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Autore: Purrrkwood    11/03/2013    4 recensioni
Day 1 ~ Pioggia: “Dai, rimani” gli fece il verso alzandosi “Ti fa paura un po’ d’acqua?”
Day 2 ~ Librarian: Jeff capì di aver appena avuto un colpo di fulmine al confronto del quale Lightning Lad era solo una pila scarica.
Day 3 ~ First Kiss: Ma era solo cinema, cinema con Nick. Tutto regolare. “E’ perfetto.”
Day 4 ~ Chocolate: Era un vero e proprio mondo parallelo, decorato di fiori rosa e bianchi e pieno, strapieno di cioccolato.
Raccolta di one-shot sui prompt della niff-week di marzo.
Through the sorrow, all through our splendour
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Niff Week! :D Ok, in realtà dubito di poter completare le sette shot in tempo, contando che sono al momento solo tre, ma meglio di niente!
Forse la finirò col tempo xD
Credo che la parte migliore, comunque, non sia la pubblicazione ora, ma tutto il lavoro, lo sclero, le risate e le stupidaggini della preparazione. E' stato fantastico! <3
E finalmente anche io riesco a scrivere su questi due tizi puccicarini *inserire cuoricini qui*

Innuendo
Trough the sorrow, all trough our splendour
***
Dancing in the rain [Pioggia]

“A che pensi?”

Erano in silenzio da qualche minuto, ormai, seduti su quella panchina a fissare il vuoto, mentre tra gli alberi soffiava piano il vento di luglio. Una folata più insistente fece ondeggiare piano i loro capelli, si insinuò tra le pieghe delle maglie leggere, ancora tiepida nonostante fosse passata la mezzanotte da almeno venti minuti. Senza parlare, Jeff si strinse di più a Nick, cingendogli i fianchi da dietro e appoggiando il mento sulla sua spalla. Sentì la guancia dell’ altro accarezzare la sua.

“A niente” sussurrò Nick, muovendosi appena per lasciarsi abbracciare meglio: “Ti sembrerà strano, ma il mio cervello è vuoto.”

Il biondo ridacchiò: “Credevo che il momento in cui il cervello si svuota implicasse un ambiente più intimo e qualche vestito in meno” Inspirò piano, il volto immerso nei capelli del moro, riempiendosi le narici del suo odore. Nick profumava di mango, Jeff lo sapeva perché era stato lui a regalargli quel bagnoschiuma, ma avrebbe potuto profumare di qualsiasi cosa, per lui sarebbe stato comunque l’ odore più buono e dolce del mondo – ed era dolce vedere Nick arrossire quando glie lo faceva notare.

Quest’ultimo chiuse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore, un po’ per l’ allusione poco velata, un po’ per il gesto: “Pervertito”

“Colpa tua” Sterling cercò di nuovo il suo collo, stavolta con le labbra e lasciò un piccolo bacio sulla pelle, poi un altro e un altro ancora, con lentezza “Vedi di essere meno sexy nella tua prossima vita e ti lascerò stare.”

“Non era una critica” fu la risposta. Nick continuava a tenere gli occhi chiusi, se fossero rimasti in quella posizione a lungo avrebbe anche potuto addormentarsi; sarebbe stato perfetto addormentarsi lì, in mezzo al parco, i corpi perfettamente incastrati: due pezzi dello stesso ingranaggio, creati apposta per combaciare. Jeff aveva le braccia lunghe, era alto, era perfetto per gli abbracci. Era perfetto in generale, dal modo in cui si sottraeva alle carezze appena sveglio al suo atteggiamento da bambino perennemente allegro. Gli sarebbe bastato avere lui per essere a posto per tutta la vita.

“Jeff…”

“Mh?”

“Ti a-” plic. Nick non concluse la frase. Plic.

“Hai sentito una goccia?” Jeff si scostò di malavoglia dal suo ragazzo, fissando il cielo. Nick lo imitò e pochi secondi dopo sul suo naso cadde qualcosa di bagnato. Uno, due, tre gocce.

“Ma no, dai!” gridò. Ma i temporali estivi erano così e pochi secondi dopo il silenzio del parco pubblico di Westerville era stato riempito dallo scrosciare lento della pioggia. Nick trattenne un’ imprecazione e si alzò, c’ era un porticato a pochi metro da loro, un buon posto per ripararsi. Ma quando tentò di muovere un passo, sentì una mano afferrarlo per il polso. Girandosi, vide che Jeff non si era mosso di un centimetro.

“Dove vai?” glie lo chiese con tono quasi stupito, mentre l’ acqua gli incollava la frangia al viso. Nell’ insieme, Jeff sembrava un cucciolo.

“Pioggia, bagnato, riparo?” azzardò il moro, indicando con la mano la sua destinazione “Dai, vieni!” e lo tirò a sua volta. Ma Jeff non ne voleva sapere.

“Dai, rimani” gli fece il verso, alzandosi “Ti fa paura un po’ d’acqua?”

Nick sorrise e Jeff lo tirò a sé, costringendolo a ruotare su se stesso in una piroetta. Gli passò un braccio attorno alla schiena e, quando si fermarono, i loro volti erano distanti solo pochi centimetri.

“Mi concede questo ballo?” e prima ancora che Nick potesse dire qualcosa, il biondo aveva iniziato a muoversi, trascinandolo in un valzer improvvisato, appoggiando un piede dopo l’ altro seguendo il ritmo cadenzato delle gocce sul cemento.

“Sta piovendo, scemo!” Nick cercava di staccarsi, senza provarci davvero, e nel frattempo aveva iniziato a ridere in modo incontrollato, abbracciato a lui come se non importasse nient’ altro. Si lasciò guidare in quella danza bizzarra e un po’ impacciata; e ad un certo punto la pioggia sembrò quasi non esistere più, un po’ perché erano ormai entrambi completamente fradici e un po’ perché quel fruscio era diventato davvero la loro musica. Jeff era così, avrebbe potuto ballare ovunque, e trascinarlo con sé come se fosse la cosa più naturale del mondo. E ogni volta riusciva a essere tutto perfetto. Anche in quel momento, mentre cominciava a fare un po’ freddo, era tutto incredibilmente, terribilmente, assolutamente perfetto.

Il temporale non durò più di cinque minuti. Quando l’ ultima goccia colò sui loro vestiti e sulla pelle nuda delle braccia, erano ancora stretti l’ uno all’ altro. Si erano fermati e ora stavano lì, in piedi, gli sguardi incatenati.

“Allora sei capace a ballare.” Scherzò Jeff, alzando una mano per sistemarsi una ciocca di capelli.

“Ho imparato dal migliore” Nick sorrise e, alzandosi sulle punte, lasciò che le loro labbra si unissero in un bacio umido, che aveva il sapore della pioggia appena caduta. Si mossero perfettamente in sincronia, stringendosi per scacciare i brividi di freddo e di eccitazione, finchè il bisogno d’ aria non li costrinse a separarsi.

Di nuovo, Nick non riusciva a pensare a niente. Se non ad una cosa.

“Jeff?”

“Mh?”

“Ti amo.”

Plic.

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.....

Ciao <3


   
 
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