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Autore: ButterflyOfTheWords    11/03/2013    1 recensioni
Angelica vive in una cittadina sperduta dell'Italia del nord: il suo unico desiderio è, da sempre, quello di andare all'estero, lontano da quel luogo dimenticato. Poi, un giorno, arriva un ragazzo: Scott. Perché un americano ha scelto di rinchiudersi in un posto così? Angelica capisce ben presto che non le interessa: quando si scopre innamorata di lui, decide di rinunciare ai suoi sogni e di restare lì. Finché i suoi genitori non regalano a lei e Scott un viaggio in America, da fare prima del matrimonio che li unirà per sempre. E' allora che Scott diventa strano, sfuggente, che emergono comportamenti ambigui prima passati inosservati. Perché Angelica non può mai passare con lui le notti di luna piena? Perché sa così poco sul suo passato? Perché lui sembra non voler tornare a Beacon Hills? La ragazza è decisa a scoprirlo, ad arrivare in fondo all'anima del ragazzo che ama. Non sa a cosa sta andando incontro.
Dal testo:
" - Cosa sei, una specie di licantropo?
L’avevo visto irrigidirsi.
- Angy, per favore, non scherzare. – aveva detto, con quella sua cadenza strascicata. Avevo capito quanto tenesse alle sue tradizioni e avevo considerato l’argomento chiuso."
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jackson Whittemore, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Lydia si confessa
 
- Vorrei vedere la tua vecchia casa. Dici che si può? O l’hai venduta? – domandai, mentre cenavamo con dell’ottimo salmone in crosta di patate.
Stiles per poco non si strozzò.
- Una spina! Tutto bene, tutto bene! – gridò, sputacchiando salmone.
- Tesoro. Abbiamo ospiti. – sentenziò Lydia, arrossendo per il comportamento del marito.
- Credo che non mi abituerò mai a questo. Dico, a voi due insieme. – fece Scott.
- Sono carini. – cercai di dire, in loro difesa. – Comunque, amore, perché non ci andiamo domani?
Stiles tossì di nuovo, facendosi paonazzo.
- Ma si sta strozzando? – domandai, a Lydia, visibilmente scioccata.
- No, fa così tutte le volte che viene toccato un argomento difficile da affrontare. La verità è che sono due conigli e non hanno ancora avuto il coraggio di dirti che nella vecchia casa di Scott vive il padre di Stiles.
Annuii, non troppo sconvolta.
- Tutto bene?
- Non sono io, Scott, che mi sto strozzando con lische inesistenti. – risposi. – Potevate dirmelo, sai? Non mi sono mica spaventata.
Stiles ricominciò a respirare, mentre Lydia, con sguardo amorevole, gli accarezzava la schiena.
- Allora, Angelica, ti è piaciuta la cena?
- Molto, grazie. Avevi ragione: cucini alla grande! Non avrei idea di come occuparmi di un piatto del genere.
- Se vuoi, potresti aiutarmi per la cena della Vigilia. Verranno qui alcuni amici..
- Molto volentieri!
- Che amici? – si intromise Scott, sulla difensiva.
- Tutti quelli che non ti sei degnato di salutare quando sei partito. – lo attaccò lei. Ostilità estrema a parte, mi stava simpatica.
Scott si grattò il capo, nervosamente.
- Derek, Erica. Isaac..il padre di Stiles..Forse anche Peter, ma non ti prometto niente.
- Jackson? E’..riapparso?
A sentire quel nome, Lydia sbiancò e si alzò dal tavolo.
- Chi vuole il caffè? Vieni, Angelica. Magari puoi aiutarmi con la vostra specialità italiana. L’espresso, no?
La tensione era talmente forte che non esitai: meglio preparare un caffè, che farsi fare a pezzetti con lo sguardo ad ogni parola che tentassi di pronunciare. Iniziavo a pentirmi della nostra gita a Beacon Hills.
Seguii Lydia. Poco dopo, i due, annunciavano che avrebbero fatto una passeggiata.
- Va bene, noi siamo qui! – rispose la rossa, mentre armeggiavo con una vecchia moka.
- Perché il padre di Stiles vive a casa di Scott? – chiesi, quando fui sicura che fossero usciti. L’edificio era immerso nel silenzio e sentivo che Lydia mi avrebbe detto tutto, senza farsi i problemi che si ponevano quei due.
- Non so se dovrei spiegartelo io: molto probabilmente converrebbe che se ne occupasse qualcun altro, per esempio il tuo fidanzato. Però..visto che ancora non l’ha fatto, forse ti meriti delle spiegazioni. Qualche anno fa, quando Scott viveva ancora qui, sua madre e il padre di Stiles..ecco si sono innamorati. Per i figli è stato forse strano, però hanno accettato il fatto che la famiglia Stilinski si trasferisse di colpo a casa McCall. Poi, una notte di luna piena, c’è stato un incidente. La madre di Scott è stata ferita da..un lupo. Non hanno potuto fare niente, quando l’hanno trovata aveva già perso troppo sangue. E’ morta nel giro di poche ore. Il padre di Stiles non si è mai ripreso, ancora meno dopo che Scott, distrutto, ha lasciato tutti.
Ero sconvolta. Il mio fidanzato aveva parlato di incidente, non di un lupo che avesse “sbranato”sua madre.
- Ora capisco perché la decisione di venire qui..non gli sia piaciuta molto. Almeno all’inizio.
- Hai fatto bene a portarlo. Non passa giorno senza che Stiles parli di Scott. Lo inserisce in ogni discorso! “Buono il pollo! A Scott sarebbe piaciuto!” oppure “Vieni con me a vedere una partita di Lacrosse? In condizioni normali avrei chiesto a Scott..”. A volte può sembrare patetico, ma lo conosco. Ne soffre tanto e non può farne a meno. Spero che potranno riconciliarsi.
Il caffè finalmente salì e io sorrisi a Lydia: ascoltandola parlare si capiva molto di più, di lei. Per prima cosa, era meno frivola e leggera di quanto volesse far credere. In secondo luogo, amava Stiles. Tuttavia, qualcosa non mi tornava: chi era quel Jackson che aveva posto fine alla nostra cena?
 
