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Autore: mangakagirl    10/03/2013    8 recensioni
Raccolta di OS inspirate alle giornate di scuola mai mostrateci dal Sensei dei nostri due Tonni preferiti ^^
RanxShin
***
1. Un fuggevole attimo di riposo
2. America
3. Sleeping at school
4. Stanzino degli attrezzi alias Trappola dell'Oca
5. - 6. Are you jealous, Kudo? -Part One & two-
7. You have a little-love problem, Detective
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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** Childhood Friends at School **

Premessa:
Ciao a tutti!
Questa è una raccolta di alcune giornate di scuola al Liceo Teitan, vissute dai nostri Pucciosissimi Ran, Shinichi & compagnia bella (Sonoko, Araide, prof…)
Non seguirò criteri temporali, mi limiterò a descrivere le giornate che mi sono venute in mente, sia del Liceo, che delle medie…
Buona lettura :D
Mangakagirl!

 

1.  Un fuggevole attimo di riposo
 

Capitolo tratto dal volume 26 (dopo la recita scolastica di Ran e il Cavaliere Nero)


Quasi correva per strada, incespicando nei minuscoli sassolini di asfalto che si alzavano ad ogni suo passo in quella via di Beika che non era ancora stata asfaltata…
Un bambino con una mascherina per il raffreddore davanti alla bocca camminava al suo fianco con gli occhi ridotti a trattini, annoiato e stizzito da tanta fretta.
“Non ti esaltare tanto, è solo questione di tempo…” pensava Haibara nei panni di Conan, fissando la ragazza mentre la sua gonna svolazzava da tutte le parti dalla fretta che aveva nel raggiungere quella casa.
Che fosse solo un sogno?
Che se ne fosse già andato?
No, non poteva essere… Dopo che erano stati in infermeria, il giorno prima, dopo la recita e l’omicidio, lui le aveva quasi assicurato che ci sarebbe stato…
Non puoi già essere partito! Doveva parlarmi…
Il pensiero di quella frase sussurrata all’orecchio quando ancora erano nei panni del Cavaliere e della Principessa le fecero sussultare il cuore.
Ran raggiunse villa Kudo nella metà del tempo che impiegava solitamente e vi si fermò davanti in modo brusco e all’improvviso. Inspirò a pieni polmoni poi, determinata, si attaccò al campanello con forza.
DIN DON!
DIN DON!
DIN DON!
Shinichi, mi avevi assicurato che ci saresti stato…
-Sì?- domandò il ragazzo dal citofono ma Ran, troppo assorta nei suoi pensieri, nemmeno lo sentì.
Ma poi dove avrà tanto da andare tutte le volte?! Come può saltare la scuola per futili casi…!?
-Sì!-
È inutile Shinichi, da quel giorno non ti capisco più… Ma cosa è cambiato tra noi?
Un ragazzo furioso apparve davanti al cancello di Villa Kudo sbraitando come un ossesso, spalancò l’inferriata e urlò:
-GUARDA CHE QUANDO SUONI, BASTA UNA VOLTA! NON SONO SORDO!-
Ran sbarrò gli occhi, non tanto per la sfuriata che le aveva fatto, quanto per la sorpresa di rivederselo davvero davanti.
Shinichi era lì… Era ancora a Beika…
Non era andato via come al solito…
Il cuore della ragazza si rasserenò e un sorriso si aprì sul suo volto chiaro e liscio, illuminato dai tiepidi raggi di sole di quella mattina.
-Lo sai qual è il programma di scuola per oggi, vero?- domandò mentre lui, ancora stizzito, si dirigeva smangiucchiando un toast verso la porta d’ingresso. Annoiato, il ragazzo si voltò verso di lei con le mani dentro le tasche e risposte strascicando le parole:
-Come l’anno scorso ci tocca riordinare la roba del festival tutti insieme, no?-
La karateka annuì, rimanendo stupita quando lui le chiuse bruscamente la porta di casa in faccia.
-Aspettami lì!- urlò dall’interno mentre lei, mordendosi la lingua un po’ imbronciata, sospirava spazientita.
Ma guarda un po’ te che modi!
Aprì leggermente la porta di ingresso e spiò il ragazzo dalla fessura, non potendo fare a meno di sorridere, vedendolo camminare sbadigliando vistosamente.
