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Autore: Rakyr il Solitario    28/09/2007    3 recensioni
Un demone ed un angelo si alleeranno, ed allora la luce raggiungerà anche gli inferi più profondi
Genere: Dark, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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3: La Porta

Lentamente due demoni si facevano largo in mezzo alla folla crudele degli inferi, spintonando di tanto in tanto gli stolti che non riconoscendoli rimanevano in mezzo alla strada.
Un demone topo tentò di rubare allo Scaltro, ma ottenne solo di ritrovarsi ambedue le mani mozzate da un preciso fendente.
Molto lentamente riuscirono a districarsi dal dedalo caotico di vie plumbee e corridoi cinerei, trovandosi finalmente innanzi ad un’imponente costruzione in risalto rispetto alle altre.
Era una magione modellata a stregua di castello umano, dalle forme tortuose ed attorcigliate.
Bastioni di ardesia risplendevano nell’infernale calore del magma fuso che era stato incanalato nelle vicinanze, vuoi per evitare di dover ricostruire l’edificio, vuoi per giustificare la scomparsa improvvisa e prematura di alcuni demoni della gilda.
Sui bastioni guardie scelte di stirpe non precisata scrutavano torvi il pesante ed invalicabile portale di adamantite rinforzata di incantesimi che proteggeva il quartier generale.
-Identificatevi- proferì una di esse, mentre le altre tendevano l’arco, le frecce già incoccate stillavano una sostanza verdognola che corrodeva leggermente la passeggiata.
-Siamo il Solitario e lo Scaltro- urlò il draconico, spiegando le ali membranose per confermare ciò che aveva detto.
La guardia lo fissò e con un misto di rispetto e timore aprì il portone.
Si sentì una risata soffocata da parte di una guardia per il comportamento del capitano, che loro lasciarono ad inveire contro di essa con una vasta gamma di insulti nelle più disparate lingue.
Nessuno dei due riuscì a trattenere una smorfia divertita.
Si affrettarono a coprire la distanza che li separava dalla struttura portante del luogo, la stanza del Diavolo.
Un paio di mercenari uscirono con un ghigno di disprezzo sul viso, inveendo poi contro la lentezza delle guardie nell’aprire il cancello principale.
Spalancarono le porte, procedendo a passo lento sul tappeto carminio bordato d’oro che copriva la dura roccia, per giungere infine davanti ad un sostegno sul quale ardeva un fuoco magico inestinguibile.
-Avete completato l’incarico?- una voce maligna e gutturale.
-Le pianure di lava sono meno popolate di elementari dal carattere focoso ora, mio Diavolo- rispose sarcastico lo Scaltro.
-Sono contento abbiate terminato in fretta la missione, volevo chiedervi di partire subito per un’altra-
-Subito? Che genere di lavoro è?- sapevano già che quella non era una domanda ma un obbligo vero e proprio.
-Dovrete sterminare un’avanguardia di angeli tropo presuntuosi- sporse il capo, rivelando le aguzze zanne che per lui erano denti ed il viso di un colorito azzurrino striato di nero e rosso –Sarete accompagnati da un centinaio di guerrieri, non dovreste aver troppi problemi-
Il Solitario sembrava in procinto di obbiettare, ma richiuse subito la bocca –Sissignore- sibilò a denti stretti.
-Bene…pensavo avrebbe occupato più tempo il convincervi…manca ancora qualche ora all’inizio della spedizione, spendetelo come meglio credete- fece per voltarsi ed entrare in una porta incavata nel muro, ma un colpo di tosse del drago lo fermò a metà del passo.
-Sire, non crede che questa nostra azione posa sancire il preludio ad una guerra tra i regni Celeste ed Infernale?-
-Ti fai troppi scrupoli, ragazzino…- varcò la soglia ghignando bieco.
Quel demone lo faceva davvero infuriare.

-Che facciamo?- la voce dello scaltro era a stento riconoscibile nell’eccessivo vocio che permeava le disconnesse strade.
-Non saprei…cerchiamo un acquirente per la pergamena?- domandò annoiato, ricevendo un cenno positivo dal pensieroso amico.
-Secondo me hai un po’ esagerato, in fondo gli angeli sono i nostri nemici naturali- sbottò poi.
-Perché?- la voce era tagliente e l’aracnide si trovò spiacevolmente spiazzato.
-Beh…ecco…-
-Non lo sai nemmeno tu, vero?- il tono era rassegnato.
-Ci è sempre stato detto così e non ci siamo mai fatti troppi problemi-
-E se questo nostro comportamento li causasse a loro?- afferrò distrattamente il polso di un ladruncolo, fratturandoglielo con una rapida torsione.
