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Autore: Horrorealumna    13/03/2013    2 recensioni
[ You Better Watch Out - Serie ]
Bambini, ragazze e ragazzi morti per puro divertimento.
Puro intrattenimento e un reality senza regole o limiti. L'ultimo in piedi è il vincitore, gli altri sono destinati a soccombere, chi in maniera veloce e indolore, chi lentamente e con dolore.
Per loro... eroi dei loro Distretti... i loro ultimi istanti e i loro ultimi pensieri nella quarantunesima Edizione degli Hunger Games.
Una canzone mai cantata... e la loro storia.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You Better Watch Out'
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Nothing But Shadows
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Missing - India Eveery
 

Please, please, forgive me
But I won’t be home again.
Maybe someday you’ll look up
And barely conscious you’ll say to no-one:
“Isn’t something missing?”
 

Non posso lasciare che mi prendano. Devo sbrigarmi, fare in fretta, perché ogni secondo conta adesso. La fuga, forse, sarebbe stata la migliore decisione ma non si può tornare indietro nel tempo, India.
Un... qualcosa... mi aveva spinta a buttarmi nella mischia, ma sembra che nessuno mi abbia notata, sola e indifesa. La cosa dell’occhio segue il branco di Favoriti, vicini alla Cornucopia, pronti ad uccidere.
Ho bisogno di difendermi. Passare una notte, sola, senza protezione era un invito alla morte. Un coltello sarebbe bastato; anzi, era già oltre le mie aspettative raccoglierne uno.
Vedo un gruppo di ragazzi, veloci come saette, sfrecciarmi davanti e farmi perdere l’equilibrio.
Cado stupidamente per terra, seduta.
Le mani le ritrovo sporche di sangue, il mio: strani sassi appuntiti... perché dovevo cadere proprio qua? Perché a me?
Mi rialzo, scuotendo la testa, il più velocemente possibile, così da non dare a nessuno dei Tributi un bersaglio facile. Devo darmi una mossa...
Dai! Almeno un coltello.
E lo vedo, a circa 10 metri di distanza dalla mia postazione, coperto da una rete da pesca. Nessuno sembra averlo notato; probabilmente sarà caduto da uno zaino o qualche Favorito l’ha perso. E’ l’occasione perfetta.  Mi ci fiondo subito, a grandi e veloci passi, con le mani tinte di rosso... pronta.
Un ultimo sguardo ai Favoriti e comincio a districare l’intreccio che mi impedisce di afferrare l’arma.
Ora, India... ora...

 

You won’t cry for my absence, I know,
You forgot me long ago.
Am I that unimportant?
Am I so insignificant?
Isn’t something missing? Isn’t someone missing me?

 
Il dannato pugnale sembra essersi annodato per bene. Mi domando se non fosse tutto programmato e voluto dagli Strateghi... si può arrivare a questo? Può riuscirci un uomo, assetato del nostro sangue, tutto da solo? Penso... ancora nessun colpo di cannone. Non so se esserne felice o triste...
Ce l’ho quasi fatta. Sento pizzicarmi i palmi delle mani, per i graffi e per lo sforzo, ma adesso, finalmente, ho in mano il minuscolo coltello. Sono pronta a scappare. In effetti, la mia potrebbe essere parsa come una stupida perdita di tempo e di energie, col rischio di farsi ammazzare, ma un coltello mi avrebbe sicuramente aiutata a sopravvivere.
Sono già in piedi quando sento una risata. Un suono dolce ma strano, allo stesso tempo.
E la forza di un uragano nella sua spinta.
Un Favorito.
Il maschio del Distretto 1, Diego Sallen.
Non mi è mai piaciuto...
Ha una lunga spada in mano, appuntita e ancora pulita; in confronto, il mio pugnale sembrava uno stuzzicadenti. Ho un groppo in gola. E’ vicinissimo e io sono in grado di difendermi: mi mette paura, soggezione. Tremo e non riesco più a muovermi.
Ride ancora, sedendosi sulle mie ginocchia.
Non... riesco...
- Ciao, biondina! - esclama divertito, puntandomi la punta della sua lama al collo. Ora non riesco nemmeno a respirare. E’ un pazzo, lo vedo dai suoi occhi, fuori dalle orbite e cerchiati. Un secondo dopo, veloce, sento la punta aguzza scivolare dentro la mia carne, seppure superficialmente.
Non sento dolore, ma cominciò a gridare.
Continua a fissarmi, ad ammirare le gocce del mio sangue scorrermi giù per il collo e arrivare al petto. Ad ogni mio respiro, sento il liquido caldo bagnarmi la pelle.
No, no, no.
Aiuto!
Non riesco a gridare... sento che se lo facessi mi decapiterebbe.
No...
Il pugnale mi scivola via dalle mani, sull’erba e sui sassi, che mi fanno da cuscino.

