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Autore: Botan    28/09/2007    4 recensioni
Uno strano sogno farà capolino nella vita di Kouji Minamoto, un tempo guerriero della luce. Cosa si nasconde dietro tutto ciò? Il destino dovrà compiersi nuovamente? I ragazzi si ritroveranno a riprendere una partita conclusa cinque anni fa in un mondo a loro caro. Ora tocca a te inserire una moneta. Che abbia inizio il gioco!
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takuya Kanbara | Coppie: Izumi Orimoto/Zoe, Junpei Shibayama/JP, Kouichi Kimura/Koichi, Kouji Minamoto/Koji, Tomoki Himi/Tommy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Takuya

                                                            Capitolo 16

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- Takuya! Izumi! – esclamò Tomoki vedendo giungere i due compagni nella sala.

 

Pochi istanti subito dopo, dalla porta principale entrò Kouji, con un evidente fiatone.

 

- A quanto pare, hai avuto più fortuna di me Takuya…- disse parlando affannosamente. - Ho fatto il giro del castello due volte… Se mi avessi avvertito prima, mi sarei risparmiato altra fatica…- parlottò sbuffando mentre si toglieva la bandana per passarsi una mano tra i capelli un po’ inumiditi dal sudore.

 

- Già, è vero!- ribatté Takuya spiaccicandosi una mano sulla fronte- Accidenti nella fretta l’ho completamente dimenticato…! Sai come sono fatto… Perdonami ti prego!- replicò con mani congiunte.

 

Kouji sospirò, poi passò rapidamente lo sguardo su Izumi.

La ragazza gli apparve silenziosa. Decisamente troppo per una come lei.

I suoi occhi fissavano il pavimento, quasi intimoriti di guardarsi attorno.

 

- Izumi…scusa per prima. Il mio comportamento non è stato certo dei migliori, ho agito senza riflettere, perdonami.- disse il Digiprescelto della luce.

 

La biondina annuì, abbozzando un sorriso come cenno di risposta, subito dopo però, reclinò ancora una volta lo sguardo al suolo.

Quanto successo nei sotterranei, le aveva portato scompiglio, investendola di un forte imbarazzo al tempo stesso.

Il suo migliore amico, da tre anni era innamorato di lei.

Impossibile crederci!

Una verità difficile da mandare giù.

E lei stessa, in tutto questo tempo non si era accorta di nulla.

-“Sono una stupida!” Pensò sentendosi sempre di più a disagio.

 

Ma adesso? Cosa sarebbe successo in futuro? La loro amicizia si sarebbe inclinata? Il loro rapporto così bello e cristallino avrebbe smesso di esistere? E Takuya, dopo la dichiarazione come si sarebbe comportato?

Mille domande vacillarono nella sua testa, senza però trovare sbocco.

 

Mentre il guerriero del fuoco? Com’era il suo stato d’animo? Sicuramente non roseo!

Furono attimi duri per lui, aveva sbagliato a rivelarle quello che da troppo tempo teneva racchiuso nel suo cuore?

Quel maledetto istinto che contrassegnava il suo carattere lo aveva tradito, portandolo in quell’aborrita situazione.

Cosa sarebbe successo in futuro? La loro amicizia si sarebbe inclinata? E Izumi, dopo quanto accaduto come si sarebbe comportata?

Mille domande ondeggiarono nella sua testa, senza saperlo, le stesse della compagna.

Entrambi sprofondarono nelle medesime paure, senza riuscire a venirne fuori. 

 

Nessuno dei due trovò il coraggio di parlare, nemmeno una parola che accennasse a quei minuti trascorsi nei sotterranei.

Nulla.

Proseguirono verso il largo dello stanzone, stando attenti affinché i loro occhi non si incrociassero.

Kouji li fissò tacitamente. Quello strano comportamento era la prova tangibile di qualche problema, questa volta non un litigio, nei loro sguardi si leggeva imbarazzo e timidezza, non amarezza e irritazione come tante altre volte.

 

Il loro amico scosse pienamente il capo. La priorità assoluta rimaneva pur sempre Kouichi.

- Il tempo è tiranno!- esclamò a gran voce. – Ophanimon, dicci dove si trova mio fratello, non possiamo perdere tempo!

 

L’angelo fece radunare i ragazzi attorno a sé, stringendo tra le mani un minuscolo scrigno dall’effigie di diamanti, raccolto poco prima da un armadietto chiuso a chiave.

 

- Kouichi e i suoi alleati sono partiti da poco. Una fonte sicura mi ha avvertito pochi istanti fa. Intendono raggiungere il Gate of the Spirit al centro di Digiworld, il punto più mistico del sistema, dove nella profondità di quel terreno vi è imprigionata l’anima di Lucemon. Tra meno di un paio d’ore saranno li, e se lui non verrà fermato, l’angelo del male rinascerà più forte di prima!-  scandì il suono della sua voce imperiosa.