È davvero lui, è Shinichi…Non è un sogno!
Non riuscendo più a trattenere l’euforia, si voltò verso il suo “fratellino” con un gran sorriso.
-Che bello, vero Conan?- ma il suo entusiasmo scemò nel giro di qualche secondo -Ma, dove sei, Conan?-

***

Ran osservò il ragazzo camminare al suo fianco con occhi imbambolati… quasi sognanti.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma rivederlo lì, rifare la strada con lui come ai vecchi tempi, quando ancora Shinichi non era un detective richiesto in tutto gli angoli del Giappone, la faceva sentire bene, molto bene.
Decisamente felice.
… Se non hai dimenticato la promessa che ci siamo fatti da bambini, posa le tue labbra sulle mie…
Al pensiero di quello che stava per succedere il giorno prima, arrossì di botto e subito distolse lo sguardo dal suo profilo perfetto, tentando di mascherare l’imbarazzo con un’espressione poco convincente.
Dì qualcosa, scema!
La incalzò la sua coscienza.
Sono settimane che non lo vedi, non aspettavi che il suo ritorno… E ora te ne stai anche zitta?!
Con un piccolo colpetto di tosse, Ran attirò l’attenzione di Shinichi e gli rivolse un sorrisetto.
-Non me lo aspettavo che dietro la maschera del Cavaliere Nero ci fossi tu… Senza neppure imparare le battute hai accettato la parte… Però se avessi continuato ad ignorare in quel modo il copione lo spettacolo sarebbe stato un disastro, sai?- sorrise tentando di mascherare il rossore che ancora le pervadeva il viso con semplice caldo.
-Eh?- Shinichi le rivolse un’occhiata interrogativa, per poi ripensare alle parole di Sonoko.
Capito, Kudo? Il cavaliere abbraccia la principessa, poi le dà un bacio appassionato! Non devi dire niente prima di baciarla!
Ma certo!
 Pensò il ragazzo stizzito.
Tutta colpa di quell’oca di una Suzuki… Da sempre pianifica che io e Ran…
Ma al solo pensiero di quello che Sonoko pianificava da anni, arrossì come un pomodoro e distolse lo sguardo dalla ragazza, che forse, ripensando anche lei alla scena, divenne scarlatta a sua volta.
Idiota -.-
Taci coscienza!
Ran si impose di zittire la sua parte interiore ad ogni costo, e per smorzare la tensione riprese il discorso.
-Beh, che te ne è parso?- domandò speranzosa di ricevere la risposta che la tormentava dal giorno prima. Shinichi assunse un’espressione confusa, poi sembrò capire.
-Dello spettacolo, dici? Mah… è stato interrotto a metà, ma essendo stato scritto da Sonoko…- fece per aggiungere qualcosa legato al fatto del “diabete da copione Suzukiano”, quando Ran storse il naso arrossendo.
-Non mi riferivo al copione… Alla principessa…-
-Oh!- Shinichi si illuminò -Sì, stavi benissimo con quel costume! È proprio vero che anche un abito trasforma un carrettiere!- ridacchiò mentre lei assunse un’espressione stizzita.
-Che razza di complimento è?-
-Però era meglio una scollatura più profonda a mio parere- rise ancora mentre lei arrossiva stizzita.
-Piantala- disse seria e imbarazzata mentre dei passi affrettati si avvicinavano a loro.
-CONAN-KUN!- urlarono i Detective Boys in coro -Finalmente ti hanno dimesso!-
Shinichi, con un gran sorriso, si voltò verso di loro contento.
-Ciao ragazzi! Come va?-
I bambini, confusi, si guardarono qualche secondo prima di rispondergli.
-Emm… Ciao- dissero incerti mentre Conan/Ai lo fulminava. Shinichi si morse la lingua mentre Ran osservava interrogativa la scena.
-Chi è questo ragazzo?- domandò in un sussurro Genta ad Haibara mentre lei si avvicinava al suo gruppo come se nulla fosse un paio di secondi dopo.
-È quel tipo che abita accanto al professore- rispose -Pare sia tornato…-
-Ah sì, quello che abita nella casa dei fantasmi…- sussurrò a sua volta Mitsuiko allontanandosi un po’ incerto con i bambini verso scuola.
Ran osservò incerta come Shinichi osservava i piccoli allontanarsi, poi inclinò un po’ di lato la testa.
