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Autore: margaree writes    09/03/2013    0 recensioni
questa è come sarebbe una storia di Kurt e Blaine se fosse ambiendata nel medioevo o giù di lì. Kurt Hummel il giovane principe di McKingley cerca la sua musa e la trova per caso nel giovane servo Blaine... e da lì tutto ha inizio
avevo sempre immaginato una storia come queta e trovo che la coppia Kurt-Blaine le dia veramente giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1



Kurt Hummel era il nobile e stimato principe del regno di McKinley a ovest delle lande. La sua dinastia aveva regnato per secoli e lui ne era l’orgoglioso e deciso principe discendente. Dopo la morte di suo padre aveva rimodernato il castello e rinnovato il personale perché le mura risentissero del nuovo regnante e fino ai regni vicini si sapesse che il castello Hummel era rispettabile poiché all’avanguardia. Non aveva preso moglie, anche se aveva sia l’età propizia sia che nel regno vi era la necessità di un regno stabile e sicuro. Il principe Hummel era un uomo esigente e il fatto di pretendere sempre il meglio non lo faceva avvalere di consiglieri. Quello che non sapeva e che ogni principe che si rispetti non doveva sapere era che la corte era stufa dei suoi continui “cambi di stagione” che richiedevano tende nuove in finestra, lenzuola e coperte a tono in ogni stanza  e il cambiamento di dita stagionale per tutto il castello . il principe Hummel adorava lo spettacolo e ogni sette giorni si svolgevano a corte spettacoli diversi e con stili sempre originali. Se lo spettacolo era la grande passione del principe ne era anche la sua pecca perché dopo aver soddisfatto le sue voglie artistiche più impensate ritornava giù di morale. Non per tutto l’oro che spendeva in questa passione. Perché (è bene dirlo) al castello Hummel l’oro non veniva a mancare mai. Ma perché ormai aveva visto di tutto e ascoltato innumerevoli tonalità vocali e non trovare più nulla di esaltante lo stressava.
Per superare lo stress non bastavano le sue interminabili passeggiate per tutto il castello che si erano estese ai confini dell’enorme lago o i suoi continui cambi di abito che davano l’impressione non di trovarsi in un castello ma in un granaio, con vestiti al posto di sacchi di grano. Il principe vedeva un oblio di fronte a sé e se non fosse riuscito a trovare la sua musa il regno sarebbe stato trascurato e questo lo impensieriva di più portandolo a trascorrere le sue pause dalle passeggiate e dai cambi d’abito nelle cucine reali dove lo vuotare le dispense reali e le continue taglie in più del suo girovita lo stavano portando all’esasperazione.
Se era contegno quello che mostrava di fronte ai sudditi e visitatori, la tristezza più buia annebbiava il suo animo e giorno dopo giorno era destinata a non finire.
“Mio caro sire.” Diceva a Sir William. “Credo che tra non molto dovrò dichiarare banca rotta e chiudere il castello.” A sir William era concesso di cacciare nei vasti boschi del regno poiché il principe considerava questo sport uno spreco di tempo ed energie.
“Voi, maestà” Gli rispondeva sir William. “Siete solo un po’ giù di morale. Dovete solo aspettare la fanciulla che aprirà il vostro cuore e la vostra mente. Solo allora potrete vantare di una gioia assoluta ed eterna. “
“No. Caro sir William. Voi divagate.” Continuava a dire il principe. “E questo è conseguenza del fatto che il vostro è un matrimonio agli inizi con una fanciulla bella (solo per ora) e dotata. Non spero nella vostra fortuna ma faccio tesoro dei vostri consigli.”
Non solo i discorsi con sir William in fatto di prendere moglie finivano ad un punto cieco ma anche quelli intrattenuti con chiunque a corte. E se per il principe era una sofferenza parlarne, dover sopportare i colloqui fissati con le principesse dei suoi non meno che odiati consiglieri era uno strazio.
“principe Hummel. Oggi la principessina Lopez ci verrà a trovare nel primo pomeriggio. Prima i quanto avessimo sperato.” Disse un giorno un consigliere. “Le assicuro che ha scelto sua maestà come primo colloquio ufficiale.”
Alla notizia di quell’ennesima sofferenza il principe si recò nelle sue stanze dove fissando il sole sperò che esso non calasse oltre lo zenit così  da non dover sopportare il tremendo colloquio. Nonostante ciò un’ora prima convocò i suoi servi per rendersi presentabile e pronto a svolgere i suoi oneri. L’arrivo della principessa Lopez non tardò ad arrivare (come tutte le cose spiacevoli) e il principe si sedette sul suo trono per accoglierla. A primo impatto la principessa Lopez era di bell’aspetto con la pelle ambrata e gli occhi ovali e scuri quanto i suoi capelli corvini. Se tutti i sudditi si erano prostrati di fronte a tanta bellezza il principe non aveva battuto ciglio e aveva continuato a guardare la tappezzerei immaginandovi un nuovo design.
“principe Hummell. Mi presento sono Lady Lopez.” Cominciò la principessa.
Il principe diede un cenno di assenso col capo, anche se non avrebbe voluto farlo perché la principessa continuò a presentarsi elogiando tutte le sue caratteristiche con un tono sempre più altezzoso e irritante. Il principe continuò a fare finta di ascoltarla concentrandosi invece su quale veste avrebbe indossato per la cena. Quando la principessa ebbe finito di parlare si avvicinò al principe e gli mostrò la mano, segno che i consiglieri l’avevano informata di una passeggiata all’insaputa del principe stesso. Maledicendo ognuno di essi e ripromettendosi di licenziarli in massa. Allora si alzò dal trono pronto ad affrontare l’interminabile e scomoda passeggiata con la nuova conosciuta e dall’ego smisurato principessa. Il principe non aveva ancora deciso l’età in cui sarebbe stato pronto per il suo matrimonio e nemmeno se avrebbe scelto una principessa. Questo e il fatto e il fatto che la mancanza di una donna al suo fianco non lo scombussolassero affatto rispetto alle sue viziose abitudini era ignote alla corte.
Quando la notte il principe poté tornare al suo letto pianse, perché la solitudine che cresceva sempre più nel suo cuore lo stava facendo soffocare. Tra le lacrime si addormentò. 
 
