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Autore: Purrrkwood    12/03/2013    2 recensioni
Day 1 ~ Pioggia: “Dai, rimani” gli fece il verso alzandosi “Ti fa paura un po’ d’acqua?”
Day 2 ~ Librarian: Jeff capì di aver appena avuto un colpo di fulmine al confronto del quale Lightning Lad era solo una pila scarica.
Day 3 ~ First Kiss: Ma era solo cinema, cinema con Nick. Tutto regolare. “E’ perfetto.”
Day 4 ~ Chocolate: Era un vero e proprio mondo parallelo, decorato di fiori rosa e bianchi e pieno, strapieno di cioccolato.
Raccolta di one-shot sui prompt della niff-week di marzo.
Through the sorrow, all through our splendour
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Inizierò col dire che questa è la shot più priva di senso che io abbia mai scritto. No, davvero. Non ne ha xD Non riesco nemmeno a capre se mi piace o no xD
Comunque, un grazie enormerrimo (?) a chi ha commentato quel mega cliché che era lil primo capitolo. Vi amo. Vi adoro.
I niff you <3

Innuendo
Trough the sorrow, all trough our splendour
***
Blame it on the parrot [Librarian]

Dicono che le cose migliori non accadano mai per nostra volontà, ma che siano completamente dettate dal caso. Il caso è ciò che ti fa trovare nel posto giusto al momento giusto, che ti fa perdere l’ autobus ma che ti fa trovare su quello dopo un amico che non vedevi da anni, che ti fa pescare tra mille il biglietto giusto della lotteria.

Il caso è quella forza superiore che fa scoppiare un temporale nell’ unico giorno in cui hai dimenticato l’ ombrello e che sulla linea della metro che ti deve portare a casa ci sono lavori per almeno tre fermate, lasciandoti con la prospettiva di una camminata di almeno due chilometri sotto il diluvio, fino alla stazione più vicina.

“E vaffanculo!” il grido uscì dalle labbra del ragazzo biondo con sincera convinzione, mentre si scrollava di dosso, quanto possibile, l’ acqua che una macchina gli aveva gettato addosso per la terza o quarta – o anche quinta- volta. Cercando di coprirsi il più possibile con la giacca leggera che indossava – per quel che serviva a quel punto- Jeff si guardò intorno, maledicendo mentalmente il tempo, New York e ogni persona che la abitasse. Ci abitava anche lui, a dire il vero, da quasi quattro anni: era sopravissuto al traffico, agli uragani, alle campagne elettorali e alle devastanti feste di benvenuto del college, ma era in quei momento che si sentiva terribilmente un “misero campagnolo dell’ Ohio”, come ripeteva sempre Thad nei loro primi mesi nella Grande Mela. E ora, bagnato fino all’osso, si sentiva poco newyorkese, ma molto stupido. Quando il primo starnuto lo colse, mandò al diavolo la metropolitana ed entrò deciso nella prima porta che gli si presentò davanti. Avrebbe aspettato che migliorasse, oppure avrebbe chiamato un taxi. Aprì la porta senza pensare, la aprì così, per caso, accompagnato dal tintinnio di un campanello.

Il calore che lo accolse fu la sensazione più bella che ricordasse. Ancora stretto nella giacca, lo sguardo fisso a terra, Jeff non notò la persona che gli si stava avvicinando.

“Posso aiutarti?”

Jeff al caso non credeva poi così tanto. Lo chiamava più che altro sfiga, perché di occasioni fortunate glie ne capitavano sempre veramente poche; eppure, in quel momento, un po’ di fortuna pensò di averla: era una libreria quella in cui era entrato, uno di quei negozietti indipendenti che non si sa mai come facciano a sopravvivere e che profumano sempre di carta. E gli occhi che incontrò sollevando la testa avevano la più bella sfumatura di marrone che avesse mai visto. Con le gocce di pioggia che ancora cadevano regolari dalla sua frangia, Jeff capì di aver appena avuto un colpo di fulmine al confronto del quale Lightning Lad era solo una pila scarica.

“Si, no, io… mi riparavo dalla pioggia.” Balbettò cercando di darsi un tono. Probabilmente non gli riuscì, ma il sorriso dell’altro non sembrò troppo di derisione.

“Direi che ti ha preso alla sprovvista, eh” disse, accompagnando la frase con una risata. Una bella risata, davvero bell- no, Jeffrey, non incominciare con le cazzate.

“C’è un termosifone, se vuoi mettere la giacca ad asciugare un po’” riprese il commesso, di nuovo con quel sorriso. Gli tese una mano: “Io sono Nick, comunque.”