Mentre aspettavo che Scott e Stiles rincasassero, Lydia mi raccontò di tutti gli anni che suo marito aveva passato a correrle dietro. Era stato innamorato di lei fin dall’inizio del liceo.
- Pensa che in seconda, per il mio compleanno, mi aveva comprato una marea di regali, per poi sceglierne uno solo! A casa sua una sera ho persino scovato una tv al plasma! Quale ragazzo farebbe questo?
- Uno molto innamorato.
- Sì. Lo era. Solo che..prima di lui avevo un altro ragazzo. Lo amavo, tantissimo. Aveva un carattere schivo, forse un po’ rude. Tuttavia mi ricambiava e siamo stati felici, per un po’.
- Come si chiamava? – domandai, col fiato in gola.
- Jackson. Jackson Whittemore.
Annuii, capendo finalmente la sua reazione a cena.
- Perché vi siete lasciati, se posso chiederlo?
Lydia, sospirò, con sguardo triste.
- Adesso mi vedi così e penserai che io non ami Stiles. Non è così, davvero. Solo che la ferita lasciatami da Jackson ci ha messo molto a rimarginarsi e parlarne non mi fa molto bene.
Dispiaciuta, cercai di consolarla, in qualche modo. Le diedi una leggera pacca sulla schiena e le riempii un bicchiere di acqua.
- Ci eravamo già lasciati, per un breve periodo. Lui mi accusava di tutto ciò che gli andava male e io, benché fossi ancora innamorata, avevo accettato la cosa. Poi avevo scoperto che covava in sé tantissimo odio, a causa della morte dei suoi genitori, avvenuta quando era solo un bambino. Mi disse che io ero l’unica persona che avesse mai amato. Tornammo insieme, nonostante alcune difficoltà.
Sentivo che la parte peggiore doveva ancora arrivare. Il mio cuore batteva all’impazzata, mentre Lydia cercava le parole.
- Una notte, quella tragica in cui la madre di Scott fu ritrovata ferita a morte, Jackson scomparve. Doveva venire da me, ma non lo fece mai.
Trattenni il respiro.
- Non sappiamo ancora oggi se c’entrasse qualcosa con la morte di Melissa McCall. Mi spezzò il cuore. Mai più un biglietto, una lettera, una chiamata. Ecco perché per molto tempo non sono riuscita a mettermi il cuore in pace. Non potevo farlo, non aveva senso. Lui mi amava, eppure mi aveva abbandonata.
Una lacrima le bagnò il viso.
- E’ strano: sono sempre stata molto riservata. Di certo, per lo meno, non mi sono mai aperta così con gli estranei. Solo con la mia migliore amica, Allison. Però tu mi ispiri fiducia.
Le sorrisi, incoraggiante.
- Mi fa piacere, questo. Sai, pensavo che tu e Stiles dovreste venire in Italia, per il nostro matrimonio. Mi farebbe veramente piacere. E credo che Scott lo vorrebbe come testimone.
- Se lui sarà d’accordo, non mancheremo di farlo.
Lydia, sorprendendomi, mi abbracciò. Poi scosse il capo e parve scacciare dal suo corpo tutti i brutti pensieri.
- Forza, puliamo il tavolo della sala da pranzo, prima che quei due tornino.
 
Scott e Stiles camminarono, per un po’ in silenzio.
- Scusa, se ho rovinato la cena. Sapevo di non dover pronunciare quel nome. Dimentico sempre che cos’ha fatto, forse perché io non ci ho mai creduto.
- Scott, se tua madre è morta, potrebbe essere colpa sua. Era lì, con le mani insanguinate e gli occhi pieni di lacrime.
- E c’era la luna piena. – ammise il ragazzo. – Lo so. Ma eravamo diventati quasi amici, capisci? Lui era uno di noi, alla fine. E’ quasi peggio accettare il tradimento di un amico che quello di una ragazza.
- Parli di Allison?
- Sì, credo. L’ho superata, però. Amo Angelica e la sposerò. In Italia.
- Se per superarlo avevi bisogno di mettere tutti questi chilometri tra di noi..ben venga. – esclamò Stiles, con la sua proverbiale ironia.
- Sai che non me ne sono andato per quello. Non potevo credere alla morte di mia madre. Non potevo credere che fosse colpa di Jackson.
- Boyd diceva di averlo visto. Noi come potevamo contestare le sue parole
- Non potevamo. E poi lui se n’è andato, non appena siamo arrivati noi. E’ stato un po’ come affermare la sua colpevolezza.
- Fa paura il modo in cui ne parli, Scott. Sembra che non t’importi.
- Sto cercando di non piangere, Stiles. Evita di girare il coltello nella piaga, per favore.
Scott si guardò attorno: erano quasi davanti a casa della sua ex. Fece segno a Stiles di seguirlo e si girò. Non voleva vedere quel posto: forse l’aveva superata, come diceva, tuttavia aveva paura che la vista di luoghi tanto familiari e vivi, potesse fargli male.



 
  
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