 

- Allora partiamo all’istante! – dichiarò Takuya controllando se lo zaino fosse apposto per il viaggio.

 

- Anche correndo, non arrivereste mai in tempo. Quel settore è molto distante dal mio castello, impieghereste il doppio. – proferì ancora una volta l’angelo celeste.

 

- Ma allora come facciamo? Dobbiamo impedire che Lucemon rinasca! Noi siamo qui per difendere questo mondo! – vociò il guerriero delle fiamme divorato dall’impazienza.

 

Ophanimon sorrise alle sue parole, dopodichè voltò di spalle, avviandosi al di fuori del salone. – Seguitemi Digiprescelti! – disse camminando a passo svelto.

 

Junpei caricò il pesante zaino sulle sue robuste spalle, unendosi agli altri.

I prescelti seguirono la creatura dall’armatura acquamarina, che li condusse nella biblioteca principale del castello.

Rivedere tutti quei cumuli di libri, provocò nei confronti di Takuya e Izumi, un forte stato di difficoltà, che per un’attimo gli fece ricordare quel bacio. Le loro fronti iniziarono a bollire quando Takuya, voltatosi per errore nella direzione della compagna, incrociò i suoi occhi.

L’emozione di Izumi salì rapidamente, s’irrigidì maldestramente, provando una forte percezione di impaccio.  

Sensazione che però, venne presto interrotta da un crocchiante scricchiolio. Ophanimon, toccando un finto libro posto sul primo di una lunga serie di scaffali che circondavano la stanza, azionò un meccanismo che provocò l’apertura perentoria della parete affianco.

Dei cardini arrugginiti e ben nascosti, produssero un flebile rumore gracchiante.

Il rumore cessò dopo che la soglia del passaggio segreto, diventò completamente accessibile.   

I giovani aguzzarono la vista nel buio, rendendosi conto di trovarsi davanti ad una galleria.

Kouji si avviò di qualche passo, protese un braccio in avanti toccando un muro di pietra fredda e bagnata.

La prima cosa che percepì, fu il pungente odore di muffa, che gli raggiunse presto le narici, fino a fargli lacrimare gli occhi per il forte olezzo.

-Bleah!- disse disgustato.

 

- Wow! Che forza! Un passaggio segreto come nei film di fantascienza! – fece Tomoki entusiasta della scoperta.

 

- Non uso questo passaggio da anni, potrebbero esserci delle piccole pozzanghere causate dalla forte umidità, e le luci danneggiate dal bagnato – dichiarò l’angelo restando sulla soglia del varco e consegnando nelle mani di Izumi un piccolo sacchetto di tessuto amaranto - Prendete. Qui dentro troverete un paio di torce e i lasciapassare.

 

- Lasciapassare? – Kouji incurvò la fronte, perplesso.- Cosa c’è qui sotto?- formulò aizzando un dito verso la galleria.

 

- Anche Digievolvendo non potreste mai arrivare per tempo, imboccate la galleria e alla fine di essa troverete un unico binario ferroviario. Li vi attenderà un Trailmon, mostrategli i pass contenuti nel sacchetto e vi porterà a destinazione. Con un po’ di fortuna dovreste giungere prima dell’arrivo di Kouichi, in caso contrario, Seraphimon e Cherubimon faranno del tutto per ritardare il suo ingresso al nucleo.- rispose il Digimon. Poi aggiunse-  Un’ultima cosa, in questo scrigno sono racchiuse le quattro essenze digitali di Grottomon Arbormon Ranamon e Mercuremon. Vi serviranno per compiere l’Hyper Evolution qualora ne avreste bisogno. – e consegnò il cofanetto nelle mani di Takuya.

 

- Grazie di tutto Ophanimon! Non temere per Digiworld, anche questa volta lo difenderemo come in passato! – scandì il ragazzo stringendo a sé il bauletto.

 

- Ricordate però che il nemico da fronteggiare sarà diverso da quello combattuto cinque anni fa. Se Lucemon rinascerà, la sua potenza distruttiva grazie al nutrimento della chiave oscura racchiusa nel corpo di Kouichi, sarà aumentata del doppio! Perciò è di vitale importanza che voi prestiate la massima attenzione. Comunque, se la situazione dovesse avviarsi ad una piega diversa, giungerà un aiuto inaspettato che vi darà appoggio. Adesso andati, Digiprescelti!

Ophanimon si distaccò dall’uscio permettendo ai cinque giovane e alle due creaturine di accedere all’imbocco.

- Quale aiuto inaspettato? – dissero Takuya e Kouji all’unisono.

