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Autore: Le Borelle    10/03/2013    1 recensioni
Ambientata durante il Football Frontier.
La Zeus infuria grazie alla forza concessa loro dal "nettare degli idei"
Ma questo non si chiama calcio, questo non è vincere.
Goenji (Axel Blaze) vorrebbe che Terumi(Byron Love) arrivasse a comprenderlo.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Axel/Shuuya
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Football Frontiers

 

Noi non prenderemo più quella cosa” tutta la squadra era con lui. Sentiva i compagni sostenerlo, ne avevano parlato tutti assieme, tutti si erano detti d'accordo, avrebbero giocato a calcio sul serio, avrebbero vinto e avrebbero perso, ma avrebbero giocato con le loro capacità e le loro forze.

 

Shuya

 

Seguì da lontano i movimenti della squadra avversaria, stavano in cerchio attorno al loro allenatore. Desiderò di poter essere al suo fianco per sostenerlo, ma questa era la loro battaglia, ora dovevano uscirne da soli.

 

Terumi

 

Si rivelò decisamente difficile, giustamente difficile. Le gambe diventavano pesanti, il cuore scoppiava nelle orecchie i colpi degli avversari imprendibili e micidiali. Ma era giusto così. Era così che le cose dovevano andare, lo vide correre nella sua direzione. Credette di non farcela, “salto temporale” invece funzionò. Lo stadio cadde nel silenzio. Si avvicinò all'avversario. Quegli occhi così profondi, il taglio così serio, doveva tutta a lui questa ritrovata gioia di giocare. Sentì battere il cuore, e non era solo per la stanchezza. Gli carezzò una guancia, in quel mondo immobile in cui nessuno si sarebbe accorto di nulla, gli sottrasse il pallone, non avrebbe comunque impiegato molto a riprenderselo ora. Le parole che non gli aveva detto quel giorno, che non gli avrebbe mai detto, gli graffiarono in gola. Gli posò delicatamente un bacio sulle labbra, fece quasi male, si sentì terribilmente solo in quella dimensione sospesa dove tutto ciò non sarebbe mai esistito nella realtà corrente. “Grazie davvero” prima che il tempo riprendesse a scorrere prese a correre calciando davanti a se la palla, sperando che il vento gli asciugasse gli occhi.

 

La partita si concluse. Avevano giocato bene, erano stati dei degni avversari, ma avevano perso. Nessuno di però loro era triste, si unirono alla gioia dell'altra squadra, in qualche modo avevano vinto anche loro. C'era si un ombra che gli oscurava il cuore, ma l'avrebbe ricacciata sul fondo, avrebbe sorriso perché andava tutto bene, andava bene così. Se un albero cade e nessuno lo sente non fa rumore, non era successo nulla. Non sarebbe mai successo nulla. Si unì ai festeggiamenti lasciando che l'allenatore se ne andasse furioso senza aspettarli. Nella confusione generale non si accorse nemmeno quando lo raggiunse.

 

Di niente” gli rispose.

  
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