Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: chiara05    10/03/2013    7 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MASCHERA

 

Pioveva a dirotto. Non faceva altro dall'ultima volta che aveva visto Klaus, due settimane addietro, come se il cielo partecipasse al dolore di Caroline e versasse le lacrime che lei sentiva di dover nascondere.

In un'altra situazione sarebbe rimasta a casa leggendo un libro o svagandosi con Stefan, ma da quando era scappata dalla tenuta dei Mikaelson la villa dei Salvatore la opprimeva, la faceva sentire come un animale chiuso in gabbia. Così, anche quella mattina, era andata a correre sotto il diluvio scrosciante incurante di tutto e tutti.

«Se proprio vuoi uscire con questo tempaccio dovresti almeno portare un ombrello con te o prenderai un malanno» la rimproverò affettuosamente sua madre spuntando da una stradina e coprendola con il suo ombrello.

L'unica nota positiva del suo ritorno dai Salvatore era il rapporto che stava ricostruendo con Liz. Si incontravano ogni mattina lontano dallo sguardo di Giuseppe che, se avesse saputo dei loro incontri, avrebbe ostacolato con ogni mezzo qualunque tipo di contatto tra loro.

«Se non uscissi con la pioggia non potrei incontrarti. E dimmi come mai tu non resti a casa al calduccio?» domandò Caroline felice che la donna si preoccupasse per lei.

«Non mancherei ai nostri incontri per niente al mondo. Ma almeno io ho l'ombrello»

«Non devi preoccuparti per la mia salute Liz. Ho la pelle dura».

Era effettivamente così pensò sua madre. Spesso si dimenticava che la figlia aveva solamente diciassette anni. Alla sua età lei non era così, i suoi unici interessi erano i balli e la possibilità di concludere un matrimonio vantaggioso, di certo non si concentrava sulla caccia ai vampiri come la sua progenie. E di certo non era così triste. Da qualche settimana la giovane non sorrideva quasi mai e, quando lo faceva, il sorriso non faceva in tempo a contagiare lo sguardo che si era già spento.

«Sei innamorata?» le chiese inaspettatamente. In quasi quarant'anni di vita aveva conosciuto solo una causa che rubasse la gioia di vivere ad una ragazzina da un giorno all'altro, l'amore perduto.

«Bé insomma è una domanda complicata a cui rispondere» disse Caroline arrossendo violentemente. «Sono molto giovane e posso affermare in tutta sicurezza di conoscere l'amore? O nella mia breve vita ho solo assaporato l'infatuazione per un bel volto? Non sono sicura di conoscere la risposta».

Era decisamente innamorata rifletté Liz. Lo dimostravano il suo colorito, la sua risposta evasiva e il movimento convulso delle mani mentre parlava.

«Sei innamorata di uno dei fratelli Salvatore? Sono molto attraenti» non potè fare a meno di porle questo quesito, era curiosa e voleva conoscere meglio sua figlia.

«No!» affermò in fretta la ragazza scuotendo visibilmente la testa a destra e a sinistra «Non sono innamorata di loro. Sono come dei fratelli per me».

«È quel vampiro allora. Niklaus Mikaelson» asserì ricordandosi l'intima familiarità in cui, lei e Damon, li avevano colti una volta durante la colazione e a come si guardavano ridendo insieme.

«Credi sia sbagliato amare uno di loro?» disse confermando la teoria di sua madre.

«Non so se sia giusto o sbagliato» riflettè Liz «Ma so che se tuo padre fosse ancora vivo non mi importerebbe della sua dieta o della sua dentatura. Lo amerei comunque» gli occhi le si inumidirono, come tute le volte che parlava di Bill Forbes, il suo defunto e amato marito.

«Grazie per la tua onestà» Caroline le prese la mano. Aveva bisogno di un contatto fisico per rafforzare quello emotivo che lentamente stavano costruendo.