Ma che gli prende? Li conosce anche lui…?
Abbassato un po’ la sguardo, la ragazza intravide l’orologio e sobbalzò.
-Oh cavolo! Siamo in ritardo! Muoviamoci, Shinichi!- esclamò cominciando a correre. Il ragazzo cadde dalle nuvole e un po’ impanicato urlò:
-Aspetta, Ran-neechan!-
La ragazza, profondamente sorpresa, si voltò verso di lui e battè qualche secondo gli occhi.
Oh, cavolo!
Imprecò mentalmente Shinichi raggiungendola e mettendo su un falso sorriso imbarazzato.
-E-era solo uno scherzo!- disse all’occhiata stizzita della ragazza -Uno scherzo, dai, non fare quella faccia!-
-Tu sei ancora addormentato, vero?- disse Ran, che a quel “neechan” aveva provato una strana sensazione…
Non avrebbe saputo descriverla, ma era come se fosse abituata a sentirlo…
A sentirlo da Lui.
-Dai Ran, non te la legare al dito!- disse il ragazzo un po’ offeso da quel suo comportamento infantile a suo parere. La ragazza sospirò, poi annuì e ricominciò a passo spedito a dirigersi verso la scuola.
Dannazione, devo fare più attenzione!
Shinichi si morse un labbro, poi riprese a seguirla attraversando a grandi falcate il marciapiedi. Ran, ricominciando ad osservare di nascosto il suo profilo perfetto, sospirò.
Chiederglielo sarebbe stato sbagliato…
Lui avrebbe sempre potuto dirle di farsi i fati suoi…
In fondo, loro erano solo amici di infanzia… Nulla di più…
…Purtroppo.
Arrossì e di nuovo distolse lo sguardo concentrandosi sull’asfalto da poco rifatto di quella via.
La sua coscienza oggi era più rompipalle del solito!
Aveva paura di chiedere a Shinichi se sarebbe rimasto e per quanto tempo, perché temeva che la sua risposta potesse essere:
-Riparto domani, sono solo di passaggio-
Ran respingeva quell’idea dalla mente con tutte le sue forze, perché non poteva immaginare altre settimane senza di lui…
Senza la sua voce, il suo calore, la sua risata, il suo bellissimo sorriso, i suoi occhi che la scrutavano vivi e di un blu che nemmeno nella scala cromatica si era mai visto…
-Ran- la sua voce la riportò alla realtà, come se fosse appena uscita da un sogno. Incrociò il suo sguardo e sorrise incerta mentre lui la scrutava indagatorio.
-Che ti prende?-
-I-io?- annaspò nel suo stesso respiro -Nulla, perché?-
Shinichi tacque qualche secondo, studiando la sua espressione e i suoi occhi, poi sospirò.
-Sei seria tutt’a un tratto…-
Ran tentò di rimediare con un altro sorriso scuotendo il capo.
-No, non è nulla… Sto bene-
-Mmm- lui annuì poco convinto, finchè non si trovarono davanti al cancello di scuola.
Senza nemmeno aver messo piede nel cortile della scuola, Shinichi sentì già la mancanza della libertà e pensò, per qualche secondo, a una scusa da inventarsi per non dover sottoporsi a quel supplizio mortale.
Non gli pesava troppo il fatto di dover mettere a posto tutta la roba e nemmeno di dover passare confinato 5 ore in mezzo a 4 mura…
Lo infastidiva che, non appena avrebbe messo piede in classe, tutti i suoi compagni lo avrebbero assalito di domande e di battutine sul giorno prima, e che Sonoko in particolare, non gli avrebbe dato tregua nemmeno un momento.
-Beh?- domandò Ran sulla soglia del cancello -Che hai adesso?-
Shinichi infatti, fermatosi, fissava perso nei suoi pensieri l’edificio, come se avesse avuto una paralisi.
-Nulla- rispose tornando alla realtà. Sorrise dopo un mentale sospiro e riprese a camminare -Ma non eravamo in ritardo?- le chiese furbetto mentre lei, a sua volta imbambolata nel fissarlo per lo strano comportamento, sostava ferma sulla soglia del cancello.
Si fermarono davanti ai propri armadietti e si cambiarono le scarpe, poi salirono al secondo piano, diretti al 2 B.
-Uff…!- sbuffò Shinichi prima di aprire la porta scorrevole della classe.
