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Autore: letyourcolors_burst    11/03/2013    2 recensioni
Austin Mason. Un debole, secondo molti. Un eroe, secondo altri. Ciò che lo portò ad essere considerato tale cominciò a svilupparsi nella sua adolescenza. La morte del padre adottivo lo costrinse a fuggire dall'Inghilterra. Neanche i suoi familiari, quei pochi rimasti, seppero per molto tempo dove cercarlo. Di lui si perse ogni traccia. Quei pochi che lo consideravano un eroe lo diedero per morto. Non potevano immaginare, però, che il loro eroe sarebbe diventato il loro peggior nemico. Stava nascondendo qualcosa di grosso, qualcosa che non avrebbe potuto rimanere così per molto. Toccava a lei fermarlo. Ma l'amava. E questo avrebbe cambiato tutto. L'amore cambia tutto, di solito. E la loro storia sarebbe stata una delle più belle e complicate. Perchè non cominciate a leggere?
Salve a tutti, questa è la mia prima storia. Le recensioni mi aiuterebbero a migliorare, quindi, ringrazierei in anticipo tutti coloro che lo faranno.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Austin cercò di fuggire. Entrato nel capannone clandestino in cui si sarebbe tenuto l’incontro, si guardò intorno, cercando di individuare un suo potenziale avversario. Il più delle volte egli si mostrava come un classico “Hulk Hogan” , alto come una giraffa, forte come un toro, agile come una gazzella. Un animale, insomma. Lo scorse trangugiare un boccale di birra con voracità, prevedibilmente tirare fuori un rutto di dimensioni medie e pulirsi la bocca con l’avambraccio peloso. Istintivamente, Austin uscì dal capannone senza dare troppo nell’occhio. Respirò l’aria gelida di quella sera di gennaio. Accese una seconda sigaretta e compì alcuni passi verso la fine del vicolo da cui si accedeva, attraverso un’entrata secondaria, al tendone in disuso. Vide una figura avvicinarsi.                                                                                                                                                  
<< Austin, che ci fai qui? Insomma, sono le undici… E tu sei in una zona di Londra più che sperduta, direi. >>
<< Lo sei anche tu, nel caso non l’avessi notato. Ti sto guardando, quindi vuol dire che siamo vicini. Sei qui anche tu,direi. Cosa vuoi? >> fece per andarsene.                                                  
 << So di starti antipatico, ma potresti anche fingere. Ferire gli altri è semplice solo per se stessi. >>
<< Non cominciare, per favore. Cosa vuoi? >>
<< Niente, passavo di qui. In effetti, volevo vederti prendere a pugni qualche bestione. >> il ragazzo sogghignò; cercò di fingersi amico e diede un paio di pugni sul braccio dell’altro. Austin ricambiò. Lo colpì sul naso. L’altro corse via, sdegnato, insultandolo pesantemente. Austin non se ne curò affatto; percorse un paio di metri, sempre verso la fine del vicolo. Senti la porta aprirsi alle sue spalle e si voltò temendo il peggio. Non ebbe il tempo di nascondersi che il buttafuori lo notò. Gli gridò contro. << Mason! Torna qui, maledetto! L’incontro ti aspetta, fesso! Non vorrai mica dartela a gambe come i pisciasotto… >> lo raggiunse a fatica e lo afferrò per il collo. Lo sollevò di peso, lo riportò dentro e lo buttò come un rifiuto a terra. Durante le manifestazioni clandestine nessuno ti guarda in faccia, ti disprezza e ti tratta come fossi una malattia, a meno che tu non sia in alto; a quel punto sei un semidio. Intoccabile. Una voce esterna, forse dell’arbitro, lo invitò a salire sul ring e a battersi da vero uomo, affrontando la vita e accettandola per l’ingiustizia che l’avvolge. Il ragazzo venne barbaramente sconfitto; riportò ferite ovunque, due fratture ed un occhio nero. Durante l’incontro cercò di fare del suo meglio, combatté con tutte le sue forze contro un lottatore esperto e spietato. Fu buttato a terra molte volte, sollevato di peso e lanciato fuori dal ring. Ripulitosi ed uscito all’aria aperta, ormai colorata dall’alba, ne prese una seconda boccata. Corse per centinaia di metri, allo scopo di  liberarsi dalla rabbia che lo aveva dominato sin dall’inizio dell’incontro e che non era riuscito, però, a trasformare in pugni. Con il rivolo di sangue colante dal labbro, la chiamò. Arrivò dopo dieci minuti, all’incirca, ed abbracciò con forza il ragazzo, felice di vederlo, ferito ma vivo.
<< Austin… Il peggio è passato. Solo gli eroi affrontano ciò che la vita gli offre a testa alta. E tu sei uno di quelli. Pensa solo che il sole sta sorgendo, e che è bellissimo poterlo ammirare mentre rinasce. So che, di situazioni come questa, ne affronterai ancora tante prima di poter dire di aver chiuso con questa vita, ma non dipende solo da te. >> la ragazza girò lo sguardo verso l’alba.
<< Perché sei ancora qui? Nonostante tutto? >>
<< Cosa vuoi dire? Austin, per me sei importante. Non ti lascerei mai solo in momenti come questi. >>
<< Vedi, mi sento come un rifiuto. A nessuno frega niente di ciò che provo. Non è mai fregato a nessuno. Non fregherà mai niente a nessuno. Che tu sia felice o che tu sia triste. Essere felici significa trascinarsi dietro l’invidia ed i peggiori auguri di tutti; essere tristi significa collezionare le risate ed i sospiri di sollievo come fossero macigni sotto il materasso. >>.
la ragazza lo strinse a sé una seconda volta, più forte. Gli poggiò il polpastrello del pollice sul mento e lo ripulì dal sangue che, nonostante le cure, continuò a colare. Si alzarono in piedi e passeggiarono sino alla spiaggia, che si trovava ad alcune centinaia di metri dalla punta delle loro scarpe. Austin non sapeva che il suo amore sarebbe stato ricambiato, se solo avesse avuto il coraggio di esternare i suoi sentimenti.
  
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