recensioni
Siamo nell'anno 1215.
L'assalto delle truppe francesi a Dunchester ha avuto successo e il barone Geoffrey Martewall ha ripreso possesso del suo feudo. Ian, alias Jean Marc de Ponthieu è finalmente riuscito a tornare a Chatel-Argént e ha potuto riabbracciare Isabeau, ormai prossima al momento del parto.
Dopo alcuni giorni viene convocato da Guillame de Ponthieu, che gli affida una delicata missione per conto del re.
Per portarla a termine avrà nuovamente bisogno dell'aiuto del barone inglese: ma cosa accadrà se la dama che deve proteggere e di cui Martewall è segretamente innamorato, si trova nelle mani di Giovanni Senza Terra?
p.s. questa storia è solamente frutto della mia fantasia e riferimenti a fatti realmente scritti o accaduti sono PURAMENTE casuali.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Geoffrey Martewall, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ian si svegliò di soprassalto nel silenzio denso del mattino: aveva avuto un incubo. Credeva di essere ancora prigioniero a Dunchester e che Martewall avesse scoperto tutto: immaginò con un brivido la reazione del re e di suo fratello Guillame; invece, per fortuna, si trovava a casa, nel suo letto, accanto a Isabeau. Sorrise e si volse verso di lei, che ancora dormiva: i boccoli biondi sparsi sul cuscino, le spalle nude che si intravedevano sotto il lenzuolo... lo sguardo del giovane scese poi con un lampo di gioia verso la pancia sempre più prominente della moglie. Marc stava per venire al mondo, ormai mancava davvero poco.                                                                      
In quel momento, dopo due anni e mezzo di lontananza e il viaggio forzato in Inghilterra, nella luce soffusa di quel giorno che nasceva Ian sentì di amarla più che mai, e non rimpianse neppure un po' la sua scelta di abbandonare la vita del mondo moderno per restarle accanto. “Non mi allontanerò mai più da te, lo giuro” sussurrò poggiando le labbra sulla fronte di lei.

 

***

Frattanto, al porto di Glenhaven un messaggero sbarcava da una nave mercantile; sulla livrea portava i colori di Guillame de Ponthieu.
Non appena riuscì a recuperare il suo cavallo montò in sella e si diresse di gran carriera verso il maniero di Dunchester: nella doppia cucitura della cintura, alla quale portava anche la spada e un corto pugnale, stava ripiegata una lettera, scritta dal re Filippo II Augusto, che recava anche il sigillo reale.                                                                                                                                                                                          
 Dopo quasi due ore e mezzo di viaggio si ritrovò sotto la cinta muraria più esterna, di nuovo in costruzione e chiese alle sentinelle di essere ricevuto da sir Geoffrey Martewall, signore del feudo. Lasciarono che entrasse in città, fino alla terza cinta muraria, dove gli andò incontro sir Hector, divenuto oramai il braccio destro del cavaliere                                                                                                                                
 “Il mio signore non può ricevervi ora” cercò di spiegare con il suo scarso francese “è insieme a dama Leowynn, stanno pregando per il padre, sir Harald”                                                                                                                                                                                                  
“Porto una missiva di sua maestà il re di Francia” replicò l'altro con freddezza “non posso attendere” sir Hector chinò il capo in cenno d'assenso, e spedì un servo a chiamare Martewall.

Questi fu altamente irritato dall'interruzione, ma scese immediatamente nel cortile quando comprese chi gli aveva spedito la lettera.

Il messaggero di sfilò la cintura, sotto gli sguardi confusi dei presenti, estrasse il pugnale e fece saltare la cucitura per porgere una busta ripiegata al barone.                                                                                                                                                          
“Sua maestà mi vuole a Chatel-Argént il prima possibile” rispose allo sguardo interrogativo del suo cavaliere, dopo aver letto le poche righe scritte con una calligrafia minuta.                                                                                                                                                                    
“Partirò domani, riferite a chi di dovere” dichiarò poi all'uomo.                                                                          
“Dovete distruggere quel messaggio, sir” replicò allora il suo interlocutore, che non era neppure sceso da cavallo: volse l'animale e ripartì al galoppo.

 

***

Un'anonima carrozza sostava nella cinta muraria più interna di Chatel-Argént, attirandosi gli sguardi curiosi di tutti i servi, indaffarati nelle loro attività giornaliere; Ian, che non aspettava visite, rivolse a Isabeau uno sguardo interrogativo alla quale lei rispose con un'alzata di spalle.

Si trovavano ancora in camera, dato che lui aveva insistito perchè non si affaticasse a camminare per tutto il castello nelle sue condizioni. Stavano discutendo, perché lei non voleva saperne di restare confinata nel castello invece di godersi l'aria aperta in giardino, quando la carrozza aveva fatto il suo ingresso in cortile, e un servo era corso ad avvertire il padrone di casa che qualcuno lo attendeva nella stanza principale dell'edificio.

