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Autore: AnnieLeto22    09/03/2013    2 recensioni
La nostra Annie, per inseguire il suo sogno di attrice, si trasferisce a Los Angeles con la sorellina Sophie, amante di una band, i 30 Seconds to Mars, che Annie non conosce. Ma quando sua sorella la convincerà ad andare un giorno in montagna a sciare, un incontro cambierà la sua vita....Prima in peggio, ma poi decisamente in meglio ;D ... Ricco di colpi di scena, alternanza di momenti felici e tristi, vi consiglio di leggerla ;) Spero vi piaccia!!! :D
Queste sono alcune frasi che ritroverete nella mia prima FF che abbia mai scritto.
*- Però ricorda…Segui i tuoi sogni, non importa cosa, puoi fare tutto se lo vuoi. Buona fortuna Annie -
*…Quando si voltò, il mio cuore saltò un battito. Era lui. Era proprio lui.
*- Scusate, mia sorella Sophie è una vostra grandissima fan e…-
- Echelon, non fan…Siamo una famiglia -
*- Ecco, Annie, io ti ho invitato a ballare ma devo ammettere che…sono una frana -
- Non importa, lascia che la musica ti guidi -
*- Quando vi ho ascoltato…Ho provato delle emozioni forti…Non so come spiegartelo…-
- Così? - e appoggiò le sue morbide labbra sulle mie.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: devo scusarmi tanto con voi, ho avuto di nuovo problemi con  il computer, mi dispiace moltissimo, spero davvero che questa sia l'ultima volta. Vi lascio con un nuovo capitolo, spero che vi piaccia!! Adoro chiunque recensisca questa FF perchè amo i vostri commenti!! Mi farebbe tanto piacere riceverne altri, anche critiche!! :D

CHAPTER 31 – CONSTANCE

 

Passarono i giorni, eravamo in piena estate e di Jared ancora nessuna notizia. Dovevo togliermelo dalla testa, ma non ce la facevo in nessun modo. Roxy e Marco erano ripartiti e mi sentivo piuttosto sola, decisi allora di invitare a casa Shannon, Tomo e Vicki per stare tutti insieme e cercare di distrarmi. In realtà stare vicino a loro mi faceva pensare al fatto che Jared non fosse lì con noi, ma loro erano i miei unici veri amici lì a Los Angeles e poi volevo loro un gran bene. 
Durante la cena, il cellulare di Shannon squillò e lui disse: - Scusate, chiudo sub… - si interruppe di colpo quando vide il display, si alzò di scatto, si scusò di nuovo e andò in un’altra stanza. Quando si chiuse la porta alle spalle, mi alzai anche io e mi misi ad origliare, con il consenso degli altri presenti.
-Ehi Jay, finalmente!! Perché non rispondi mai quando ti chiamo? – sentii dire a Shan dall’altra parte, la sua voce era preoccupata e tesa.
Silenzio.
-Cosa?! Perché? -
Silenzio.
-Jared…così all’improvviso.. –
Ancora silenzio.
-Sì, certo, gli Echelon ne sarebbero felicissimi, però… -
Pausa.
-Ok…Ne parlerò con Tomo, va bene? –
Attese la risposta del fratello.
-Comunque secondo me non servirà a dimenticarla… -
Non riuscii più a sentirlo, forse si era allontanato di più dalla porta.
Mi spostai da lì e dal mio viso improvvisamente pallido gli altri a tavola capirono di chi si trattava.
Shannon finì la chiamata e tornò da noi, il viso apparentemente sorridente che però nascondeva qualcosa.
-Allora, continuiamo la cena? – disse tranquillo, come se non fosse successo niente.
Lo guardammo tutti seriamente.
-Sappiamo chi era al telefono…- disse Tomo, parlando a nome di tutti – Cosa ti ha detto? –
La sua espressione cambiò immediatamente, si sedette vicino a noi, deglutì forte e annunciò: - Jared vuole ricominciare il tour in anticipo, tra un paio di settimane circa… -
-Ma che gli salta in mente?? Dobbiamo ancora finire tante cose…Perché tutta questa fretta? – ribatté Tomo.
Shannon aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse, lanciò uno sguardo verso di me e poi a terra.
-…Ok, vedremo cosa possiamo fare per accontentarlo…Quando Jared si mette in testa una cosa è quasi impossibile fargli cambiare idea – concluse il chitarrista.

 

Dopo cena andammo a guardare un film al cinema, poi ci separammo e io e Sophie tornammo a casa. Lei si sedette sul divano, appoggiò il mento sulle mani chiuse a pugno, i gomiti sulle ginocchia, e mi sembrò triste e pensierosa. Mi misi in ginocchio di fronte a lei e mimai con le labbra “Cosa c’è?”
Lei sospirò mestamente. – I Mars riprenderanno il tour…Dovrei essere felice per loro, però non riesco a smettere di pensare che questo vuol dire che non ci vedremo per tanto tempo o comunque non così spesso come facciamo adesso… -
Presi il mio cellulare e le scrissi in un messaggio vuoto “Non è sicuro che ricominceranno…Tomo ha detto che hanno ancora tante cose da fare!!”
-Però ha detto anche che non riusciranno a far cambiare idea a Jay –
Aveva ragione. Mi sentivo in colpa. Ero il motivo della decisione di Jared…
Quella notte andai a letto con un grande vuoto dentro di me e un peso sullo stomaco che mi impedirono di dormire sonni tranquilli.

