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Autore: EuphemiaMorrigan    13/03/2013    21 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Bracconaggio: inizia la caccia alle papere!-

 

Note: Hola! Era corto l'altro per cui eccomi qui! Allora è la prima Lemon Het che scrivo, quindi perdonatemi se farà leggermente schifo T.T. Bene, vi lascio e mi nascondo perché credo che a fine lettura mi vorrete uccidere, MA non è come sembra... Cioè sì, ma no... Vabbé... Bacio!

 

Dovrei dire qualcosa, giusto?

Tipo una frase ad effetto...

Non sono bravo in queste cose!

Mi limiterò a dire che la amo.

Nonostante sia pazza.

Scema.

Leggermente schizofrenica, con manie omicida.

Tutto questo, verso la mia persona!

 

Erano sdraiati nel loro letto matrimoniale. Nudi.

Si baciavano, toccavano, accarezzavano tra loro con amore. Passione. Desiderio.

L'uomo dai capelli neri sfiorò ancora una volta le labbra tumide della compagna, infilando il suo muscolo nell'umida cavità: esplorandola, giocando con la sua lingua.

Le strinse delicatamente un fianco leggermente arrotondato, affondando le dita nella sua morbida carne; portò una mano tra i piccoli seni e ne sfiorò con il palmo uno dei capezzoli inturgiditi, poi lo catturò tra l'indice e il pollice seguendone i contorni, stuzzicandolo. La bocca scese verso il basso, sull'altro bottoncino di carne, ci soffiò sopra poi lo leccò e lambì, mordendolo delicatamente e strappando un urlo di piacere alla sua amante.

Le mani grandi si sposarono verso il torace, scendendo giù seguendo il profilo delle anche e risalendo da quel punto fin verso i seni, maneggiandoli, tramutando quel corpo in creta tra le sue mani.

«I... Oddio... Itachi -Lo richiamò a fatica, Sakura- Tsunade... Ha detto che devi... Ah... Fare piano se proprio vuoi... Cazzo!... -Ansimò ed imprecò quando avvertì una delle mani del compagno infilarsi tra le sue cosce e cominciare a stuzzicarla- Porco!» Esclamò, avvertendo un dito farsi strada lentamente dentro di lei e muovesi al suo interno.

Itachi sorrise e, chinandosi su di lei, chiuse di nuovo le sue labbra con le proprie, si staccò qualche secondo dopo passando la lingua sul mento della donna, scendendo verso il collo, spostandosi fino al padiglione auricolare, tirandone il lobo coi denti e mormorando roco ed eccitato «Sto facendo piano».

Sakura s'inarcò sentendo le dita divenire due e cercò di scoccargli un'occhiataccia, strinse con le mani le lenzuola sgualcite, mentre il cuore le martellava frenetico nel petto e si sentiva ardere in mezzo alle gambe «I-Itachi... Ti prego...» Pregò con un miagolio, mordendosi il labbro inferiore e sopprimendo un gemito quando avvertì le dita aumentare il ritmo d'improvviso.

Lui le sfilò piano dal suo corpo teso e si posizionò meglio tra le sue gambe divaricate, stando attendo a non gravare sul ventre ancora piatto; le carezzò una guancia arrossata, scendendo su di lei e ricoprendole il viso di baci «Ti amo» Sussurrò penetrandola con dolcezza, centimetro dopo centimetro.

Sakura sospirò appagata sentendolo entrare in lei, ed avvolse le gambe tra i suoi fianchi andandogli incontro, circondò il suo collo con le braccia e, prima di ricambiare con trasporto l'ennesimo bacio, soffiò sulla sua bocca «Ti amo anch'io».

Itachi strinse i suoi fianchi tondi, aumentando gradualmente la velocità delle spinte, entrando e uscendo dal suo corpo bollente e umido.

Sakura ansimò pesantemente sentendo il ritmo aumentare, boccheggiò in cerca d'aria e si aggrappò ancor di più alla schiena del compagno arcuando la propria ad un colpo più forte e venendo con un urlo acuto, accasciandosi sul materasso respirando veloce ed irregolare.