“Vai, non ti trattengo” disse Isabeau irritata
“Non prima che tu mi abbia promesso che non uscirai da questa camera” fece lui di rimando.
“Adesso non sono più padrona di andare dove voglio!” replicò allora la donna con una nota di protesta nella voce. Ian riempì la distanza tra loro e sfiorò le sue labbra con un bacio
“E' solo perché tu non devi fare nulla che possa mettere in pericolo te o il bambino, e se devo arrivare a far sorvegliare la porta dalle guardie giuro che lo farò”
“Sei impossibile” sospirò lei sconfitta, per poi accarezzargli una guancia e baciarlo di nuovo.
Ian le sorrise e poi si diresse verso la porta “torno presto a farti compagnia, lo prometto”

 

Quando entrò nella sala principale il conte cadetto di Ponthieu rimase di sasso: ad aspettarlo c'erano Guillame e il re in persona, che però gli dava le spalle, e osservava il cielo plumbeo fuori dalla finestra.

“Maestà” esordì allora, del tutto impreparato alla presenza del sovrano “che sorpresa! Se avesi saputo del vostro arrivo...”
“Non è una visita di cortesia” si affrettò a chiarire Filippo Augusto, voltandosi verso di lui.

Ian osservò che i lineamenti del re sembravano meno giovani di come li ricordava, le rughe più profonde, gli occhi grigi spenti, preoccupati.

“Di cosa si tratta allora?” domandò, osservando che anche il conte sembrava piuttosto teso e stanco
“Si tratta di una missione importantissima, che so di poter affidare solo a voi” Guillame annuì con vigore.
“Ditemi”
“Si tratta della rivolta dei baroni: pare che re Giovanni abbia appena trucidato senza pietà una parte dei nobili inglesi e i loro casati, spaventando così gli altri. Inoltre corre voce che mio figlio Luigi sia morto...” Ian strabuzzò gli occhi < non è possibile! > obbiettò la sua mente < non è così che dovrebbe andare! >

Filippo Augusto interpretò il suo gesto come incredulità

“Si, so bene cosa state pensando, che se fosse così il futuro della famiglia reale sarebbe in pericolo, poiché la moglie di mio figlio è incinta, ma sapremo il sesso del nascituro solo dopo il parto, e se fosse una femmina...” si passò stancamente una mano sul viso.
“Ma in realtà non è per questo che sono qui. La rivolta, se proseguirà, diventerà ancora più sanguinosa, ed io ho un debito d'onore da mantenere” Il giovane americano chinò leggermente il capo, segno che stava ascoltando attentamente
“Anni fa mandai un mio feudatario vassallo e sua figlia in Inghilterra, perché facesse da spia per me, travestendosi da contadino. Lui mi strappò una promessa prima di imbarcarsi: se gli fosse successo qualcosa sarei divenuto il protettore della ragazza. Ora purtroppo è stato ucciso dai soldati di Giovanni, ed io devo mantenere la parola data. Chiaramente non posso recarmi di persona laggiù a prenderla, ed è qui che entrate in gioco voi.”
“Io, mio signore?” chiese Ian perplesso
“Si, voi.” replicò laconico il re “Non so in quale modo, ma il Senza Terra è riuscito a scoprire l'esistenza della fanciulla, e conta di fare pressione su di me perché io smetta di appoggiare la rivolta, usandola come ostaggio...”
“Ma” cercò di intervenire Ian. Ponthieu tossì violentemente per zittirlo.
“Per fortuna però lei si sposta in continuazione, e non è facile per lui scovarla. So per certo che è sconvolta e cerca vendetta per la morte del padre, confido in voi perché la riportiate in Francia sana e salva, e la convinciate grazie alle vostre qualità diplomatiche”
Il giovane si arrese, capendo di non potersi opporre in alcun modo “Dove è stata vista l'ultima volta?”
“Nelle terre di sir Murrow, se ben ricordo. Ho un'ultima richiesta, messieur: riportatemela in poco tempo. Meno state in Inghilterra, meglio mi sentirò”
“Maestà, come potrò muovermi senza destare sospetti? Non conosco quei territori!”
“A questo si può rimediare facilmente, ti ho già trovato una guida” replicò il conte Guillame.

Nello stesso momento un servo aprì le porte della sala, rimaste chiuse fino a quel momento e, sotto la sguardo attonito di Ian e quello serio del re, apparve Geoffrey Martewall.






angolo autrice:
Ciao a tutti :)
ecco qui il primo vero capitolo della mia storia...
come vi avevo predetto ho leggermente stravolto la storia della famiglia reale francese, ma capirete presto perchè, promesso :)
spero vi sia piaciuto, se c'è qualcosa che non vi convince fatemelo sapere, sono sempre disposta ad accettare buoni consigli per migliorare...

Il prossimo capitolo arriverà presto.
un bacio

BecauseOfMusic_

  
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