«Di niente» rispose la donna stringendole forte la mano intrecciata alla sua. Dopo dieci anni finalmente sentiva che stava per ritrovare sua figlia.

 

* * *

La baciò ancora una volta prima di rotolare da sopra di lei al suo fianco. Quelle giornate piovose gli avevano dato il pretesto per passare molte ore nel letto di Rose. Per Damon le settimane erano trascorse facendo l'amore con la vampira e cercando l'incantesimo adatto per aprire il Grimorio Bennett. Incantesimo che, con somma frustrazione, ancora non avevano trovato.

«Verrai anche tu al ballo in onore della Confederazione questa sera?» le domandò il cacciatore carezzandole il fianco. Come il resto della sua famiglia non aveva nessuna voglia di dilettarsi in danze e di elogiare il padrone di casa, Mr Tompson, per i suoi successi contro gli yankee, ma quello era un evento che non poteva evitare. Gli avrebbe fatto piacere averla al suo fianco, la serata sarebbe stata più divertente.

«No, non posso. I Mikaelson mi potrebbero riconoscere e se voglio salvare Trevor non devono essere a conoscenza della mia presenza a Mystic Falls» gli rispose baciando le labbra che si erano imbronciate al suo rifiuto.

«A proposito, come fate tu e tuo fratello a non essere richiamati per la guerra? Non dovreste battervi per la Causa come tutti i bravi sudisti?»

«Mio padre è riuscito a farci ottenere un esonero dal momento che cacciamo i vampiri. Non so a chi si sia rivolto, quell'uomo è un miscuglio di sorprese e mistero. La gente di Mystic Falls crede che io e Stefan siamo delle spie o qualcosa del genere» le spiegò sorridendo all'idea di lui e suo fratello intenti a trasmettere messaggi segreti tramite un piccione.

«Come sta andando la questione Grimorio?» chiese la donna cambiando argomento. Spesso si dimenticavano che la loro, prima si tutto, era un'alleanza per distruggere gli Originali.

«Non riusciamo a trovare un modo per aprirlo. Jane Bennett sta lavorando ad un incantesimo tutto suo che potrebbe farlo, ma non mi fido completamente di lei. Le streghe sono troppo indipendenti e scostanti».

«Avete avuto notizie dai Mikaelson? Hanno dichiarato vendetta?»

«No, non ancora» ma sicuramente ci stanno controllando pensò Damon. Girava un nuovo servitore per le cucine, un certo Edgar o Edmund, che non gli piaceva neanche un po'. Ne aveva parlato con suo padre ed erano decisi a tenerlo sott'occhio.

«Sai dolcezza non mi hai mai raccontato come fai a conoscerli» gli aveva parlato di Trevor e narrato molte delle sue avventure ma non gli aveva mai confessato quali fossero i suoi rapporti con la famiglia Originale. Rose a quella domanda si irrigidì. Il ragazzo per qualche momento credette che non gli avrebbe risposto ma poi lei si rilassò tra le sue braccia e cominciò a raccontare.

«Sono nata nel 1492 a Londra. Ero considerata una ragazza fortunata, figlia di un conte e sposata a soli sedici anni ad un marchese»

«Eri sposata? E lui com'era giovane e avvenente?»

«No, era vecchio e viscido. Aveva trent'anni più di me. Io ero contraria a sposarlo ma per mio padre la possibilità di elevare il nostro stato sociale era più importante della mia felicità e dei miei desideri. Così lo sposai. Era un matrimonio orribile, mio marito mi odiava perchè non riuscivo a dargli il figlio maschio che tanto desiderava e mi puniva per questo come se io non rimanessi incinta apposta, per fargli un dispetto» Damon la strinse di più a sé per cancellare le sofferenze di una ragazzina che era stata costretta a crescere troppo in fretta. Rose lasciandosi cullare si confidò sempre di più.

