Cap.28 Il Talento di Shota e La Rabbia di Al

 

Buio. In quel punto del Lago non arrivava neanche un filo di luce. Nonostante ciò, Shota sapeva di essere in pericolo, lo aveva visto, un attimo prima, un cavallo. Fra tutte le materie scolastiche, Cura delle Creature Magiche era senza dubbio quella che odiava di più, ma sapeva bene che poteva esserci un solo motivo per quello che aveva visto. Un Kelpie. L'unico animale acquatico in grado di mutare forma a piacimento e, in più, la loro preferita era quella di uno stallone bianco con una criniera di giunchi di palude. Sapeva anche che erano molto pericolosi e ghiotti di esseri umani. Probabilmente quell'essere lo avrebbe divorato, lasciando però le sue viscere galleggiare sulla superficie del Lago.

Ma Shota non era uno sciocco, aveva già un piano in mente. Per questo aveva spento il suo Lumos, stava aspettando la mossa di quel mostro, che non tardò ad arrivare. Il Kelpie si avvicinò al ragazzo di scatto, aveva cambiato forma, ora era un grosso serpente marino con il muso irto di zanne affilatissime. Mirò alla testa del giovane, aprì le sue fauci e diede un morso.

L'acqua del Lago era parecchio carica di ioni (soprattutto cloro e sodio, ma anche potassio, etc..), che Shota sapeva oltre essere ottimi conduttori per la magia lo erano anche per il suono. Per questo motivo, molto probabilmente, si sentì l'urlo di dolore del Kelpie risuonare per tutto il Lago Nero.

La creatura era caduta nella trappola del moro. Shota sapeva che, come lui, il Kelpie non poteva vederlo in quell'acqua senza luce. Il mostro si sarebbe potuto servire di due cose per rintracciarlo, o il fiuto o il tatto (in quel caso attraverso il calore). In base a ciò, il ragazzo, con la terra aveva creato una statua antropomorfa, con il vento aveva concentrato il suo odore su di essa e con il ghiaccio aveva abbassato la temperatura dell'acqua intorno a sè.

L'ultima parte non gli era venuta come voleva, avrebbe preferito congelare totalmente l'acqua a lui vicino. Ma quell'insegnante pazzoide, il progettatore la prova, aveva riscaldato il Lago e ci sarebbe voluto troppo tempo per raffreddare l'acqua fino a congelarla. Anzi, il tempo non gli sarebbe bastato comunque se non fosse stato un Element Master, poichè peculiarità di questi maghi, oltre controllare quattro elementi, era di poterli usare contemporaneamente. Ma non era così facile, in realtà quasi nessun Element Master riusciva a utilizzarli tutti e quattro in una volta sola, di norma ne usavano due o al massimo (come nel caso di Shota) tre. Infatti gli ci era voluto un sacco di allenamento e moltissima fatica per arrivare questa quota, ma ora era stato ricompensato dei suoi sforzi.

Per concludere lo scontro, il ragazzo lanciò l'incantesimo Imposius, imbrigliando la creatura in corde invisibili. Quando quella smise di dimenarsi, si avvicinò con cautela – passando accanto a un pesce gatto che schizzò via immediatamente – poggiando la bacchetta sul corpo di quello che sembrava un serpente squamoso, e utilizzò l'ultimo elemento in suo possesso, il fulmine. Ciò che vide accadere in seguito lo stupì; dopo che la scarica elettrica ebbe attraversato il corpo dell Kelpie, quello si trasformò in un pesce gatto.

“Quindi è con scariche elettriche che il Kelpie cambia forma!” Pensò Shota. “Ma come fa a scegliere in cosa trasformarsi?” Il ragazzo riflettè un attimo e poi capì. Era stato lui, involontariamente, a dare al Kelpie la forma di un pesce gatto, perchè quell'animale gli era passato accanto poco prima e probabilmente gli era rimasto in mente. Di conseguenza, il moro si concentrò e diede un'altra scossa elettrica alla creatura. Funzionò, quello che si trovò davanti non era più un pesce gatto, nè un serpente marino e neppure uno stallone bianco. Era un Lobalug.

Intanto, all'interno del Castello...

