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Autore: plsdavid    10/03/2013    0 recensioni
FF BLOCCATA(?)
"La sensazione più brutta è sentirsi da sola anche se si è in mezzo alla gente. L'amore che hai da dare svanisce piano piano, spegnendosi come una piccola candela. Però, quando qualcuno ti afferra la mano e ti trascina via dal buio, tutto ciò che gli vuoi dare è la tua stessa anima, grata di respirare ancora l'aria fresca."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La grande porta si chiuse dietro di me e accovacciato vicino al calorifero, riconobbi Jake.
Quando mi vide uscire, sospirò e mi rivolse un grande sorriso. Mi scaldò il cuore vendendo il suo volto felice.
- Ehi. – I ricci castani quasi rossastri, gli ricadevano sul volto, portando il mio sguardo dritto nei suoi occhi azzurri, dalle venature verdastre, che tanto amavo.
Ricambiai il sorriso, senza dire nemmeno una parola.
- Come è andata?- Si alzò in piedi e mi tolse dolcemente la borsa della piscina dalla mano.
Per guardarlo negli occhi dovetti alzare lo sguardo.
- Diciamo bene.- Sentii il viso colorarsi di rosso pensando alla figuraccia di poco prima. Jake cercò la mia mano, che poco dopo intrecciò con la sua.
- Scommetto che sei stata bravissima.-
Uscimmo dalla scuola in silenzio, la stanchezza iniziava a farsi sentire. Al pensiero di dover prendere l’autobus mi fece girare la testa.
Uscimmo dal cancello principale ma Jake mi tirò dalla parte opposta da dove si trovava la fermata.
-Jake!- Quasi gridai, indicando l’autobus passarci davanti.
- Amy, non ti preoccupare.- Mi trascinò nel grande parcheggio semi deserto.
Tirò fuori dalla tasca un piccolo telecomando e al suo tocco, una macchina rispose lampeggiando.
Ammirai il volto squadrato di Jake, colmo di soddisfazione per quel momento.
Si avvicinò alla macchina e aprì la portiera del passeggero con un grande sorriso stampato sulla faccia.
- Prego.- Mi disse scherzosamente.
Lo ringrazia silenziosamente con il capo e mi sedetti esausta sul sedile di pelle.
In pochi secondi Jake saltò anche lui a bordo.
- Che ne pensi?- I suoi occhi brillavano dall’emozione.
Un oggetto poteva regalare così tanta felicità a una persona.
- E’ molto bella.- Dissi guardandomi in torno.
- Non è una super car, ma…- Lo zittì con un bacio, prima che potesse continuare. Non potevo sopportare un discorso riguardante il mezzo, al solo pensiero mi sentivo male.
- E’ fantastica.- Gli sorrisi, accarezzandogli i morbidi ricci.
Gli rubai un altro bacio prima che accendesse il motore.
Rimanemmo in silenzio, Jake era troppo attento alla strada per portare avanti una conversazione e ne fui felice di ciò. L’unica cosa che volevo fare era godermi quel momento di tranquillità, guardare fuori dal finestrino il triste paesaggio che ci circondava. Il cielo era coperto da minacciosi nuvoloni neri, che annunciavano un violento temporale.
- Ah, me ne stavo dimenticando! Questa sera ci aspettano al pub, me l’ha detto prima Alexandra.-  
Mi girai di scatto verso di lui.
- Non credo di venire.- Dissi freddamente.
- E’ già la terza volta che mi lasci andare da solo.- Distolse lo sguardo dalla strada e mi guardò innervosito.
- Lo sai che non amo uscire la sera dopo l’allenamento.- Girai la testa e guardai dritto davanti a me.
Jake rallentò, fino a fermarsi dolcemente. Raccolsi la borsa che si trovava sul sedile posteriore e aprì la portiera.
La sua mano calda mi bloccò il braccio, impedendomi di uscire.
- Passo a prenderti alle nove.- Il suo tono di voce era severo, impedendomi di controbattere.
Mi liberai dalla stretta, scesi velocemente dalla macchina e chiusi la portiera con tutta la forza che avevo nel braccio.
Jake partì velocemente, senza salutarmi, accettando quella stupida sfida silenziosa che avevo iniziato.
Mi avviai con calma verso il cancello, che lo trovai aperto.
Salii le grandi scale di marmo lentamente, raggiungendo pigramente il secondo piano.
Quando vidi la porta di legno scuro, sospirai, quasi felice.
Schiaccia un paio di volte il campanello, facendo risuonare la fastidiosa cantilena all’interno della casa.
I minuti passarono, ma nessuno rispose.
Un dubbio mi fece gelare il sangue. Guardai velocemente all’interno della fessura e il mio dubbio fu confermato.
Nessuno vi era in casa ed io non avevo con me le mie chiavi. Lancia per terra le due borse e mi accovacciai davanti alla porta, ringraziando almeno di non trovarmi fuori, aspettando al freddo pungente dell’autunno.
  
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