Lui si mosse frenetico arpionando le sue cosce ed allargandole ancora di più, sentendosi stringere dalle sue morbide pareti si riversò al suo interno con un gemito roco.

«Questo non è andarci piano. Maniaco!» Lo sgridò lei dopo qualche minuto, tirandogli, senza l'intenzione di fargli male, una lunga ciocca di capelli scuri.

«E pensare che mi sono anche trattenuto» La prese in giro lui, uscendo con gentilezza da suo corpo e posando la testa contro il suo petto, abbracciandola in vita.

Sakura fece una smorfia esasperata, sbuffò e poi, scuotendo la testa rassegnata, si accoccolò tra le sue braccia «Papà è cattivo! -Esclamò infantile, carezzandosi il ventre e sentendo la risata gioiosa del fidanzato- Brutto e cattivo» Ripeté dolce, baciandogli la testa bruna e chiudendo le iridi chiare.

Itachi la strinse leggermente più forte, respirando il suo profumo e s'addormentò anche lui. Felice, sognando di poter tenere tra le braccia il prima possibile quel figlio che già amava.

 

Era passato più di un mese dalla cena a villa Uchiha, il primo volume del manga era stato pubblicato e, sorprendendo lo stesso Naruto, era balzato primo in classifica in solo una settimana. Ne era felice, dannatamente felice di aver realizzato il suo sogno, almeno in parte. Ma... C'era un ma, le cose tra lui e Sasuke non era cambiate: continuavano a vivere assieme, ad amarsi; però il più grande era sempre restio alle manifestazioni d'affetto dell'altro, non riusciva ad aprirsi completamente e questo lo faceva sentire inutile. Inadeguato. In colpa perché ancora lo “costringeva” a dormire sullo scomodo divano del salone. Sasuke gli aveva ripetuto mille volte che per lui non era un peso, che andava bene così, ma lui non riusciva a fare a meno di pensare che, un giorno o l'altro, si sarebbe stancato di lui e non voleva. Non voleva perdere anche Sasuke.

Si rigirò tra le coperte, agitato, sentendo il lento e regolare respiro del compagno provenire dalla stanza accanto, buttò uno sguardo alla sveglia posata sul comodino: segnava mezzanotte precisa e lui, come al solito, non riusciva a prendere sonno. Si alzò piano dal letto, tentando di non fare rumore, prese la sua cartellina da disegno e s'incamminò verso la cucina. Da sempre. Da anni. L'insonnia non lo lasciava in pace, i suoi sogni erano incubi. Reali. Tangibili. Mostruosi.

Lo soffocavano, lo distruggevano.

Si sedette al tavolo, inspirò una boccata d'aria e tentò di scacciare l'ansia che l'aveva colpito anche quella notte; posò un gomito sul freddo legno e si portò una mano sotto al mento, osservando con occhi vuoti davanti a sé.

Troppo in fretta, era successo tutto troppo in fretta. Ed ora non era più in grado di tornare indietro. Non desiderava farlo, però ne era spaventato.

Un improvviso rumore lo fece sobbalzare e sentì dei passi ovattati avvicinarsi.

«Dobe, che fai?» Biascicò l'Uchiha assonnato, raggiungendolo in cucina. Aveva i capelli scompigliati e gli occhi gonfi dal sonno; pareva un bambino. In fondo, lo era veramente.

«Nulla. Disegnavo» Rispose flebile senza guardarlo in viso, posandosi le mani tra le gambe e stringendo le spalle.

Sasuke si portò una mano alla bocca, sbadigliando, poi si sedette dinanzi a lui «Mmm... A mezzanotte?» Domandò, posando le braccia al tavolo e poggiandoci sopra la testa.

Naruto allungò una mano verso di lui, carezzandogli i capelli bruni e disse docile «Va a dormire 'Suke».