Il muro della parete si richiuse producendo lo stesso suono gracchiante, la figura della creatura celeste scomparve poco a poco mentre i ragazzi dovettero accontentarsi di quelle poche risposte.

Avanzarono a passo moderato. Poi Kouji, nuovamente girò il capo di scatto in direzione dell’entrata, quasi volesse richiamare Ophanimon per chiederle qualcosa.

 

La galleria era appena sufficiente da consentire il passaggio in larghezza di due persone, Junpei e Tomoki, i primi a comandare la fila, reggevano le due torce, le luci del condotto infatti erano per la maggior parte fuori uso, ricoperte da un folto strato di muschio verde, così come le pareti.

Fecero incrociare le luci della pila sul pavimento, dove al contatto del raggio, luccicarono piccole pozzanghere.

Takuya, poco distante da loro, portava al suo fianco il piccolo Neemon, che continuava a fissarsi intorno con stupore.

Izumi e Bokomon, dietro, mentre in ultimo, il giovane Minamoto a chiudere la fila.

 

Quest’ultimo avrebbe voluto chiedere ad Ophanimon qualcosa in più sull’Abisso delle Anime Perdute, quel posto così spaventoso e misterioso. Voleva informazioni al riguardo, e in quel momento Bokomon sembrò l’unico a cui domandare.

- Bokomon- pronunciò avvicinandosi al Digimon. Quest’ultimo però sembrò non udire il suo richiamo e continuò la traversata al fianco della giovane.

Kouji scosse il capo sommessamente. Ricordandosi della reazione che al piccolo Digimon creava il sentir nominare quel luogo, quindi scelse di tacere. Era quasi sicuro che alla fine ne avrebbe ancora sentito parlare.

 

L’aria della galleria era decisamente più fredda rispetto alla sala sovrastante.

 

- Brrrrr- fece Izumi strofinandosi le braccia con le mani- Si gela qui sotto!

 

Takuya per un attimo si scosse.

Un impulso immediato lo fece fermare. Senza pensarci due volte, abbassò la lunga zip della felpa, togliendosela di scatto. Rallentò il passo di proposito per poi affiancarsi alla ragazza.

Izumi si vide spuntare un piccolo fagotto rosso proprio sotto il mento. Scostò lo sguardo in direzione laterale.

 

- Ehi…ma…- pronunciò appena, con interdetto.

 

- Le giacchette delle divise femminili sono sempre leggere… la mia felpa di sicuro di terrà più caldo. Io non ne ho bisogno, l’umidità di questo posto fa al caso mio per raffreddarmi un po’, sono troppo accaldato. – dichiarò lui, stando attendo a non rivolgerle lo sguardo.

 

La biondina prese a sé la felpa rossa, poggiandola sulle spalle.

- E’…è vero…è calda…grazie -formulò schiarendosi la gola con un colpo di tosse.

 

- AAAH!!! Junpei!! Non fare il cretino!!- Tomoki urlò di scatto aizzandosi contro il compagno.

Izumi e Takuya si desteranno dall’attimo di imbarazzo, puntando l’attenzione sui due capifila.

 

- Che vi prende a voi due, eh?- domandò Takuya, lasciando Izumi alle sue spalle.

 

- Io niente!! Chiedilo a Junpei che mi ha abbagliato con la sua torcia!! – brontolò il ragazzo stropicciandosi gli occhi.

 

- Eh dai Tomo-kun! Scherzavo! L’aria qui sotto è gia irrespirabile, volevo spezzare questi momenti cercando un po’ di distrarti!- rispose il ragazzone, con un sorriso.

Takuya sospirò.

- Forse questa volta Junpei ha ragione…- pronunciò, spingendo in seguito le spalle dell’aitante giovane.- Piuttosto affrettate il passo, manca ancora molto?- domandò.

 

Tomoki saettò la torcia verso le profondità del tunnel, illuminando uno scorcio.

- Mmh…direi di no…quella deve essere l’uscita.- disse puntando il fascio in avanti.

 

I cinque proseguirono ad andatura ritmata dagli squaaash delle piccole pozzanghere che finivano sotto le loro scarpe.

 

Kouji infilò le mani nelle tasche dei jeans per cercare un po’ di calore.

Più si allontanavano e più la temperatura di quel posto calava giù.

Arrivati alla fine, le pareti sembrarono stringersi e, inevitabilmente, Tomoki e Junpei rimasero per brevi istanti incastrati tra le mura umide. Si staccarono in poco tempo con un piccolo gesto di svincolamento da parte del guerriero del ghiaccio, arrivando così all’uscita.

Quest’ultima, apparve ancora più ristretta da consentire il passaggio uno per volta.

