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Autore: Aiko Aislinn Jane    13/03/2013    2 recensioni
Shizukana Mori non si può nemmeno considerare un paese: è solo una casa, la casa dell’anziana Kochiyo. Tutt’intorno non c’è altro che una grande foresta e la natura, e un piccolo campo coltivato con diverse verdure. Kochiyo e sua nipote vivono qui senza alcun problema, felici del contatto con la natura.
Per Sakura Haruno, cittadina doc di Tokyo, andare a passare l’estate a Shizukana Mori equivale a venir esiliata in una terra sconosciuta con degli alieni. Ma nemmeno il carattere scontroso di una ragazza drogata di alcol e di quello che crede amore può nuocere all’ottimismo e alla bontà dell’anziana Kochiyo, e quest’esilio potrebbe essere meno spiacevole del previsto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Estate a Shizukana Mori: alla scoperta di una vita vera.

Estate a Shizukana Mori: alla scoperta di una vita migliore!

1. Benvenuti a Buco nel Nul… ops, benvenuti a Shizukana Mori!






I fari delle auto illuminano l’oscurità davanti alle mie palpebre abbassate, punti di luce in un pozzo buio dal quale non riesco a uscire. Ops, mi correggo, dal quale non voglio uscire.

Per questo mi trovo su quest’auto, lontana dalla mia amata Tokyo, in viaggio verso una città sconosciuta. Ma che dico, quale città? Verso un paese sconosciuto, un villaggio, un buco nei pressi del nulla. E si aspettano che questo mi aiuti a riprendermi. Mi aiuterà ad impazzire, forse. Anzi, sicuramente impazzirò, così quando tornerò starò ancora peggio e avrò ancora più bisogno delle mie droghe personali: lui e l’ alcol.

Mmh… e combinati sono così gustosi, il sapore del vino rosso sulla punta della lingua, la sua lingua che danza con la mia, mentre le sue mani dal tocco leggero e possessivo si prendono il mio corpo…

Sento il mio basso ventre fremere e mi stringo nelle spalle: l’astinenza mi sta già uccidendo.


***

 

«Siamo arrivati, Sakura, alzati» mi scuote piano mia madre, combinando le parole con dei piccoli strattoni. «Forza tesoro, è ora» sussurra più vicina.

Ma che diavolo vuole? Lasciatemi dormire, maledizione!

Mugugno qualcosa che nemmeno io capisco, mentre la mia mente si concentra su quei due pozzi d’ossidiana che non vedo da 72 ore.

Oddio, 72 ore?!

Scatto involontariamente, rendendomi conto di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che l’ho visto. Scendo di malumore dall’auto, costretta in quei vestiti assurdi che mia madre mi ha fatto indossare. Se mi vedesse così, probabilmente mi riderebbe in faccia e mi volterebbe le spalle. Infatti, non a caso, io non mi vesto mai così. Le nonnette indossano i pantaloni di una tuta e una maglietta come la mia. Ma cosa le è saltato in mente a mia madre di farmi conciare così?!

«Dai amore, ti stanno aspettando» mi ripete per la millesima volta quella scocciatrice.

«Smettila» sbotto quasi ringhiando. Amore? Tesoro? Non sono mica una bambinetta di cinque anni, cazzo! E basta! Vestiti da signorine, anzi, da sfigate, paroline assurde che la prego di non usare da quando avevo dodici anni… E mi hanno accompagnata in questo dannato posto quando avrei potuto prendere il pullman, o il treno, dannazione… Ah, no, non avrei potuto, perché in questo maledetto posto non ci arrivano i pullman! Assurdo, ma dove diamine mi hanno portata?!

«Non è un bel posto, questa Shizukana Mori?» mi domanda mia madre guardandosi attorno, tentando di tirarmi un po’ su.