Ecco che inizia il tormento!
Non fecero in tempo a mettere piedi in classe prima che tre compagni di Shinichi, che sostavano sulla soglia in loro attesa, cominciassero a fischiare e a ridere come ossessi.
-Guarda guarda, Kudo è appena tornato e già arriva a scuola con la sua mogliettina!- sghignazzò uno dei tre mentre lui aggrottava le sopracciglia stizzito.
-Scemo, non è come pensi!- si difese subito Shinichi mentre i compagni continuavano a ridere. Ran sbuffò quando cominciarono a parlargli di una prof straniera e tutta curve che era andata ad insegnare inglese nella loro scuola. *
-Hey- mormorò avvicinandosi a lui ricordandosi di quello che le aveva detto il giorno prima -non avevi qualcosa da dirmi?-
Il ragazzo alzò sorpreso le sopracciglia, poi annuì e si accostò al suo orecchio.
Il profumo dei suoi capelli gli pervase subito le narici, facendolo arrossire un po’, ma riuscì comunque a sussurrarle ciò che voleva.
-Stasera alle otto andiamo al ristorante del Beika Center Building, ho qualcosa di importante da dirti- Shinichi, qualche secondo dopo, si accorse che l’intera classe si era avvicinata e aveva rizzato le orecchie per origliare. Furioso, li allontanò con un braccio e disse a tutti i farsi i fatti propri, mentre Ran rimase sorpresa ad osservarlo ad occhi sbarrati.
Ma che gli prende…?
Il ragazzo le rivolse una piccola occhiata e fece per aggiungere qualcosa, quando una voce stridula, da racchia, e particolarmente acuta penetrò nelle sue orecchie come un trapano elettrico azionato nel bel mezzo della notte.
-KUUUUUUUUUUUUDO!!!- cantilenò tutta goduta Sonoko Suzuki catapultandosi in classe e investendo i compagni senza riguardo.
Ecco, appunto, mancava qualcuno -.-
Shinichi si voltò stizzito mentre l’Oca starnazzava e si avvicinava a passo d’elefante impaziente.
-Suzuki, hai l’eleganza di un elefante in una cristalleria- disse mentre la ragazza gli si piazzava davanti con un sorriso furbetto.
-Oh, non credere di offendermi e di mandarmi via con poco Mr Simpatia- rispose sicura di sé mentre Ran si preparava già mentalmente a dover sopperire la lite mettendosi in mezzo -Allora ragazzi, come è andata dopo la recita, eh? Eh?-
-Ma che dici, Sonoko?!- sbottò Ran arrossendo e tentando di allontanare l’ereditiera da Shinichi, ma quella si divincolò e si avvicinò sempre più con sguardo divertito e malizioso al detective -Oh, andiamo Kudo! Quale altro motivo avresti avuto per presentarti alla festa e offrirti come sostituto del cavaliere? Guarda che non sono mica scema! Ahahahah!-
-Sicura Oca?- le domandò stizzito  Shinichi tentando di coprire l’imbarazzo mentre Ran, viola, voleva sprofondare nelle viscere della Terra.
-SONOKO STAI ZITTA!- sbraitò mentre l’altra rideva piegata in due.
-Perché tutto quell’imbarazzo, Ran? Guarda che io non ho mica detto per quale motivo Kudo ha voluto quel ruolo!-
Shinichi, rosso è più stizzito che mai, attraversò la classe a grandi falcate a prese Ran per un polso guidandola verso i propri banchi.
-Andiamo a sederci- disse piano mentre lei lo guardava sorpresa e imbarazzata tra le risate dei compagni di classe.
La famosa prof. Iena che Shinichi ricordava bene e che non aveva rimpianto affatto da quando era tornato bambino, fece al sua comparsa in classe con aria svogliata e stizzita. Sbattè il registro sulla cattedra e fulminò i ragazzi che erano ancora in piedi per la classe. Subito tutti corsero al proprio posto e fecero il saluto, poi si sederono in silenzio mentre il detective sorrideva felice che tutte quelle prese in giro erano state troncate.
La prof. fece vagare lo sguardo sugli alunni, poi si soffermò proprio su di lui abbandonandosi ad un sorriso perfido.