Il primo a venirne fuori fu Junpei, seguito a spintoni da Tomoki che non vedeva l’ora di respirare aria meno stantia.

Venne presto il turno di Takuya e Izumi, i giovani avanzarono all’unisono spostando entrambi le gambe in avanti. Fu un attimo di contatto, e in pochi gesti i loro volti si toccarono appena. I loro occhi s’ incontrarono, incapaci di evitarsi. I cuori sussultarono come saltellando, e i due respiri si incontrarono.     

Takuya girò di lato la testa, per evitare ulteriori contatti. Arretrò.

 

- Passa tu.- disse con lo sguardo rivolto alle pareti.

Izumi assenti con un cenno timido del capo, e varcò l’uscita.

Bokomon e Neemon la seguirono subito dopo, stanchi di quel posto.

- Prego!- disse Takuya, scherzosamente, rivolgendosi all’intirizzito Kouji.

Lui sembrò non gradire, ed annottò leggermente il viso guardandolo di sottecchi.

 

Tutti fuori, Tomoki emanò un lungo respiro, gonfiando la pancia come un palloncino.

Il nuovo ambiente era decisamente più grande, proprio come la quantità d’aria, più pulita e fresca.

Non c’era abbastanza luce, ma i ragazzi spensero lo stesso le due torce mettendole via.

 

- Guardate!- pronunciò il padrone del ghiaccio alzando un dito in avanti.

 

I ragazzi lo seguirono, scoprendo una grossa locomotiva situata a meno di dieci metri da loro.

Le carrozze erano molto lunghe e interamente dorate, con i vetri dei finestrini così limpidi da sembrare puro cristallo. Sulle portiere, stampati a caratteri grandi, vi erano impresse delle ali racchiuse in un sottile cerchio. Le ruote invece, erano di un metallo assai robusto, ben piantate ai binari che si estendevano fino a raggiungere una galleria e scomparire nel buio.

 

Si avviarono verso l’imponente macchina a passo svelto ma una voce dal nulla li bloccò.

 

- Alt! Fermi! Non avvicinatevi! Farsi riconoscere!

 

- Chi…chi ha parlato?- tuonò Takuya guardandosi intorno con trepidazione.

 

- Come sarebbe a dire? Io! Il Trailmon ufficiale dei tre cavalieri angelici! Run Sapphire! - esclamò il treno d’orato, accendendo le luci delle sue carrozze per accompagnare il suo altezzoso nome – Voi piuttosto, chi siete e cosa fate in questo posto? Come siete arrivati qui? E’ buona norma presentarsi…ma i giovani di oggi purtroppo hanno altre abitudini! Aaah…!- sospirò infine con voce rauca.

 

- Ci scusi! Noi siamo i ragazzi che incarnano lo spirito dei leggendari guerrieri e ci…

 

- HA HA HA AH!!! HE HE HEEHHEHEH AH AH!- La fragorosa risata del Trailmon spezzò le parole di Takuya che corrugò la fronte un po’ irritato.

 

- Ah! Abbiamo i pass!-  Izumi aprì il sacchetto color amaranto donatole da Ophanimon, sbirciò al suo interno per cercare le tesserine e le raccolse con la mano. – Ecco! Vede? Ci manda Ophanimon!- dichiarò avvicinando i cinque rettangolini davanti al muso della locomotiva parlante che sgranò di colpo i suoi grandi occhi cerulei.

 

- Oooh!!!- proferì con smisurato sbalordimento- Vogliate scusarmi per aver riso della vostra parola! Non credevo che dei ragazzini potessero essere i mistici cavalieri leggendari!

 

- Già…-parlottò Takuya un po’ spazientito- Beh, visto che ci siamo presentati, abbiamo una certa fretta… Ophanimon ha detto che ci avresti portati in qualsiasi posto ti avremmo chiesto, e siccome si tratta di un’emergenza piuttosto grave, ti dispiacerebbe farci salire? – aggiunse senza tante prefazioni.

 

- Ma certo! In questo caso cambia tutto! Prego accomodatevi!- Run Sapphire spalancò in un soffio la portiera d’accesso alle carrozze, e in un lampo il motore cominciò a rombare.

     

Uno alla volta, i ragazzi salirono sul possente Trailmon, rimanendone impressionati.

L’interno delle carrozze, era una miriade di eleganza e raffinatezza, unita ad un confort delle poltrone, imparagonabile a qualsiasi treno di lusso. Tomoki si lanciò di getto su uno dei tanti sedili, testandone l’estrema morbidezza.

 

- Aaah com’è soffice! E com’è liscio il rivestimento! Sembra la pelle di una pesca! – esclamò strofinando la guancia sulla morbida spalliera fatta di velluto.