 
La mattina dopo qualcuno bussò alla porta. Mi alzai del letto, mi misi a posto i capelli, mi guardai di sfuggita allo specchio del bagno per evitare di sembrare uno zombie e poi andai ad aprire. Mi trovai davanti una donna di mezza età, con i capelli ormai quasi bianchi, con gli occhi chiari, un sorriso meraviglioso.
-Buongiorno! – disse lei.
Come avrei potuto risponderle? Non potevo parlare!
Mimai con le labbra un “Buongiorno”, anche se purtroppo non ne uscì alcun suono.
-Tranquilla, cara, so cosa ti è accaduto, non ti sforzare. So anche che non mi conosci, ma per questo rimedieremo subito! Piacere, sono Constance Leto -
Mi strinse la mano mentre io spalancavo gli occhi per lo stupore sentendo quel cognome.
Feci un ampio gesto con la mano per invitarla ad entrare.
-Oh, grazie! Avevano ragione i mei figli, sei molto gentile -
Entrò e le feci cenno di aspettare un attimo. Andai a svegliare Sophie e le scrissi velocemente sul cellulare “C’è di là Constance, la mamma di Jared e Shannon, devi aiutarmi a parlare con lei, non posso scriverle solo messaggi!”
In seguito corsi a cambiarmi (ero in pigiama!) mentre mia sorella faceva lo stesso e poi andammo in salotto dove Constance stava attendendo sorridente su una sedia nel salotto.
-Scusaci il ritardo – esordì mia sorella.
-Non vi preoccupate. Tu devi essere Sophie –
Lei annuì.
-Jared e Shannon mi hanno parlato molto di voi – continuò la donna.
Io guardai mia sorella e le feci un cenno col capo per incitarla a cominciare le domande che le avevo scritto in fretta e furia prima sul cellulare
-Ehm…Ecco…Annie voleva sapere cosa aveva detto Jared su di lei… -
Constance mi guardò negli occhi. Mi ricordava così tanto suo figlio…
-Annie, quando tu e Jared vi siete fidanzati, quella stessa sera lui è venuto da me. Era felicissimo, fuori di sé, i suoi occhi splendevano, non l’avevo mai visto così. Mi ha detto che sei una persona fantastica, dolce, gentile, che non desiderava altro che stare con te. Poi mi ha chiamato dopo la notte del tuo incidente e mi ha raccontato tutto quello che era successo, piangeva, mi disse che si era ubriacato e non era riuscito più a pensare lucidamente. Aveva deciso di andare a New York per non farti soffrire con la sua presenza ed è stato malissimo per così tanti giorni…Ho deciso di venire qui di mia spontanea volontà, ho chiesto a Shannon dove abitassi e lui mi ha dato tutte le indicazioni, e questo per dirti che vorrei che tu capissi che Jared ti ama ancora, moltissimo. E poi…Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità, no? –
Finì il suo discorso e io rimasi in silenzio, anche perché non avrei potuto fare altrimenti, purtroppo. Constance aveva gli occhi lucidi, si capiva che teneva moltissimo a suo figlio e che soffriva se lui stava male. Mi guardò ansiosa, attendendo la mia risposta.
Mi alzai e feci un gesto indicando la cucina; sarei andata lì per riflettere un attimo. Non sapevo cosa pensare di Jared, mi mancava tantissimo, ma per quanto io cercassi di ricordare solo i momenti meravigliosi passati insieme, non riuscivo a dimenticare quella donna, Cameron, e quella maledetta scena di lei e Jared mezzi svestiti. Se non fossi entrata io, cosa sarebbe successo?! Beh, era ovvio. Ma io l’avrei mai scoperto? Avrebbe mai avuto il coraggio di dirmelo? Questo pensiero mi fece rabbrividire. No, non dovevo pensare a questo. Mi venne in mente il nostro primo incontro, quando ci scontrammo in montagna, era stato il destino a farci incontrare, avevamo litigato ma io ero rimasta affascinata da quegli occhi glaciali fin dal primo istante; il secondo incontro, quando io dovevo sostenere il provino ed ero arrivata in ritardo anche per colpa sua; la sera del ballo e della pace; la notte del nostro primo bacio…Quante emozioni…E poi il giro in barca e infine…Beh, la nostra prima volta. C’era qualcosa di magico in tutti quei momenti ed ebbi un enorme impulso di volerlo tra le mie braccia, proprio in quell’istante.
Basta. Dovevo rivederlo. E soprattutto, perdonarlo. Aveva ragione Constance, tutti avevano diritto ad una seconda possibilità.
Tornai in salotto e indicai a mia sorella una domanda che le avevo scritto sul foglio quando era arrivata la donna. Sophie le domandò timorosa: - …Dov’è adesso Jared? -
 Il labbro della donna prese a tremare. Era chiaro che fosse combattuta tra il dirmelo e rimanere in silenzio. Alla fine fece un forte respiro, chiuse gli occhi e quando li riaprì mormorò: - New York -

 

Quel pomeriggio, dopo che Constance se ne fu andata e dopo che le promisi che avrei riflettuto su quello che mi aveva detto, accompagnai a Sophie da una sua amica, dove avrebbe passato la notte. Tornata a casa decisi di continuare un po’ un libro che avevo iniziato da qualche settimana, dato che avevo preso una settimana di ferie dal lavoro al pub. Mentre leggevo stesa sul mio letto, alla luce soffusa della lampada del comodino, pensavo a quanto fossi felice del fatto che mia sorella si fosse integrata così nel nuovo ambiente e in così poco tempo. Parlava un inglese ottimo, a scuola aveva buoni voti e veniva spesso invitata da alcune ragazze della sua classe, soprattutto dalla Echelon che avevamo incontrato anche al concerto.
All’improvviso il campanello della porta squillò e io sussultai per lo spavento. Chi poteva essere a quell’ora?!

  
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