Il mattino dopo il principe si svegliò con il suo solito umore e decise di recarsi nelle cucine per vedere se le pietanze erano pronte o se doveva licenziare gran parte dei suoi cuochi. Mentre camminava, non si era accorto  di essersi svegliato molto presto e nemmeno di avere ancora addosso le vesti della notte. Di questo diede la colpa agli ultimi avvenimenti avvenuti e decise comunque di recarsi alle cucine, sperando che i cuochi fossero mattinieri quanto lui. Con sua grande sfortuna le scale che conducevano alle cucine erano vuote ma decise lo stesso di proseguire dicendosi che si sarebbe accontentato (controvoglia) dei dolci avanzati la sera prima.
Poi qualcosa prima che scendesse l’ultimo gradino cambiò radicalmente il suo umore: una voce celestiale, come di un usignolo che riecheggiava per tutte le cucine. Il principe ebbe un fremito, tutto quello che aveva sempre cercato era a pochi passi da lui. Non ci volle molto ad intercettare da dove veniva la voce: un servo chino sul pavimento che lucidava le preziose piastrelle e per alleggerire il suo gravoso compito aveva deciso di cominciare a cantare.
Il principe rimase ad ascoltarlo sperando che mai si girasse e ai interrompesse quello spettacolo. Pur troppo le sue speranze si infransero poiché appena il servo ebbe finito di pulire la zona che lo circondava si alzò per cambiare posizione. A quel punto i suoi occhi incontrarono quelli del principe e dopo aver fatto un goffo inchino borbottò qualcosa simile ad un buongiorno per via dell’imbarazzo.
“Tu saresti?”  chiese incuriosito il principe. Il suo sguardo non smetteva di posarsi sugli occhi del giovane i quali erano di un colorito marrone definito ma quando la luce penetrò dalla finestra diede loro una tonalità vede, cosa che fece sussultare il principe.
“Blaine Anderson, altezza. Al vostro servizio.” Rispose il giovane cercando di controllare il proprio nervosismo.
“devi essere un nuovo acquisto.” Sentenziò il principe cercando di mantenere il suo contegno.
“sì, altezza.”
“hai un’occupazione fissa in queste cucine?”
“No, altezza.”
“Sapresti, per grazia, portarmi del dolce dalla dispensa?”
Come preso da una scossa il giovane cerco si mosse verso la dispensa dove cercò di mettere insieme dei pasticcini per portarli al principe.
“Mio principe!” disse, dopo averli posati sul tavolo. Dopo aver preso il primo pasticcino il principe cominciò a studiare il servo. Era di bell’aspetto con delle ampie spalle e muscolose braccia. Il principe si soffermò sulle sue mani.
“Fa vedere che mani.” Disse con il suo tono altezzoso.
Il ragazzo strofinò le mani sul grigio vestito che indossava per renderle più presentabili, sperando che il gesto non avesse peggiorato le cose.
Il principe le prese tra le sue e cominciò ad osservarle, soffermandosi sulle numerose vesciche e sui tagli che le decoravano.
“Non sei adatto a fare lavori manuali.” Sentenziò il principe.
“Quando c’è da trovale lavoro qualsiasi cosa va bene.”
“Hai mai provato a fare l’artista?”
“Mio principe so che lavori come questo richiedono fortuna e la fortuna e quella che viene a mancare di più in tempi come questi.”
“allora credo di trovarmi davanti a quello che definisco talento sprecato. E io odio gli sprechi artistici, come la moda di cattivo gusto per cui da oggi fino alla fine dei tuoi giorni la tua occupazione sarà l’intrattenimento a corte. A meno che tu non voglia lasciare il regno nell’immediato.”
Il ragazzo rimase a bocca spalancata. Mai avrebbe immaginato che la sua vita avrebbe avuto una svolta così radicale. Si era sempre visto come l’eterno servo alla mercé di qualcun altro che lo comandava si pulire il meno o il più ed era pronto a sbatterlo via da un posto all’altro. E non aveva mai avuto un posto fisso dove stare, era sempre stato proprietà del più e del meno ed essere libero era la sua più grande aspirazione, era arrivato al castello come sguatteri poiché cacciato dal precedente posto e mai avrebbe immaginato che sarebbe potuto diventare un’artista di corte.
Dopo aver osservato la finestra e ringraziato il cielo per aver rimandato le pulizie del giorno prima a quella mattina fece un inchino al r principe e gli sorrise in cenno di assenso.
“Molto bene.” Cominciò il principe. “ Da oggi in poi alloggerai in una delle stanze dell’ala est del palazzo, sarai sistemato e vestito decorosamente. Fece una pausa per dare uno sguardo alle povere vesti del ragazzo. “ Ed ogni fine  settimana allieterai la cena del tuo principe con brani di tua scelta. Potrai avvalerti dell’orchestra reale che da ora in poi sarà ai tuoi ordini.”
Se il fatto di avere un incarico decente aveva rallegrato Blaine il fatto che potesse disporre di un gruppo di persone al suo servizio lo estasiava. Con questi pensieri seguì il principe che corridoio dopo corridoio lo precedeva nella sala grande. Arrivati lì il principe suonò il campanello e un tris di servi si affrettò a soccorrerlo.
“Alla buon ora.” Sentenziò il principe alla serva più anziana. “Da questo preciso istante tu ti occuperai di questo giovane, lo laverai, vestirai con dei vestiti appropriati e gli consegnerai una delle camere ad est. Poi dirai ai tuoi paggetti di preparare il mio vestiario per la giornata e di chiamare dama Berry per farla arrivare nelle mie stanze.”
Detto questo con fare altezzoso raggiunse le sue stanze e si sdraiò sul letto felice della parte di giornata appena passata e ottimista per quella che rimaneva.
 