 

- Si… niente male… Mi chiedo se in velocità sia altrettanto spettacolare…- disse Kouji un po’ scettico.

 

- E’ ovvio! – Tuonò improvvisa la voce di Run Sapphire da una delle casse posizionate in alto- Metti in dubbio le mie qualità? Ho un motore in grado di raggiungere una velocità di oltre 320 km/h! Non sono mica una locomotiva a vapore! Dimmi la tappa e allora vedrai chi è veramente Run Sapphire! Non per nulla sono il Trailmon dei guardiani celesti!

 

- Il centro di Digiworld. E’ lì che dobbiamo andare. Dobbiamo raggiungere il nucleo, e di massima urgenza!- rispose prontamente Takuya.

 

- D’accordo!!! Allora prendete posto e reggetevi forte! Il giro è lungo, perciò mettevi comodi, lo dico soprattutto per la signorina! Mettiti comoda tesoro! – enunciò il Digimon mostrando una voce altamente affascinante.

 

- Eeh…si…si…- Izumi sorrise forzatamente un po’ arrossata, prendendo posto accanto alla finestra.

 

- Ci mancava solo il treno playboy adesso…- parlottò Takuya mentre con un vigoroso sbadiglio, aprì la porta del vagone successivo – Vado a schiacciare un pisolino…ho dormito poco. – annunciò svogliatamente chiudendo la soglia alle sue spalle.

Izumi lo fissò di nascosto.  

Kouji annuì con il capo augurandogli un buon riposo, mentre Junpei e Tomoki litigavano su dove sistemare il pesante zaino, senza curarsi dei compagni.

 

Il padrone della luce si adagiò di fronte alla ragazza, distendendo le spalle sullo schienale imbottito.

- Però…morbido…!- enfatizzò facendo sprofondare la testa sullo schienale imbottito.

 

- Già… – rispose Izumi alzando gli occhi al soffitto per ammirare lo splendore dei particolari rivestimenti. Lo sguardo le finì sulla porta di fronte. Takuya era lì dentro.

La luce di entusiasmo apparsale negli occhi allo spuntare della splendida carrozza, diminuì di colpo, dissipandosi.

Abbassò il capo, stringendo nel pugno delle sue mani, i lembi della gonna.

 

Il fischio stridente del treno annunciò la partenza, le ruote cominciarono a muoversi lentamente, poi la marcia accelerò, sempre più veloce, fino a ché il pesante mezzo non si lanciò completamente.

 

Il mezzo viaggiava ad una velocità davvero impressionante, nonostante questo, i vagoni restavano perfettamente stabili, senza oscillazioni.

 

- Se ho fatto bene i calcoli, con questo ritmo nel giro di un paio d’ore dovremmo essere lì!- dichiarò Junpei scarabocchiando numeri su un pezzo di carta.

 

- Ne sei proprio convinto? Allora com’è che i miei risultano diversi? Arriveremo tra tre ore!- puntualizzò Tomoki mostrandogli un’altrettanto foglio di carta pieno di numeri.   

    

- E’ una sfida? Bene, allora preparati a perdere, quando saremo lì tra esattamente due ore, vorrò proprio vedere la tua faccia che smorfia farà! Chi perde porta lo zaino, ci stai?- disse Junpei  stendendo una mano.

 

- Ci sto! Tanto non ho nulla da perdere dato che sarai tu ad averne!- batté il ragazzino stringendo la mano al compagno.

 

Kouji limitò a guardare, stizzito. Poi, l’attenzione dei suoi occhi cadde sul volto di Izumi.

Se ne stava in silenzio con lo sguardo perso nei vetri del finestrino. Il palmo della mano poggiato sul basso del mento, con le dita sparse sulla guancia.

 

- C’è qualcosa che ti preoccupa? – le domandò il giovane senza ottenere risposta.

 

Era così assorta nei mille pensieri che le affollavano la testa, da non curarsi di nulla.

Nella mente le apparve l’immagine dei sotterranei. La stanza, i cumuli di libri, tutto le sembrò reale.

Perfino la sensazione della sua schiena pressata a quella porta di legname gelido, le ritornò.

Tutto come se quel bacio fosse successo un attimo fa.

Pensò a breve ai suoi compagni che alla fine si sarebbero resi conto del suo inspiegabile comportamento.

 

Una luce prodotta da una serie di fari esterni e riflessasi sul vetro del finestrino, le distolse l’attenzione da quel vuoto che continuava a fissare, e, specchiandosi in quella lastra, si rese conto di indossare ancora la felpa rossa prestatale da Takuya.

Abbassò gli occhi su di essa, avvicinando le mani al caldo tessuto. Il Trailmon era ben riscaldato, così, sfilandola dalle spalle, la rigirò tra le dita, piegandola accuratamente.

