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Autore: Spregias    12/03/2013    1 recensioni
Nella famiglia Cavendish, l'invidia della gente, la ricchezza, la bellezza, le apparenze sono i "valori" che hanno sempre contato di più.
Quando Catherine si innamora di Jake, non conosce altro modo di relazionarsi se non trattare male e mostrare di essere superiore. Ma potrà lei cambiare o lui superare le avversità?
Harry è fidanzato ufficialmente con la ragazza perfetta, per gli altri ma non per lui.
Lui ama una prostituta, Blanca, che un giorno lo ama, l'altro lo odia e che gli provoca sensazioni stravolgenti.
*
"Pronto?" disse ansimante per la corsa, e con voce carica di aspettativa.
"Sono contento di sapere che ti..diciamo, faccio ansimare" rispose una voce gentile e ironica dall'altra parte del telefono, che la fece
bloccare sul posto, tremante di risentimento.
"Ma come ti permetti?" rispose piccata, quel giorno aveva un diavolo per capello e quel ragazzo la stava esasperando.
"Mi piace farti arrabbiare,sei divertente" rispose la voce calda di Jake dall'altra parte del telefono.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 5- BROKEN

 


Catherine osservava con molta attenzione la naturalezza con cui Jake si muoveva, il modo in cui camminava davanti a lei
e come ogni tanto si girasse per sorriderle, con molta semplicità. Catherine era molto affascinata dal modo di fare
di Jake, come se lui non dovesse rendere conto a nessuno, era una cosa nuova per lei.
Quel giorno indossava dei semplici jeans chiari, un paio di converse bianche un po' annerite, una maglietta blu e una felpa aperta
grigia. Era molto carino, inoltre aveva sempre quel buonissimo profumo che le piaceva da morire.
"Quanti anni hai, Jake?" chiese Catherine, incuriosita. Di certo non ne dimostrava molti, ma era più grande di lei, al 100%.
"Ne ho quasi venticinque! Sono vecchio ormai" disse sorridendole, e lei si sentì ancora più a suo agio.
"Io ne ho diciotto" rispose lei, come se tra loro non ci fossero sette anni di differenza, e forse in quel momento non c'erano davvero.
Lui la guardò attentamente e lei si sentì sotto esame.
"Sembri molto più vecchia" le disse perplesso, anche se avrebbe dovuto aspettarselo e da una parte ne fu intimamente sollevato.
Ancora doveva crescere, e forse si sarebbe scrollata di dosso quell'espressione di superiorità.
Lei gli fece una linguaccia, poi si guardò intorno. Erano in un bosco, fuori Londra, e tutto intorno a lei era verde.
"Oh, no. Non ho i vestiti adatti" si lagnò, non riuscendo ad evitare una profonda nota di irritazione.
Aveva indossato dei semplici vestiti, almeno per lei. Aveva un paio di pantaloni di jeans e degli stivaletti, e sopra indossava
una camicia rossa.
"Indossi sempre le camicie?" le chiese Jake, osservandola bene. Senza dubbio Catherine Cavendish era diversa da ogni singola ragazza
aristocratica. Era sì arrogante, viziate e snob, ma era anche dolce e simpatica. Lo intrigava.
"Sì, Jake" rispose lei, dando al suo nome un suono meraviglioso.
"Perchè?" le chiese ancora, curioso di saperne di più su quell'affascinante creatura.
"Sono eleganti. Io sono elegante, Jake" disse con un tono così serio che lui vi lesse dentro. Intendeva dire che non poteva non mostrarsi
elegante. Stava per dire che lui la capiva, quando lei parlò.
"Sai, Jake, menomale che tu non sei uno di quei noiosi aristocratici che incontro. Ne ho già tanti" disse, facendolo rimanere
di sasso. Come poteva adesso dire a Kate che era ricchissimo? Lui apparteneva alla famiglia dei Jones! Decise di tacere,
pur sapendo che era meglio parlare subito.
"Il tuo amico di ieri sera non è aristocratico?" le chiese, con un sorriso divertito in volto. Quella ragazza era pura contraddizione.
"Sì, lo è. E' bello, ricco, affascinante, simpatico.." iniziò ad elencargli i mille pregi di questo fantomatico ragazzo,
e Jake provò un moto di stizza. Che palle, era forse il ragazzo perfetto?
"Perchè non vi sposate?" chiese, con più acidità di quanta volesse.
Lei arrossì, cominciando a strappare erba dal prato e con lo sguardo basso.
"Perchè..io..cioè, mi piace ma non..come vorrei" disse, tenendo ancora gli occhi bassi.
"Io invece come sono?" le disse, avvicinandosi ancora di più a lei, che sobbalzò.
"Mi sento a mio agio con te" rispose lei, con una sincerità disarmante.
Jake si avvicinò ancora di più, sfiorandole la guancia con il naso. Lei arrossì e si irrigidì, restando immobile.
"Ehi" disse dolcemente Jake, e lei si girò a guardarlo, le loro bocche vicinissime. Jake poteva sentire il respiro delicato
di lei sulla propria pelle.
Lo squillo del cellulare lo fece sobbalzare, ed entrambi si staccarono velocemente, tossicchiando.
"Classico" mormorò Jake, un po' arrabbiato "Pronto!" rispose al telefono.
Catherine lo osservava, ancora in subbuglio: non era successo niente tra loro,eppure Jake, lo stesso Jake che conosceva da un giorno,
la scombussolava completamente.
Jake si alzò, interrompendo bruscamente i suoi pensieri. Era agitato e confuso, e questo la lasciò perplessa.
Aveva fatto qualcosa che non andava?
Si alzò anche lei, cercando di pulirsi i pantaloni con gesti molto calmi.
"Dobbiamo andare, mi dispiace, Kate io.." iniziò a dire lui, quasi in imbarazzo.
"Capisco" mormorò lei, con tono molto basso.
Non parlarono nel viaggio di ritorno, semplicemente perchè non c'era niente da dire.
Catherine scese dall'auto con un secco ciao, poi entrò in casa, rimanendo ancora una volta sorpresa.

