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Autore: Givemelove_69    11/03/2013    1 recensioni
Due ragazzi e la loro storia.
Amicizia o amore? Forse nemmeno loro sanno quale sentimento li lega.
Tutto impossibile come possibile.
Una storia nuova,che non ha limiti di tempo.
Violet e Daniel,tutto non è come sembra.
Leggere non basterà,bisognerà andare oltre alle semplici parole scritte.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Forse è proprio questo il grande male che schiaccia l'umanità:
non il dolore, ma la paura che le impedisce di essere felice. 
- Sándor Márai.
 
Violet:"Dai Daniel,quanto manca? Non la sopporto più questa benda."
Daniel:"Un altro po'.. dai,tieni duro. Ne sarà valsa la pena."
Mi aveva bendata durante tutto il tragitto, per non farmi capire dove stessimo andando.
Mi aveva solo detto che sarebbe stata una cosa che mi sarebbe piaciuta molto.
Un'informazione, a dir poco, inutile direi.
Daniel:"Siamo arrivati." disse scendendo dall'abitacolo e aprendomi la portiera.
Violet:"Posso toglierla?" dissi riferendomi alla benda.
Daniel:"No,non ancora.. te lo dirò io quando. Vieni.." disse prendendomi le spalle, facendomi camminare.
Facevo molta attenzione a dove mettevo i piedi, non volevo rompermi le ossa quella sera.
Daniel:"Ora puoi toglierla.." disse fermandomi.
Tolsi la benda e rimasi senza parole.
Violet:"Ma.."
Daniel:"Oggi è il tuo onomastico, e tu ovviamente te ne sei dimenticata, ma io no.." disse guardandomi,
per poi continuare:"Non.. non stiamo insieme.. ma da bravo.. migliore amico ho voluto farti questa sorpresa."
Violet:"Sei dolcissimo!" dissi saltandogli, letteralmente, addosso.
Mi aveva portato in una distesa tutta verde, aveva fatto incidere un cuore sull'erba e un 'Ti voglio bene' gigantesco all'interno di esso,
aveva messo un palloncino grandissimo vicino al cuore, anch'esso della medesima forma, con sopra scritto 'Il mio cuore è attaccato al tuo'.
Il tutto illuminato da alcuni faretti.
In più, c'era un tavolo già preparato vicino a tutta quella meraviglia: candela, una pacchettino, una rosa rossa e dei coperchi sui piatti.
Era stato davvero meraviglioso ed io stavo per sciogliermi.
Quel 'non stiamo insieme' mi fece quasi morire, persi un battito, ma sentirgli dire 'da bravo migliore amico' me ne fece perdere altri due.
Tutto quello non mi aiutava per niente, però era stato davvero un angelo ad organizzare una cosa del genere ed io dovetti far finta che l'uragano che avevo nel mio stomaco non esistesse.
Violet:"Ti ringrazio piccolo panda, sei tutta la mia vita." gli dissi stringendolo.
Lo sentii sorridere.
Daniel:"Non ringraziarmi, questo ed altro per la mia.. migliore amica.." disse, fermandosi però alla fine.
'Migliore amica' già.
In quel periodo l'avevo dimenticato molte volte che eravamo migliori amici e niente di più.
Ci sedemmo al tavolo e mi disse di aprire quel famoso pacchettino che avevo visto poco prima.
Era una collana stupenda col segno dell'infinito, con il suo e il mio nome sui lati. 
Daniel:"Non è finita qua.."
Violet:"Come non è finita qua? Cos'altro hai fatto?" dissi quasi preoccupata.
Non volevo morire quella sera, ma lui ci si metteva quasi d'impegno.
Daniel:"Non poteva mica mancare questa.." disse prendendo una scatola sotto il tavolo.
Me la porse ed io la aprii.
Era una nostra foto, di pochi mesi prima, che ci fece sua madre a Capodanno.
Io e lui accoccolati sul divano che dormivamo.
Era davvero stupendo.
Violet:"Hai deciso di farmi piangere stasera, dì la verità.." dissi guardando ancora la foto.
Quello era stato uno dei Capodanni più importanti della mia vita.
Uno dei pochi, o forse l'unico, che passavo con qualcuno che mi voleva bene.
Sì, era stato decisamente l'unico.
Il primo Capodanno insieme.
Trascorsi tutte le feste a casa sua, con lui e sua madre, e non ero mai stata più felice di quelle settimane.
Era davvero tutto perfettamente come doveva essere e quella foto mi riportava migliaia di ricordi.
Daniel:"Non piangere dai, il mio intento era farti ricordare un po' di belli momenti insieme.."
Violet:"Ci sei riuscito benissimo.. sei.. sei il migliore amico migliore del mondo.." dissi, pronunciando difficilmente quelle due parole.
Mi abbracciò e ricambiai quell'abbraccio, ma il mio umore cambio leggermente.
Sentivo troppe cose a cui non sapevo dare una spiegazione, dovevo trovare una soluzione per non far male nessuno dei due.
 