 

Fece per alzarsi dal sedile con la ferma intenzione di riconsegnarla al suo proprietario, ma tuttavia morsicandosi il labbro inferiore, ebbe un attimo di tentennamento.

E se Takuya non avesse gradito la sua presenza? Però infondo perché non doveva farlo? A conti fatti era lui a doversi sentire più in colpa dopo quel bacio. Se c’era una persona adirata, quella doveva essere Izumi! Aveva tutto il diritto di odiarlo per averle rubato il suo primo bacio! Eppure, la ragazza non provò nessuno di questi sentimenti negativi. Solo una profonda paura. Paura derivata dal fatto di perdere il rapporto costruito con quel ragazzo tanto testardo quanto amabile proprio per i suoi modi.

Ma lei, era innamorata di Kouji…o forse no? In effetti non aveva detto granché a riguardo.

Tutte le emozioni, i sentimenti, le certezze, tutto le parve confuso, disfatto, come uno specchio montato al contrario, senza riflettere ciò che veramente le pulsava il cuore.

 

Socchiuse gli occhi, sospirando silenziosamente rilasciò le gambe, accomodandosi di nuovo.

Kouji la fissò ancora una volta.

 

E questa volta però, decise di esprimersi come solo lui era capace di fare.

 

- Ha il sonno pesante quello lì, e poi sono certo che anche se dovesse svegliarsi, non sarà infastidito dalla tua presenza. - esclamò abbozzando un sorriso. Aveva capito che il problema di quello strano atteggiamento della compagna, era legato in qualche modo al giovane guerriero del fuoco. Nonostante tutto, preferì ugualmente non aggiungere altro lasciando a lei la decisione di agire.

 

La biondina alzò il capo, un po’ intimorita ma confortata da quelle parole. Prima che la situazione sarebbe peggiorata, capì di porre un freno all’inevitabile declino. Dopotutto lei e Takuya non riuscivano a stare per un periodo di tempo assai lungo, senza rivolgersi reciprocamente la parola.

 

Annuì con la testa, stringendosi tra le dita la calda maglia. Si alzò sorridendo.

Si, Kouji aveva ragione. Così, arrivò all’entrata della carrozza successiva.

Fissò la maniglia, con interdetto. Poi la spinse in avanti.

Buttò una sbirciatina al suo interno.

L’ambiente era simile all’altro, stesso tipo di arredamento, compresa anche la tappezzeria color zaffiro. Fatta eccezione per i sedili, più grandi da permetterne il riposo stando anche distesi.

Entrò silenziosamente in punta di piedi.

I piccoli tacchi delle scarpe, adagiati lentamente al pavimento, si azzittirono provocando un sordo rumore.

Avanzò con lentezza, gettando il capo in direzioni laterali, per trovare il ragazzo.

Percorse un altro paio di metri, e, in uno degli ultimi posti, scorse dei piccoli ciuffi color caffé spuntare dal bordo di una poltrona.

Il cuore ebbe un palpito.

Si avvicinò ulteriormente, arrivando alla penultima fila di sedili.

Takuya era rannicchiato su uni di essi, il braccio destro pendeva dal seggiolino, fino a poggiarsi al suolo. La mano sinistra, invece, se ne stava sulla pancia, barcollando lievemente per via del respiro che la spingeva su e giù. La bocca semi aperta, e un ciuffo di capelli adagiato sulle labbra, gli regalavano un’aria più tenera, quasi come un bambino in cerca di protezione.

Il palpito di Izumi accelerò follemente provocando un forte ticchettio non appena i suoi occhi incrociarono quell’espressione.

Takuya era molto cambiato dai tempi dell’adolescenza. Il suo viso aveva assunto un’aria più matura, più lineare più…affascinate?

La Digiprescelta si fermò a riflettere.

E se la cotta per Kouji fosse soltanto un espediente? 

 

Questo quesito così improvviso, gli sfiorò la mente fino a rimanerle stampato.

 

Il ragazzo con la bandana le piaceva, ma fino a che punto?

Fino a poco tempo fa, non faceva altro che pensare a lui, al suo carattere al suo modo di comportarsi, e al suo sorriso. Lo stesso di Takuya.

 

Stava mentendo a se stessa.

Questa fu la sola spiegazione.

Chiuse gli occhi istintivamente.

Ritornò indietro con i ricordi. Tre anni per l’esattezza.

 

                                                              

                                                                **********

 

 

- Izumi, hai saputo la novità? Kanako ha chiesto un appuntamento al tuo amico…com’è che si chiama? Kanbara?

 

- Takuya?- disse Izumi a voce sorpresa.