«Come puoi immaginare ero molto infelice. La mia vita era grigia, priva di scintille e calore. Ma compiuti i venticinque anni cambiò tutto. Conobbi Elijah Mikaelson. Lui era tutto quello che mio marito non era, gentile, giovane, virtuoso, valoroso, bello. Me ne innamorai perdutamente»

«Eri innamorata di Elijah? E lui ricambiava il tuo amore?»

«Credo di si. Per i primi tempi ci limitammo ad un timido corteggiamento, io ero una donna sposata ed Elijah è sempre stato un uomo con un elevato senso morale, ma più ci conoscevamo e più ci desideravamo fino a quando non riuscimmo più a controllarci»

«Avevi una relazione clandestina con l'Originale?» ad ogni domanda che poneva il suo tono era sempre più sorpreso.

«Si» rispose lei sorridendo, un po' per i ricordi un po' per l'espressione sbigottita dell'uomo con cui condivideva il letto. «Diventammo amanti. Passammo dei bei momenti insieme, ma troppo presto dovetti porre fine al mio adulterio. Ero incinta di mio marito e avevo intenzione di diventare una persona migliore dal momento che sarei diventata madre. Avrei vissuto per il mio bambino e non per l'amore che nutrivo per Elijah»

«Come facevi a sapere che eri in stato interessante grazie a tuo marito?»

«Elijah mi confessò da subito che era sterile. Solo dopo ne capii il perchè»

«Così vi siete lasciati. Trevor è un tuo discendente?»

«No. Non feci in tempo a partorire. Mio marito trovò la lettera indirizzata a Elijah in cui gli dicevo che tra noi doveva finire, scoprì del mio adulterio e mi strozzò fino alla morte. Ovviamente il bambino morì con me. Mi svegliai il giorno dopo a casa dei Mikaelson, i padroni erano tornati in America lasciandomi lì da sola con una serva, Charlotte. Charlotte mi spiegò che durante il tempo che passammo insieme, Elijah aveva fatto in modo che ingerissi il suo sangue attraverso il vino. Era una specie di protezione. Ero in transizione e spettava a me sola decidere se volevo continuare a vivere da vampiro o lasciare che la natura facesse il suo corso e lasciarmi morire. Scelsi la prima opzione. La mia prima vittima fu quel verme di mio marito» uno sguardo sanguinario spuntò sul suo bel viso al ricordo di come quella specie di uomo aveva urlato come un maiale e l'aveva supplicata inutilmente di risparmiargli la vita. «Non rivedo i Mikaelson da quando fui umana. L'unica persona che mi rimase accanto in quei primi duri anni fu la cara Charlotte. È da allora che proteggo lei e la sua famiglia, questo include Trevor».

Così la sua amante vampira si era follemente innamorata di uno degli Originali. Damon ne era geloso, lui non aveva mai scatenato un tale sentimento nel cuore di una donna. Adesso più che mai voleva averla vicina quella sera.

«Forse c'è un modo per farti venire al ballo senza essere riconosciuta» le disse ammiccando. Il ragazzo aveva un piano.

 

* * *

 

La sera del ballo era giunta. La villa di Mr Tompson era affollata di ufficiali e fanciulle in maschera. Era stata un'idea di Damon. Dopo aver sentito la storia di Rose era corso da Mr Tompson per convincerlo a modificare la tipologia del ballo. Il poveretto si era fatto raggirare con un'argomentazione che verteva sulla scarsa inibizione che le donzelle avrebbero avuto protette da una maschera.

Quella sera Damon era l'accompagnatore di Rose mentre Stefan era quello di Caroline.

La cacciatrice aveva ancora meno voglia dei fratelli di partecipare al ballo in maschera. Desiderava rinchiudersi in camera sua come tutte le sere e sperare di scorgere Klaus a spiarla, anche se quest'ultimo non si faceva vedere da due settimane. Quel pomeriggio si era recata da Giuseppe nel suo studio per comunicargli la sua decisione di non uscire quella notte, ma il patriarca le aveva fatto notare, senza molta delicatezza, che era un obbligo da cui non si poteva affrancare. Così aveva indossato un vestito rosso con le rifiniture in oro, la maschera dorata, e si era lasciata trasportare da Stefan nella tenuta di Mr Tompson.

