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Autore: ebstin    09/03/2013    4 recensioni
'Le parole tra loro due erano sempre state di troppo e in più, se avessero dovuto cominciare a conversare, non avrebbero saputo cosa raccontarsi.
A loro bastavano gli sguardi carichi di lussuria che si lanciavano, bastavano gli sfioramenti casuali, bastavano quei baci rubati e nascosti a tutti. Si bastavano così, nel bene e nel male, ma di male in loro ce n'era fin troppo.
Avevano il male radicato nel sistema nervoso, nei gesti e persino quei vestiti che si sarebbero strappati di dosso puzzavano di questa cattiveria nauseante per tutti tranne che per loro.
Ma erano nati così, sarebbero morti allo stesso modo, con il fuoco a bruciarli dentro, arsi dai loro fini egoistici, carbonizzati dai loro stessi desideri. Perché questo facevano: si scottavano solo in principio, ma alla fine si incendiavano a causa degli stessi sentimenti che li avevano lambiti abbrustolendoli un poco.
E quella volta non sapevano se quel 'loro' li avrebbe ustionati sfigurandoli irreparabilmente o li avrebbe bagnati della freschezza che tanto agognavano, ma non era di loro interesse, quello che ora aveva la priorità nelle loro teste era il bisogno spasmodico di sentire ancora la pelle bruciare sotto di loro, almeno un'ultima volta.'
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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III
_________________




La seconda volta che si incontrarono fu un caso, e mai caso fu più fortunato.
Eileen quella sera aveva deciso di espandere i confini delle sue pubbliche relazioni recandosi in discoteca mentre Justin era stato costretto dai suoi amici ad andare a ballare, nonostante la sua poca voglia di divertimento.
Per questo quando entrò a serata inoltrata dentro il locale non controllò nemmeno quali prede si stessero scatenando in pista, bensì preferì sedersi sulla pelle bianca dei divanetti nel privè, popolati dalle migliori ragazze in città.
Eileen invece, per quella –e solo quella- notte faceva parte delle prede ballerine in pista, ma nessun predatore era ancora riuscita a catturarla, forse perché, in realtà, stava solamente interpretando il ruolo della vittima travestendosi come tale.
In più un vestito così corto, così appariscente e così magnetico non era tipico della purezza che un bianco agnello dovrebbe possedere.
Così Eileen ballava mentre cataste di uomini adoranti si accumulavano attorno a lei; così Justin sedeva con pile di donne ammiccanti attorno a lui; così tutti e due si stancarono della situazione e si spostarono, diretti l’uno verso il luogo dell’altro, ignari di ciò che avrebbero trovato.
La fortuna in questo secondo incontro però fu che in ogni tragitto c’è un punto medio, in cui quei due ragazzi, in quella sera tremendamente normale, si scontrarono.
Eileen, a causa dei tacchi alti e dei troppi drink cadde all’indietro sotto il peso di Justin, che cadeva con e sopra di lei.
E quando i loro occhi si rincontrarono semplicemente non trovarono le parole: lasciarono al loro respirare emozionato, all’alcool e ai troppi suoni in quel luogo il compito di colmare quel silenzio apparente.
Eppure le parole che avrebbero voluto dirsi erano infinite, ma senza rumore, visto che nessuno dei due accennava a pronunciarne una sillaba.
Si limitarono tuttavia a circoscrivere negli spazi due ‘scusa’ sussurrati da entrambe le parti tutte le emozioni che il loro corpo stava provando.
Eileen si sistemò le pieghe blu notte del vestito e rivolse un ultimo sguardo a Justin che la fissava come se avessero perso la capacità di parlare.
Lei sorrise cordiale, incapace a sostenere i suoi occhi per altri momenti.

