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Autore: daemonlord89    13/03/2013    1 recensioni
Due anni dopo gli avvenimenti di Landam, Kemoria è sconvolta dalla guerra civile. I Petali Neri si sono sciolti e i ribelli hanno quasi preso il controllo della capitale. Il governo, però, non può accettare questa situazione; ha un piano che non può fallire. Ma deve sbrigarsi ad attuarlo, perché la Maschera sta per essere distrutta...
[Secondo capitolo della trilogia, il primo è Eredità di sangue]
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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CAPITOLO SETTIMO
-Rivelazioni-

 

---Base dei ribelli---

Il ritorno alla base non era stato tra i più felici: avevano contato le perdite subite e avevano capito di aver perso un terzo del contingente che era stato impegnato in combattimento. I corpi erano stati sepolti con metodo e meticolosità dai compagni, abili in quel lavoro come solo chi ha perso tanti amici può essere.
In seguito, però, gli animi si erano riaccesi, alla notizia della riuscita missione. Ci fu una grande festa, nella corte, a base di cibo ed alcool. Per una volta, potevano permettersi quello spreco di risorse. Avevano inflitto un duro colpo all'esercito del governo e, a parer di molti, era solo questione di tempo prima della sua resa.

Thalia si stava esibendo in una danza sul palco e Franc la osservava da lontano, innamorato delle sue movenze e, forse, non sono di quelle. Ormai stava arrivando ad ammettere anche a se stesso ciò che molti avevano già capito, ma dubitava di riuscire a trovare il coraggio per dichiararsi.
Girando la testa, notò che il generale M'auget non aveva di quei problemi. Attorniato da belle ragazze, giunte a complimentarsi con lui per l'azione militare di quella giornata, riusciva ad intrattenerle tutte con la sua parlantina e ad affascinarle con il suo modo di fare.
Franc sorrise quando vide Hayst alzarsi e portare nell'edificio, sicuramente in camera, ben due di quelle donne, cingendo loro i fianchi con le mani. Avrebbe voluto possedere un minimo di quella sicurezza.

Tornando a osservare il palco, sussultò ed indietreggiò di qualche passo, strisciando sul fondoschiena. Non si aspettava di vedere il viso di Thalia a mezzo centimetro dal suo. Lei rise forte e cominciò a saltellare battendo le mani, felice per lo scherzo riuscito.
“Cavolo, Thalia! Mi hai fatto prendere un colpo!” protestò il ragazzo. L'amica si sedette accanto a lui e appoggiò la testa sulla sua spalla. Dopo un minuto di assoluto terrore, Franc riuscì ad allungare il suo braccio per stringerla a sé.
Rimasero per qualche tempo bloccati lì e il giovane notò ben più di un'occhiata ammiccante da parte dei compagni ribelli.
Proprio quando cominciava ad abituarsi a quella dolce sensazione, Thalia sembrò aver recuperato la vitalità e tornò a sedersi normalmente, senza smettere di guardare il fratello adottivo.
“Non vedo l'ora di leggere quei libri! Che ne dici se andiamo a dare un'occhiata subito?”
Era esattamente ciò che Franc stava per dire, ma lui non si stupì più di tanto; non era certo la prima volta che sembravano pensare con la stessa testa. Annuì e si alzarono.
Almeno due decine di teste li seguirono sorridendo, mentre si allontanavano verso la caserma.

Geral scolò la quarta birra. Non aveva parlato molto da quando era tornato. Un po' di stanchezza, aveva detto, ma dentro di sé sapeva che era qualcosa di diverso. Stare accanto al generale, ascoltare i suoi consigli e seguire la sua linea d'azione, gli stava aprendo gli occhi. Forse, si disse, sono stato io il vero coglione, per tutto questo tempo.
Guardò la mazza. Non uccidere se si può evitare, aveva detto Hayst. Non si era mai posto quel problema. Il nemico era cattivo e doveva morire. Ma poi avevano parlato con il ragazzo legato ed imbavagliato. Durante quel breve scambio di frasi Geral aveva capito che, a volte, anche i soldati nemici erano degli esseri umani e non, semplicemente, tacche sul manico della sua arma.
Si alzò e si diresse verso la sua stanza, ignorando i richiami degli amici che lo invitavano ad unirsi a loro per una partita a carte.

Thalia e Franc si trovarono nella stanza di lei. I libri che avevano salvato grazie alla magia erano impilati sul comodino. Erano una decina e nessuno dei due aveva idea di cosa avrebbero potuto trovarci, in quanto non avevano nemmeno provato ad aprirli.
“Thalia...” chiamò Franc, fermandola mentre si dirigeva verso i tomi. Lei si voltò.
“Sì?”
“Io...” il ragazzo non seppe continuare. Dannazione, come posso rimanere concentrato se non glielo dico? Non capirei la metà di ciò che c'è scritto su quei libri.
“Tu?” lo incalzò lei, ridacchiando.
“Volevo... Cioè... Devo...”
Lei si avvicinò pericolosamente, con uno svolazzare di riccioli castani, i suoi occhi puntati in quelli dell'amico. Le sue mani si appoggiarono alle guance.
“Non ce la farai mai, vero, a dirlo?” disse, prima di appoggiare le sue labbra a quelle di Franc.
I libri avrebbero atteso un po' di più.

---Tempo dopo---

Sistemandosi gli occhiali sul volto ancora rosso e sudato, Franc prese il primo volume. Thalia non si preoccupò di vestirsi e lo raggiunse.
“Ora sei concentrato?” scherzò.
“Beh, più o meno!” rise lui, guardando il corpo statuario della ragazza privo di veli.
“Se vuoi mi rivesto...”
“No, no! Va benissimo così!”
Risero insieme e, poi, cominciarono a lavorare sul serio.

“Santo cielo...” fu il primo commento di Franc, a lettura terminata “E' una miniera di informazioni!Thalia, abbiamo fatto il colpaccio!”
“Concordo.” annuì lei, incredula.
Davanti a loro avevano spiegato una mappa di Makrath, trovata all'interno di uno dei libri. La pianta risaliva a secoli prima, ma la struttura della città non era molto diversa. La Roccaforte dei Draghi si trovava nello stesso punto. Una linea rossa era tracciata attorno ad essa, indicata come la Grande Barriera.
Entrambi sapevano cosa significasse. Era stato impossibile, per i ribelli, accedere direttamente a quell'edificio per un assalto frontale. Una forza magica impediva a chiunque non fosse autorizzato dai Lord Reggenti di avvicinarsi. Per quel motivo in due anni l'esercito rivoluzionario aveva cercato di colpire obiettivi secondari in modo da minare le fondamenta di Kemoria pezzo per pezzo. Con le informazioni reperibili in quella mappa, però, forse era tempo di una svolta. Colorata di blu, una linea collegava la Roccaforte con un punto piuttosto anonimo della pianura fuori dalle mura.
Via di fuga.

“Ti rendi conto?” domandò eccitato Franc “Una via di fuga! Se da lì i Reggenti escono, noi potremmo entrare! Potremmo porre fine alla guerra!”
“Sì!” Thalia esultò con lui, abbracciandolo più forte che poté.
“Dobbiamo dirlo subito al generale M'auget!” propose il ragazzo.
“No, aspetta! E gli altri libri?”
Franc ragionò per un attimo, poi decise di dare ragione alla sua amata. Solo aprendo il primo avevano trovato qualcosa che avrebbe potuto mutare le sorti del conflitto. Poteva solo immaginare i segreti che racchiudevano gli altri.

Ripresero a leggere, senza però essere minimamente preparati a ciò che scoprirono.

 

   
 
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