-Solitario, sei cambiato…però forse hai ragione…siamo sempre stati noi a muovere il primo passo verso la guerra…- guardò vacuo il piccoletto allontanarsi stringendo il legamento infranto, osservando poi come un possente demone delle fattezze di un toro gli fendeva a metà il cranio con un’accetta per averlo spintonato -…il nostro popolo è un popolo caotico, che prospera alle spalle degli altri e così è sempre stato…tuttavia sembra così normale ora…tutta questa violenza…- il toro si allontanò per un vialetto, da cui provenne un debole muggito ed uscì una creatura simile ad un lupo, strofinando una daga con un panno insanguinato e tenendo dietro alla schiena l’accetta del bestione -…ci stiamo uccidendo da soli, stiamo firmando la nostra condanna, e quel che è più orribile è che lo facciamo sorridendo- aveva un’aria mesta, ma allo stesso tempo irata.
-Vediamo se c’è qualcuno disposto a comprare la creatura- disse battendo una mano sulla pergamena sigillata.
Creatura, esattamente quello, quella di sigillare gli spiriti dei demoni sconfitti in pergamene era molto diffusa, tanto che venivano usati anche come famigli o come guardie personali.
Una piccola percentuale era semplicemente la collezione dei mercanti, mentre talvolta i guerrieri ricorrevano ad un “aiuto esterno” per ribaltare le sorti di una battaglia.
Tuttavia non erano molti quelli che se lo potevano permettere, infatti le pergamene ricevevano trattamenti lunghi e complessi prima di poter diventare adatte a quella funzione, ed ad alzarne il costo contribuivano anche le fatiche corse per trovare ed intrappolare una determinata entità.
Inoltre non sempre i demoni contenuti erano disposti a prendere ordini in maniera pacifica, e comunque non potevano trattenersi nel mondo materiale per troppo tempo senza che il loro padrone corresse determinati rischi, come la perdita di controllo o la scomparsa prematura dell’evocazione.
Rimanevano in ogni caso degli artefatti magici, e per continuare ad utilizzarli erano necessarie notevoli cure e una fornitura di raro inchiostro magico per rinnovare il contratto con il demone.
Contratto non sempre troppo sicuro, poiché più volte capitava che un servitore capisse la debolezza del padrone e lo uccidesse, riconquistando la libertà di muoversi a suo piacimento.
In quei casi la pergamena scompariva assieme al suo padrone, lasciando il demone libero dal sigillo.
Talvolta erano usati altri oggetti incantati anziché comuni pergamene, oggetti tra i quali figuravano bacchette magiche, verghe, spade ed anche oggetti comuni, come campanelli, piccoli bicchieri e cappelli.
Si ricorda anche che una stirpe avesse usato un mazzo di carte umane trattate con incantesimi che donassero a esse eterno splendore e durata illimitata, tuttavia le voci durarono poco, sorpassate da una scacchiera magica nella quale ad ogni pezzo corrispondeva una creatura diversa.
-Ehi, muoviti sputafuoco, se no ti lascio indietro- il demone sorrise e corse avanti, seguito dall’amico, annoiato dalle sue continue prese in giro derivanti dalle sue origini draconiche.
Un mercante dalle vesti sgargianti li affiancò –Ho sentito parlare di una creatura in vendita, e ditemi, cos’è?-
-Controlla tu stesso- disse lo Scaltro, aprendo la pergamena e mostrando un’immagine dai contorni estremamente delineati della creatura che avevano da poco imprigionato, sotto la quale erano vergate parole in un linguaggio magico antico come il loro mondo.
-Impressionante, e a quanto è in vendita?- l’espressione del collezionista si fece furba ed iniziò a fregare tra sé le mani
-Quanto sei disposto ad offrire?- la domanda spiazzò il demone, che ci rimuginò un attimo, Scaltro se la sapeva cavare addirittura troppo bene con quei mercanti.
Questa volta in particolare avevano trovato un collezionista incallito…non sarebbe stato troppo difficile estorcere uno sproposito per quella creatura che avevano sconfitto in così poco tempo.
Nei suoi occhi aveva visto uno scintillio bramoso, più che sufficiente per capire che era disposto a fare di tutto per averla.
Si appartarono momentaneamente in un angolo affollato della strada, con la folla che copriva troppo le loro voci perché il Solitario potesse sentire, ma riconobbe i gesti dell’innalzamento di posta e della impotente stizza del borghese, che infine però si limitò ad annuire., sganciando dalla cintura una pesante borsa dai contorni pieni e quasi granulosi.
