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Autore: bastardHoran    12/03/2013    0 recensioni
Eleonor, un'adolescente in cerca di amore. Ormai pensa di essere destinata a stare sola, ma un "principe azzurro" la salva dalla vita crudele. Ma, non è tutto rose e fiori.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi alzai alle 10. Guardai il cellulare, avevo 2 messaggi: uno di Matilde che voleva sapere com'era andata e 1 di Enrico. Feci colazione con pane, Nutella e un succo d'arancia. Dopo colazione presi il computer, andai su youtube, 'On Direction-What Makes You Beautiful'. Musica a tutto volume e lacrime agli occhi. Sì, perchè io sono una Directioner. I One Direction sono la mia vita, sono quelli che mi hanno fatta arrivare fino a qui. Sul fianco ho incise le loro iniziali :'L-H-Z-N-L' e '1D'. Mi preparai un'insalata. Poi alle 2 ricevetti un messaggio da Enrico :'Posso passare a prenderti adesso? Così ti faccio fare un po' il giro della città.' Ovviamente gli risposi di sì. Spensi il computer e andai a preparare la borsa per poi andare in piascina. Mi infilai un paio di shorts strappati sopra al costume e una canottiera. Ricevetti un altro messaggio 'Vieni giù'. Ero pronta, così chiamai mia sorella e la avvisai che uscivo. Quando sono andata giù lo vidi li sulla moto con il casco sotto braccio, era un bel ragazzo ma io non riuscivo più ha innamorarmi di nessun'altro, ormai il mio cuore ce l'aveva Cesare. Lo salutai con la mano, ma quando mi sono avvicinata lui si sporse e mi salutò con un bacio sulla guancia:"Hey, come va? Dormito bene?" Sorrisi, si avevo dormito bene:"Si, tutto bene grazie. E tu?" -"Tutto bene. Beh, ti va di andare a mangiare una pizza o al Mc Donald's?" Si avevo fame perchè l'insalata non mi aveva saziata, ma mi ero portata via solo i soldi per la piscina e per un gelato:"Ma non mi sono portata via i soldi, aspetta vado su e li prendo." Mi girai e feci per tornare indietro ma lui mi fermo per un braccio, proprio quello con i taglia. Non si accorse di nulla:"No, ferma. Pago io." -"Ok, poi ti porto indietro i soldi." -"Ma va! Non devi portarmeli!" -"Invece si!" -"Sta zitta nana e sali!" Disse ridendo. Mi misi a ridere anche io, non mi offendevo se mi chiamavano nana. Salii sulla moto e mi misi il casco. Provavo un po' di imbarazzo a doverlo stringere. Lui lo notò così si girò verso di me e disse:"Tieniti ben stretta a me." Lo strinsi, stava per partire quando si rigiro verso di me si tolse il casco e la felpa:"La pizzeria dove andiamo non è vicinissima e ti verrà freddo in moto, mettiti la mia felpa." -"E tu non avrai freddo?" -"No, tranquilla." -"Ok, grazie." Mi misi la sua felpa, era calda e comoda. Partimmo, e in effetti mi venne un po' di freddo alle gambe. Ogni tanto mi urlava 'TUTTO OK??' e io 'SI!!' Quando arrivammo alla pizzeria ci sedettimo e mi chiese che pizza volessi. Ero indecisa, così gli dissi:"Boh, scegli tu per me, sennò restiamo qui tutto il pomeriggio." Lui si mise a ridere:"Ok, se non ti piace la mangio io." Un altra risata e si allontanò. Mentre era al balcone mi chiamò Matilde:"Allora come va?" Lo aveva saputo:"Siamo a una pizzeria." -"Dai che vi mettete insieme." -"No." -"PERCHE'??" -"Cesare." -"Oh ma che due coglioni! Se non ci provi neanche a dimenticarlo!" -"Ma..." -"Ma niente! Dai Enrico è un bel ragazzo e andate d'accordo!" -"Non so, devo conoscerlo meglio." -"Allora muoviti! Vabbeh vado ciao!" -"Ciao." Enrico stava tornando con la pizza:"Ho preso una margherita con patatine. Va bene?" -"Certo!" Mangiammo, e parlammo. Ogni tanto ho notato che mi guardava il braccio per un millesimo di secondo. Finita la pizza andammo in piazza, c'era una fontana, lui la guardò, guardò me e fece uno strano sorriso, io capii subito:"NO!" e mi misi a correre ma lui fu più veloce. Mi prese da dietro, mi sollevò e fece per buttarmi dentro. Ma poi mi mise giù. Ci mettemmo a ridere tutti e due. Camminammo, parlammo e poi ci accorgemmo che erano le 15.30. Eravamo in ritardo per