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Autore: Ca7    10/03/2013    1 recensioni
<< Non so a quanti di voi sia capitato di incontrare una persona e sentire sin da subito una certa sintonia. Beh, a me è accaduto con Jennifer. Quando l’ho conosciuta, ho come avuto la sensazione che avremmo legato facilmente, non so spiegarvelo bene. La nostra amicizia è cresciuta con il passare del tempo, è diventata un’amicizia importante, ma la cosa che mi ha stupito è stata quella di realizzare quanto lei fosse diventata una presenza fondamentale nella mia vita. E quando tieni tanto a una persona, speri che abbia solo il meglio. >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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<< Dov’è la donna più bella del mondo?>>, disse Micky entrando nella pasticceria della madre.
Angela si trovava dietro il bancone.
<< E’ così che fai colpo sulle ragazze? Adulatrice!>>
<< Certo, mamma.>>, Micky le diede un caloroso bacio sulla guancia, << Non la vedi la fila di corteggiatrici che mi porto dietro?>>, sorrise ampiamente poggiandosi di spalle al bancone.
<< Se tu volessi, le avresti.>>, guardò la figlia di sottecchi.
<< Sai mamma, dovresti smetterla di frequentare i miei amici.>>
<< Lasciali stare i miei ragazzi.>>
<< Di questo passo dovrò farmi adottare da un’altra famiglia.>>
<< Sì, continua pure a scherzare. Lo dico per te, hai 32 anni e dovresti iniziare a trovarti una donna con cui costruirti un futuro.>>
<< Ecco, adesso che esce il tuo animo di mamma italiana, ti riconosco.>>, rise.
<< Mi preoccupo per te e a differenza di qualche troglodita là fuori, io voglio una nuora e dei nipotini. Intesi?>>, precisò puntandole un dito contro.
<< Va bene, Donna Angela!>>, le sorrise e l’abbracciò.
Angela si tolse il suo grembiule e lo diede alla figlia.
<< Sei sicura che puoi restare fino a quando non torno?>>, chiese a Micky mentre raggiungeva la porta per uscire, << Non starò via molto. Voglio solo controllare come sta Greg e portargli le medicine.>>
<< Se vuoi dopo posso passare a dargli un’occhiata.>>
<< Ha l’influenza non è mica incinto.>>
<< Ti ricordo che sono comunque un medico. Ma và pure tranquilla, posso restare. E poi mamma, a famigghia iè tuttu!>>
La donna roteo gli occhi ed uscì dalla pasticceria. Micky si mise il grembiule e ne approfittò per dare una sbirciata nel laboratorio dove venivano preparati dolci e torte. Sul grande tavolo d’acciaio posto al centro della stanza, c’era un recipiente contenente della crema rocher: immerse l’indice per assaggiarla e le venne in mente che era sempre stato uno di quei rituali che faceva assieme a J.J., si passò la lingua tra le labbra per assaporare ulteriormente la delizia della crema e si ricordò del loro ultimo bacio. Scosse la testa e poco dopo sentì il suono della campanella appesa sopra la porta d’ingresso che oscillava ogni qual volta si apriva. Tornò di là.
<< Salve!>>, entrò una ragazza dalla carnagione mulatta e dai capelli neri, lisci come spaghetti.
<< Ciao, desideri?>>
<< Dottoressa DeLuca?>>, disse sorpresa.
Micky la guardò perplessa.
<< Lavoro al Presbiteryan. Sono un’infermiera.>>
<< Perdonami, ma siete in tante e ricordo soltanto quelle del mio reparto.>>
<< Capisco, non si preoccupi. Ma cosa ci fa qui?>>, chiese curiosa.
<< Mia madre è la proprietaria.>>
<< La signora Angela è sua madre?>>
<< Per la serie com’è piccolo il mondo?>>
<< Già!>>, la ragazza rise.
<< Allora, dimmi pure.>>
<< Sì! Allora, vorrei 5 muffin al mirtillo, 2 alla banana e 3 al cioccolato.>>
<< Perfetto.>>, disse Micky sorridente, << Da quanto ho capito sei una cliente affezionata?>>
<< Beccata!>>, sorrise.