 

Even though I’m the sacrifice
You won’t try for me, not now.
Though I’d die to know you loved me
I’m all alone

 
“Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”.
Vorrei averlo saputo prima. Ora che sento il dolore e il peso di Diego che mi schiaccia al suolo e mi impedisce di muovere le gambe. Mi scuoto, agito le braccia, ma non se ne va. E continuando a tenermi la spada poggiata sul collo, e con un mio brusco movimento, sento l’arma affondarmi nel petto.
Dritta e potente, a spezzarmi le costole, in cerca del mio cuore.
E’ fredda... davvero fredda...
Chiudo gli occhi. Ho paura.
Poi sento Diego lasciami andare; lo sento gemere di dolore, e la voce del mio compagno di Distretto mi arriva flebile e debole. Debole come me.
Sto morendo...
Lo sento...
Perché non ho la forza di aprire gli occhi?
Perché ogni mio sussurro, sembra un qualcosa di innaturale?
Perché sento il sangue salirmi in gola?
Cosa mi succederà?
Cosa succederà a casa?
Poi... il colpo di cannone. Il primo. E dalle urla capisco che si tratta di Essien.
Lui ha cercato di salvarmi, quando sarebbe potuto scappare e sopravvivere.
Perché... ?
 

Please, please, forgive me,
But I won’t be home again.
I know what you do to yourself,
I breathe deep and cry out.
Isn’t something missing?

Isn’t someone missing me?
 

Ora è davvero la fine.
Mi calpestano, presi dalle loro corse; mi ignorano, preoccupati solo della loro vita e di quella dei loro alleati. Mi hanno lasciata sola. Bhè, tutti tranne Essien, morto per me. Lui è lontano... adesso.
Vorrei averlo ringraziato; non eravamo amiconi, ma avevamo condiviso bei e brutti momenti. Chissà cosa gli era passato per la mente...
Il Bagno di Sangue deve stare per finire.
Tutto attorno a me è ovattato e buio, visto che non riesco a schiudere le palpebre. O forse non voglio farlo? Per vedere la ferita sul petto?
Non riesco a respirare bene. I polmoni sembrano rifiutarsi di lavorare...
Prendo aria... ma è come se non servisse più a niente.
Poi... sento qualcuno avvicinarmi. Cerco di parlare, di comunicare qualcosa... ma il meglio che posso fare è rantolare qualche stupidaggine.
E la stessa risata di prima... vedo tutto svanire. E abbandono le lacrime e i gemiti.
Anthea... lei non poteva vederlo. Non doveva.
Papà... papà... mamma...
Casa...
E’ tutto qui.
Un altro colpo, ancora al petto, e mi sento scoppiare il cuore.
Ora spalanco gli occhi e grido forte:
- Ahhh!
Sputo un po’ di sangue al cielo e mi addormento.

 

And if I bleed, I’ll bleed
Knowing you don’t care
And if I sleep just to dream of you
I’ll wake up without you there…

 
- India? India! Vieni qua, tesoro! - disse dolcemente la signora Eveery alla primogenita.
Una figura angelica, leggera e deliziosa, saltellò spensierata accanto alla donna. Il faccino era rotondo e bianco, da bambina; la bocca era piegata in un morbido sorrisetto, gli occhi spalancati per la sorpresa e la curiosità.
- Mamma! Sono qui - ridacchiò la bambina.
Si buttò a capofitto nel petto della donna, che rise e si rivolse a lei:
- Sei pronta?
Gli occhi di India si illuminarono d’emozione, mentre la madre tirò fuori da una scatola polverosa, un piccolo abito bianco, pieno di ricami in pizzo e merletti; lungo fino alle ginocchia e stretto in vita, sarebbe calzato a pennello su una bambina di dodici anni.
- Questo l’hai indossato tu, mamma? - chiese innocentemente la figlia, sfiorando il tessuto morbido ma freddo con le minuscole dita paffute.
- Per la mia prima Mietitura, sì - rispose l’altra - Ti piace?
- Sì.
- E’ stato usato anche dalla nonna, India...
- E lo metterò anche io, mamma? - azzardò la piccola, fissando la mamma preoccupata.
La signora Eveery sorrise radiosa; quanta innocenza... ancora per poco...
Disse piano, toccandosi la pancia:
- Lo indosserai anche tu, bambina mia... sarai la più bella... insieme alla tua sorellina, Anthea...
E l’abbraccio più lungo della loro vita venne da sé.
Un abbraccio caldo, d’amore.
 

ANGOLO AUTRICE:
India era una ragazza difficile da inquadrare, da come ho potuto capire da voi autori, ma resta una creatura dolce e incredibilmente complicata. Silenziosa ma estremamente sfortunata, mi ci ero davvero affezionata.
RIP India.
Al prossimo tributo! Ah! La canzone è Missing, degli Evanescence :)

 
 
 
 

 

   
 
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