Jeff fissò la mano per qualche secondo “Cos… ah! Sì.” Ricambiò la stretta nervosamente “Jeff. Jeffrey, in realtà, ma di solito chi mi chiama così all’ infuori dei miei, fa una brutta fine.” Non parlare a caso, perché parli a caso?!

“Jeff, allora. Dai, dammi quella giacca, ci vorrà un po’ prima che smetta.”

“Un po’ quanto?” il biondo allungò l’ indumento fradicio a Nick, sussultando leggermente quando le loro mani si sfiorarono. Si passò le dita tra i capelli: “Dovrei andare a casa a studiare, ho un esame la prossima settimana.”

“Non prima di sera credo, ne parlavano poco fa alla radio “Ti chiamo un taxi, se vuoi. Oppure… no, niente.”

“Cosa?”

“Oppure puoi fermarti qui. C’è una stanzetta di là, ci studio quando qui c’è mio nonno. Così almeno per oggi ho un po’ di compagnia” e Jeff giurò di aver visto il ragazzo arrossire “Cioè! Insomma… viene poca gente qui, principalmente dei collezionisti che cercano libri rari e cose simili e non è che siano campioni di gentilezza e… mi annoio non poco, sai…”

Fu il turno di Jeff, stavolta, di sorridere al comportamento dell’ altro; Ma io ti faccio compagnia quanto vuo- no, idiota. Lo sai quanta fortuna hai in queste cose, quello non è gay, è solo gentile.

Eppure, restare male non avrebbe fatto: “Si, perché no. Se non ti disturbo.”

“No, assolutamente! E’ quella porta lì, dietro allo scaffale” gli indicò una piccola porta bianca “Vai pure.”

Quello sarebbe stato un ottimo momento per rifiutare, per inventare una scusa come ‘Non ho dietro i libri’. Ma i libri li aveva. ‘Ho un impegno’.Non sarebbe mai risultato convincente. E quegli occhi? Quei pozzi color cioccolato sembravano gridare con tutta la loro forza “Resta qui!”. Che male c’era a volersi godere una ella vista per qualche ora? Con un’ alzata di spalle, Jeff abbassò la maniglia della porta e la spinse. Era ciò che avrebbe fatto chiunque, perché era una porta come le altre che dava in una stanza come le altre. Ma all’ ultimo momento la voce di Nick arrivò alle sue orecchie:

“Aspetta,no, lì dentro c’è-“

Jeff capì in quel momento che non era solo Nick a rendere particolare quella libreria. Lo capì quando, con la coda dell’ occhio vide qualcosa venirgli incontro. Qualcosa di colorato e veloce.

Ma che-

“CRAAAA!”

“ODDIO!”

“Craaa, il prigioniero è evaso, Cra!”

Jeff impiegò qualche secondo per riprendersi e riconoscere la creatura che gli aveva appena provocato un infarto. Non credette ai suoi occhi, quando sul tavolo di fronte a lui si posò un pappagallo colorato. Il pennuto prese a lisciarsi le piume con noncuranza, mentre dalla porta faceva capolino la testa mora di Nick.

“Scusa, l’ ho lasciato lì prima perché cercava di mangiarsi i capelli di un cliente!” allungò un braccio e il pappagallo vi balzo sopra “Beh, hai conosciuto Crock. Non fare caso al nome, glie l’ ha dato mia sorella e ormai ha imparato quello; ma ufficialmente lui è mio.” Passò un dito tra le piume verdi. Jeff inarcò le sopracciglia.

“E’ piuttosto… insolito per un posto del genere.”

“Oh, lui è bravo. Non sporca mai, sa che ha la sua gabbietta per tutto, ha solo un carattere un po’… espansivo. Gli piace la gente, anche troppo a volte! Ma gli animali come lui non possono stare soli troppo a lungo, per cui lo porto qui.”

“Craaa, rovesciate i banchi!”

Jeff scoppiò a ridere “Che diavolo dice?”

“Ripete le cose” Nick si unì alla risata “Frasi di film, oppure le cose che ripetevo ad alta voce quando studiavo. Devo dire che ha una memoria eccellente.”

“Craa, l’ anello va distrutto, Craaaa!”

“Ok, credo di amarlo.”

