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Autore: elelove98    10/03/2013    1 recensioni
Celeste è una normale ragazza di ventuno anni. Ha una vita calma e tranquilla,anzi forse troppo monotona. Viene scossa da un ragazzo misterioso che le chiede di seguirlo e lei si fida,anche contro la sua volontà. Ne era attratta come una calamita. Le farà scoprire la verità,le sue origini.
E' una legenda con un po' d'amore,un pizzico di mistero e la lotta per riportare la pace in un regno che non ha più alcuna speranza di tornare a brillare come un tempo. L'unica possibilità è la sfera marina.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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-Capitolo 5-

 

POV Narratore.

Celeste si rigirava nervosa nel grande letto della sua stanza. Stava facendo un incubo,ancora. O perlomeno era quello che credeva,visto che continuava a vedere cose strane,cose da cui non riusciva a trarne un significato o un senso logico.
“-Guarda quanto è bella.-disse la regina,guardando dolce la neonata tra le sue braccia,che sorrideva allegra.
Il re le cinse la vita con un braccio.-Hai ragione. Sarà una bellissima e saggia principessa,proprio come te.-diede un bacio sulla guancia a sua moglie e poi anche sua figlia che lo trattenne,tirando la sua lunga e folta barba bianca,cosa che gli fece scappare una sonora risata.
-Andiamo Celeste,lascia stare tuo padre.-si lamentò la madre,togliendo la piccola manina della figlia dalla barba del marito.
-Non ti preoccupare cara. E' piccola,lasciala giocare.-.
-Meglio che inizi ad abituarsi fin da ora come comportarsi.-disse la sorella Lavinia,entrando senza permesso nella grande sala del trono. Entrambi alzarono lo sguardo verso lei,scocciati dalla sua presenza. La regina voleva bene a sua sorella e sapeva che era un po' cattiva,ma non aveva capito quanto fosse malvagia e soprattutto il piano che da anni stava preparando.
Lavinia sbatté un paio di volte la sua lunga coda per avvicinarsi alla nipote ed ammirarla.
-Oh,ma che bella bambina! Davvero complimenti,sorella,però sta attenta a come la educhi,potrebbe diventare molto maleducata.-sputò cattiva.
-Lavinia,smettila di offendere la mia famiglia o sarò costretto a cacciarti dal mio palazzo.-tuonò minaccioso il re,infastidito profondamente dalle parole di colei che gli appariva solo come una cattiva sirena.
-Sta tranquillo,ho intenzione di andarmene subito. Ho cose molto più importanti da fare,che stare a guardare un'insignificante neonata.-.
-Ma è tua nipote!-esclamò la sorella.
-Non importa.-e con potenti colpi della sua coda,uscì dalla stanza del trono. L'aria tesa che si era creata con la sua presenza,si dissolse in un attimo e tornò la serenità,con qualche richiamo da parte della principessa per avere l'attenzione.
Ma non durò molto,visto che un vivace tritone e la madre disperata piombarono nella stanza. Nonostante il tritone fosse ancora molto piccolo,visti i suoi scarsi tre anni,aveva imparato in fretta a padroneggiare la coda e spesso era difficile stargli dietro.
-Dylan,per l'amor del cielo,torna qui!-esclamò la sirena disperata per l'ennesima volta,ma non le diede retta e con potenti colpi di coda,fu abbastanza vicino per ammirare la bellezza della sua principessa.
La madre di Dylan si inchinò al cospetto dei sovrani e poi si avvicinò al figlio.-Dylan,quante volte ti ho detto che non devi scappare così,senza permesso.-poi rivolse il suo sguardo al re e la regina.-Vi chiedo umilmente scusa,ma non sono riuscita a trattenerlo.-continuò dispiaciuta.
-Oh,non preoccuparti! Non fa nulla.-disse gentile la regina,sorridendo.
Intanto,davanti agli occhi di Celeste si presentò un allegro tritone biondo,che la scrutava incuriosito con i suoi profondi occhi verdi. Affascinata da lui,anche se neonata,gli sorrise gentile,ma un po' timida.
-Com'è bella!-esclamò allegro il bambino,incantato dagli occhi chiari della neonata.
-Grazie.-disse la regina gentile.
Anche se Celeste non aveva affatto capito le parole che i grandi si stavano scambiando,allargò il suo sorriso ed un tenero rossore colorò le sue delicate guance.”
Celeste si svegliò,alzandosi di scatto.
Aveva fatto di nuovo uno strano sogno,ma questa volta non era un incubo né senza senso.
Sembrava più un ricordo.
Aveva rivisto i suoi genitori. Sua madre così bella,gentile e saggia,ma ferita nel profondo dalla sorella cattiva. Il padre protettivo,generoso e potente,ma infastidito di avere a che fare con Lavinia.
E poi c'era anche lui nel suo sogno,come sempre. Un vivace e allegro tritone che aveva sempre un sorriso da regalare e tanto affetto da trasmettere,quando era lui quello che necessitava di amore e sincerità.
E poi aveva sua madre,una semplice e bellissima sirena. C'era una cosa però che non le era chiara,che fine aveva fatto? E il padre? Le possibilità erano due: o erano scomparsi nel vasto oceano oppure erano morti. Quest'ultimo pensiero fece rabbrividire Celeste e un senso di vuoto la invase. Se c'era una cosa che sapeva perfettamente lei,era il vuoto,il dolore,la rabbia e la tristezza che si poteva provare quando perdevi i tuoi genitori: adottivi e non.
Scosse velocemente la testa e si precipitò in bagno,per lavarsi e vestirsi.