Certe cose, non so come dire, te le senti. 
Ti senti che c’è qualcosa, che non sai bene cosa. 
Ti senti che vorresti, ma non puoi. 
Ma se vuoi, puoi? 
Mah, io mica l’ho mai capita quella storia lì.
- Diletta Parlangeli.
 
Eravamo in macchina per tornare a casa.
Il giorno dopo dovevo andare a lavoro quindi Daniel decise di tornare a casa un po' prima.
Nel tragitto per tornare a casa ripensai a tutta la serata.
Avevamo parlato, mangiato e ballato.
Mi aveva chiesto di ballare un lento ed io dovetti accettare.
La canzone di sottofondo non migliorava la situazione: My heart will go on.
Mi aveva fatto, ancora una volta, uscire il cuore fuori dal petto.
Mi aveva provocato altri mille brividi.
Mi aveva fatta tremare.
Mi aveva abbracciata ed era riuscito ad impnotizzarmi.
Quando si staccò da me ero ancora in trans.
Mi aveva sorriso ed io mi ero sciolta come il ghiaccio si scioglie al sole.
Daniel:"Hey Violet, siamo arrivati.." disse svegliandomi dai miei pensieri.
Violet:"Ah, sì.." dissi frastornata.
Daniel:"Stai bene? Hai la testa da un'altra parte.."
Violet:"Oh no, ho solo un po' di sonno." mentii.
Daniel:"Ah, vabbene. Vuoi che ti accompagni?"
Violet:"Se vuoi dormire qui per me va bene, sennò non preoccuparti."
Daniel:"Vabbene, andiamo allora.." disse aprendo lo sportello.
Aprii la porta, entrammo e il buio ci invase.
Daniel mi mise le mani sui fianchi e sentivo il suo fiato dritto sul mio collo.
Io ero agitatissima e il cuore pompava come non mai.
Daniel:"Ci sono qua io, non avere paura piccola."
Credeva avessi paura del buio e ciò mi salvò.
Mi cinse da dietro e mi "fece strada".
Non sapeva che conoscevo casa mia come le mie tasche.
Ma stetti zitta: quel tocco mi fece impazzire.
Forse assecondarlo era l'unica cosa che potevo fare.
In poco tempo arrivammo al piano di sopra, appena varcai la soglia della mia camara Daniel mi fece voltare verso di lui e i nostri visi erano vicinissimi.
Ci dividevano i millesimi, o forse nemmeno.
Il mio respiro si fece affannato, fin troppo.
Non era normale tutto ciò, era davvero inverosimile una cosa del genere.
Daniel:"Sai di essere la mia vita?"
Tu sai di essere tutto ciò che disidero?
Violet:"Mh, credo che tu me l'abbia già detto, quindi sì.. lo so.." dissi facendo finta che fosse una frase 'normale'.
In realtà avevo gli elefanti nello stomaco che ballavano una tarantella (?)
Potei vedere Daniel cambiare espressione dopo la mia frase, sembrava deluso.
Come se si aspettasse qualcos'altro.
Imprigionò il mio volto con le sue mani e mi guardò dritto negli occhi.
Aveva il fiato corto e la faccia seria.
Poi improvvisamente si staccò.
Daniel:"Oh.. aspetta un attimo, mi sta vibrando il telefono.." disse prendendolo dalla tasca.
Strano, non avevo sentito nessun rumore di vibrazione, ma va bè.
Stava succedendo qualcosa, ma non capivo cosa.
Ero come in una bolla di vetro.
Daniel:"E' mia madre, mi ha chiesto di tornare a casa. Scusa, ma devo andare." disse poco dopo.
Violet:"Oh, va bene. Non preoccuparti, va' pure.."
Forse fu un bene.
Daniel:"Ehm, sì.. io vado, buonanotte Violet." disse guardandomi appena.
Violet:"Buonanotte Daniel." dissi con una voce che non saprei spiegare nemmeno io.
Lo vidi andare via e diventai improvvisamente triste.
Tutta quella situazione non mi faceva per niente bene.
Dovevo fare qualcosa e la dovevo fare subito.
Il giorno seguente, dopo il primo turno, sarei andata casa sua a parlarci, era l'unico modo di smetterla con quel tormento.
Mi misi il pigiama, mi fiondai sotto le lenzuola e con il pensiero di Daniel in testa, mi addormentai.
 