Albus, ormai dentro il Castello, si stava avviando verso la Guferia, ma sentì un'agitatissima voce familiare (in senso stretto) provenire dal corridoio:
“Allora, questo dobbiamo portarlo in sala... NO! Quello lascialo lì!! Sì, quello prendilo... HO DETTO DI NON TOC...” Ma non fece in tempo a dire toccarlo che si sentì un rumore assordante, come di un amplificatore impazzito... no, non come un amplificatore impazzito, era un amplificatore impazzito, per di più uno di quelli magici, che quando veniva portato a toni troppo acuti rischiava di...

“KABOOOOOOOM”... esplodere.

A quel punto Al si precipitò verso il luogo dell'esplosione, preoccupatissimo per quella che sarebbe potuta essere la sorte della voce, dato che si trattava della sua amatissima sorellina. Ma per sua fortuna (o sfortuna) qualcuno lo aveva preceduto, contenendo l'esplosione con qualche incantesimo sconosciuto e portando in salvo Lily e gli Elfi domestici che la stavano aiutando (sì, a far esplodere la scuola).

La prima sensazione che il giovane Potter provò fu di sollievo, ma cambiò nel giro di un nanosecondo, trasformandosi in rabbia incandescente. Probabilmente avrebbe picchiato a sangue qualsiasi ragazzo (a parte lui e James) che avesse osato toccare la sua sorellina, lo avrebbe ucciso se la avesse tenuta in braccio tipo principe azzurro che salva la sua principessa (cosa che peraltro stava succedendo in quell'istante) e lo avrebbe ucciso lentamente e con immensa agonia se l'abbraccio fosse stato ricambiato da uno sguardo dolce e mieloso (s'intende che stava succedendo pure quello).

Ma tutta la sadicità del mondo non gli bastò a inventare qualcosa di abbastanza crudele e doloroso da infliggere a qualcuno che, non solo rispettava tutte le caratteristiche descritte in precedenza, ma che non era neppure un ragazzo, dato che sotto quel sorrisetto allungato nascondeva una faccia da... serpente.

Da un'altra parte, in un punto imprecisato della Foresta Proibita...

Un uomo incappucciato, vestito con una mantella nera e degli stivali dello stesso colore, calpestava le foglie rinsecchite che avevano il coraggio di mettersi sotto i suoi piedi. Arrivato in una radura, si fermò e in quel momento si sentì il ticchettio di una dozzina di piccole Acromantule che gli zampettavano intorno.

“Heith! Esci fuori da lì e abbassa la bacchetta!”

“Mmm, noioso, i tuoi amichetti mi han già beccato” fece una voce femminile e sensuale, proveniente da dietro un'albero.

“Che cosa vuoi?!” Riprese l'uomo in nero, più con il tono di un ordine che di una domanda.

“Oh, noioso, sempre dritto al punto, eh, Nereau.”

“Sbrigati, non ho molto tempo, Leviathan ha richiamato il Consiglio. Devo essere lì entro due giorni.”

“Il Consiglio? Con tutti i membri? Interessante...”

“Allora?!”

“Oh, noioso, ma visto che ci sei avverti il Consiglio che le Streghe hanno trovato Morgana e due dei Numeri.”

“Imp...” Ma Nereau non finì la parola poiché la sua conversatrice si era dissolta nel nulla.

Ehi, ciao! Sempre se c'è ancora qualche pazzo che aspetta di vedere uscire un mio capitolo (visto il tempo che passa ogni volta)... lo so che lo dico sempre, ma non ci posso fare nulla, sono troppo impegnato a fare cose che non vorrei, sono uno di quelli che Seneca disprezzerebbe con tutta la sua anima perchè sprecano il proprio tempo (ecco, vedete, ora cito autori latini a caso!).
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e se non avete capito un fico secco dell'ultima parte non vi preoccupate, prima o poi ve lo spiegherò, a meno che io non muoia prima (non è per, ma con i tempi con cui pubblico rischio di diventare vecchio XD).
Ah, già, avrete notato che non ho messo nessun personaggio all'inizio, ma ho finito il repertorio XD (in realtà manca ancora qualcuno, ma a me piace inserirli quando partecipano al capitolo, ergo li metterò in futuro).

Ringrazio tutti coloro che leggono o leggeranno la mia storia. In particolare chi segue, preferisce, ricorda o recensisce sempre ( Iora Sol, Elizabeth_Lovegood e Shan).

Alla prossima,
ASP