Erano un quartetto splendido. I fratelli Salvatore entrambi vestiti di nero si differenziavano soltanto per il colore della maschera, quella di Damon era nera, quella di Stefan era rossa in accordo con il vestito di Caroline. Rose indossava un sontuoso abito color panna che metteva in risalto i capelli castano scuro e la maschera blu.

Dopo un'oretta non li aveva ancora riconosciuti nessuno e la cacciatrice ne era grata. Rose stava ballando con un giovane e lei, per essere soddisfatta, desiderava solo che i Salvatore la lasciassero sola. Desiderio che si avverò poco dopo grazie a Megan Fell. La donna, vestita con un vaporoso vestito di diverse tonalità di giallo, riconobbe i bei cacciatori e gli andò incontro urlandogli che dovevano assolutamente offrirsi per ballare a turno con lei. I due uomini, dopo un'occhiata significativa, usarono le loro abilità per dileguarsi nel nulla abbandonando il fianco della sorella.

Caroline non fece in tempo a godersi la sua solitudine che un paio di braccia la trascinarono via a velocità sovraumana. Il suo rapitore possedeva una bellezza rara accentuata dall'abbigliamento viola scuro. Anche con la maschera avrebbe riconosciuto quella persona tra mille.

«Bekah che bello vederti» esplose la ragazza abbracciando la sua amica. Entrambe avevano sentito la mancanza l'una dell'altra, in quel breve periodo che avevano passato insieme si erano legate moltissimo. Le due risero emozionate per il ricongiungimento.

«Sei stupenda questa sera e in futuro dovrai assolutamente imprestarmi questo vestito» le disse l'Originale ammirando la gonna scarlatta «Non posso credere che i Salvatore ti abbiamo lasciata sola, facile preda per gli ammiratori» continuò facendole l'occhiolino. Al loro posto Klaus non l'avrebbe lasciata un secondo considerò la vampira.

«Dovevano farlo se volevano salvarsi dalle grinfie di Megan Fell»

«È quella specie di canarino grasso?» si sporse dalla porta che le divideva dal salone, dove gli altri ospiti festeggiavano, per osservare la donna in causa.

«Rebekah Mikaelson non essere cattiva»

«Non sarebbe così male se abbandonasse il giallo, non è decisamente il suo colore». Caroline avrebbe voluto difendere la signora Fell ma scoppiò nuovamente a ridere. Parlare con Rebekah l'aveva riempita di buonumore.

«Senti forse non dovrei dirtelo» cominciò la vampira ricordandosi di chi altro era atteso al ballo quella sera «Ma Nik parteciperà al ballo». Udendo queste parole l'umana cominciò a guardarsi intorno nervosamente, il battito accelerato.

«Stai tranquilla non è ancora arrivato, aveva degli affari da concludere ma presto sarà qui»

«Bè grazie per la soffiata» replicò cercando di calmarsi con scarsi risultati. Le veniva da vomitare. L'avrebbe rivisto. Non capiva se ne era felice o spaventata. Probabilmente entrambe le cose.

Stavano per ricominciare a parlare quando videro Stefan dirigersi verso di loro.

«La nostra chiacchierata è finita per ora. Ma devi promettermi che ci vedremo un pomeriggio e che passeremo del tempo insieme» le disse Rebekah.

«Prometto» si strinsero il mignolo in segno di giuramento come le bambine che non erano più e, con quell'innocenza perduta, si allontanarono.

 

* * *

 

Per Caroline la serata procedeva lentamente. Nel paio di ore passate nel salone di Mr Tompson aveva ballato con Stefan e Damon, conosciuto molti ufficiali di cui non ricordava il nome, donato l'oro per la Causa e aspettato inutilmente l'arrivo di Klaus.