 


Elizabeth Spencer aveva rinnegato la sua fama di dea della moda, indossando dei semplici jeans chiari con converse bianche e una felpa
di Abercrombie aperta, che lasciava intravedere una canottiera che metteva in risalto il suo seno prosperoso.
Di certo era una mossa calcolata, voleva fare compassione. I suoi lunghi capelli rossi erano disordinati, e gli occhi struccati
sembravano davvero stanchi. Era seduta sul divano, rannicchiata in un angolo e poteva quasi fare tenerezza.
Charlotte Cavendish, con il marito, erano invece in piedi, e passeggiavano in su e in giù per l'ampio salone. Le tende tirate non lasciavano
molto spazio alla luce e i divani bianchi erano coperti dai cuscini neri. Il tavolino di vetro era molto elegante, posto nel mezzo.
Harry era invece seduto. Indossava un golf bianco sopra i pantaloni grigi ed era molto attraente. Il ciuffo biondo tirato verso destra,
il portamento fiero e menefreghista, il sorrisino scocciato e gli occhi di un verde disarmante. Decisamente un mix perfetto.
"Oh, Catherine! Ma in che condizioni sei!" disse sua madre, come al solito senza salutare, semplicemente pronta a criticarla.
"Lasciala partecipare alla discussione, mamma" disse Harry, sorprendendo Kate, che si sedette accanto al fratello.
"Stavamo parlando, Catherine, del fatto che tuo fratello sta frequentando un'altra donna" disse in tono secco Charlotte, e Liz
sussultò.
"Non vedo dove sia il problema" replicò freddamente Catherine, appoggiando una mano sulla gamba del fratello.
"Certo, tu mi hai sempre odiato!" sbottò Liz, risvegliandosi dall'apatia. Kate la guardò truce.
"Ah, sì?" disse con ironia Catherine. Liz scoppiò di nuovo a piangere, e fratello e sorella si scambiarono uno sguardo divertito.
"Tu sposerai Liz! Su questo non si discute!" esplose suo padre.
"Ah, si?" disse Harry, imitando la sorella.
"Non puoi abbandonarmi adesso.." mormorò Liz, ma i Cavendish le fecero cenno di tacere.
"Mamma, uno può innamorarsi di chi vuole" protestò ancora Kate in difesa del fratello.
"Stai zitta tu!" le disse sua madre, in tono di rimprovero.
"Stai zitta, sei la vergogna della nostra famiglia! Mi vergogno a mostrarti in pubblico, tanto sei
indisciplinata, arrogante e viziata." disse suo padre, lasciando Catherine pietrificata sul posto, con il cuore in mille pezzi.
Nessuno fiatò, perchè persino Liz era rimasta sorpresa da tanta cattiveria.
Catherine si alzò, inconsapevole di quale forza glielo stesse permettendo e correndo in camera, cominciò a riempire la valigia dei suoi
vestiti costosi, insieme ai soldi che aveva.
Scese giù circa venti minuti con una grande valigia, lanciando un'occhiata al taxi che l'aspettava.
I suoi genitori erano nella stessa posizione di poco prima, e suo fratello le lanciava occhiate di compassione.
"Dove vai?" le disse sua madre, avvicinandosi a lei.
"Non toccarmi" urlò isterica Catherine, avvicinandosi alla porta.
"Se te ne vai, puoi anche non tornare" le disse suo padre, freddamente, senza neanche guardarla.
"Mi fate schifo" disse, piena di bile per quello che era successo.
Salì sul taxi, lanciando un'occhiata alla casa. Era stata così impulsiva, così esagerata.
Villa Cavendish era la sua casa, lì c'era la sua vita, cos'avrebbe fatto ora?
Un singhiozzo le squarciò il petto, mentre calde lacrime, mischiate a singhiozzi incontrollati, la facevano tremare.
"Signorina, tutto bene? Dove la porto?" le disse il tassista premuroso.
"Al Four Seasons, per favore" disse senza pensarci. Aveva abbastanza soldi con sè per passarci qualche notte, poi avrebbe trovato
una soluzione.