Insomma la paura è una brutta bestia. 
Senza paura uno finisce che si sente invincibile. 
E quando ti ci senti lei arriva. 
Perché lo sa, la bastarda. 
Si insinua, piano piano. 
Alza la scacchiera da un angolo e manda tutto a puttane. 
Re, regine e pure i cavalli. 
Niente alfieri né torri: tutti giù ruzzoloni. 
E la partita è da rifare.
Tutta da rifare. 
Chissà se l’hai vista la paura. 
Io non la vedo mai, al massimo la sento.
- Diletta Parlangeli.
 
Quando la sveglia suonò, io ero già sveglia da un bel po'.
Quella notte non dormii per niente, avevo lo stomaco corrugato.
Avevo paura per ciò che avevo deciso, per ciò che avrei detto a Daniel.
Avevo paura per quello che avrebbe fatto dopo averlo saputo.
Ma io dovevo, dovevo parlargli assolutamente.
Non potevo continuare in quello stato.
Quando andai in bagno per la solita routine post-sveglia e vidi la mia immagine riflessa nello specchio, mi feci impressione da sola.
Avevo delle occhiaie nere da far paura, un viso afflosciato e triste.
Sembravo un ottantenne prossima alla morte.
Quello mi fece convincere ancor di più a parlare con Daniel.
Dovevo mettere fine a tutto quello strazio.
Feci tutto in fretta, per poco non mi rompevo le ossa della testa per scendere le scale di casa, ma son dettagli.
Arrivai a lavoro e sperai che il tempo volasse, come le foglie volano in autunno.
 
12:50
Sembrava che il tempo non passasse più, quella mattinata era stata davvero lunga e straziante.
Stavo impazzendo.
Le persone parlavano, parlavano e parlavano, ma io non sentivo nessuno di loro.
I miei pensieri avevano più voce di tutti loro messi insieme.
Devo dire che erano dei gran urlatori.
E come se non bastasse Lauren mi aveva intasata di domande.
Visto che lì nessuno conosceva il detto 'Se i cazzi tuoi ti fai, cento anni camperai', le altre commesse le avevano detto che il giorno precedente mi venne a prendere lui a lavoro.
Più cercavo di non pensarci e più gli altri mi tormentavano.
All'improvviso, però, una canzone mi svegliò dai miei pensieri: Alex Britti risuonava in tutto il supermercato.
 
Accettami così.
Ti prego non guardare: 
nella mia testa c'è un mondo da ignorare.
Voglio che tu sia mia complice discreta,
accettami e sarai la mia bambola di seta.
 
Mi ritrovai a cantare, senza volerlo.
Era la nostra canzone.
 
Accettami e vedrai, andremo fino in fondo.
Non pensare a cosa è giusto e a cosa sta cambiando.
Andiamo al polo nord o al sud se preferisci.
Accettami, ti prego dimmi che ci riesci.
Non ho detto mai di essere perfetto,
se vuoi ti aiuto io a scoprire ogni mio difetto.
Se ne trovi di più, ancora mi sta bene..
basta che restiamo ancora così insieme.
Amo, amo..
è qualcosa che si muove,
su e giù per lo stomaco,
più freddo della neve.
Amo, amo..
è un buco alla ciambella,
la sua dolcezza effimera la rende così bella.
 
Continuai a cantare, piano, senza farmi sentire da nessuno, come se la stessi cantando a me stessa.
E forse era realmente così.
Ricordavo ancora la prima volta che mi dedicò quella canzone.
Eravamo in piscina, e mentre ci sghizzavamo Daniel diventò improvvisamente serio.
Mi fece segno di stare zitta e poi mi disse:"Ascolta.."
Mi guardò negli occhi e poi continuò:"Questa è per te. E' nostra."
Quella era la nostra canzone, lo era da sempre.
 