Forse ha cambiato idea e non verrà, si disse la ragazza. A questo pensiero le risate e i forti profumi della sala le risultarono insopportabili e andò sulla terrazza per respirare un po' di aria fresca. Quella notte aveva smesso di piovere e il fresco vento profumato diradava le nuvole spesse facendo emergere la luminosa luna. Sapeva che non sarebbe dovuta rimanere fuori da sola, ne andava della sua reputazione, ma non le importava. Non le importava più di molte cose ormai. Appoggiò le mani sulla balaustra del balcone ed ammirò il giardino che si estendeva sotto di lei.

Il suo corpo si accorse della sua presenza prima del suo cervello. Era troppo concentrata sui fiori sottostanti perchè la sua mente percepisse la presenza di un'altra persona, ma il suo corpo fu pervaso da familiari brividi.

Era tutta la sera che Klaus aspettava il momento adatto per avvicinarla. Come sempre era splendente come un raggio di sole tanto che guardarla gli faceva quasi male. Il quell'ultimo periodo aveva passato ogni notte ammirandola mentre dormiva, maledicendola perchè restava sveglia fino a tardi e lui, non volendo essere scoperto, non poteva avvicinarsi a lei il più possibile.

Quando Caroline sentì che era a pochi passi da lei si girò. Le gambe le tremavano, il respiro era affannato, lui era bellissimo. Indossava un semplice completo nero con la maschera nera e argento. Nei suoi ricordi lui era splendido come un angelo, ma adesso, osservandolo nella realtà, si accorse che la sua immaginazione non gli rendeva minimamente giustizia.

Fu costretta a voltarsi nuovamente verso il giardino per cercare di darsi un contegno. Lei era una cacciatrice, non poteva essere così debole.

Lui si avvicinò maggiormente a lei. Appoggiò le mani sulla balaustra, ad un centimetro dalle sue. Il petto che quasi la sfiorava, le sarebbe bastato fare un respiro un po' più profondo per toccarlo. Sentiva il respiro dell'Originale sul suo collo. Klaus era vicinissimo, ma nessuna parte del suo corpo la lambiva.

«Cosa ci fai qui?» gli domandò quando finalmente riuscì a ritrovare la voce. Percependolo così vicino le sembrò di riuscire a respirare di nuovo. Finalmente i suoi polmoni si riempivano di ossigeno quando inspirava.

«Sostengo la Causa» rispose lui nel suo orecchio facendola tremare leggermente.

«Intendevo qui fuori. Con me» la sua voce tremava come il suo corpo.

«Sono venuto fuori solo per ammirare il giardino, è una coincidenza che ci sia anche tu»

«Bene, allora torno dentro così potrai ammirare il paesaggio liberamente senza la mia persona che ti ostruisce la visuale» sbottò lei piccata. Si era illusa che fosse lì per lei, perchè l'amava come lei amava lui. Offesa e ferita si preparò a tornare dentro la casa ma lui, intuendo le sue intenzioni, la precedette bloccandola con le parole.

«Tu non vai da nessuna parte, amore» adesso stava sorridendo.

«Io non prendo ordini da te» rispose Caroline ancora risentita «Io faccio quello che voglio»

«Questo è sicuro» replicò lui nel suo orecchio abbassando il tono di voce in modo intimo «Se facessi quello che voglio io in questo momento saresti nuda nel mio letto» quell'immagine apparve talmente nitida nella sua mente da fargli quasi perdere il controllo e prenderla subito su quella terrazza, ma aveva secoli di esperienza ed il suo obiettivo gli era chiaro: farla impazzire fino a quando non avrebbe capito che dovevano stare insieme.