La campanella suonò una seconda volta e in pasticceria entrò Jennifer.
<< Tu, dietro il bancone, a servire clienti. E’ un momento storico.>>
La pasticceria si trovava di fronte il negozio di Jennifer, proprio dall’altra parte del marciapiede. Jennifer l’aveva vista arrivare mentre sistemava una vetrina.
Quel mattino si era svegliata con il forte desiderio di incontrarla; si era perfino pettinata i capelli nel modo in cui piacevano a Micky: legati a coda di cavallo che copriva il collo verso la parte destra e cadeva verticalmente sul petto. Ore prima, mentre si trovava nel bagno del suo appartamento a spazzolarsi, colta da un improvviso flashback tornò indietro di qualche anno, a quando si stava preparando per uscire con una ragazza che frequentava a quel tempo.
<< Allora, come sto ? Sì sincera>>
<< Sei… sei… wow! Decisamente wow! Dovresti tenerli spesso così i capelli.>>
Nel rivivere quella situazione, Jennifer si era resa conto che il consiglio dell’amica adesso assumeva tutt’altro significato.
Micky la osservava mentre passava dietro il bancone, pensando che quando qualcuno conosce esattamente i tuoi punti deboli, sei fregata … in tutti i sensi.
<< Mia madre si è dovuta assentare e le sto dando una mano.>>, le rispose.
<< Greg sta ancora male?>>
Micky fece cenno di sì con la testa.
<< Ecco i tuoi muffin.>>, porse la scatola di cartone e lo scontrino alla ragazza.
Lei pagò, prese la scatola ma tentennò prima di andarsene.
<< Sicuramente non si ricorda neanche che mi deve un caffè …>>
<< Ehm … no! Sto facendo una pessima figura, me ne rendo conto.>>, affermò, arresa.
<< Okay, le vengo in contro.>>, dalla sua borsa uscì un block notes e una matita, e scrisse sul primo foglio: Adriana Donovan, reparto di chirurgia, 3° piano… più il numero di cellulare. Strappò il foglio e lo diede alla diretta interessata.
Micky lesse con stupore il numero.
<< Nel caso in cui si perdesse nel reparto di chirurgia.>>, disse Adriana prima di andarsene.
<< Lavora in ospedale?>>, chiese Jennifer.
<< Sì, ma non ricordo di averla vista.>>
<< Hai intenzione di uscirci?>>
<< Uscirci?>>
<< Non dirmi che hai creduto alla storia del numero? Stava palesemente flirtando con te.>>, le prese il foglio dalle mani.
<< E se anche fosse?>>, Micky si girò verso di lei, incrociando le braccia, << Gentilmente, mi ridai quel foglietto?>>
Jennifer guardava quel pezzo di carta come se da un momento all’altro i suoi occhi potessero emanare un raggio laser inceneritore. Mascherando per bene la sua gelosia, lo piegò e lo infilò in una tasca del jeans di Micky. Poi, con calma, alzò lo sguardo su di lei.
<< Lo conservi attentamente, dottoressa DeLuca.>>
<< Vieni di là.>>, Micky la prese per mano e la portò nel laboratorio, << E’ la crema rocher, ed è favolosa. Assaggia.>>
Jennifer l’assaggiò e spinta da un impulso irrefrenabile, si ricordò di essere in grado di sedurre. Intingendo nuovamente il dito nella crema lo portò alla bocca di Micky.
<< J.J. cosa stai facendo?>>, inarcò il sopracciglio destro.
<< Hai detto che è di tuo gradimento … mangiane un altro po’.>>, il suoi occhi erano pieni di malizia.
Il contatto tra il dito di Jennifer e le labbra di Micky fece scattare ancora una volta la loro libido. Quest’ultima afferrò l’amica e il bacio frenetico e instancabile che si scambiarono, non fece altro che confermare la forte attrazione nata tra le due.
Ma nelle settimane successive, non ci fu modo e occasione per poter parlare della strana situazione che si era creata.


