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Autore: Aria_Chantal    11/03/2013    1 recensioni
Alyssa Evans, una ragazza di 16 anni, si è appena trasferita con la sua famiglia in Inghilterra, il luogo in cui erano nate sia lei che la mamma. Dopo essere riuscita ad entrare a scuola scopre che la sua classe è composta per la maggior parte dai ragazzi, il suo incubo da quando era bambina nonostante avesse un fratello. Infatti fin d'allora aveva frequentato solo istituti femminili, dove tutte la lasciavano in disparte per il suo colore di capelli. Le uniche ragazze della classe diventano subito sue amiche, dato che viene costretta a stare con loro. Riuscirà Alyssa a superare la sua fobia per i ragazzi? (Sembra tanto una di quelle domande che fanno alla fine di Dragonball.) Spero di si (?)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Domenica. Giorno di riposo per tutti. Mamma mi svegliò alle 7 del mattino tutta contenta, dicendo di aver invitato anche Chris. A fare cosa? Ancora non lo sapevo. Entrai dentro la vasca piena d’acqua calda e cominciai ad insaponarmi. I capelli li tenevo legati in una crocchia alta, da cui cadeva qualche ciocca rossa. Cominciai a canticchiare pezzi di canzoni mischiate, ma dando lo stesso un equilibrio a ciò che dicevo. Sentii dei passi avvicinarsi. La porta si socchiuse e attesi, affondando nell’acqua fino al collo e assottigliando gli occhi. La porta si aprì di più e Chris mi guardò imbarazzato. Arrossì.
Ch “Sapevo che era la stanza sbagliata! Cavolo.”
Richiuse la porta uscendo. Scoppiai a ridere a continuai a lavarmi. Dovevo cominciare a chiudere la porta a chiave, dato che quando mi facevo la doccia o i maschi della casa (?) erano fuori, oppure stavano dormendo.
Legai l’asciugamano intorno al petto e mi coprii il meglio possibile. Poi uscii dal bagno e mi rinchiusi in camera, dove mi vestii. Scesi a fare colazione e mamma mi disse felicemente che quel giorno andavamo alle terme perché papà aveva le ferie e lei non aveva voglia di stare a casa. Mio fratello era fuori con la ragazza, quindi mi presero a forza e mi portarono in macchina. Avevano preparato tutto giorni prima. Chris, per la prima volta, mi guardò preoccupato. Papà partì. Il luogo era qualcosa di orientale, dove si stava qualche giorno e dove potevi trovare le terme, dove c’era un ristorante giapponese e molte altre cose. Presero le poche borse ed entrammo dentro a quel posto. Poi mia mamma mi disse che dovevo dormire con Chris perché lei non si poteva permettere troppe stanze. Dopodiché mi trasportò nelle vasche per le ragazze.
Passai la giornata solo con mia madre e non vidi papà e Chris tutta la giornata. Però mi divertii molto, era da tanto che non facevo cose solo con mamma. Cenai solo con lei, ci eravamo completamente scordate degli altri due. Me ne ricordai solo quando mi fermai davanti alla mia stanza. “Bussai” alla porta scorrevole e Chris mi disse di entrare. Era coricato a terra e mi dava le spalle. Gli chiesi se dovevo dormire lì, vicino a lui e lo sentii sussurrare un “si.” Gli chiesi di non girarsi perché mi dovevo cambiare. Frugai dentro la borsa e trovai il mio pigiama. Mamma aveva scelto quello più leggero possibile. Mi chiesi il perché, mi cambiai e mi sedetti davanti il futon stesso a terra. Chris si mosse un po’ e si girò per metà verso me. Mi chiese se non mi coricavo, così mi coricai il più lontano possibile da lui. Dopo un po’ di silenzio mi chiese se avevo freddo. Risposi di no, poi subito dopo di si.
Ch “Puoi avvicinarti, non ti faccio niente..”
A “Lo so, ma non riesco a fidarmi.”
Ch “Tua madre mi ha detto tutto.”
A “Quindi?”
Ch “Mi fa piacere che sei mia amica..”
Sorrisi.
A “Non ti vedo come un possibile stupratore.”
Ch “Non mi ci vedresti con te?”
A “Tu sei più un tipo da ragazza.. come dire.. meno problematica. Poi siamo amici e io per adesso non voglio un ragazzo.”
Dopo quello non rispose più, così mi addormentai.