«Non riesco a dormire se tu gironzoli per casa!» Esclamò questo, chiudendo gli occhi e godendosi i leggeri movimenti della mano dell'altro sul suo scalpo.

Il ragazzo dai capelli biondi si morse il labbro inferiore e parlò dispiaciuto «Scusa».

«Fa... Niente» Rispose lui, con un mormorio.

Naruto lo osservò per un po', senza bloccare le carezze, notando stupito che si stava addormentato sul tavolino. 'Suke... Sei... Un idiota... Pensò a fatica, sentendo la gola secca e un peso sul petto, all'altezza del cuore. Perché è così dolce con me? Come ha fatto a innamorarsi di me? Come posso meritarmi una persona del genere?. Lui... Si merita di meglio... Pensò con gli occhi lucidi e il respiro spezzato.

«Sas'kè -Richiamò con tono leggermente più alto- Svegliati» Lo ridestò, scuotendolo lievemente e cacciando indietro le lacrime. Era stufo di piangere. Di essere debole.

Uchiha mugolò stranito, si sfregò gli occhi con una mano e li puntò sul volto del, ormai per lui, fidanzato. Lo guardò attentò per qualche secondo, poi si alzò dalla sedia, si avvicinò e lo sollevò tra le braccia con delicatezza.

«Sasuke? Ma che stai facendo?» Domandò sgranando gli occhi e tenendosi a lui per non cadere a terra.

Il più piccolo lo trasportò fin in camera da letto e disse duro, irritato «Non so a cosa stavi pensando e non lo voglio sapere, perché conoscendoti sarà qualcosa che mi farà incazzare! Per cui adesso dormi, anzi, dormiamo» Concluse facendolo sdraiare sul letto ed abbracciandolo in vita, posando la testa sul suo torace.

«Ma...» Tentò di dire Uzumaki.

«Dobe... Ti prego. Lo so che è difficile, lo so che fa male. Ma... Fidati di me» Parlò serio, allungandosi verso il suo collo e baciandolo delicatamente, sospirando appagato sentendo il suo profumo d'arance.

Non importa quanto tempo ci vorrà, non ti lascio Naruto. Mai... Pensò con convinzione, facendosi cullare dai battiti del suo cuore.

Naruto annuì piano, avvolse le braccia sulla sua schiena e chiuse lentamente le iridi azzurre. Mi dispiace di non essere abbastanza, Sasuke...

 

 

Salve! Questa è la segreteria telefonica del solo ed unico Suigetsu. Il vostro psicologo personale. Lasciate un messaggio e... Non me ne fregherà un cazzo!

Se sei Juugo: tu chiami me? Tu? Ma non hai da fare con pucci-pucci l'amore tuo? Vai Giagantor che non mi interessano le tue prodezze sessuali.

Se sei Sasori: guarda che non ti curo gratis eh!

Se sei Deidara: il discorso che ho fatto a Juugo vale anche per te, carA.

Se sei Karin: strega, infida strega. Sciò via brutta strega dell'ovest!

Se sei Sasuke... Cioè Sasuko: “Non ti picchio perché è da uomo. Non ti graffio perché è da donna. Ma ti odio, ti odio, ti odio”. Non la trovi perfetta per te? Io sì. Mia dolce Sasuko! Voglio conoscere Naruto, è un mese che prometti di presentarcelo.

 

Bip.

 

Dio, Sui. Credo che molti vorranno il tuo scalpo se non la smetti.”

 

Bip.

 

Muori! Curare cosa? Folle! Curati da solo che ne hai bisogno. Sto pregando ogni Kami che tu non finisca mai i tuoi studi in psicologia, sai i pazzi che ne usciranno dopo le tue sedute? Mi trasferisco all'estero se succede!”

 

Bip.

 

TU! Hai osato darmi della donna? Tu, stronzo. Ti farò implodere!”

 

Bip.

 

Suigetsu... Pesce lesso, sardina, trota marcia... Grazie, davvero!”

 

Bip.