Davanti a me c’è una casetta di legno, piccola ma molto ben tenuta, le assi verniciate di un chiaro color beige. Una staccionata contorna l’ingresso e diverse finestre sono disposte lungo le pareti visibili. Il tetto è un misto di paglia e assi di legno e mi domando se quella baracca non si sia mai allagata. Nonostante l’aspetto della casupola sia vagamente migliore di quello che mi aspettavo, ciò che mi circonda è scoraggiante: a destra, a sinistra, dietro di me, ovunque c’è solo una foresta immensa cosparsa di alberi altissimi e altri più piccoli nei pressi della casa, mentre sul retro ne scorgo di meno.

Uscendo dalla porta d’ingresso, mio padre torna verso di noi tutto sorridente con una nonnetta al seguito, una vecchietta con un abito vecchio, dei vecchi capelli bianchi e grigi e un vecchio vestito che probabilmente non andava di moda neanche ottant’anni fa. Anche il suo viso rugoso sa di vecchio, ma l’espressione che lo rallegra la fa sembrare più giovane di quello che dev’essere.

«Buongiorno, Sakura–chan» mi saluta cordialmente, facendomi sentire in obbligo ad essere gentile a mia volta.

«Buongiorno oba–chan» replico cercando di mettere nella mia voce quel briciolo di gentilezza che non concedo a nessuno da 72 ore e 5 minuti.

«Sakura!» esclama mia madre. «La scusi, Kochiyo–sama, come può capire questo è uno dei motivi per cui l’abbiamo portata qui» si scusa prodigandosi in un inchino. Sbuffo, irritata. Sono stata gentile e ha pure da ridire.

«Non si preoccupi, Mebuki–san. Vieni, Sakura–chan, ti accompagno a vedere la tua stanza e poi potrai conoscere mia nipote» mi dice invitandomi con una mano a seguirla. Faccio per avviarmi dietro di lei, ma mia madre mi si para davanti e mi stringe in un abbraccio che non riesco a ricambiare, sentendomi vagamente colpevole. Cancello immediatamente quel pensiero inutile: è lei che si deve sentire colpevole, avendomi separata dal mio ragazzo per mandarmi in quel postaccio, per tutta l’estate tra le altre cose, mentre le mie amiche se ne stanno a divertirsi e andranno pure due settimane in America. Mi stacco da mia madre e saluto con un cenno mio padre, che si avvicina a Mebuki e la cinge con un braccio. In quel gesto riconosco le parole non dette: “non preoccuparti, non è grave come sembra, tornerà la nostra bambina e quando verremo a prenderla sarà cambiata”. Certo, tra tre mesi starò sicuramente meglio. Certo. Certo.

Mentre seguo la nonnetta spero solo che questa nipote non sia una ragazzina impicciona o una tipa “inchinatevi-tutti-sono-miss-universo”. Non potrei soffrirla.

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Note dell'autrice: ebbene, che dire, in questi giorni la mia mente produce storie x) come per la mia altra nuova ff "Shirosuna no Ouji", ho stravolto il carattere di un personaggio. Non ho mai immaginato così Sakura ma mi sono ritrovata a farlo per questa storia, che spero vi piacerà :) Quello di Sakura sarà un viaggio nell'autovalutazione, alla scoperta della propria coscienza rimasta fin troppo sotterrata e dei reali valori per i quali vale la pena vivere, in un'estate dedita a migliorare se stessa, anche se ora è obbligata dai suoi genitori che, come quasi ogni adolescente sulla faccia della Terra, le sembrano piu due demoni che la odiano piuttosto che due persone che la amano! Non per sembrare troppo saggia o che altro x'P vabbene, a presto :)

Shizukana Mori: Foresta Tranquilla (credo, l'ho messo assieme io ma ancora non sono un genio con gli aggettivi giapponesi)
Mebuki: è la vera madre di Sakura, come si scopre con Road to Ninja, in caso qualcuno non lo sapesse visto che il suo nome non lo sapevo nemmeno io fino a un'ora fa!
Oba: nonna


Aiko Aislinn Jane
   
 
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