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Autore: Arianne_96    08/03/2013    3 recensioni
Come si può sopravvivere alla perdita di una persona cara?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Celia/Haruna, Jude/Yuuto, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kidou per poco non cadde a terra dallo stupore, dalla felicità, e dalla incredulità.
Ma soprattutto, dalla felicità.
Himeko e Gouneji rimasero di sasso.
-Haruna...- sussurrò.
Era proprio lei? Era veramente Haruna? 
-Onii-chan..- pronunciò.

 
-Onii-chan..- pronunciò.
Il bagliore del passaggio finì, e Kidou riuscì finalmente a vedere chiaramente il volto di sua sorella.
Era sempre la stessa, corporatura esile, occhi blu come la notte tendenti al grigio, occhiali rossi appoggiati sopra la testa, l’unica cosa che aveva di diverso, erano i capelli.
Le erano allungati sino alla vita.
Indossava un vestito bianco, lungo sino alle ginocchia, con le bretelline.
-Onii.. chan!- disse di nuovo, però stavolta con più convinzione, come se avesse parlato un bambino che aveva incominciato da poco a parlare.
-Haruna!- esclamò Kidou, con le lacrime che ormai, avevano iniziato a solcare il suo viso.
Lei sorrise, e istintivamente andò ad abbracciare il fratello, ma quell’abbraccio non arrivò mai, perché Haruna svenne tra le braccia di Kidou..
-Haruna.. Haruna cos’hai? Haruna!- urlò in preda alla preoccupazione.
-È semplicemente svenuta.- gli comunicò Himeko, che nel mentre si era alzata, sciogliendo così, quel calore che poco prima Gouenji le aveva donato.
-E come fai a saperlo?- chiese Kidou, stupito da ciò che gli aveva appena detto la rossa.
-Il portale.. Il passaggio intra dimensionale le ha esaurito le forze.- rispose.
-Com’è possibile (?)- disse usando un tono alterato.
-Il portale, impiega molte energie da parte nostra. Prendi me, ad esempio. Anch’io stavo svenendo, proprio come lei..-
-E perché tu sei sveglia, mentre lei no (?)!-
-Dipende da quanto è lontano il pianeta da dove ha aperto il portale.- disse, continuando ad usare un tono diplomatico.
-E tu come fai a sapere tutte queste cose?- chiese a quel punto, Kidou.
-Le so e basta..- disse dopo un attimo di esitazione e arrossendo leggermente.
-Qualunque sia il motivo..- incominciò a dire Gouenji, che, fino a quel momento aveva preferito tacere.
-Qualunque sia il motivo, ora dobbiamo portare Haruna al sicuro.- finì di dire.
-Ok...- disse Kidou, mentre Himeko, fissava Gouenji.
Il suo Gouenji  pensò.
No, ora che era tornata Haruna, Gouenji sarebbe ritornato da lei.
Himeko non aveva nessuna chance con lui, e in cuor suo, lo sapeva.
Kidou prese in braccio Haruna, e, insieme a Gouenji ed Himeko, si avviò verso casa.
 