 

POV Celeste.
Dove diavolo erano finite le mie scarpe? Ah,quanto sono disordinata.
Uscii scalza dal bagno e trovai quelle maledette converse blu infondo alla stanza. Il pavimento era molto freddo e più camminavo più un brivido di freddo mi percorreva la schiena. Feci una breve corsa-ridicola-e raggiunsi quelle stupide scarpe.
Le odiavo e le adoravo.
Le odiavo perché le mettevo in un punto e non si sapeva come,me le ritrovavo da un altra parte,ma rimanevano pur sempre le mie preferite. Celesti,come i miei occhi.
Mi sedetti sul mio letto e me le allacciai.
Bussarono.-Avanti!-gridai per farmi sentire. Poi,tornai a rivolgere lo sguardo alle mie converse.
-Un giorno o l'altro vi perderò veramente.-borbottai contrariata. Sentii la porta chiudersi e qualcuno ridere divertito.
-Che fai? Parli con le scarpe?-non ci volle un genio per riconoscere il tono gentile e rassicurante di Will.
Finii di allacciarle e mi alzai,sorridente.-Lasciamo stare va! Il fatto è che per quanto sono disordinata,me le ritrovo sempre da un'altra parte e quindi non mi stupirei se un giorno o l'altro le perdessi definitivamente.-ridemmo.
-Allora,come stai?-mi chiese allegro.
-Beh,come sempre. Cioè bene,ma con i soliti problemi.-anche se io e Dylan avevamo fatto pace,continuavamo a discutere del fatto di Will e finiva sempre male. Era ridicolo. Io soffrivo per lui quando stava con quella stupida della sua ragazza e non avevo neanche diritto ad essere felice.
-Le liti con mio fratello Dylan?-chiese,interrompendo i miei pensieri.
-Sì.-.
-Non capisco davvero cosa c'è che non va. Passiamo molto tempo insieme e allora? Guarda non sei l'unica! Ieri mi ha fatto l'ennesima predica sull'educazione e roba simile,per arrivare al fatto che sto troppo con te. Ovviamente gli ho dato ragione,non posso discuterci. A me non piace litigare.-.
-Sei così buono,Will.-ed era vero. Io non avevo idea con quale forza misteriosa riuscisse a tenere testa a Dylan,invece di sbroccare ed iniziare ad urlare come un pazzo.
Quello era da me,ovvio.
-Vabbè,lasciamo stare. A te invece come va?-.
-Meravigliosamente da quando ti ho conosciuto.-ecco la frase dolce della giornata. Mi faceva ridere o sapeva tirarmi su di morale,ma sapeva anche essere dolce e romantico. Sapevo cosa provava,era evidente e prima o poi avremmo dovuto affrontare il discorso. L'unico problema era che il mio cuore apparteneva a quel polemico di Dylan.
Arrossii.-Mi fa piacere.-non sapevo che dire.-Che facciamo?-.
-Passeggiata al mare.-.
-Ok.-.
Ed uscimmo dalla mia stanza,diretti in spiaggia. Nello scendere le scale,venimmo bloccati da Dylan.
Roteai gli occhi. Stava per arrivare un'altra predica.
-Celeste,ti devo parlare.-mi guardò serio.
-Non ne ho voglia e poi ho da fare.-dissi,indicando con un cenno del capo Will.
-Non mi interessa. E' un avviso urgente e te lo devo dire ora,non un minuto in più né un minuto in meno. Tu William,vai ad aiutare gli altri a sistemare.-ordinò perentorio.
-Sistemare cosa?-.
-Te lo diranno gli altri. Ora vai.-.
Will annuì e,lasciandomi un bacio sulla guancia,scese le scale velocemente.
Dylan fece segno di seguirlo e lo feci senza dire una parola.
Entrammo nella sua stanza che era tutta blu con un grande letto,un divano e televisione,l'armadio attaccato al muro e una scrivania all'angolo con sopra il computer.
Tutta disordinata.
Allora non ero l'unica!
-Scusa il disordine,non ho avuto tempo di mettere a posto.-si scusò sedendosi sul divano e facendomi fare lo stesso.
-Cosa mi devi dire.-fredda e distaccata fu il modo con il quale parlai.
