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Autore: hogwartsavalon    12/03/2013    1 recensioni
Emily è una ragazza molto riservata, che odia la tecnologia.
Conosce il suo amico Andrew, che la aiuterà in tutte le occasioni.
Ma un segreto che la sconvolgerà, sarà la decisione della sua vita, sia fra i due mondi, che in amore.
Grazie alla mia fantastica amica Aurora, a cui ho assegnato un personaggio, e che mi ha aiutato a scrivere la storia.
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emily stava ripensando a cosa avesse trovato di cosi' strano la dottoressa. Ecco un'altra volta la parola STRANO. Poi quel giorno la madre non l'aveva mandata a scuola, che almeno era un modo per distrarsi. Decise di prendere la bicicletta e andare in città, così, giusto per svagarsi un pò e non pensarci, anche se era impossibile. Si mise il casco e saltò in sella alla bicicletta. I genitori le avevano proposto un motorino da pagare in affitto, ma lei odiava la tecnologia, usava solo il telefono per chiamare Andrew e Alice, oppure prendeva il bus per andare a scuola e i mezzi di trasporto per viaggiare. Odiava i mezzi di trasporto, ma se voleva visitare il mondo non poteva certo aspettarsi di fare viaggi con una bacchetta magica,assurdo. Appena arrivata al centro, entrò in una libreria antica, le sembrava così strana, con libri scritti in latino e dei vocaboli con dei significati strani. Le sembrava una scena di Harry Potter, uno dei suoi libri preferiti. C'ero uno strano signore, molto vecchio, che ripeteva appunto questi vocaboli assurdi con una ragazza, forse della sua età. Aveva dei lisci capelli color nocciola e degli occhi verde scuro. Era bellissima. Non doveva essere in quella libreria, ma a fare un servizio fotografico per topmodel. Emily inizio a guardare i libri attorno a sè, per cercarne qualcuno che magari le piaceva, ma nessuno. Alcuni sembravano antichi ricettai, altri di storie fantastiche,troppo fantastiche. "Buongiorno, signora." Disse il vecchio, sorridendole come un amico. "Emily, preferisco Emily." "D'accordo Emily, le serve qualche libro? Non credo posa interessarle." "Infatti, ci sono romanzi in questa libreria?" "Romanzi? Intendi quelle moderne storie basate fra l'amore umano?" Emily prima di parlare e rispondere pensò un'attimo, perchè aveva usato il termine UMANO? "Emm.. si, è quello che intendo, ma non credo ci siano. Che tipo di libri sono? Magari possono interessarmi." "Non credo, questa non è una libreria, ma una specie di ufficio dove dò informazioni ai turisti. Tengo questi libri per...." la ragazza accanto a lui la fulminò. Poi il vecchio le fece un piccolo cenno e riprese a parlare. "Non posso spiegarti tutto ora, lo scoprirai, ora non ne ho il diritto. Ora per favore vada, stiamo per chiudere." "Arrivederci." Concluse Emily con tono freddo. Non erano le sue giornate. Le sembrava tutto così soprannaturale. Cosa doveva scoprire in futuro? Perchè utilizzava parole così strane? E sopratutto, perchè aveva usato il termine UMANO? Cos'era lui, un pesce? Emily era scioccata. Non riusciva ancora a credere alle strane parole che il vecchio le aveva detto, e quella ragazza, quando Emily era entrata, lei sorrise come una sorella. Ma ancora non riusciva a capire,ieri perchè la dottoressa era terrorizzata? In quel momento era così turbata da tutti quei pensieri, che ne venne uno folle, andare all'ospedale e far finta di essere una dottoressa, per così poi intrufolarsi e vedere le sue analisi del sangue. Era un'idea folle, ma era già arrivata all'ospedale, con un camice bianco, ovvero una specie di vestaglia appena comprata a cui le stava staccando il piccolo segno di marca. 'WOW' disse fra se, l'ospedale era più enorme di quanto le era sembrato ieri. Mentre camminava in corridoio, poi , un dottore la fermò. "Chi è lei?" "Sono Emily, una ragazza in formazione, sto facendo un corso qui solo per oggi." Disse Emily improvvisando. "D'accordo," disse il dottore, "Luke è nella sala operatoria, chiamalo." Emily soffoco una risatina mentre se ne andava, il medico ci era cascato in pieno per sua fortuna. Entrò nella piccola stanza delle analisi del sangue, quando vide il suo nome nella bustina 'Emily Jackson'. Era lontano da tutte. Qualcuno si stava avvicinando alla porta, così ne racchiuse un pò dentro la provetta e scappò via. Uscita dall'ospedale, corse via in bicicletta. Arrivata a casa, nonstante non avesse fame, prese una barretta energetica e li diede un piccolo morso, ma ando' subito in bagno a vomitare. Eppure non aveva fame lo stesso. Salì in camera sua e prese la sua provetta. Aveva un microscopio scarso, ma si poteva usare. Prese una schedina di vetro fredda, e una di temperatura ambiente. Mentre versava una goccia di sangue su quella fredda, Emily si pietrificò. "Oh Merda!"
  
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