 

Non ti picchio, ti spacco direttamente le ossa. Non ti graffio, ti scortico con una mazza chiodata. E poi ti uccido lentamente. Ora è perfetta. No! Non vi presenterò MAI Naruto!”

 

Erano le dieci di mattina e Suigetsu se ne stava comodamente seduto al tavolo della cucina, intento a fare colazione. Affondava il cucchiaio nella tazza di cereali al cioccolato, sbadigliando sonoramente ogni cinque secondi, con un piede si grattò il polpaccio dell'altra gamba e si portò un altro boccone alle labbra. Odiava non avere lezione all'università, non sapeva che fare per tutto il giorno.

Juugo era impegnato con Kimimaro.

Deidara, Sasori e Karin erano all'università.

E Sasuke da quando si era fidanzato era divenuto latitante.

Gli veniva da ridere se pensava ad Uchiha cotto come un liceale, vederlo innamorato era una scena rivoltante; pareva sempre così dannatamente felice. Ed accostare la parola felice a Sasuke Uchiha era... Strano e... Beh... Strano.

È proprio vero l'amore rende idioti. Pensò ridendo.

Ed anche lui si sentiva leggermente scemo alle volte.

S'incamminò verso il telefono fisso e decise di provare a disturbare la strega.

Chi è a quest'ora?” Rispose una voce irritata con un sussurro.

Io. Mi cara” Parò lui ironico, aspettandosi un insulto che avvenne immediatamente.

Imbecille. Sono a lezione” Mormorò lei acida.

Il ragazzo rise, poi divenne serio “Senti Karin -Si interruppe per un secondo- Ti va di uscire con me?”

Cosa?” Domandò lei in tono stupito.

Un appuntamento” Chiarì Suigetsu. Si era stancato, da anni non faceva altro che pensare a Karin, era il momento di provarci e se avesse detto di no... Beh... Almeno aveva tentato.

La sentì sospirare e poi chiedere “Perché?”.

Perché mi piaci. -Disse lui sicuro- Mi piaci da anni e mi sono stufato di far finta di non sopportarti. Ok sei pazza, isterica e manesca, ma... Trovo tu sia... La ragazza più bella dell'intero pianeta, strega” Concluse, incespicando leggermente sulle parole, si sentiva a disagio nel dire certe cose proprio a lei. Alla sua ''Nemica''

Alle cinque al parco, se tardi ti stacco la testa. -Lo minacciò alzando leggermente il tono- Ah... Suigetsu, -Era raro lo chiamasse per nome- anche tu... Mi piaci... Un po'” Finì imbarazzata, chiudendo la conversazione.

Il ragazzo sorrise contento, posando il telefono nella cornetta; forse Karin non era proprio una causa persa. Forse una speranza ancora l'aveva.

Innamorato di una matta! Beh, vorrà dire che la curerò io... Si disse fischiettando e tornando a fare colazione. Decidendo che quel pomeriggio avrebbe ritardato all'appuntamento di quindici minuti abbondanti. In fondo amava vederla arrabbiata.

 

Dalla cena a villa Uchiha le cose erano nettamente e drammaticamente cambiate per Sasuke, difatti da un mese a questa parte tre enormi problemi gravavano sulla sua persona: Itachi, Nagato e Hidan.

Quei tre folli si erano trovati!

Erano divenuti amici, amici per la pelle. Per la sua pelle.

E, non contenti di limitarsi a battutine e sguardi truci, avevano perfino creato un gruppo, un cavolo di club privato dal nome Akatsuki. Il cui obbiettivo era quello di distruggergli l'esistenza. La cosa che l'aveva fatto più irritare era che l'Akatsuki, a parte i tre fondatori, aveva come simpatizzanti tutti i suoi amici e... E anche Naruto ed i suoi maledetti genitori. Per non parlare del resto del clan Uchiha, soprattutto Madara che continuava a chiamarlo Sisasuke e tormentarlo ogni volta che metteva piede nel quartiere.