Quando arrivarono a casa, Kidou posò il corpo fragile della sorella sopra il suo letto. L’appoggiò sopra il materasso delicatamente, come se stesse tenendo in braccio u  neonato, e, sempre delicatamente la coprì.
Passò un’ora, prima che Haruna si svegliasse.
Un ora che a Kidou parve un’eternità.
-Uhm?- mugolò quasi in sussurro.
-Haruna!- esclamò con troppo entusiasmo Kidou.
-Calmati Kidou! Si è appena svegliata, non farla spaventare.- lo rimproverò Gouenji.
Per tutta risposta, Kidou lo fulminò con lo sguardo.
Intanto, Haruna si stiracchiò, e si girò in torno.
-Ma dove sono?- si chiese.
-Sorellina sei a casa.. – le rispose Kidou. -.. finalmente.- aggiunse dopo.
-Onii-chan!- esclamò lei, scendendo dal letto e abbracciandolo.
E Haruna gli diede un caldo abbraccio, uno di quei abbracci pieni di calore, un calore che solo i fratelli sanno dare.
-Oh, Haruna! Non puoi capire quanto ho desiderato (ri)abbracciarti!- disse Kidou, in preda alle lacrime.. In preda alla gioia, ma anche alla disperazione.
Gioia, perché finalmente aveva ritrovato la sorella che credeva perduta.
Disperazione, perché anche se era felice, si sentiva triste, si sentiva male, perché sentiva dentro di sé un’emozione che non si può descrivere, si sentiva male, perché fino in quel momento, credeva che non l’avrebbe più rivista, più abbracciata.
Era un misto di emozioni che non riusciva più a capire.
-E invece ti posso capire, Onii-chan. Perché anch’io ho desiderato tantissimo (ri)abbracciarti!- disse, sentendo una lacrima che le solcava il volto.
-Ma ora, siamo di nuovo insieme, no? Quindi non dobbiamo più temere niente!- disse Kidou, rassicurandola.
Lei, confermò le sue parole, dandogli un bacio sulla guancia.
-Sì.- sussurrò dopo.
Quando i due fratelli sciolsero quell’abbraccio, Haruna si accorse anche della presenza del suo Gouenji.
-Shuuya..- sussurrò il suo nome dolcemente.
-Ciao Haru..-sorrise.
Lei si avvicinò a lui, e dolcemente, gli diede un bacio a fior di labbra.
Himeko, che fino ad allora era rimasta in silenzio, si lasciò sfuggire un piccolo gemito di dolore, che, per sua sfortuna, tutti sentirono, facendo provocare in lei, un imbarazzo colossale accompagnato da una arrossatura violenta.
-Chi sei?- chiese Haruna.
-Ehmm.. io sono.. Sono Himeko Scars. Sono la nuova manager dell’Inazuma Japan, e sono anche la tua sostituta.- disse balbettando all’inizio, ma ricomponendosi alla fine, e assumendo così, un tono di vagamente arrogante nei suoi confronti.
-Oh..- disse sospirando.
Kidou, le lanciò uno sguardo omicida.
Gouenji, la guardò, semplicemente la guardò dritta nei suoi stupendi occhi ametista,
e un perché Himeko raccolse negli occhi neri come la pece di lui.
-Vabbè, non fa niente!- disse Haruna sorridendo e andando verso Himeko.
-Ora sono tornata, e posso riprendere tranquillamente il mio ruolo, nell’Inazuma! Senza togliere il lavoro a te, ovviamente. – disse sorridendo.
Himeko continuava a guardarla con fare interrogativo.
Dove vuole arrivare, questa qui?  pensò.
-E poi..- incominciò a dire tendendo la sua mano verso la rossa.
-Potremmo diventare ottime amiche, no?-
-Mai!- quasi urlò rifiutando la stretta.
Haruna indietreggiò di qualche passo, finendo sopra le gambe di Gouenji, e quest’ultimo, guardò tristemente Himeko.
Lei, invece si alzò dalla sedia in cui era seduta e se ne andò.
Lasciando un’Haruna sorpresa, un Kidou arrabbiato e un Gouenji malinconico.
-Ma cosa le ho fatto?- chiese Haruna innocentemente.
-Niente… Haru.. Niente.- la rassicurò Gouenji, tenendo il suo sguardo al di là della porta.
-Haruna, per favore, ci puoi dire cosa ti è successo?- chiese un attimo dopo.
-Ehmm.. sì!- disse andandosi a sedere sopra il letto.
Gouenji si accorse che Haruna era leggermente spaesata.
-Mentre cadevo nella lava,  ho visto una piccola roccia sporgere dalle altre, e mi sono aggrappata ad essa. È stato un colpo di fortuna, perché altrimenti a quest’ora neanche il mio scheletro esisterebbe più! Comunque, ho aspettato un bel po’ prima di incominciare a scalare quella parete di roccia. Quando sono riuscita ad arrivare in superficie, ho iniziato a girare quel posto, con molta cautela, per cercare di uscire.. E non so come, ma mi sono ritrovata nel giardino dell’Eden! Non sapevo come uscire, e così mi sono nascosta in quell’enorme castello sino ad oggi.- raccontò tutto d’un fiato.
I due ragazzi rimasero scioccati.
-Wow! Sei più coraggiosa di quanto pensassi!- disse ironicamente Gouneji, per spazzare la tensione che si stava creando.
-Be’, sono la tua ragazza!- disse facendo la linguaccia teneramente.
Gouenji si stupì di quella frase.
-E come sei riuscita a tornare?- chiese Kidou.
-Ho visto Armaros utilizzare il portale, poco prima che arrivassi io.-
-Quindi Armaros è in città?- chiese Gouenji.
-Non te lo so dire..- disse Haruna.
-Non importa.. L’importante è che adesso sei qui..- disse amorevolmente, Kidou.
In quel momento i ragazzi sentirono un botto.
Era il portone di casa che era stato chiuso.
 
In un vicolo cieco…
 
Una figura incappucciata prese per un braccio Himeko e la trasportò dentro.
-Ahi!- si lamentò Himeko, dopo essere stata scaraventata a terra.
-Sssh!- le indicò l’altro.
-Ok, ok!-
-Avverto una nuova presenza, che in teoria non dovrebbe esistere.-
-Lo sai benissimo di chi si tratta!-
-Non è possibile! Non dovrebbe esistere! Come è potuto accadere?-
-Non lo so!, è questo il punto!-
L’altro non parlò.
-Devo andarmene, vero?-
-Come?-
-Lei è tornata, io non servo più.-
Ormai, il suo compito era giunto al termine. Doveva andarsene. Pensò l’individuo.
-No, non è ancora giunto al termine.-
Mi servi, nonostante tutto, sei ancora un’abile pedina.
























































INFORMAZIONI CAPITOLO 10
ANTEPRIMA CAPITOLO: “Chi sei veramente? Perché tu non esisti!”
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che vi abbia incuriosito ;)
Ringrazio:
Si99;
_Girella_;
Juddina4ever;
Alaska fredda;
Laughing Out Loud;
NipaH_Girl;
CeleDayDreamer;
Kidou_10;
Resha_Stark;
Kikkalove;
Jtp994ever;
Okiyo;

Jtp994ever;
CeleDayDreamer;
GiadaJoestar.
Per aver lasciato una recensione e/o per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :3
Un beso,
Ari
  
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