-Lavinia ci ha inviato un comunicato urgente. Domani,essendo il suo compleanno,pretende di festeggiarlo qua e noi non ci possiamo opporre altrimenti saprebbe che ci vogliamo ribellare al suo volere.-.
-Ho capito. Cosa avete in mente?-.
-Nulla di speciale. Faremo passare le serata tranquilla perché finché non ritroviamo la sfera marina non possiamo fare nulla. Sarebbe pericoloso agire.-.
-Va bene,ti ringrazio di avermelo detto. Ora se permetti,dovrei andare.-.
-Dove?-.
-Sono affari miei. Comunque da Will.-dissi guardandolo male.
-Allora non te lo permetto. Passate troppo tempo insieme.-si alzò di scatto,cosa che feci anche.-Non mi sta bene che lui ti stia così vicino e poi ti dica qualcosa di carino,visto che potrebbe farlo con qualche altra ragazza. Devi stare lontano da lui,se non vuoi soffrire.-.
A quel punto,esplosi dalla rabbia.-Qual'è il tuo problema? Stiamo troppo insieme? E allora? Si vede che ci piace stare insieme a ridere e scherzare,piuttosto che stare da soli e lontani per dar retta a un polemico come te. Mi sono stancata,ok? Ho il diritto di fare quello che voglio,di stare con chi voglio. Se non mi fidassi di te o non ci fosse Will,se non mi collegasse qualcosa a queste persone e luogo,io me ne sarei già andata e non vi avrei mai conosciuto. Posso ancora farlo,ma non ne ho voglia. Voglio affrontare i problemi e fare giustizia al mio popolo,ma tu mi rendi tutto impossibile. Sempre a dire le stesse cose. Basta! Non ne posso più,si può sapere cosa hai contro di noi?-.
Fu un attimo,Dylan mi sbatté contro il muro carico di rabbia e mi baciò.
Per la prima volta mi baciò.
Per la prima volta sentii qualcosa dentro di me agitarsi in risposta. Farfalle,cuore che batteva impazzito,felicità immensa,troppe cose per me che ero stata male fino ad ora.
Ricambiai bisognosa di quel bacio,come se fosse il mio ossigeno e forse lo era. Schiusi la bocca e le nostre lingue si incontrarono,dapprima si sfiorarono per conoscersi,poi iniziarono una lenta danza come se si conoscessero da una vita. Da sempre.
Divenne un bacio passionale. Troppo e più andavamo avanti più sentivo che lo volevo,lo volevo veramente al mio fianco.
-Basta sennò perdo il controllo.-sussurrò staccandosi dalle mie labbra e appoggiandosi alla mia fronte.-Hai capito qual'è il problema?-.
Scossi la testa,incapace di parlare.
Sospirò.-Celeste io...io,mi sono innamorato di te,purtroppo. Dico così perché dalla nascita sono stato destinato a Melody e poi interessi a mio fratello,però quando ti vedo con lui sono geloso, geloso marcio. Mi fa una rabbia che lui possa accarezzarti e io no,senza correre pericolo. Ma io ti amo e non potrà mai cambiare.-.
-Anche io ti amo.-dissi sorridendo felice per la scoperta che almeno ero corrisposta.-Cosa possiamo fare?-.
-Non lo so,non ne ho idea. Per ora teniamolo nascosto,poi una volta che sarà tornato tutto normale, vedremo.-.
-Non voglio perderti.-.
-Neanche io,ma dobbiamo fare così,altrimenti correremo dei guai.-.
-Come facciamo a nasconderlo fino ad allora?-chiesi.
-Ci incontreremo di nascosto. Vedremo,c'è sempre una soluzione,anche all'impossibile.-.
-Va bene. Spero di resistere.-.
-Anche io.-sospirò ancora.-Celeste..-mi chiamò.
-Sì?-.
-Ti amo e..-.
-Anche io.-lo interruppi.-E?-.
-E ti voglio.-iniziò nuovamente a baciarmi con foga,facendomi cadere sul divano sdraiata,lui sopra di me e scordarci per un momento del mondo e dei problemi.
Ora eravamo veramente amanti.

  
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