La sfiga lo perseguitava.

E lì, allo Sharingan, era stata formata la base principale. Lavorava nella tana del lupo.

«ITACHI!» Chiamò una voce, Sasuke si voltò e vide le sue disgrazie: Nagato e Hidan che gli si avvicinavano sorridendo sadici ricercando il fratello maggiore e scoccandogli occhiate divertite.

«Yo! Paperino» Lo salutò Hidan con un gesto della mano, sedendosi poi al bancone.

Nagato fece altrettanto e aggiunse «Ciao carissima. Passato il ciclo?».

«Voi maledetti figli di p...» Non riuscì a finire che Itachi, sbucando fuori da chissà dove, lo bloccò incamminandosi verso di loro e salutandoli con enormi pacche sulle spalle «Ragazzi! Come va il lavoro?» Chiese sedendosi accanto a loro e non degnando di uno sguardo il fratello, che stava letteralmente fumando dalla rabbia.

«Alla grande! Naruto è primo in classifica» Lo informò soddisfatto Nagato. Era quasi un mese che non urlava contro i suoi dipendenti per la felicità.

«Il mio volpino è stato fenomenale» Aggiunse Hidan, scoccando un occhiata eloquente a Sasuke mentre diceva la parola “mio”.

Itachi sorrise poco raccomandabile e disse «Peccato ci sia Otouto, rovina tutto. Comunque sto corrompendo Naruto-kun per farlo ammazzare al prossimo, magari da me».

«No, no. Voglio avere io l'onore» Rimbeccò Hidan, pregustandosi già le varie torture da suggerire al suo amico.

Nagato rise, poi affermò «Potremo dirgli di farcelo fare tutti insieme».

Vi odio, vi odio, vi odio, vi odio... Pensò furioso Sasuke, stringendo tra le mani una bottiglia d'acqua e spaventando a morte il cliente che stava servendo e perdendosi le frasi compiaciute di Itachi ed Hidan all'idea.

«Comunque. Io dico che in verità è donna!» Affermò il maggiore degli Uzumaki, convinto.

«Ma no, Nagato, in fondo Otouto è un ragazzo. È solo leggermente schizofrenico» Lo “difese” Itachi, buttando un occhio verso il minore.

«Jashin! Leggermente? Ma se sembra un folle-paperino, mestruato ventiquattro ore su ventiquattro» Rimbeccò Hidan.

«HA RAGIONE!» Ululò ilare Nagato, ridendo di gusto.

Itachi scoppiò a ridere dietro di lui e concordò «Beh... In effetti...».

Bastardi, luridi bastardi. Vi ucciderò... Si disse Sasuke sempre più furioso, si avvicinò a loro e ringhiò acido «Io ho finito il turno. Stronzi! Addio» si voltò e s'incamminò all'uscita.

«SASUKO! -Gli gridò dietro Hidan- ATTENTO AL BASTONE NEL CULO!»

Vi ucciderò, un giorno o l'altro tutti voi morirete per mano mia... Pensò incamminandosi verso casa con un diavolo per capello.

Il suo culo d'anatra, o papera che dir si voglia, era ancora più ritto dei giorni precedenti.

 

Naruto non era a casa, se ne stava appollaiato su una panchina del parco ad osservare la gente che gli passava di fronte. Perso nei suoi pensieri, leggermente più tranquillo dopo la nottata passata tra le braccia di Sasuke. Forse poteva davvero farcela, dimenticare il passato.

Dei passi ovattati si avvicinarono a lui, ma non vi fece caso continuando a sorridere lievemente facendosi cullare dal leggero venticello di quel giorno.

«Naruto?» Domandò in modo stupito una voce profonda, sconosciuta, ma vagamente famigliare.

Il biondo si voltò tranquillamente in quella direzione ed il sorriso gli si congelò in faccia, tramutandosi in un espressione di puro terrore, gli occhi si sgranarono e avvertì una lancinante fitta al petto.

Kurama...

   
 
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