Accettami e vedrai,
insieme cresceremo.
Qualche metro in più il cielo toccheremo:
più alti dei giganti,
più forti di godzilla.
Faremo una crociera su una nave tutta gialla.
Andremo su un'isola che sembra disegnata,
con colori enormi e un mare da sfilata.
Per quanto mi riguarda ho fatto già il biglietto,
ti prego non lasciarlo accanto a un sogno in un cassetto.
Amo, amo..
è qualcosa di speciale.
Su e giù per lo stomaco,
è come un temporale.
Amo, amo..
è il sugo sulla pasta:
finché non è finito non saprò mai dire basta.
Amo, amo..
è un dono di natura.
Perché la nostra storia non è solo un'avventura.
Amo, amo..
è una semplice canzone,
che serve a me per dirti che sei una su un milione.
 
La canzone finì, proprio come il primo turno.
La nostra canzone si impossessò di me e io poco dopo avrei dovuto parlare con Daniel.
Di male in peggio.
Ma dovevo e l'avrei fatto.
Raggiunsi la mia auto e in un batter d'occhi ero già fuori casa di Daniel.
Bussai e dopo pochi secondi mi aprì sua madre.
Violet:"Signora Allison, salve, c'è Daniel in casa? Dovrei dirgli una cosa importante."
Allison:"Oh, Violet mi dispiace ma Daniel è fuori casa da stanotte. Pensavo dormisse da te, invece è arrivato e dopo circa mezz'ora è andato di nuovo via.
Se vuoi, però, puoi aspettare e vedere se arriva." disse dolcemente.
Come pensava che dormisse da me?
Daniel aveva detto che sua madre lo voleva a casa.. ma.. cioè.. mi aveva mentito.
Perché? Che motivo aveva?
Violet:"Oh, se non le è di disturbo.."
Allison:"Violet ci conosciamo da due anni ormai, non sei per niente di disturbo.. e puoi darmi del tu." disse sorridendomi.
Violet:"Grazie signora Allison.. oh, volevo dire Alli.. va bene così?" dissi sorridendole a mia volta.
La mamma di Daniel rise e poi mi fece entrare.
Perché mi aveva detto una cazzata?
Perché porca vacca? Perché?
Tra domande varie, l'incazzatura che mi arrivava al cervello e i vari pensieri, arrivai alla porta della sua camera.
Appena varcai la soglia vidi sul suo comodino una nostra foto: la stessa che avevo anch'io sul mio.
Sorrisi. Ma poi l'incazzatura prese il sopravvento.
Volevo sapere perché mi aveva mentito.
DOVEVO SAPERE PERCHE' MI AVEVA MENTITO.
Girai un po' per la stanza, quando vidi sulla sua scrivania un quaderno-diario.
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima, ed io sono nudo dinanzi a te."
Daniel l'aveva scritto come titolo.
Cosa ci aveva scritto dentro?
Sono consapevole tutt'oggi che non si leggono le cose altrui, ma quel giorno la curiosità si impossessò di me.
Aprii il quaderno-diario e sulla prima pagina c'era scritta una frase.
"Amore amore, amore amaro, amore mio.
Amore che potrà fermare solo Dio.
Ma questo amore senza cielo volerà, nelle tue mani.
Amore senza, amore, amore che non ho.
Amore che non vincerà se tu non vuoi.
Amore grande, chiuso dentro una bugia.
Senza domani.
Ti amo ma non lo saprai mai, resterà dentro di me, Violet."
 
E ovunque andrò, ovunque andrò
quella paura tornerà domani, domani.
E ovunque andrai, ovunque andrà 
tu stai sicuro e stringi i tuoi perché.
Perché l'errore non esiste.
La paura non esiste.
Perché chi odia sai può fingere,
solo per vederti piangere.
Ma io ti amerò.
 
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 Angolo autrice:

Buonsalveeeeee a tuttiiii (?)

Alloraaa?

Che vi pare?

Spero vi sia piaciuto, se è così fatemelo sapere recensendo :D

Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà pieno zeppo dei sentimenti di Daniel *^*

Un bacio a tutti, Valentina. 
  
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