Mi svegliai tra le braccia di Chris. Si era girato verso di me e teneva le braccia intorno alla mia pancia. Sentivo qualcosa di duro premere contro la mia coscia, ma non gli diedi molta importanza. Mi misi a sedere, mi liberai dalle braccia di Chris e mi alzai. Mi assicurai che stesse dormendo e mi vestii, per poi uscire. Mi stiracchiai ed andai in giardino. C’era freddo, ma non si stava male.  Passai anche quella giornata con mamma, come gli altri due. La notte parlavo con Chris per 2-3 ore, poi ci addormentavamo.

Tornammo a scuola dopo quei quattro giorni e un po’ mi sentii rilassata. Solo che successe una cosa. Una cosa che odiai. Come entrai in classe non c’era nessuno. Solo Nicola. Mi diede il buongiorno ed andai a sedermi al mio banco. Lui si alzò e venne vicino a me. Mi sorrise e si avvicinò velocemente, per poi baciarmi. Tenni la bocca chiusa fino a quando non mi prese una tetta e la strizzò, facendomi male e facendomi aprire la bocca per emettere un urlo. Lui infilò la sua lingua dentro e cominciò a baciarmi con più foga. Non ci capivo più niente, ero terrorizzata e stavo piangendo. Chiusi gli occhi, cercando un modo per risvegliarmi da quell’incubo. Poi, d’un tratto, lui si staccò, facendo un verso strano, come se fosse stato picchiato. Non aprii gli occhi, corsi in bagno e mi ci chiusi dentro, per poi scoppiare a piangere.       
Passarono delle ore. Sentivo le ragazze che entravano in bagno, chiacchieravano, poi se ne andavano. Mi venne fame, ma non ci feci caso.  Passarono altre ore e capii che era ora di uscire dal rumore dei passi di tutti. Qualcuno entrò in bagno e bussò alla mia porta. Non risposi, ma il ragazzo (lo capivo dalle scarpe) rimase lì. “Esci.” Chris. Lo immaginavo. Risposi di no.
Ch “L’ho picchiato. Mi hanno sospeso.”
A “Non dovevi. Ora ci sei passato tu. Non va bene. Sono un’idiota.”
Ch “Mi spieghi perché stavi a bocca aperta?”
A “Mi ha strizzato una tetta e mi ha fatto male.”
Rimase in silenzio e dopo un po’ mi chiese se faceva male. Io gli urlai un “SI!” e gli dissi di andarsene. Lui invece si sedette davanti alla porta. Gli chiesi se poteva chiamare a mia mamma e lui rispose di si. Sentii il numero dei tasti, poi stette in silenzio. Disse che doveva venire a scuola per una cosa importante e attaccò. Dopo qualche minuto Chris si alzò, se ne andò e tornò con mia mamma. Aprii la porta e l’abbracciai. Ringraziai Chris e tornammo a casa.