-Oggi è andata ottimamente- sogghignò il ladro, mostrando la gonfia borsa straripante d’oro e una pergamena –Era così preso dalle trattative che non si è accorto della sostituzione-
-Certe volte penso seriamente che tu sia un totale bastardo- disse l’amico ridendo
-Macchè, macchè, troppo gentile…!- sorrise l’altro
Dopo una breve fermata al loro rifugio dove riposero il denaro racimolato raggiunsero l’austera forma di pietra della loro gilda.
Ignorarono la lentezza delle guardie…non aveva alcun senso arrabbiarsi per simili sottigliezze, e poi avevano tutto il tempo che volevano.
O che il Diavolo voleva conceder loro.
Entrarono in fretta dalle imponenti porte del castello, avviandosi di malagrazia fino alla stanza del trono, percorrendo in passi corti e riluttanti il tappeto pregiato che copriva la fredda pietra vulcanica e che, assieme ai bracieri ed al trono stesso, era l’unica cosa che impediva a chi vi entrasse di pensare di essere in un luogo nero ed indefinito.
-Ma bene, avete fatto in fretta- la voce del Diavolo echeggio sulle mura, mentre una figura allungava un braccio in segno di farsi avanti.
-Pare abbiate scelto di accettare, siete diligenti, ed è un gran pregio- sapevano tutti che quello non era stato un invito cortese, ma piuttosto una nemmeno troppo celata minaccia in caso di diniego, ma questa farsa sembrava compiacere il despota, quindi si limitarono ad agire da attori, improvvisando il ruolo dei servitori fedeli.
-Si, o Diavolo, abbiamo deciso di partecipare a questa missione, ce ne vuole illustrare i particolari?- con un’ombra di malizia lo Scaltro iniziò la recita.
Il Solitario conosceva quel bagliore, stava cercando di estorcergli informazioni, e nessuno era mai riuscito a depistarlo troppo a lungo.
-Voi ed una centinaia di demoni dovrete falciare le legioni angeliche.- lo disse calmo, come fosse un’affermazione perfettamente logica
Il Solitario si staccò dalla parete a cui era appoggiato, mentre per un istante l’espressione dell’amico mutava, per poi tornare con qualche difficoltà la maschera insondabile di quando fingeva.
Tutti sapevano la forza degli angeli, e mandare un pugno di demoni contro di loro era un suicidio.
Ma in fondo forse era ciò che desiderava, sapeva che i due non amavano essere accoppiati con altri, e men che meno essere in un gruppo tanto vasto.
Il Solitario optò per ammazzarli con perizia prima dello scontro…non sopportava che qualcuno cercasse di pugnalarlo durante la battaglia, né che si frapponesse tra lui ed il suo avversario.
I pochi che l’avevano fatto non erano morti in maniera troppo calma e veloce…
Inoltre loro non conoscevano la portata della legione che andavano ad affrontare, potevano solo sperare che fosse un’avanguardia di serafini novizi, magari seguiti da un misero seguito di guaritori o addirittura sprovvisti.
In caso contrario il Diavolo firmava la guerra a cui teneva tanto ed eliminava un possibile candidato al trono ma guarda che razza di cane pensò brevemente, per poi ritornare con l’attenzione allo Scaltro, il quale pareva non avere molto successo.
Dopo poco li congedò, facendo apparire innanzi a loro un portale che mostrava loro una porta colossale, di un metallo nero eterno e con scolpite in un pregevole altorilievo scene di una crudeltà smisurata.
Scene di vita quotidiana agli inferi…
-Buon viaggio verso la Porta degli Inferi-
Il Solitario poté sentire il peso quasi materiale di quello sguardo enigmatico, crudele e beffardo che lo scrutava.
Immaginò che sulle labbra della creatura vi fosse un sorriso malvagio.

Ringraziamenti:
bluemary: hai beccato nel segno quando parlavi di D&D, giocavo in una compagnia un po' scalcinata ma mi divertivo, in particolare quando descrivevo i vani tentativi di una squadra per colpire una creatura. (Faccio presente che dopo 10 tiri un mio amico non era riuscito a superare un piccolo buco nelle scale per cui sarebbe bastato un 9...alla fine ha fatto uno e, inciampando sull'ultimo gradino, è precipitato dalle scale e ci ha lasciato la pelle...-.-), spero di ricevere ancora tuoi pareri sull'andamento del racconto.
Romance: Amore, sei sempre troppo gentile...mi dispiace soltanto che ti sei appassionata a Manon, che sparirà per un po' di tempo dopo la piega degli eventi. Ma forse ho parlato troppo...eheh. Ti Amo!

  
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