-Ma guarda guarda… Kudo Shinichi si è degnato di tornare tra noi poveri mortali!- la classe ridacchiò mentre la donna si sistemava gli occhiali da arpia sul naso aquilino -Come mai, Kudo? Cos’è? Il caso a cui stavi lavorando non era alla tua altezza?-
-Ahah- ridacchiò con gli occhi a trattini l’interpellato mentre la donna apriva il registro per scrivere i nomi degli assenti -Simpatica come sempre la Iena- commentò in un sussurro mentre Ran alzava gli occhi al cielo divertita.
-Dai, non te la prendere- rispose lei mentre lui afferrava una penna dal portapenne e la posizionava davanti al ventre.
-Scusa Ran, ma devo fare harakiri, è stato bello conoscerti- disse teatralmente provocando una sua risatina leggera. Lei posò le mani sulle sue, arrossendo un po’, per levargli la penna scuotendo la testa.
-No, ho bisogno che arrivi a fine giornata, o non reggerò Sonoko da sola!-
-Mmmm- il ragazzo fece finta di pensarci -Vabbè, solo perché sei tu...-
Ran gli rivolse un dolce sorriso, alzando poi la mano al sentire chiamare il suo nome. Qualche secondo dopo, la prof. Chiamò anche Shinichi e poi commentò:
-Guarda guarda Kudo, siccome non ci sei mai avevo già riempito tutte le caselle delle varie giornate fino alla fine dell’anno col tuo nome tra gli assenti- rise -Oggi mi tocca toglierti!-
Il ragazzo si morse un labbro mentre la sua compagna di banco gli sussurrava di stare zitto.
-Vuole solo la scusa per metterti una nota… Lo sai che faceva così anche prima che tornassi…-
-Sì, ma quella tipa prima o poi commetterà un omicidio pazza com’è… Ne sono certo! E io non vedo l’ora di sbatterla in galera!- sussurrò lui a denti stretti prima che Ran scuotesse il capo.
-Non dire così, dai…-
Lui non le rispose, si limitò a poggiare il viso tra le mani, con i gomiti sul tavolo, e si lasciò trasportare dai suoi pensieri mentre la prof. parlava noiosamente.
-Come tutti gli anni, il giorno dopo il festival, il preside vuole che alla prima ora si faccia il resoconto delle attività svolte, delle osservazioni fatte sulle varie trovate della classi…- la sua voce svogliata più che mai e strascicata conciliarono il sonno di Shinichi, che però si impose di non dormire. Tutta la classe, per nulla interessata al discorso, come la prof. che lo stava facendo del resto, si trovò un’attività da fare:
chi si toglieva le doppie punte, chi leggeva, chi scarabocchiava il diario, che parlava apertamente, chi dormiva sul banco…
Ran si dedicò a qualcosa di molto più costruttivo: si concentrò sul profilo perfetto di Shinichi senza che lui se ne accorgesse e cominciò a pensare a cosa avrebbe saputo quella sera al ristorante…
Il naso di Shinichi era perfetto, una curva che sembrava tracciata col compasso, come del resto la sua pelle: nonostante avesse già 17 anni, era perfettamente liscia, priva di acne, senza neanche un filo di barba. Spesso Ran si chiedeva come fosse possibile che ancora non gli fosse cresciuta, e una volta, in imbarazzo, gli aveva anche chiesto se a lui dispiaceva non averla ancora…
Sorrise ricordando la sua risposta…
-Dispiaciuto?- rise -Perché dovrei? Sono contento! Così mi risparmio di dovermi tagliare la faccia col rasoio tutte le settimane… Non hai visto come si riduce Noto?- si riferì ad un loro compagno di classe, molto amico del ragazzo -Da quando ha la barba la sua faccia è un distrutta, sembra un campo minato…-
Si soffermò sulla sua bocca e sentì improvvisamente la gola secca.
Dannazione!
Perché ora tanto imbarazzo?
Perché non riusciva più a guardare Shinichi come una volta?
Perché, perché? Troppi perché!
Piantala Ran!
Tornò a fissarlo un po’ incerta, notando quanto fosse bello in quel momento, con i ciuffi ribelli sugli occhi annoiati, la mano a reggere il mento, la pelle liscia e chiara, le labbra carnose e rosee.
Mi sta facendo diventare matta… Tutta colpa di Sonoko!
Ran si battè una mano sulla fronte chiudendo gli occhi e scuotendo il capo con la gola secca.