Passò una settimana prima che tornassi a scuola. Non me la sentivo di stare lì senza avere nessuno che mi proteggeva. Chris mi disse di aver scontato i suoi giorni a casa, così tornai anche io a scuola. Come mi vide venne verso di me e mi chiese che facevo il giorno di Natale. Contai i giorni rimanenti: 4. Gli dissi che dovevo stare con la mia famiglia, allora mi chiese se poteva venire a festeggiare a casa nostra. Gli sorrisi e gli risposi di si. Andammo in classe e tutti mi guardarono male. Mi sedetti sulla mia sedia e Chris si sedette sopra il mio banco.
A “Sinceramente sembra che devo farti un pompino, togliti.”
Chris sorrise, poi scoppiò a ridere e scese dal banco. Strano. MOOOLTO strano. Poi quel mese aveva già sorriso. I 4 giorni prima della vigilia passarono con quelle ore di scuola: molto lentamente.
Chris si presentò davanti a casa mia chiedendomi di uscire. Dissi a mamma che stavo uscendo, presi cappotto e sciarpa ed uscii. Non avevo ancora visto lo splendore di quel paese a Natale. Le strade erano innevate e i negozi erano addobbati con un sacco di lucine. In mezzo alla piazza c’era un albero enorme, illuminato e si vedeva benissimo la stella, gigante anche quella e che si illuminava. Gli chiesi dove stavamo andando e lui mi rispose “Al bar..”, pensieroso. Entrammo dentro al bar e ci sedemmo in un tavolino davanti alla grande finestra. Un cameriere arrivò e ci chiese cosa volevamo. Cioccolata e caffè. Quando prese la tazzina sorrisi, divertita. Lui mi guardò confuso e mi chiese che avevo. Dopo aver finito tutto uscimmo a fare una passeggiata. Verso le 20:30 tornammo a casa. Nessuno. Non c’era nessuno in casa. Solo Al, coricato su divano, che dormiva.
Mamma mi aveva lasciato un bigliettino dicendomi di stare con Chris quei giorni, loro sarebbero rientrati il 5 di gennaio. Preparai la cena e ci sedemmo a tavola. Le lucine dell’albero di Natale illuminavano il salotto e nella cucina era accesa solo la tv. Mi disse che non aveva mai festeggiato il Natale, poi cominciammo a mangiare. Non so perché, ma cominciai a raccontargli dei fatti accaduti quando ero piccola, quando credevo ancora a Babbo Natale. Mi sembrò di vederlo sorridere ogni tanto, ma non ci feci caso. Poi scoccò la mezzanotte e urlai un “BUON NATALE” poi corsi sotto l’albero e presi un pacchetto blu, che diedi a Chris, dicendogli di scartarlo. Lui lo guardò stranamente e mi venne in mente la cosa che mi disse tempo prima.
Torniamo indietro nel tempo, a novembre. In quella notte in cui mi fece uscire di casa per raccontarmi una cosa. Iniziò il discorso stranamente. Mi disse “Lo sai che non ho mai ricevuto un regalo da qualcuno?” All’inizio lo guardai confusa, poi lui continuò. Mi disse che non aveva mai avuto un amico. Perché? Perché sua madre morì quando lui nacque. Suo padre, che era molto distante da lui, lo mandava a scuola senza sapere che lì tutti lo trattavano come un essere sovrannaturale, dandogli la colpa della morte della donna più bella e simpatica del paese. Lei (la madre) aveva lunghi capelli neri e gli occhi color malva. Molto rari, che per sfortuna Chris non prese. (Però anche i suoi.. *o*) L’ultima cosa che la madre disse fu “Hai dei bellissimi occhi.” Poi si addormentò. Comunque. Le madri degli altri bambini cercavano di tenerlo il più lontano possibile da loro e dai propri figli. Le maestre, quando si facevano attività in gruppo, lo escludevano, lasciandolo da solo in un angolo, mettendolo in castigo per motivi inutili, come aver raccolto la gomma di qualcun altro da terra. Era sempre solo. Mi disse anche che una volta si infatuò di una ragazza perché quella, dopo che ci fu una rissa, lo aiutò ad alzarsi da terra e lo medicò. Ma poi lei si trasferì altrove perché la mamma non poteva sopportare che sua figlia parlasse con un bambino orribile e maledetto.
Poi iniziò il vero incubo. Suo padre si risposò con una donna antipatica e che aveva già un figlio: Nicola. Dato che Chris rimaneva sempre solo, Nicola lo scocciava continuamente e lo picchiava molte volte. Così Chris cominciò a picchiare tutti quelli che lo scocciavano.  Alla fine del discorso mi ringraziò e se ne andò.
Rimasi immobile e mi accorsi che Chris aveva messo un pacchetto giallo sulle mie mani. Mi disse che non sapeva cos’altro regalarmi. Il suo non lo aveva ancora aperto di regalo. Gli chiesi il perché e lui mi rispose che si vergognava. Io aprii il mio e ci trovai una collanina con un ciondolo a forma di cuore. Sorrisi e ringraziai, poi gli chiesi di mettermi la collana. Mi girai verso di lui e spostai i capelli in avanti. Agganciò la collana e gli dissi di aprire il suo regalo. Mi girai e lui lo scartò. Era una maglietta a maniche corte con sotto delle maniche lunghe (non so come spiegarlo). La maglietta sopra era verde, mentre le maniche lunghe erano bianche. Rimase stupito e mi ringraziò. Si avvicinò a me e mi chiese se mi ero mai innamorata di qualcuno.
A “Ma che c’entra?”
Ch “Tu rispondimi.”
Ci pensai un po’ su, poi risposi di no. Mi chiese se quando restavo con lui, da sola, mi sentivo strana ed io risposi “un po’..”. Poi mi sorrise e disse che era ora di andare a dormire.