La terza volta che si incontrarono fu la stessa sera, ma non fu più un caso. Eileen, ancora stordita, si era andata a sedere un secondo, per rilassarsi, ma poi aveva deciso che su quei dannati divanetti non c’era ciò per cui aveva occhi. Perciò si era alzata diretta nuovamente verso il centro del locale, dove la vera serata si stava svolgendo.
Justin invece la stava aspettando, come il migliore dei cacciatori prima di mietere la vita della sua vittima.
La ragazza si mosse esperta tra le file come se le conoscesse a memoria e lo cercò, senza buoni risultati.
E allora Justin si mostrò. 
In tanti anni aveva raffinato le sue tattiche di corteggiamento fino a far cadere nella sua rete la sue preda senza che nemmeno se ne accorgesse.
Inoltre sapeva anche che per far capitolare una qualsiasi femmina c’era il bisogno di fare ingelosire quest’ultima, e così fece.
Si mise a ballare in modo molto molto spinto dietro a una cascata di capelli biondi, fissando intensamente la ragazza di cui non sapeva ancora il nome.
Ma Justin non sapeva chi Eileen fosse. 
Quando lo vide ancheggiare così Eileen sorrise provocatrice e iniziò a ballare, lasciando scivolare le mani sul petto e muovendosi a ritmo con la musica lenta.
Inutile dire che quattro o cinque ragazzi le si avvicinarono ratti, facendola sorridere ancora più apertamente. E Justin capì di aver a che fare con un altro predatore, e sentì il profumo della sfida pervadere il locale.
Il ragazzo quindi accelerò i movimenti e più donne lo circondarono facendogli distendere a sua volta le labbra.
Istintivamente portò gli occhi nel punto in cui era Eileen, e quando non la scorse tra la folla si bloccò lasciando le ragazze attorno interdette. 
Nel trambusto che le casse mettevano in asso Justin non capiva più nulla, cercava la chioma castana di Eileen ovunque, ma quando sentì una stretta alla mano capì di averla ritrovata.
E nonostante fosse andata lei a cercarlo comprese, vedendo gli occhi scuri come la notte sul suo viso, di essere lui la preda, e di essere semplicemente caduto nel suo tranello.

La quarta volta che si incontrarono lo fecero dicendosi ‘ciao’ con gli occhi ridenti e scambiandosi i due sorrisi più luminosi che entrambi avessero mai visto.
Justin non sapeva cosa dire, e nemmeno il suo corpo: così cominciò a muoversi davanti a lei, ballando a tempo.
Avrebbe voluto osare di più, ma sentiva le mani sudare e le gambe molli, cedenti ad ogni passo. Aveva pensato a quella ragazza costantemente in quei tre giorni.
E’ incredibile come persone che non si erano mai viste in tutta la tua vita si materializzino ovunque, forse perché le si cercano dappertutto.
Eileen dal canto suo non riusciva a ballare, era come immobile, tutta la sua sensualità era andata a farsi fottere, inoltre la musica sembrava essersi dileguata, assottigliandosi sempre più, diventando un mugolio sommesso. Sembravano due tredicenni alla festa nel salotto del loro vicino di casa, quando ancora si pensa che toccare le femmine sia come toccare un malato di lebbra e parlare con un maschio equivale ad una morte certa per la 'maschite'.

La quinta volta che si incontrarono fu quando lo fecero anche i loro corpi.
Dopo qualche minuto passato in quello stato vegetativo in cui nessuno dei due faceva il primo passo –letteralmente- lo stereo aveva cominciato a far suonare una canzone gradita da entrambi i ragazzi ma soprattutto da Eileen che si mosse più velocemente del previsto e lo colse alla sprovvista.
Ma quando anche lui titubante mosse il bacino verso quello di Eileen e lei fece la stessa cosa una scarica di adrenalina lo percorse interamente, lasciandolo sbalordito.
Stessa cosa accadde ad Eileen che piuttosto che fermarsi spaventata da quel tipo di sensazione lo tocco di nuovo, avvicinandosi golosa.
E Justin si fece assaporare.
Si deliziavano con semplici occhiate scottanti, con sfioramenti tattici e sospiri trattenuti. E il quinto incontro fu quello più appagante, almeno per quella sera. 

La sesta volta che si incontrarono fu quando Eileen regalò a Justin il suo primo sorriso sincero, che la svelava più di quanto avrebbe voluto: aveva rossore di mostrare i suoi sentimenti, sapeva che questi, prima o poi, le si sarebbero ritorti contro, come viscide serpi.
Ma quella sera non riuscì a nascondere la gioia che le bagnava le labbra e il divertimento che la rinfrescava finalmente.
Si sentiva come se dell’acqua le stesse costeggiando le guance scottate dal calore emanato dal locale, ma soprattutto dalla timidezza, che nonostante tutto era una sua caratteristica. 
Mentre gli occhi le brillavano anche Justin venne colpito di riflesso da quella luce interiore che aveva cominciato a scaldarsi dentro di lei.