Amici… Siamo solo amici e tra amici non si dovrebbero provare certe sensazioni…
Il cuore non dovrebbe battermi così forte solo perché lui è qui…!
Che mi sta succedendo?!
-Ran?- la sua voce dolce e melodiosa, quella che le era mancata così tanto negli ultimi mesi, la riportò alla realtà con un sobbalzo, e il solo guardarlo negli occhi, quelli blu e profondi come l’oceano, la fecero rabbrividire.
-S-sì?- rispose in un sussurro mentre lui si sporgeva verso di lei dal suo banco.
-Che ti prende?- domandò piano mentre lei si mordeva la lingua.
-N-nulla…! Nulla! Sto bene- sorrise tentando di mascherare l’imbarazzo -Davvero!- aggiunse alla sua occhiata poco convinta.
-Vabbè, visto che tanto è inutile ri-elencare tutte le attività di ieri, come se non le sapeste già, filate a ordinare la roba della palestra, tanto la campanella suona da 15 minuti e non muore nessuno se non cominciate esattamente alla seconda ora- disse la Iena chiudendo il registro e congedandosi alla classe. Una volta che fu sparita nel corridoio, gli studenti si alzarono e svogliati si avviarono alla palestra come era stato ordinato loro. Anche Shinichi si alzò e portò le mani sopra la testa stiracchiandosi, mentre Sonoko, come un razzo, li raggiungeva con un piano diabolico che le frullava per il cervello.
Afferrò Shinichi per il collo e Ran per la testa e, obbligando il ragazzo preso alla sprovvista ad abbassarsi, avvicinò i loro due visi ridendo.
-BACIO-BACIO-BACIO!- urlò mentre Ran posava appena in tempo una mano sulla spalla di Shinichi evitando così che le loro teste cozzassero violentemente.
-So-no-ko!- sbraitò facendo forza sul braccio per allontanare da sé il ragazzo –Piantala!-
Ma l’ereditiera non era intenzionata a mollare e mise più forza alla presa, rischiando di soffocare Shinichi, che stava assumendo una insolita sfumatura marrone sulle guance.
-Andiamo ragazzi, volete decidervi a capire che siete cotti o no?!-
Il detective riuscì miracolosamente a sfilarsi dalla sua presa e si massaggiò il collo furibondo mentre l’oca sbuffava delusa.
-Suzuki, sparisci dalla mia vista perché giuro che stavolta ti faccio a strisce!-
-Uuuu che paura- disse lei con gli occhi a trattini, ma Ran si mise in mezzo ai due prima che cominciassero a dar luogo ad uno dei loro storici battibecchi.
-No, non cominciate! Sonoko- si voltò verso l’amica -Smettila di fare la scema e lascia me e Shinichi in pace! E tu- si voltò verso il ragazzo -sai come è fatta, lasciala stare…-
-Non possiamo sempre passare sopra a tutto!- sbottò Shinichi, che però seguì il consiglio di Ran e uscì dalla classe nero di rabbia. La ragazza fulminò l’amica, che alzò le spalle e sospirò.
-Sai che lo faccio perché ti voglio bene! Tu non capisci che Kudo…- si difese Sonoko all’occhiataccia della karateka.
-No, io capisco benissimo che tu così rendi tutto difficile!- la interruppe Ran -Sonoko, tra me e lui non c’è niente… Siamo solo… amici- ma esitò a pronunciare quella parola e distolse lo sguardo da lei, che subito colse la palla al balzo.
-Lo vedi che non è vero! Persino tu stenti a dirlo!-
-Non è vero!- sbraitò Ran infastidita che lei avesse colto la sua incertezza.
-Sarà…- si arrese Sonoko posandole una mano sulla spalla -Vabbè, andiamo a sistemare-
Si allontanò dalla classe lasciandola sola a riflettere mentre lei sbuffava rassegnata.
Ma perché le cose sono sempre così difficili?!

***

Ran arrotolò un cavo elettrico attorno alla propria mano con aria distratta, mentre tutt’attorno le voci dei suoi compagni risuonavano allegre e rimbombavano per via dell’ampia palestra.
-Kudo, dai, diccelo!-
-Non c’è niente da dire!- sbuffò lui mentre saliva su una scala per togliere alcuni festoni dagli angoli polverosi della palestra.