 

- Si esatto! Pensa, ci sono tante ragazze che sbavano per lui nelle classi affianco, e la nostra Kanako è riuscita a strappargli un appuntamento! Chissà che combinerete, eh?!- espresse con una punta di malizia mentre ticchettava il fianco di Kanako stessa, con il gomito.  

 

- Aah Chiaki!! Smettila smettila!- fece la ragazza, tappando la bocca alla compagna repentinamente.

 

Izumi piegò il capo in avanti, tossicchiando appena.

 

- E…- la voce le si spezzò in gola, tossicchiò ancora una volta per scaricare la tensione, poi riprese- E dove andate di bello?- chiese sforzando di sorridere.

 

- Andremo solo a fare una passeggiata nel parco… stavo chiedendo ad una mia amica di andare a vedere la fioritura di ciliegi, non so perché ma Kanbara si è subito offerto di accompagnarmi… è strano, di solito esce solo con i suoi amici, e non ha tante amicizie femminili, a parte te… ho avuto proprio fortuna!

 

Izumi smise per un attimo di respirare, quasi bloccata.

Un nodo al centro dello stomaco chiedeva quasi di gettarsi fuori, poggiò le mani sulla pancia come volesse contenerlo.

 

- Anche tu Orimoto ci vai, vero? Ho visto te e Sakichi ieri mattina che parlavate nel corridoio e… non volendo vi ho sentiti parlare… sai, le mura scolastiche rimbombano…!  Ahhh…- sospirò la giovane amica poggiandosi le mani sulle guance- Come ti invidio! Sakichi Ito è uno dei ragazzi più popolari del Daijimoto! Cosa darei per uscire con lui…!!!

 

- Prima Kanbara e poi Ito…! Aaah ma perché tutti i ragazzi più belli ti stanno dietro?!!- disse l’altra compagna gonfiando le guance.

 

La biondina, con sguardo tremante, non riuscì a reprimere la stizza, il grosso senso di malinconia si tramutò in qualcosa di più profondo, aggrottò la fronte agguantando lo zaino violentemente e con polso oscillante.

- La fioritura di ciliegi, eh?!! STUPIDO!! – rintronò la sua voce visibilmente seccata, mentre voltando di spalle si apprestò ad uscire dalla classe con aria furente, come un tornado.

 

- Izumi…?! Ehi?! Ma che le prende?!- pronunciò Chiaki storcendo di poco le labbra.

 

- Ma non doveva andarci con Kanbara, come gli altri anni?- aggiunse un’altra compagna.- Sei sicura che ci vada con Sakichi? Non è che hai capito male…e che Kumiko in realtà ha detto una balla?? Come sempre d’altronde…

 

- Adesso ho capito tutto!!- scandì una terza ragazza del gruppetto sollevando il dito con aria alquanto saccente - Non è che lei e Kanbara hanno litigato? Se fosse così…allora è possibile che lui abbia invitato Kanako solo per fare un dispetto alla sua amata…che intreccio romantico! Sembra la storia di un manga! - asserì con occhi quasi estasiati, mentre la ragazza scelta da Takuya per la passeggiata al parco, annottò il viso sbuffando fortemente.- Non prendertela Kanako, vedrai che ti andrà bene la prossima volta! Se vuoi ti presento mio cugino…non sarà bello come Kanbara ma è single!

 

Il chiacchiericcio delle tre si accollò al suono degli altri studenti che si preparavano a lasciare l’aula.

 

Izumi avanzò a passo spedito tra i corridoi dell’edificio, scese le scale senza rendersi conto di aver urtato la spalla di qualcuno che, proprio come lei, mostrò un viso piuttosto crucciato.

 

- Fa più attenzione razza di imbeci…- sbraitò quel ragazzo voltando il capo. Ma qualcosa frenò le sue parole- I-Izumi…?!?!?- mugugnò l’ancor intontito Takuya.

 

- Ti auguro una buona “fioritura di ciliegi”!- disse con tono canzonatorio la ragazza, che andò via correndo, senza però prima avergli pestato un piede.

 

- AAAH! – protestò lui stringendosi in un mix di dolore. Poi si riprese- Cosa?! Ah si? Allora te lo auguro anche a te e a quel coso di nome Sakuchi Sakachi o come diavolo si chiama! Tsk!- rumoreggiò digrignando i denti.

 

- Kanbara non ti arrabbiare, la prossima volta andrà meglio! Sono donne, basta una parola dolce, una carezza, un gesto affettuoso e dopo cadranno ai tuoi piedi! È un metodo scientifico e provato da me che onestamente so vivere!- commentò un suo compagno passandosi una mano tra i capelli come fosse un acclamato divo della tv.  