la piscina! Salimmo in moto ci infilammo i caschi e lui si girò verso di me:"Tieniti più stretta possibile. Stritolami." Sorrisi. Lo strinsi forte forte, mi immaginavo che lui fosse Cesare e mi facevo i miei soliti filmini mentali. Andava veloce. Mi venne un po' di paura. Mi venne un flash, terribile: un camion ci investiva. Era così reale! Così dalla paura lo stritolai. Lui rallento e si fermò appena ne ebbe la possibilità:"Cos'è successo?" -"Scusa, non volevo stringerti così forte, è che per un istante ho immaginato che venivamo investiti e ho preso paura dato che stavi andando veloce." -"Ahn. Scusa non volevo spaventarti. Siamo quasi arrivati, adesso vado piano." -"Ok." Arrivammo alla piscina, stendemmo gli asciugamani mi tolsi shorts e maglietta. Lui sorrise proprio come quando mi voleva buttare dentro alla fontana:"Adesso non ho nessun motivo per non buttarti." -"Invece sì." -"Cioè?" -"Non so nuotare." -"Davvero?" -"Sì, vuoi sfottermi?" -"No, ti insegno io." -"Davvero?" -"Ahà" -"Ok." -"Adesso vieni non aver paura"-Disse prendendomi per i fianchi avvicinandosi alla piscina-"Adesso ci buttiamo tutti e due, non avere paura, ti tengo io, ok?" Avevo un po' di paura e lui me lo lesse in faccia:"Tranquilla, non ti succede niente." -"Ok." Contò fino a tre, poi saltammo dentro. Lui mi teneva da dietro e io per paura che mollasse la presa lo tenevo per le braccia. Risalimmo subito:"Tutto ok?" -"Sì" -"Adesso se ti mollo sai stare a galla?" No, perchè avevo paura e agitandomi andavo giù, e la piscina era da 3 metri. Capì subito:"Ok tranquilla ti tengo, adesso andiamo sul bordo e ti insegno lì." -"Ok." Dopo un po' riuscii a fare il morto per qualche secondo e poi andavo giù ma lui era sempre pronto a prendermi. Non mi accorsi neanche che non c'erano gli amici di cui aveva parlato. Non dissi niente, ci divertimmo un sacco, uscimmo di fretta alle 19.30. Non feci nemmeno in tempo ad asciugarmi così la maglietta mi si attaccò tutta addosso. Mi sentivo in imbarazzo. Quando arrivammo al palazzo feci per salutarlo e andare verso la mia porta, ma lui mi tenne per il polso:"Tu ceni da me oggi, ho già avvisato tua sorella e le ho anche detto che dormi qui." Sgranai gli occhi, che cazzo avrà pensato mia sorella?? Mi teneva ancora per il polso e mi trascinò verso il suo appartamento. Entrai tutta rossa, sua mamma mi accolse molto gentilmente, e poi disse:"Che bella la tua ragazza Enrico." Guardai Enrico con una faccia perplessa, e lui era confuso quanto me:"Mamma questa non è la mia ragazza. Siamo solo amici." -"Ah se lo dite voi." -"Vabbeh noi andiamo in camera, chiamaci quando è pronta la cena." Andammo in camera io mi sedetti sul letto. Subito dopo entrò la mamma di Enrico:"Eleonor, ti da fastidio dormire nello stesso letto di Enrico? Perchè se vuoi porto giù un materasso." Lo guardai imbarazzata:"No, no, va bene così, cioè sempre se va bene anche ad Enrico." Lui sorrise:"Certo!" Sua mamma uscì e noi cominciammo a parlare, ma lui tirò fuori un argomento, che non era dei migliori:"Sei fidanzata o ti piace qualcuno?" Abbassai lo sguardo, mi stava salendo un groppo in gola. Non riuscivo a parlare. Lui se ne accorse:"Un tasto dolente?" Feci di sì con la testa. Lui si sedette vicino a me sul letto mi disse:"Ti va di parlarmene? Sai, a volte aiuta." non feci in tempo ad aprire bocca che era pronto da mangiare. Ci sedettimo a tavola ma io non avevo appetito, non mangiai molto. Enrico capì che non avevo fame, così si inventò una scusa:"Mamma, noi abbiamo mangiato tante robe in piscina, patatine, gelato ecc...non abbiamo tanta fame." -"Ok come vuoi." Così ci alzammo da tavola. Andammo in camera sua, mi sedetti, e lui mi chiese di riprendere il discorso di prima, così presi fiato e gli parlai di Cesare, mi tremava la voce e quando arrivai a dirgli che avevamo litigato non ce la feci a trattenermi, scoppiai a piangere disperatamente. Non riuscivo a calmarmi, avevo bisogno di Cesare, lì in quel momento che mi consolasse, con un abbraccio. Ma