La settima volta che si incontrarono fu quando Justin rispose a quel sorriso con altrettanta sincerità, che palesò anche i suoi sentimenti.
Se Eileen si sentiva rinfrescata da quei loro sguardi, Justin invece si sentiva arso.
Avvertiva la sua pelle andare a fuoco sotto la stoffa della sua camicia bianca, percepiva le fiamme avvolgergli le braccia in viluppi come di velluto, e mai si era sentito meglio.
Si rese conto di sentirsi bene bendato da lembi di fiamme, si rese conto di aver trovato la prima ragazza che non lo scaldava, ma che lo bruciava.
E lui aveva sempre adorato le cose bruciate, perché nulla nella sua vita era tiepido: o era nero o era bianco, o era freddo o era caldo, o era giorno o era notte.
Ed Eileen per lui sarebbe stata tutto e niente.

L’ottava volta che si incontrarono fu quando le fecero le loro menti, realizzando che la musica era ovattata e che non arrivava più ai loro timpani come chiara e limpida, semplicemente perché a nessuno dei due interessava quale canzone stesse fuoriuscendo dalle casse.
Non volevano che quel momento terminasse, speravano di essere ricaricati dal loro desiderio, speravano che le lancette si bloccasse, lasciandoli in quella condizione di beatitudine.
Non avevano voglia di separare quei due corpi appena incontrati, non ritenevano necessario fuggire da quelle sensazioni tanto piacevoli, e in più non erano nemmeno obbligati a farlo.
Per questo rimasero così a tempo indefinito, innamorandosi l’uno del corpo dell’altro.


Il tempo ignorò tutavia le loro preghiere, e con decisione si impose sui desideri dei ragazzi, facendoli sfumare via.
Quando le luci si accesero i due ragazzi si bloccarono fissandosi negli occhi, e si sorrisero.
Allora Justin svolse il ruolo di Eva, attirato dalla succulenta Eileen. –Come ti chiami?- chiese senza tono gentile.
Eileen abbassò i lati delle sue labbra da quel sorriso perpetuo per rispondergli ma fu interrotta da delle voci, che si dispersero per il locale.
-Polizia!-
Eileen e Justin spalancarono gli occhi e corsero in direzione dell'uscita del locale,preoccupati entrmbi per la loro sorte.
-Di qua!- disse Justin svoltando a destra, solito alle fughe nelle discoteche, ed Eileen si mosse titubante.
Entrare o non entrare; questo è il problema.
Dopo aver sentito i passi dei fuggitivi affievolirsi e aver capito di essere rimasti in pochi nel locale, diede ascolto al suo istinto, e si gettò nelle fauci di quel tunnel oscuro.
Si infilarono insieme in un cunicolo buio, strettissimo, ed allora Eileen realizzò che sarebbe stato meglio ascoltare quel suo grillo parlante e non entrare in quell'apertura così tetra, ma quel che è fatto è fatto.
In più non aveva avuto alcuna a leternativa.
-Seguimi.- 
Tallonò la figura tonica del ragazzo davanti a sé per tutto il tragitto, con l'alcol a pulsarle nelle vene, rendendole più difficile non cadere, nonostante stessero gattonando.
In pochi attimi si ritrovò al di fuori della galleria e venne accolta dai raggi del sole. 
Che fosse davvero così tardi -o presto?
Si sistemò il vestito sotto gli occhi guardinghi del ragazzo.
Alzò lo sguardo veloce.
In un attimo si ritrovò a specchiarsi in quelle quelle pupille larghe contornate da iridi di un caramello chiaro, che fungeva da laguna per alcune pagliuzze dorate che risplendevano ridenti alla luce mattutina.
-Eileen.- esclamò poi. -Mi chiamo Eileen.- 
Justin si fece più vicino e le spostò una ciocca di capelli bruni, regalandole un altro sorriso.
-E io sono Justin, piacere tutto mio.-
La sua voce la fece sciogliere nuovamente.
Probabilmente ebbe un'espressione buffa, perché Justin scoppiò a ridere, rimanendo in quella posizione.
-È ora di colazione, sai?- chiese retorico lui incatenandole gli occhi. -Andiamo a fare colazione?-
Ed Eileen non ebbe mai più voglia di un cappuccino di quanta ne ebbe quel giorno.



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buooooooooonasera.
sono tornata, yeee
mi sono decisa a pubblicare questo capitolo di cui non ero - e non sono- pienamente sicura della struttura, ma vabbè, cos'ho da perdere?
spero che il capitolo vi sia piaciuto più di quanto sia piaciuto a me e vado a mangiarmi la pizza, adios!
Alessandra.

ps me la lasciate una recensioncin-inaina? -sto facendo la faccia da cucciolo-
  
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