“Mio principe! Chiamò Rachel Berry appena ebbe raggiunto la stanza reale. “ Mi avete fatto chiamare?”
Il principe si girò verso di lei e la fece sedere,
“Ho fatto una coperta incredibile.” Disse lentamente.
Gli occhi della dama brillarono. “sono tutta orecchi.” Disse con un fremito nella voce.
“Si chiama Blaine Anderson. Ed ha la voce più bella che abbia mai sentito. È quello che ho sempre cercato.”
“Sono felice per voi.”
“E sta sera lo farò esibire. Voglio che tu ci sia. Devi sentirlo. È qualcosa di favoloso.”
“Sicuro che non sia solo la sua voce ad essere bella.”
Il principe le fece una piccola smorfia.
“Non vedo l’ora di vederlo.” Disse dama Rachel.
“Ti devo chiedere un’altra cosa.”
“Mi dica pure.”
“È nuovo a corte. (comprenderai perché). Alloggia in una delle stanze a est in questo momento. L’ho scoperto questa mattina mentre mi recavo in cucina per… uno… spuntino e ne sono rimasto estasiato. Non credo che conosca quella che realmente è la vita o l’atteggiamento di corte e voglio affidarlo a te. Credo che nessuno meglio di te possa essere una buona mentore. Spero sia pronto per sta sera.”
“Lo farò, mio principe.” Disse con un sorriso dama Rachel. Vedendo che la discussione non proseguiva si alzò, fece un inchino e si diresse fuori dalla stanza.
“Rachel!” la fermò il principe. La dama sorrise. “Sta sera siederai vicino a me.”
Dama Rachel sorrise di nuovo. “Grazie Kurt.”
 