non sarebbe successo. Enrico si alzo e fece alzare anche me e mi strinse in un abbraccio, lo strinsi anch'io. Quell'abbraccio mi fece sentire meglio, cominciai così a calmarmi. Lui mi guardò negli occhi e mi asciugò le lacrime:"Nessuno, e dico NESSUNO, merita le tue lacrime. Semplicemente se un ragazzo ti merita non ti fa piangere, a meno che siano lacrime di gioia." -"Sai non è facile amare qualcuno che non ricambia." -"Lo so, ma basta tanta forza di volontà e qualcuno che ci sostenga per dimenticare una persona." -"In molti hanno cercato di aiutarmi, ma nessuno ci riesce." -"Non è questo, sei tu che non vuoi dimenticarlo. E comunque ora hai me, e te lo toglierò da quella testolina sto Cesare. Perchè anche se ti conosco da poco, ti voglio un bene immenso. Hai un carattere particolare." Parlammo un po' di tutto, poi lui notò la mia collana, il segno dell'infinito con la scritta "Directioner" La fissò per un scondo poi mi guardò:"Scommetto che sei una Directioner!" Mi misi a ridere:"Ma da cosa l'hai capito??" Dissi fingendomi sorpresa. E lui:"Beh, sai com'è ti ho analizzata attentamente e ho tratto questa conclusione." -"Wow! Che bravo che sei!" Mi fermai un attimo, e poi dissi veramente sorpresa:"Aspetta un secondo, non li hai insultati? Non hai detto che sono froci senza talento ecc???" -"No, perchè?" -"Boh, di solito lo fanno tutti." -"Eh ma io sono diverso. AHAHAHA. Beh, quindi ti piacciono i One Direction? A me non piacciono, perchè non è il mio genere, ma li rispetto, sono bravi, non si può negare questo." Oh cacca, questo ragazzo è da amare! -"Si, li amo. Credo che se sono quella che sono adesso è grazie a loro. Il mio unico sogno è di incontrarli un giorno. Sono la mia ragione di vita quindi..." -"I tuoi IDOLI?" -"Esattamente." Li cadde lo sguardo sul mio braccio, quello con i tagli, io lo misi dietro la schiena, ma era troppo tardi:"Fammi vedere." Si era fatto serio. Mi prese il braccio:"Perchè?" Già, perchè? Non sapevo spiegarlo. Rimasi in silenzio. Così parlò lui:"Ma sei stupida? Dammi una ragione valida adesso! Non c'è! A che cazzo serve farsi del male se si sta già male per qualcos'altro?" Fece una pausa:"Ok, scusa non volevo urlare. Ma adesso spiegami il perchè."Presi fiato:"Per essermi innamorata di Cesare, è una specie di punizione." -"Ma mi prendi per il culo? Nessuno merita le tue lacrime e tanto meno che tu faccia 'sta stronzata! Sai se vai troppo affondo? Fino alle vene? Sai vero cosa succede????" Abbassai lo sguardo, si che lo sapevo. Lui mi alzò la testa:"Promettimi che non lo farai mai più. MAI." -"Ok." Erano tipo le 2.00 di notte. Ero stanca, e lui se ne accorse:"Hai sonno?" -"Si un po'." -"Dormiamo?" -"Yes." Dissi sorridendo. Mi sdraiai sotto le lenzuola, presi il cellulare. Avevo un po' di messaggi. E come sempre speravo ce ne fosse uno di Cesare. Ma niente. Avevo una chiamata persa dalla Nicol, così la richiamai. Rispose quasi subito:"Holaaaa." -"Hey, ciao. Scusa se non ho risposto prima, non l'ho visto." -"Ahn ok. Ma che stavi facendo?" -"Niente, sto a dormire da un amico che ho conosciuto qui a Milano." -"Uuuhhh!!! Ma sentila un po'! Addirittura! Beh e chi sarebbe questo amico?" Diventai tutta rossa, non c'era il vivavoce ma il volume era alto e si sentiva comunque. Mi girai verso Enrico, stava ridendo. -"Ehm...Nicol, senti ci sentiamo domani sono stanca adesso." -"Ok, mi raccomando poi mi racconti eh!" -"Nicol! Ciao." -"Ok ciao AHAHAHA." Riataccai. Enrico si mise a ridere:"Sembri un pomodoro! AHAHAHAHAHAHA." -"Vaffanculo." E lui che rideva sempre di più. Mi misi a ridere anche io. Gli buttai addosso un cuscino. Poi lo guardai. Era bellissimo. NO NO NO NO NO! Non posso innamorarmi di lui! NON POSSO! Andammo a letto verso le 4 di mattina ora della fine. C'era caldo, così lui dormì senza maglietta. Porcaccia la miseria quanto era bello. NO! Ha 15 anni! Se mi innamorassi soffrirei e basta! Lui è più grande di me. Non posso innamorarmi.
  
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