«Non puoi dirmi queste cose» tutto il risentimento evaporò in un secondo. La voce bassa e calda di lui la fecero sentire liquida. Sentì qualcosa sciogliersi dentro di lei che partiva dal petto e arrivava in mezzo alle cosce.

«Perchè no? È la verità» adesso le sue parole erano soltanto un lieve sussurro «Non faccio altro che sognarti sotto di me tremante di piacere mentre mormori al mio orecchio, ancora ancora e ancora» era talmente vicino che la giovane si sentiva riscaldata dalla sua presenza, tuttavia continuava a non toccarla.

I nervi di Caroline erano tesissimi, si sentiva eccitata, arrabbiata e frustrata. Doveva andarsene prima di perdere quel briciolo di forza che ancora le rimaneva e saltargli addosso. Con uno sforzo incredibile si girò verso di lui e, facendo attenzione a non guardarlo negli occhi, lo spintonò tornando dentro la sala.

Klaus sorrise mesto osservando la ragazza allontanarsi da lui. Se prima aveva qualche dubbio ora ne era sicuro. Lei lo desiderava come lui desiderava lei e presto l'avrebbe avuta di nuovo.

 

* * *

 

Edgar trovò il Grimorio Bennett nascosto sotto le assi del pavimento della biblioteca. Era stato difficile trovarlo ma non poteva fare altrimenti, l'avevano soggiogato. Se fosse dipeso da lui avrebbe aiutato i cacciatori a sbarazzarsi di quei mostri, non avrebbe contribuito alla loro sopravvivenza. Ma era così che andavano le cose. La vita era una giungla dove solo il più forte sopravviveva e il più debole faceva di tutto per non essere schiacciato. Nonostante fosse solo un servo questa lezione di vita l'aveva compresa da molto tempo.

Come da istruzioni nascose il Grimorio sotto la mantella e, cercando di passare inosservato, uscì dalla biblioteca di casa Salvatore. Per fortuna la villa era quasi deserta. Quando i padroni partecipavano a degli eventi mondani parte della servitù gli accompagnava, della porzione restante molti passavano la notte nella taverna più vicina. Soltanto le donne e i bambini rimanevano ad accudire il focolare, ma di loro non si preoccupava.

Non andò molto lontano comunque. Arrivato nelle cucine si sentì afferrare per il colletto della mantella e venne buttato a terra. Giuseppe Salvatore lo aveva scoperto. Strano, era convinto che fosse uscito insieme ai figli. Possibile che avesse intuito la sua vera identità e avesse preparato una trappola?

Edgar si ribellò senza convinzione. Non era sicuro di quale fosse la sorte peggiore, essere ucciso dal patriarca Salvatore in quanto spia o incappare nell'ira degli Originali ed essere ammazzato comunque.

In pochissimi minuti fu legato su una sedia per essere interrogato sulle motivazioni che spingevano i Mikaelson. Come se lui ne avesse idea o potesse parlarne.

Quando dopo l'ennesima domanda il ragazzo non rispose Giuseppe mandò a chiamare Jane. Adesso che era a conoscenza della sua natura di strega era deciso ad usarla per i suoi scopi.

Con perfidia e sadismo l'uomo spiegò al suo ostaggio che la ragazza appena entrata nella stanza era una strega e che se lui si fosse ostinato a non parlare avrebbe fatto in modo che patisse delle pene atroci.

Ad un segnale del padrone di casa Jane si posizionò dietro la sedia di Edgar, gli afferrò entrambi i lati della testa con le mani e gli inflisse una scarica di dolore che lo lasciò urlante in preda agli spasmi.

La giovane Bennett non avrebbe voluto farlo, era contraria all'uso della magia per scopi malvagi, dolorosi, ma doveva farlo per sconfiggere i Mikaelson e liberare Caroline dalla loro influenza. Ormai in casa tutti aveva notato che, da quando era tornata nella tenuta Salvatore, era profondamente infelice, anche se la Forbes tentava di nasconderlo in tutti i modi.