 

- Se quella specie di maschio in gonnella me la chiami donna…allora affidati ad un buon oculista! A domani Kikuchi!! – replicò imbestialito, andando via.         

 

Le nuvole riempirono poco a poco il cielo di Shibuya, condensandosi.

Izumi camminava a passo veloce nonostante il forte vento continuasse a scompigliarle i capelli.

 

- Ci mancava anche la pioggia adesso…! – parlò sommessamente alzando lo sguardo al cielo.

Il suolo cominciò a riempirsi di piccole pozzanghere e il cielo di grandi lampi.

  

Con la divisa interamente zuppa e le braccia incrociate per riscaldarsi dal freddo di quella gelida giornata, continuò la sua marcia fino a che qualcosa di caldo la urtò.

 

Sollevò il capo in alto, un grande ombrello blu notte la riparava dalle numerose goccioline d’acqua, e una forte stretta le riscaldò la schiena.

 

- Potevi anche telefonarmi se volevo un “passaggio”…- dichiarò un moretto dai capelli lunghi.

 

- Ah Kouji, sei tu… non sapevo che avessi un ombrello...e poi non volevo disturbare…la tua ragazza si sarebbe insospettita…

 

Il giovane Minamoto sbuffò voltando lo sguardo altrove, quasi seccato.

- Miyama non è la mia ragazza, mi perseguita fin dalle elementari e per uno strano scherzo del destino continuiamo a capitare nella stessa classe…roba da non credere…- espresse rabbrividendo appena.

 

Anche Izumi rabbrividì, ma a differenza del compagno, si sentì gelare per il freddo.

I suoi vestiti erano bagnati, e la temperatura dell’aria non accennava a risalire.

 

Il taciturno ragazzo, senza parlare le appoggiò un braccio intorno al collo, tirandola a sé.

Izumi sussultò lievemente, sorpresa da quel gesto. Le guance, se prima apparvero pallide e imbiancate dal freddo, ripresero colore, intingendosi di rosso.

Si portò una mano in petto. Il cuore zampillava come un tamburo. Alzò gli occhi guardando segretamente Kouji.

Possedeva lo stesso profilo di Takuya, tanto che con quel suo modo di fare, gli parve quasi di vederlo.

Sorrise, rabbrividendo ancora. Questa volta non per il freddo, ma per qualcosa di ben più diverso.

 

                                                                

 

Fu da lì, che tutto ebbe inizio.

    

 

                                                                **********

 

 

Riaprì gli occhi impulsivamente così come li aveva chiusi.

Con timore, le dita calcarono inconsciamente sulla felpa.

Il tessuto raggrinzì sotto i polpastrelli, formando piccole pieghe.

Voleva bene a Kouji perché Kouji era come Takuya.

Anche se diversi esteriormente, le piccolezze che li univano, il modo di fare, la testardaggine, la continua voglia di mettersi in gioco, tutto ciò li rendeva molto simili, però, il giovane guerriero del fuoco possedeva una marcia in più che nessun altro avrebbe potuto eguagliare. Lui era Takuya. Non Kouji.

Izumi scrollò il capo, con il battito cardiaco giunto al massimo.   

Era entrata solo per riconsegnare la giacchetta, si sentì troppa paura per affrontare un argomento irto di ostacoli e scanalature complesse, perciò, mosse un altro passo in avanti, questa volta frettolosamente, e adagiò il fagotto rosso sul sedile di fianco a lui.

Il rumore dei tacchi stavolta fu più altisonante tanto che le palpebre di Takuya si spalancarono di colpo.

Izumi si bloccò lasciando cadere la felpa al pavimento. Chinò la schiena per raccoglierla così come fece Takuya buttandosi giù dal seggiolino.

  

Le loro mani si toccarono, per fuggevoli istanti.      

Proprio come ambedue non si resero conto di rivolgersi lo sguardo.

Arrossirono fugacemente.

Non fu facile per lei osservare quel luccichio color nocciola con la confusione rumorosa dei suoi sentimenti. Guardare il suo migliore amico negli occhi sapendo quali fossero le sue emozioni, le impedì di trattenere l’attenzione su quel volto.

 

- Volevo riportarti la felpa, scusa se ti ho svegliato, mi dispiace!- disse per tirarsi drasticamente dall’impaccio.

 

- N-no non fa niente, ti ringrazio ma potevi tenerla se hai ancora freddo…- le rispose Takuya con voce un po’ roca.

 

Izumi si alzò di scatto, negando con il capo si riportò in piedi. Takuya la seguì poco dopo.

- Adesso va meglio, sul Trailmon si sta bene, è riscaldato.- pronunciò con occhi puntati al pavimento, mentre il prescelto del fuoco la osservò timidamente dichiarando:

 

- Allora, perché stai tremando?

 

 

 

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