Dama Rachel arrivò alla stanza di Blaine e lo trovò immerso nella vasca che giocava con l’enorme schiuma che aveva prodotto. Diede un colpo di tosse per annunciarsi.
Blaine sobbalzò.
“Sono Rachel Berry.”
“Non è questa la situazione ideale con cui mi presento a qualcuno.” Rispose Blaine.
“Speravo mi dicessi il tuo nome.”
“Blaine Anderson.”
“Molto bene. Quando avrai finito di fare brodo lì dentro ti spiegherò come porti a sua maestà e cosa indossare per allietare la cena.”
“allietare la cena?”
“Hai capito bene.”
“Ma sapevo queste cose si svolgessero solo nei week end.”
Rachel sbuffò. “Sua altezza mi ha chiesto di prepararti per sta sera e per sta sera tu sarai pronto.”
Gli diede qualche minuto perché uscisse dalla vasca e si vestisse mentre era rivolta vesto la finestra e poi riprese: “è mezzodì, tra un po’ ti arriverà la colazione. Dopo di che..”
Non potè finire perché Blaine la interruppe. “Come? Arriverà fino a qui il mio pranzo?”
“sì ragazzo! O dove tu vuoi ti venga portato.”
“Direttamente dalle cucine?”
“Se adesso hai finito con le domande sciocche posso illustrarti cosa dovrai fare per sta sera.”
Blaine non diede molto ascolto alle parole della dama . era troppo ammaliato dai vestiti che indossava. Per lui era una novità indossare vestiti completi o coordinati e per di più aveva fatto il bagno a metà mattina. Dopo essersi ancora sconvolto per il fatto che avrebbe ricevuto pasti nella sua nuova e smisurata camera si sedette sul suo enorme letto sperando che quello non fosse un sogno, troppo bello per poter finire. Mentre dama Rachel continuava a stra-parlare sulle usanze a corte Blaine pensò alla sua famiglia che aveva lasciato a miglia di distanza e al fatto che lo avesse sempre guardato in cattivo modo per via della sua fame di avventure. Blaine era un ragazzo intraprendente, questo e il fatto che la sua famiglia lo stesse soffocando gli avevano dato la forza per lasciare tutto e recarsi verso terre sempre diverse. Il dover cambiare sempre posti dove stare non lo aveva dispiaciuto ma adesso la sua nuova e lussuosa posizione non l’avrebbe cambiata per nulla al mondo.
Riuscì a distrarsi dai suoi pensieri per ascoltare le ultime parole sella dama che aveva davanti.
“E il tuo cambio d’abito ti sarà portato un ora prima un’ora prima della cena.”
“Cambio d’abito? Perché, questi che ho adesso come vanno?”
 