«Ora volete dirmi quali sono i piani dei vostri padroni? O la signorina qui presente deve darvi un altro, come definirlo, incoraggiamento?» domandò Giuseppe senza scomporsi.

«Sono stato soggiogato razza di idiota» all'insulto subito l'uomo diede ordini a Jane di procurargli un'altra scarica di dolore.

«Non posso dirvi niente» disse Edgar ancora in preda alle convulsioni «Non importa quanto dolore mi infliggerete. Non parlerò, non posso farlo».

Era meglio l'ira dei Mikaelson lesse la Bennett nella mente del servo. Mentre Giuseppe era intento a torturare quel poveretto la ragazza era entrata nei suoi pensieri per scoprire quello che Salvatore non sarebbe mai riuscito a estorcergli, i piani degli Originali.

La sua memoria era un miscuglio di frasi scollegate tra loro. Era evidente che Edgar non fosse a conoscenza delle intenzioni dei suoi padroni. Tuttavia vivendo nella loro villa aveva sentito e origliato parti di vari e differenti discorsi che le permisero di fare dei collegamenti e scoprire una verità fondamentale per lei. Lo spirito di sua nonna, Emily Bennett, era legato il Grimorio. Era meraviglioso. Jane amava sua nonna, aveva passato i primi sette anni della sua vita con lei. Emily l'avrebbe sicuramente aiutata a distruggere i Mikaelson per salvare Caroline.

Nel momento esatto in cui Giuseppe, capendo che non gli era di nessuna utilità, spezzò il collo di Edgar, Jane prese una decisione. Avrebbe liberato lo spirito di sua nonna.

 

* * *

 

Caroline continuava a percepire su di sé lo sguardo di Klaus.

Stava ballando con un ragazzo di cui non ricordava il nome, o il viso. La sua mente era troppo presa dall'ibrido che, nascosto nell'ombra appoggiato allo stipite della porta in fondo alla sala, la stava bruciando con lo sguardo facendola sentire nuda e accaldata.

La guardava come se la stesse spogliando, con un ardore che la ragazza ricordava troppo bene per la sua scelta di vivere senza di lui. Nella sua mente l'incontro sul balcone era ancora troppo vivido per permetterle di godersi la danza con quel giovane sconosciuto. La sensazione della pelle di lui così vicina e così lontana da lei la soffocava. Anelava quel tocco che poche ore prima lui le aveva promesso ma negato. Quella piccolissima parte del suo cervello ancora lucida le diceva che era stata una fortuna che lui non l'avesse toccata o avrebbe ceduto.

Quando i loro sguardi si incontrarono anche quella piccolissima parte si annullò in favore della passione. Facevano l'amore con gli occhi.

Klaus stava impazzendo. Vederla ballare con una sfilza di damerini lo fede scoppiare di gelosia. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era fare l'amore con lei. Non desiderava altro. Finalmente lei lo guardò con quegli occhi azzurri che gli toccavano l'anima e sentì il suo cuore battere forte. Quel cuore che dovrebbe essere morto e immobile tamburellava freneticamente. Era una delle cose che amava di lei, lo faceva sentire vivo.

Si volevano da troppo tempo e Caroline era stanza di essere forte. Continuando a mantenere il contatto visivo con Klaus lasciò il suo partner di ballo e si avviò spedita verso l'uscita. Oltrepassò l'Originale senza dirgli niente, sapeva che lui l'avrebbe seguita.

Percorse un paio di corridoi allontanandosi dalla festa ed entrò in biblioteca. Dopo solo tre secondi l'ibrido la raggiunse e chiuse la porta.






Buon pomeriggio. Prima di tutto voglio ringraziare tutte le persone che hanno inserito la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate. Grazie mille mi scaldate il cuore XD. Per seconda cosa volevo chiedervi: vi è piaciuto il capitolo? fatemelo sapere commentanto. Un bacione a presto ;D <3

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: chiara05