 


La stanza che le avevano dato era molto carina, colorata di giallo dorato, con un enorme letto a una piazza e mezzo con un copriletto
rosso, due poltroncine e un bagno molto comodo. Catherine si sedette su un letto, ancora inconsapevole di quello che aveva fatto.
Sul serio se n'era andata di casa? Non poteva crederci. Eppure si sentiva più..leggera, anche se dentro di sè avvertiva un pozzo
che si era aperto. Di nuovo scoppiò a piangere, rannicchiandosi sulla sedia, quandò il telefono squillò.

 


Harry guardava con astio suo padre, che improvvisamente lo vedeva sotto una luce diversa. Davvero era questo che era sempre
stato per suo padre, un affare? Adesso che si ribellava, tutto quello che aveva fatto per loro veniva dimenticato?
E il modo in cui avevano trattato la piccola Catherine..tutto questo gli faceva venire voglia di vomitare.
In che razza di mondo viveva? Era davvero come i suoi genitori? Era questo che sua sorella cercava di dirgli da anni?
Thomas Cavendish accarezzava senza affetto la moglie che singhiozzava, dopo che sua figlia se n'era andata.
"Cosa penseranno tutti?" disse, lasciando Harry basito.
"Signora Charlotte, Catherine tornerà" disse dolcemente Elizabeth, toccando il braccio della donna.
"Grazie, cara" disse lei, guardandola con affetto. Ma come poteva fregarsene così tanto di sua figlia?
Tutto ciò era inconcepibile.
Il campanello suonò, riportando tutti sulla terra, e Harry fu l'unico che si alzò per andare ad aprire.
Trovare Jake sulla porta lo lasciò un po' confuso, e lo stesso Jake, dando un'occhiata al di là della porta, rimase confuso.
"Posso entrare?" disse quasi timidamente, dato che Harry lo guardava stralunato sulla porta, senza accennare movimenti.
"Eh? Si si" disse in fretta Harry, lasciandolo entrare.
"E tu chi sei?" disse Lord Cavendish, squadrando il giovane con astio.
"Mi chiamo Jake Jones, piacere" disse stringendo cordialmente la mano all'uomo.
"Jones dici?" chiese sospettoso l'uomo, socchiudendo gli occhi.
"Sì, mio padre è Henry Jones, signore" disse Jake, senza scomporsi più di tanto davanti all'espressione glaciale di Thomas.
Era abituato a trattamenti del genere.
"TU!" disse Thomas Cavendish, facendo sobbalzare ogni singola persona presente nella stanza.
"Papà calmati!" intervenne Harry.
"Sei il fratello di William Jones?" disse con occhi infuocati.
"Sì.." mormorò debolmente Jake, chiedendosi cosa mai c'entrasse lui con William e i Cavendish.
"Dì a tuo fratello di stare lontano da Catherine, anche se ormai quella sciocca non è affar mio" borbottò, lasciando tutti basiti.
"Catherine non è una sciocca" urlò Harry, trascinando via Jake.
Harry continuava a camminare con uno sconvolto Jake alle calcagna, che continuava a chiedersi se suo fratello conoscesse la sua dolce
Kate. Era diventato improvvisamente geloso, e poi che cosa voleva dire che Kate non era affare suo? Forse era per quello che buttava
giù le chiamate..
"Dove mi porti?" chiese Jake, guardando Harry. Era una situazione assurda, completamente.
"Via da questa gabbia di matti, da mia sorella" disse criptico, facendo capire che non aveva voglia di vedere nessuno.