Niente più di quella cena lo aveva messo in agitazione. Blaine sobbalzava per ogni frastuono e prima di entrare nella gigantesca sala le gambe gli tremavano. Il fatto che il principe avesse deciso di accoglierlo con un applauso suo e di tutta la corte non aveva migliorato le cose.
“Il signor Blaine questa sera ha acconsentito a deliziarci con la sua voce,” cominciò il principe “Concorderete con me quanta fortuna abbia avuto ad ingaggiarlo.”
Blaine trasse un profondo respiro e quando la musica iniziò chiuse gli occhi e smise di pensare a dove si trovava e con chi vi si trovava. Iniziò a cantare.
Quando ebbe finito il principe si alzò e lo applaudì e così fece l’intera corte.
“Che cosa ti avevo detto?” affermò il principe a dama Rechel.
“Avevate ragione. È qualcosa di fantastico. Ascolterei la sua voce non solo per utta la sera ma per il resto dei miei giorni.”
“Sono d’accordo con te.”
“inoltre è davvero attraente. Uno spettacolo sia per le orecchie che per gli occhi.”
Quando la serata fu terminata il principe si recò nella stanza di Blaine che stava cenando. Appena Blaine vide il principe smise di mangiare e si alzò.
“Questa sera sei stato impeccabile.” Disse il principe.
“grazie mio principe.” Rispose Blaine.
“per domani ci aspetta una passeggiata mattutina al seguito della quale pranzeremo.”
“Io e lei, mio principe?”
Il principe non considerò la domanda e si allontanò aggiungendo. “abbi cura di essere pronto per le 9. E dormi sta sera, non facciamo che diventi un peso.”
Blaine rimase più cotto che crudo ma decise di non meravigliarsi più per quello che gli sarebbe accaduto e ricominciò a mangiare.
 