-Ma cosa no?! Nessuno ti aveva detto che ci sarebbe stata la recita e che Ran sarebbe stata la protagonista… Poi tu arrivi e ti presenti per sostituire il Cavaliere Nero che, guarda caso, avrebbe baciato Mouri! Ahahhah-
Ran strinse i denti e le labbra trattenendosi dallo sbottare dalla rabbia, mentre alcune sue compagne di classe la guardarono sconsolate.
-Dai Ran, lasciali perdere- disse Misaki battendole una mano sulla spalle mentre le passava accanto.
-Andiamo Kudo, non te la prendere!- dissero alcuni compagni sfottendolo mentre lei, a grandi passi, si dirigeva stizzito verso di lei -Guardate, va dalla sua principessa!-
-Hai finito?- le domandò sbrigativo mentre lei annuiva sorpresa -Bene- aggiunse lui prendendo i cavi che reggeva in mano e lanciandoli dentro una scatola con poca attenzione -Allora andiamocene-
-O-ok- disse Ran seguendolo mentre si avviava verso l’uscita.
Non appena misero piede nel cortile, la ragazza provò un senso di benessere e leggerezza che dentro la palestra le era mancato per tutto il tempo.
Quel rimbombo di voci, quelle risate e le battutine pungenti continue la avevano fatto venire un gran mal di testa, ma poter finalmente respirare l’aria fresca del tramonto la faceva sentire meglio.
Shinichi sbadigliò vistosamente, e come se fino a quel momento non fosse successo nulla, portò le mani dietro la testa camminando sereno.
Sembra quasi che quella palestra fungesse da Horcrux per me e lui…
Pensò Ran sorridendo al paragone che faceva con sé e il racconto di una famosissima scrittrice inglese che aveva scritto Harry Potter.
…Come se stare tra quelle persone ci provocasse malessere, e liberarsene ci facesse subito tornare normali…
-Vestiti elegante-
-Come?- domandò sorpresa Ran uscendo dal suo filo di pensieri come se colpita da acqua ghiacciata.
-Mettiti qualcosa di elegante per il ristorante…- disse Shinichi fingendosi molto attratto dal cielo color pesca: in realtà il suo imbarazzo era a livelli stratosferici in quel momento.
-S-sì, certo- rispose Ran abbassando lo sguardo a sua volta un po’ tesa.
Arrivati al solito bivio in cui si separavano prima della sparizione del liceale, Shinichi le rivolse un’occhiatina e sorrise.
-Alle sette e mezza passo a prenderti, d’accordo?-
-Ok- rispose la ragazza, alla quale tutta quella situazione suonava nuova e strana.
-Bene- disse Shinichi agitando appena una mano in sua direzione e avviandosi verso Villa Kudo. Ran, incerta, si voltò verso casa sua, poi però non riuscì a trattenersi e si rivoltò verso il ragazzo agitata.
-Shinichi!-
L’interpellato si voltò interrogativo e annuì.
-Sì?-
-C-ci sarai, vero?- domandò in imbarazzo.
Rivelare il suo timore di vederlo sparire proprio come accadeva sempre fu difficile, ma se non l’avesse fatto, se non si fosse accertata del suo ritorno, Ran non se lo sarebbe mai perdonato.
E Shinichi questo lo capì, tanto che sorrise intenerito.
-Certo- rispose godendosi il sorriso che si formò all’istante sul volto di lei. Dopo qualche secondo in cui i loro occhi si osservarono incessantemente, lui alzò di nuovo una mano in segno di saluto, poi si voltò avviandosi a casa e lasciando la ragazza tranquilla.
 
*Jodie Starling ^^


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Buongiorno gente!
Ma come va?? ^^
Sìì, lo so... Sono sparita x un po'... -.-"
Ma non è colpa mia se la mia scuola mi carica di compiti tanto da non permettermi di avere nemmeno un minuto libero per scrivere! >.<
Mi dispiace ^^"
Beh, ora ho già qualche Os scritta per questa raccolta, per cui, non preoccupatevi ^^
Beh beh... che ve ne pare?
Ho voluto riprendere l'unica giornata a scuola che Shin riesce a passare...
Spero siate soddisfatti e di non essere andata OOC T.T
Le prossime saranno frutto della mia mente bakata, come al solito xDDD
Recensite numerosi per favore >.<
Ci tengo tanto!
A presto!
Mangakagirl! 
  
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