 

Sentendo bussare, Catherine si alzò di malavoglia per andare ad aprire, pur sapendo che doveva essere impresentabile.
Passò davanti allo specchio, fino a poche ore amico, ma che adesso rimandava l'immagine di una ragazzina che aveva ancora tanta
strada da fare prima di crescere, e che indossava una tuta e una canottiera, oltre ad avere una coda sciupata, due occhiaie e gli occhi rossi.
Beh, al diavolo.
"Ehi" disse Jake, quando lei aprì la porta, rimanendo a bocca aperta.
"Che ci fai qui?" mormorò lei con un filo di voce, vergognandosi del proprio aspetto.
"Sono qui per te" disse lui, entrando.
"Non mi devi niente. Ci conosciamo da due giorni!" disse lei, cercando di mandarlo via.
"Lo so, per questo dovresti apprezzare il fatto che io sia qui" disse con tono ironico.
"Se è per questo puoi andartene subito" ribattè lei, ritrovando il suo tono acido.
"Dovrei farti una foto" disse lui guardandola, al che lei fece un sorriso tirato. Lui la condusse sul letto,
stendendosi accanto a lei. Rimasero per un po' in silenzio, guardando il soffitto.
Quando Jake si girò verso di lei, si stupì di vederla addormentata. Ma mentre dormiva, poteva osservarla meglio.
Addormentata e tranquilla, era davvero una creatura angelica. Le ciglia lunghe e nere le donavano un'espressione fanciullesca,
e le meravigliose labbra socchiuse..avrebbe voluto baciarle, ma si contenne.
Era ormai sera e prendendola delicatamente in collo, la infilò sotto le lenzuola, accoccolandosi accanto a lei.

 


Catherine si alzò con la testa pesante, non ricordandosi dove era. Ma poi le venne in mente che era in un maledetto hotel,
senza quasi soldi, che avrebbe dovuto trovare un lavoro e lasciare quella stupida scuola e le passò la voglia di alzarsi. Adesso
che avrebbe fatto?
Aprì gli occhi e si ritrovò davanti la faccia addormentata di Jake.
"AAAH!" urlò Kate, alzandosi di scatto e perdendo l'equilibrio, finendò così distesa per terra.
"Oddio!" urlò a sua volta Jake, spaventato dall'urlo di lei.
"Ma sei impazzito?" disse lei, guardandolo ad occhi allucinati, dolorante per la botta presa.
"No! Tu lo sei!" disse lui, risentito per l'accoglienza.
"Cosa fai ancora qui?" disse lei, turbata dal fatto di aver dormito con lui.
Senza aspettare una risposta andò a chiudersi in bagno per farsi una doccia.
L'acqua calda sembrò lavare via le preoccupazione, almeno per qualche minuto.
Uscì dal bagno con l'asciugamano stretto in vita, che però lasciava scoperte le gambe, senza ricordarsi della presenza del ragazzo.
Jake, dal canto suo, stava facendo i conti con il suo amichetto delle parti basse, risvegliato da Kate mezza nuda a pochi metri da lui.
"Sei..bellissima!" disse, prima di potersi fermare. Lei si voltò di scatto, e si coprì invano le gambe.
"Grazie" disse un po' imbarazzata, poi notò il rigonfiamento nei pantaloni di Jake e scoppiò a ridere.
"Kate io.." disse lui, alzandosi e avvicinandosi a lei, che era immobile.
"Grazie per stanotte, io.." iniziò lei, ormai vicino al corpo caldo di Jake.
"Mi hai stregato" le disse lui, sfiorandole la labbra con le sue. Lei perse il controllo e tutta la fragilità e le preoccupazioni
di quelle ultime ore si riversarono verso in passione verso quel ragazzo così dolce. Per la prima volta qualcuno si preoccupava per lei,
solo per lei come persona.
Lasciò cadere l'asciugamano e si avventò su di lui, che l'accolse tra le sua braccia, come se non aspettasse altro.

 


Harry, dopo aver lasciato Jake da sua sorella, non aveva resistito e si era diretto da Blanca, ripensandoci poi
e dirigendosi a Green Park, sedendosi sull'erba, senza preoccuparsi di sporcarsi la camicia bianca.
"Sapevo di trovarti qui" la bellissima voce di Liz lo fece sobbalzare.
"Cosa ci fai qui?" replicò lui, irritato e senza voglia di litigare.
"Harry, non posso stare senza di te" disse lei, sedendosi accanto a lui, con gli occhi lucidi.
"Liz, non credi che siamo troppo oltre?" disse lui, riferendosi allo scontro di poco prima.
"Avevi promesso di non lasciarmi" riprese lei, prendendogli la mano.
"Liz.." rispose lui, poi la abbracciò, con lei che singhiozzava.
"Ti prego, non farmi questo..ti amo Harry, non sopporto il pensiero che.." iniziò a dire, ma lui la stoppò.
"Lo so, Liz, lo so" rispose, pensando che era un vero codardo.

 


Alloora, che ve ne pare? Che ne pensate?
Lasciate una recensione per farmi sapere, anche mettendo la vostra opinione..
Mi suggerite un nome per creare un'amica di Catherine?
Grazie!
Alla prossima :) 

  
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