Il mattino dopo dama Rachel si svegliò di buon ora per recarsi nella stanza di Blaine e organizzare la sua mattina. Ancora una volta lo trovò nella vasca a far volare la schiuma di sapone. “Spero che per te non diventi un’abitudine farti trovare in questo stato.” Disse.
“Spero che per te non diventi un’abitudine irrompere nella mia stanza.”
“Vedo che stai diventando impertinente! Comunque sia per sta mattina devi andare a fare una passeggiata col principe e poi…”
“Lo so già.” La interruppe.
“Lo sai?”
“Sì. Me lo ha detto il principe ieri notte stesso.”
“È strano che comunichi qualcosa lui stesso. In ogni caso… vedi di essere veloce. Sai già cosa indossare?”
“Quello che ho indossavo ieri va ancora bene.”
Dama Rachel si sforzò di non sbuffare e alzò gli occhi al cielo. “Quando sei da solo puoi vestirti come vuoi ma di fronte al principe devi dimostrare un certo gusto per ciò che indossi. Grazie al cielo oggi sarà Brittany ad aiutarti, io ho meglio da fare che badare a te.”
Appena fu andata via la biondina che aveva portato con se mostrò a Blaine un enorme sorriso e gli porse la mano. “Sei stato davvero bravo ieri sera. Non riuscivo a smettere di ascoltarti. Io non faccio parte della corte. Oh no. Però ero vicino alla sala e non ho riuscivo, davvero, a smettere di ascoltarti.” Detto ciò gli porse un enorme asciugamano e aprì l’armadio per scegliere i vestiti. “Credo che al principe piaccia il verde. Anzi, lo adora.  In oltre questo è un colore che, sono sicura, ti donerà molto. Guarda questa veste! E questi pantaloni…”
Così continuando lo aiutò a vestirsi e a fare colazione e ad accompagnarlo alle porte del palazzo commendando ogni singola cosa che vedeva. Quando Blaine si ritrovò di fronte al principe gli mostrò un inchino. Brittany fece lo stesso e se ne andò.
“Vedo che hai fatto la conoscenza di Brittany.” Disse il principe.
“Si, mio principe. Una ragazza che non da prezzo alle parole.”
Il principe sorrise e gli indicò la strada. “questa mattina andremo a cavallo.” Disse. “Tu sai andare a cavallo?”
“Mio principe, con i tempi che corrono se non si sa fare qualcosa si viene tagliati fuori.”
Il principe annuì alla risposta.
Durante la cavalcata Blaine rimaneva sempre più estasiato della foresta vicino al castello e vedendo questo il principe disse: “ Vedo che non hai mai visto un posto come questo.”
“È il regno più bello che abbia visitato.”
“Grazie ragazzo.” Dopo un po’ il principe riprese a parlare. “ Dei sapere che non mi piace solo la musica ma anche le belle storie. Parlami di te. Qual è la tua storia?”
“Non è niente di avvincente, mio principe.”
“Sono sicuro che ti sbagli. Quali posti hai visitato? Quali persone hai conosciuto? Cosa ti ha affascinato o disgustato? Comincia.”
Blaine si ritrovò a parlare di se stessi per la prima volta, da quando aveva lasciato casa, parlò di quanto fosse stato felice di lasciare la sua casa. Di quanti boschi avesse dovuto superare prima di arrivare alla sua prima fermata e quanti lavori avesse fatto per assicurarsi un pasto e un posto dove dormire di come erano ben diversi gli usi ed i costumi da regno a regno e di come ogni regnante credesse che il proprio regno fosse migliore degli altri.
A questo punto pensò di essersi spinto troppo oltre ma la risata del principe lo rassicurò.
“Sapevo che la tua sarebbe stata una storia affascinante. Sono felice che tu me l’abbia raccontata.” Disse il principe. “adesso però dobbiamo tornare al castello per la colazione e non mi sono ancora cambiato d’abito.
Dopo aver cavalcato ancora un po’ Blaine parlo. “Mio principe?”
“parla.” Disse l’altro.
“anche a me ha fatto piacere raccontarle la mia storia.”
Il principe sorrise e proseguì per il castello.
 
Il principe aveva cominciato a trovare sempre più piacevole la compagnia di Blaine e vederli assieme era diventata un’abitudine. Blaine da parte sua, non si lamentava affatto delle passeggiato col principe nelle quali la loro amicizia diventava sempre più solida.
 
 
To be continued

 
 
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Questa è la prima ff che scrivo e ho deciso di farla su questo fantastico telefilm. Comunque sia in questo primo capitolo ho presentato Blaine come lo vedo io: con una voce fantastica in gradi di stregare tutti. Perché è anche la verità v.v
Spero il capitolo vi sia piaciuto e se non vi è piaciuto potete dirlo liberamente scrivo qui perché non mi conoscete e potete dire quello che vi passa per la testa.
Aggiornerò o il prossimo week end o quando la scuola mi darà un po’ di corda.

Sempre vostra
Mary

  
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