 
Erano le 22:30 pm, Micky si stava dirigendo verso la sua auto quando riconobbe la figura dell’infermiera Adriana Donovan. Cambiò direzione e aumentando il passo la raggiunse.
<< Buonasera, Adriana Donovan, infermiera del 3° piano di chirurgia.>>
<< Buonasera a lei, Dottoressa.>>, sorrise, << Ha fatto i compiti … mi fa piacere.>>
<< Stai per iniziare il tuo turno o hai finito?>>
<< Finito!>>
<< Perfetta coincidenza, allora. Che ne dici se ti offrissi quel famoso caffè? O qualsiasi cosa tu voglia, ovviamente.>>
Adriana si soffermò a guardarla, pensierosa.
<< Vada per il caffè.>>
Raggiunsero una caffetteria lì vicino.
<< Giusto perché tu lo sappia, volevo rimediare già da prima, ma le volte in cui sono venuta a cercarti non ti ho trovata.>>, precisò Micky.
<< I miei turni sono molto più infernali, diciamo. Però meglio tardi che mai.>>, Adriana sorrise ammiccando.
<< Senza dubbio. Comunque, devi ricordarmi o meglio spiegarmi questa storia del caffè. Ah … al di fuori dell’ospedale, sono Micky.>>
<< Va bene! Dunque, avevi un intervento assieme al dottor Thorpe, dovevi far partorire una donna che aveva problemi al cuore. Era un’operazione delicata e qualche ora prima avevi già avuto un parto. Detto sinceramente non avevi una bella cera quella sera. Io avrei assistito la paziente subito dopo e per affrontare la lunga nottata, mi ero presa del caffè, ma visto che tu ne avevi più bisogno, te l’ho ceduto. E dopo avermi ringraziata, mi dicesti di essere in debito di un caffè.>>, fece spallucce.
<< Credo di ricordare vagamente …>>
<< E’ una sciocchezza comunque. Ho solo giocato un po’ quando ti ho vista in pasticceria. Non dovevi sentirti obbligata.>>, Adriana la guardò, << Diciamo che ho colto l’occasione per cercare di rimediare un appuntamento.>>
<< La mia amica aveva ragione, allora.>>
<< Perché?>>
<< Aveva intuito che stessi flirtando con me.>>
<< E adesso che sai che è vero, ti dispiace?>>
<< No!>>, farfugliò, improvvisamente imbarazzata.
<< Uhm! Però stai arrossendo.>>
<< E’ che … sei senza dubbio una bella ragazza che mi piacerebbe conoscere …>>
<< Ma?>>
<< Ma... tempismo sbagliato.>>
<< Ah, capisco! Non sapevo però che fossi impegnata …>>
<< Non lo sono. Però sto vivendo una situazione un po’ particolare e non voglio complicare ulteriormente le cose coinvolgendo altre persone.>>, Micky la guardò.
<< Mi sembra giusto! Se non sono indiscreta: è fidanzata?>>
<< Sposata!>>
<< Cavolo!>>, disse Adriana spalancando gli occhi, << Non è proprio una situazione facile da affrontare.>>
<< Ci sei passata anche tu?>>
<< Sì, ma la mia situazione non era catastrofica come la tua.>>
<< E alla fine com’è andata?>>
<< Ho lasciato perdere. Sai, Micky, anche alcune donne sono attratte dall’avventura, si lasciano andare per noia o per mancanza di attenzioni … ma alla fine dei giochi non lasciano la propria partner per un’altra.>>
<< Capisco cosa tu voglia dire. Però nel mio caso è diverso. Non credo si tratti di una semplice “avventura” né per me, né per lei.>>, rispose Micky sicura.
<< Può darsi sia così.>>
<< Aspetta! Non l’hai detto soltanto per farmi desistere?>>
<< No. E’ come la penso. Sai ho capito che è un luogo comune che non vale soltanto per gli uomini.>>, disse sincera, << Anche se devo ammettere che non avere alcuna chance con te … mi ha un po’ delusa. Ma vabbè, pazienza.>>, sorrise e Micky ricambiò.
  
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