 

***

Quel pomeriggio gonfio di pioggia sarebbe rimasto per sempre nella sua memoria come la prova di quanto la vita dipendesse davvero dal caso. Perché avrebbe potuto benissimo fare un passo in più, o uno in meno, o attraversare la strada in quel momento in cui aveva scelto invece di tirare dritto; e allora magari si sarebbe rifugiato in un bar, o in un centro commerciale, o sotto a un portico e non ci sarebbe stato nessun odore di carta, nessun termosifone su cui appoggiare la giacca bagnata, nessun Nick ad accoglierlo con il sorriso più caldo del secolo. Soprattutto, non ci sarebbe stata nessuna offerta di restare lì per “quel giorno” da estendere poi a “quella settimana” e a “quel mese”. Jeff non ricordava nemmeno come fosse arrivato a quel punto, a passare tutti i suoi pomeriggi in quella stanzetta, anche quando ormai il famoso esame era già stato brillantemente superato, a sorridere più alla prospettiva di prendere in mano i libri di Nick che il controller dell’ X-box e ad apprezzare la compagnia di Crock più di quella dei suoi compagni di classe. Eppure era successo, e Nick non aveva mai battuto ciglio vedendolo presentarsi in libreria ogni giorno, puntuale, alle cinque in punto dopo la fine delle lezioni.

Non batté ciglio per due mesi, fino a quel giorno. C’ era di nuovo la pioggia, di nuovo il riscaldamento al massimo che riempiva l’ ambiente di un piacevole tepore, ma stavolta Nick era seduto davanti a lui e si rigirava una penna tra le dita, il viso contratto in un’espressione pensierosa.

“Perchè vieni sempre qui?”

Jeff alzò lo sguardo dal libro di economia, e all’ improvviso il calore che sentiva attorno a sé sembrò svanire.

“Cioè, non mi sto lamentando!” il biondo riprese un po’ di colore “Solo…” sembrava non sapere che dire, fissava la penna e il tavolo come a evitare il contatto visivo. Jeff non aveva la minima idea di cosa dire. O meglio, ce l’ aveva eccome, ma dirlo avrebbe potuto rompere la loro bolla di felicità.

“Non so, credevo andasse bene per te, non hai mai detto nulla. Mi piace venire qui.”

“Ma abiti dall’ altra parte della città.” Touchè.

“Anche fino alla biblioteca è un viaggio lungo. Anzi, per venire qui faccio tre fermate in meno”

“E cambi linea due volte” Doppio touchè. Duval: 2 - Sterling:0 e palla al centro.

“E’ solo che…” Nick si morse il labbro. Aveva a che fare con i clienti del negozio da più di un anno, nel tempo libero girava per i teatri e gli studio a fare provini, mai una volta si era trovato senza parole. Ora, davanti a quel biondino con gli occhiali da vista appoggiati sul naso all’ insù, quella frase che si dibatteva nella sua gola non trovava nessun modo per uscire.

“Ti fai più di mezz’ ora di metro ogni giorno e per cosa? Per stare assieme ad un pappagall-”

“ASSIEME A TEEE, CRAAA, A TE!”

Jeff avrebbe ricordato quel giorno come il giorno in cui si era trovato combattuto tra l’ abbattere e l’ abbracciare il variopinto volatile. Lo guardò darsi un’ ultima lisciata alle penne, per poi volare oltre la porta. Quando il fruscio delle sue ali si fu estinto nella stanza calò il silenzio. Il gelo. Mancava un pinguino diretto verso il ripiano di zoologia. In quel momento, Jeff riuscì a pensare solo a una cosa, qualcosa a metà tra voglio morire e aiuto. Non sapeva che anche l’ altro si trovava più o meno nella stessa situazione.

Fu dopo un momento che sembrò durare ore che il biondo osò alzare lo sguardo, e si vide riflesso in quegli occhi che, ora ne era certo, non avrebbe visto mai più. Nick gli avrebbe chiesto di non tornare più, Nick l’ avrebbe sbattuto fuori di lì a poco. Ma Nick fece lì ultima cosa che Jeff si sarebbe aspettato:

Scoppiò a ridere. Jeff lo fissò con gli occhi sgranati, mentre si piegava sul tavolo e rideva come se non ci fosse un domani, e non sapeva se rilassarsi o meno a quella reazione. Infine il moro si raddrizzò, asciugandosi una lacrima con il dorso della mano.

“Quindi…” esordì “Magari domani che è chiuso potrei offrirti un caffè.”

Dicono che le cose migliori accadano per caso. In effetti Jeff, a distanza di anni, avrebbe dichiarato di aver trovato l’ amore per caso.

Per caso e per un pappagallo logorroico.


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In realtà, la cosa che più mi preoccupa di tutto ciò è l' aver citato D' Annunzio.
Ah, è probabile che domani io non aggiorni. Non è sicuro, dipende da quante ore dormirò dopo il drittone dei cento giorni xD La shot di domani è ancora da finire!
A domani o a giovedì, si vedrà! <3
   
 
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