Il giorno di capodanno si avvicinò velocemente e cominciai ad uscire sempre più spesso (andavamo solo al bar e passeggiavamo) con Chris. Mi chiese se era l’ultimo dell’anno ed io risposi di si. Guardò lontano, nell’orizzonte (AHAHAHA) ed io mi misi a ridere per la faccia che fece. Si rigirò verso di me e mi chiese il perché di tanta ilarità. Io gli risposi che era buffo e tornammo a casa. Al gracchiò ed io andai a preparare la cena. Chiesi a Chris che cosa voleva e lui rispose sottovoce “sembriamo quasi sposati..” Gli urlai di rispondermi e lui disse “NON LO SO, FAI TU.” Cominciai a cucinare a alle 20:30 fu tutto pronto. Misi in tavola in cibo e Chris si sedette, e così feci anche io. Lui dopo un po’ si alzò e prese della birra. Gli chiesi che se ne faceva e mi chiese se ne avevo mai assaggiato. Gli risposi negativamente, così mi riempì il bicchiere. Gli ricordai che ero minorenne, ma intanto aveva riempito a metà il suo bicchiere. Mi disse di mandare tutto giù velocemente e così feci. Presi il bicchiere titubante e bevetti tutto in una volta. Poggiai il bicchiere sul tavolo e gli urlai “ANCORA!” Così, bicchiere dopo l’altro, mi ubriacai.
-
CHRIS -
Finì di mangiare e si appoggiò al tavolo. Mi chiese sottovoce come mi sembrava.
Ch “Eh?”
A “Sono orribile. Una persona orribile.” La guardai confuso, cercando di capire il perché di quelle parole. Alzò lo sguardo e mi guardò tipo cane bastonato. Mi disse di voler vedere le stelle. Così si alzò e mi alzai anche io, aiutandola ad andare in balcone. Si poggiò sulla ringhiera e guardò su. Sospirò un “che bello” poi tornammo dentro.
Inciampò e cademmo tutti e due sul divano. I nostri visi a pochi centimetri di distanza.
Mi avvicinai a lei e poggiai le mie labbra sulle sue. Aspettai la sua reazione e quando socchiuse le labbra decisi che non potevo trattenermi. La baciai delicatamente e piano piano chiuse gli occhi. Si staccò un po’ da me e disse “Se devi farlo.. non farmi del male..”. Poi si addormentò.

- ALYSSA -
Il 1° gennaio. Mi svegliai aprendo lentamente gli occhi. Avevano suonato al campanello. Mi alzai e Chris mi chiese dove stavo andando. Avevo dormito con Chris? Perché avevo una sensazione strana sulle labbra? Lui mi seguì fino alla porta, la aprii e Brad mi diede gli auguri. Gli chiesi che ci faceva lì e quando vide Chris, si spaventò. Mi chiese subito delle spiegazioni ed io gli chiusi la porta in faccia. Chris si avvicinò a me ed io mi appoggiai al muro, ancora assonnata. Mi chiese se ricordavo qualcosa della sera prima ed io risposi di no. Si avvicinò a me, al mio orecchio e mi sussurrò “ti amo.”. Io mi sentii avvampare, ero arrossita.
A “C-che..” Mi baciò. Era la prima volta che sentivo dire qualcosa del genere a me. Mi staccai da lui e sorrisi.
A “S-senti.. anche tu mi piaci.. ma..”
Ch “Posso aspettare quanto ti pare! Io.. io..” Mi sorrise e mi abbracciò, poi mi sussurrò ancora una volta quelle dolci parole “..ti amo.”

 

 

- Angolo dell’autrice -
Eeeeeeeccoci qua, alla fine, miei cari lettori (?). Ho scritto solo 4 capitoli perché ho in mente una storia nuova. Dannata mente, io volevo fare la storia più lunga T.T Comunque potete “finirla” come più vi pare a voi. Insomma, è un finale “libero”. Potete anche pensare che vengono travolti da un camion al loro primo vero appuntamento o che il fratello si incazza e uccide tutti. Beh, qua finisce tutto. Emh.. grazie per avere seguito la storia, è la prima che scrivo completamente su questo sito, quindi è stato un record (?) Ringrazio anche Yuki25 che mi ha aiutata a correggere gli errori e che soprattutto mi ha rotto continuamente le scatole dicendo che si era commossa per “Ally”. Ora ho finito seriamente, alla prossima (Se ci sarà una prossima volta.)

  
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